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Migrantes: anche a Reggio Calabria il progetto “Diffusamente” sull’accoglienza degli Ucraini

14 Novembre 2022 - Reggio Calabria - A Reggio Calabria, il “Comitato per le mamme e i bambini dell’Ucraina”, il “Centro Ascolto G.B. Scalabrini”, il “Centro diocesano Migrantes” e la Parrocchia Sant’Agostino, gestita dai Missionari Scalabriniani, si sono impegnati a rispondere alle necessità delle persone in fuga dall’Ucraina, giunte nel territorio diocesano a causa della guerra, che ormai da mesi sconvolge quella nazione. In particolare, l’unione di alcuni enti, volontari e collaboratori ha permesso di dare urgente accoglienza e opportune indicazioni sia ai profughi Ucraini, sia a chi si è reso disponibile a offrire loro una dignitosa ospitalità. Diverse organizzazioni di volontariato, tra cui parrocchie, associazioni laiche e cattoliche, cooperative sociali, patronati sindacali e singoli cittadini, hanno unito le forze per dare ascolto, vicinanza, accoglienza e accompagnamento soprattutto alle mamme e ai minori Ucraini. Il metodo scelto è stato quello dell’accoglienza diffusa, centrato su progetti familiari personalizzati, che prevedevano non solo la risposta ai bisogni materiali più impellenti, ma anche una presa in carico globale dei nuclei familiari. Grazie alla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana e alla sua collaborazione con l’ACRI (Associazione delle Fondazioni delle casse di risparmio in Italia), questi organismi hanno avuto sostegno anche dal progetto “Diffusamente”, riguardante l’accoglienza nelle parrocchie e nelle famiglie di persone e famiglie ucraine, fuggite dalla guerra nel corso del 2022. Il progetto ha sostenuto l’accoglienza di 1100 persone Ucraine – 589 adulti e 481 minori, 311 famiglie – fuori dai circuiti istituzionali (Prefettura, Protezione civile, Comuni…), in 18 province italiane. L’ACRI ha messo a disposizione la somma di 100.000 euro, integrati da un contributo della Fondazione Migrantes. Il progetto “Diffusamente” sarà presentato al Festival dell’immigrazione a Modena il 23 novembre, in un convegno che vedrà la partecipazione di  Francesco Profumo, Presidente ACRI, di mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes, di don Marco Jaroslav Semehen, Rettore della Basilica di S. Sofia, a Roma, e Direttore Migrantes dell’Esarcato Apostolico degli Ucraini in Italia.  

Migrantes Vittorio Veneto: un incontro sul ruolo della comunità ucraina in Italia

24 Settembre 2022 - Vittorio Veneto - Nella sera di giovedì 22 settembre si è tenuto nella Sala verde della Casa Toniolo di Conegliano l’incontro dal titolo “La guerra in Ucraina e la ‘sua’ mobilità umana”: l’evento, organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Vittorio Veneto, diretto da don Mirko Dalla Torre - che ha concluso i lavori - e moderato dal professor Lamberto Pillonetto, ha visto come ospite Padre Teodosio Roman Hren, vicario generale dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. Presente anche il vescovo, mons. Corrado Pizziolo, che ha introdotto la serata manifestando il proprio ringraziamento. Durante la serata, padre Hren ha spiegato la natura e il ruolo importante dell’Esarcato Apostolico in Italia, in particolare la funzione essenziale nell’organizzazione e nell’accoglienza degli immigrati ucraini giunti dopo lo scoppio della guerra, e ha espresso la gratitudine agli italiani per il sostegno e la solidarietà dimostrata in questi mesi. Egli ha ricordato come sia in atto “un vero e proprio genocidio”, e che la risposta di coraggio dei militari “è un atto di amore cristiano, che risponde al precetto morale di difendere il prossimo dal male”. Mons. Teodosio Roman Hren ha sottolineato che “la Chiesa ha il grande potere di aprire la strada della pace, favorendo il dialogo e la condivisione, ricostruendo i ponti che si sono rotti”, ricordando il continuo lavoro dei sacerdoti nell’ambito della spiritualità, della carità e della diplomazia.  

Ucraina: circa 90mila i profughi in Italia

11 Aprile 2022 -
Roma - Sono 89.920 a oggi le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate in Italia, 86.048 delle quali alla frontiera e 3.872 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di 46.491 donne, 9.984 uomini e 33. 445 minori.  Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Papa: ultimi tratti della Via Crucis a famiglie russa e ucraina e migrante

11 Aprile 2022 - Città del Vaticano - "Ormai siamo qui. Siamo morti al nostro passato. Avremmo voluto vivere nella nostra terra, ma la guerra ce lo ha impedito. È difficile per una famiglia dover scegliere tra i suoi sogni e la libertà. Tra i desideri e la sopravvivenza. Siamo qui dopo viaggi in cui abbiamo visto morire donne e bambini, amici, fratelli e sorelle. Siamo qui, sopravvissuti. Percepiti come un peso. Noi che a casa nostra eravamo importanti, qui siamo numeri, categorie, semplificazioni. Eppure siamo molto di più che immigrati. Siamo persone. Siamo venuti qui per i nostri figli. Moriamo ogni giorno per loro, perché qui possano provare a vivere una vita normale, senza le bombe, senza il sangue, senza le persecuzioni. Siamo cattolici, ma anche questo a volte sembra passare in secondo piano rispetto al fatto che siamo migranti. Se non ci rassegniamo è perché sappiamo che la grande pietra sulla porta del sepolcro un giorno verrà rotolata via". Sarà questa l'ultima meditazione della tradizionale Via Crucis al Colosseo, presieduta da papa Francesco e durante la quale la Croce sarà portata da una famiglia migrante. Nele ultime stazioni anche una una famiglia russa insieme ad una famiglia ucraina porteranno la Croce. La  meditazione che sarà letta durante il tratto  quando Gesù muore sulla croce, dice: "La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L'esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d'inverno, l'andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. 'Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?'. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare". (Raffaele Iaria)

Calcio: il Cagliari inserisce anche giovane profugo ucraino

10 Marzo 2022 -

Cagliari - Potrà giocare e allenarsi dalla settimana prossima nel settore giovanile degli Under 14 del Cagliari Calcio, Artem, il ragazzo di 14 anni, arrivato insieme ad altri circa 60 bambini e ragazzini dall’Ucraina. La società rossoblu ha deciso di dare la possibilità al ragazzo di divertirsi insieme ad altri suoi coetanei. Per adesso, dunque, non si parla di questioni di natura tecnica. Originario di Odessa, il ragazzo è accompagnato dalla mamma affidataria. Tifoso del Manchester United, Artem giocava già come ala sinistra nel club di calcio giovanile per professionisti in Ucraina. Anche a Napoli intanto i bambini rifugiati della guerra potranno svolgere attività sportiva in sette circoli sportivi napoletani (Circolo Posillipo, Canottieri Napoli, Circolo Savoia, Rari Nantes, Lega Navale, Circolo Italia, Circolo del Tennis). L’iniziativa è partita dal Circolo Posillipo.

Migrantes Calabria: accompagnare e sostenere gli amici ucraini

28 Febbraio 2022 - Lamezia Terme - Le notizie di queste ore relative alla guerra in Ucraina "ci lasciano senza parole per quanto sta avvenendo soprattutto nei confronti dei più deboli (anziani, donne e bambini) vittime incolpevoli della guerra" che, come ci ricorda Papa Francesco nella Fratelli Tutti “…lascia il nostro mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. Lo scrive in una lettera ai direttori diocesani e ai cappellani  ucraini il direttore Migrantes della Calabria, Pino Fabiano invitando alla giornata di digiuno e preghiera di mercoledì 2 marzo. In diverse diocesi calabresi sono stati organizzati momenti di preghiera e manifestazioni per la pace in Ucraina in queste ore: "in questo momento sarebbe opportuno prendere contatto, accompagnare e sostenere gli amici ucraini presenti nelle nostre comunità", sottolinea Fabiano ricordando che in Calabria sono presenti ed accompagnano le comunità ucraine di rito greco-cattolico P. Taras Zvir a Lamezia (dove risiede), Cosenza, Paola, Siderno e Gioia Tauro e P. Vasyl Kulynyak a Crotone (dove risiede) e Catanzaro. "Sarebbe opportuno e bello coordinarsi con loro per eventuali momenti di preghiera e iniziative di raccolte fondi e/o materiali per l’emergenza (alcune raccolte spontanee sono già cominciate)".

Incontro sul Mediterraneo: preghiera silenziosa dei vescovi

24 Febbraio 2022 - Firenze - Mezz’ora di preghiera silenziosa a Santa Maria Novella, sotto gli occhi vigili ma dolenti del crocifisso di Giotto. Si è conclusa così la seconda giornata dell’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo promosso dalla Cei a Firenze. I 60 vescovi, provenienti da 20 Paesi che partecipano all’incontro dei sindaci e dei vescovi sul Mediterraneo, hanno voluto anticipare la chiusura dei loro lavori per poter offrire il loro contributo, fatto di preghiera ed adorazione eucaristica silenziosa, alla causa della pace, in serio pericolo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La mattinata di era cominciata con i vescovi del Mediterraneo che avevano espresso “preoccupazione e dolore” per lo scenario drammatico in Ucraina e “vicinanza alle comunità cristiane del Paese”. I vescovi riuniti a Santa Maria Novella hanno inoltre accolto l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una Giornata di digiuno e preghiera per la pace, facendo “appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi”. “Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra!”, si legge nella nota dei vescovi del Mediterraneo, che “conoscono bene questo flagello e per questo chiedono a una sola voce la pace”.  

Mons. Perego: molti ucraini potrebbero raggiungere l’Europa

24 Febbraio 2022 - Firenze - In Italia, quella ucraina, è la quinta comunità di stranieri: “sono circa 250mila persone e  con l'escalation del conflitto è facile che ci sarà almeno un raddoppio, perché in molti raggiungeranno i propri familiari”. Lo ha detto questa mattina mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, parlando con l’agenzia “La Press”. Per il presule, che in questi giorni è a Firenze per l’Incontro dei Vescovi sul Mediterraneo promosso dalla Cei - è necessario che il governo “abbia attenzione alla tutela del diritto d'asilo per gli ucraini, per iniziare da subito un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione in città”. "Quello che pensavamo non avvenisse immediatamente ma fosse risolto con la strada diplomatica – ha quindi aggiunto - si sta trasformando in una nuova e inutile strage. Il bombardamento porterà a un esodo di almeno quattro milioni di persone, soprattutto verso i Paesi più vicini ma molti potranno raggiungere l'Italia".  Il tema della guerra è oggetto di discussione, preoccupazione e preghiera nell'incontro dei vescovi del Mediterraneo riuniti, fino a domenica, a Firenze. E questa mattina anche un momento di preghiera. “Siamo vicini al patriarca di Kiev, che doveva essere presente, ma ha voluto rimanere nella sua città e nella sua Chiesa", sottolinea mons. Perego.

Don De Robertis: l’Italia ha una lunga storia di emigrazione

6 Settembre 2019 - Roma - L’Italia ha una lunga storia di emigrazione, che ha portato a parlare degli italiani come “un popolo di emigranti”. Nei circa 160 anni di storia del nostro paese, si calcola che siano emigrati milioni di italiani. Verso le Americhe e l’Europa soprattutto, ma un po’ verso tutti i paesi del mondo. E “non solo a fine Ottocento quando interi paesi si svuotavano lasciando solo vecchi e bambini, o nel dopoguerra, ma anche in questi ultimi anni seppure in condizioni meno drammatiche”. Lo ha detto questa mattina il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis davanti ai 50 vescovi riuniti a Roma per i lavori del Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina. Per il direttore Migrantes la Chiesa italiana “non è rimasta a guardare, indifferente, ma si è presa cura di questi suoi figli. Dapprima ad opera di pastori come mons. Scalabrini, Vescovo di Piacenza, che ha fondato una congregazione di preti disposti a partire insieme ai migranti, o mons. Bonomelli, Vescovo di Cremona, o figure come Santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti. Poi in modo più strutturato, attraverso un apposito organismo, l’UCEI (Ufficio Centrale Emigrazione Italiana) che a partire dal 1987 ha cambiato nome in Fondazione Migrantes, essendo diventato il nostro un paese non solo di emigrazione, ma anche di immigrazione”. Si è venuta così costituendo nel mondo una rete di missioni italiane – sono ancora oggi più di 300 – che costituiscono – ha aggiunto - un importante punto di riferimento per gli emigrati italiani non solo dal punto di vista religioso ma anche sociale e culturale. Questa lunga esperienza di emigrazione ha spinto la Chiesa italiana da subito a farsi vicina alle tante persone di diversa nazionalità presenti nel nostro paese”, circa 5 milioni e mezzo, di cui oltre la metà cristiani e circa 1 milione cattolici. E a sostenere le diverse Chiese nel costituire delle comunità dove i loro fedeli possano trovare non solo un aiuto materiale, ma anzitutto conservare la propria identità religiosa e linguistica.   Fra queste gli ucraini hanno un posto “importante”: sono il quinto gruppo più numeroso, dopo Romania, Albania, Marocco e Cina: 237.047 al 1 gennaio 2018 (numero abbondantemente per difetto, essendo in Italia alto il numero di coloro che sono privi di titolo di soggiorno e quindi invisibili), di cui il 78% donne. “Ci guida un pensiero più volte ripetuto da papa Francesco: le attuali migrazioni e il divenire delle nostre società sempre più cosmopolite, deve aiutarci a riscoprire e a vivere la nostra cattolicità. E cioè non solo a riconoscere e ad apprezzare le diversità, ma insieme a fare in modo che esse non restino giustapposte, ma entrino in dialogo fra loro, si sentano parte dell’unica Chiesa”, ha sottolineato il sacerdote che ha ricordato poi il ruolo delle donne ucraine nel servizio nelle case degli italiani soprattutto nella cura delle persone bisognose. “Quello che però è un beneficio per i nostri anziani, costituisce oggi –ha concluso – un grande dramma per il vostro paese, come anche per altri paesi dell’est-Europa (Romania, Georgia, Moldavia, ecc). Intere generazioni di bambini crescono lontani dalla loro madre, spesso da entrambi i genitori”.