Primo Piano

Torino, presentato il programma del prossimo Festival dell’Accoglienza

14 Luglio 2025 - Dal 16 settembre al 31 ottobre 2025 Torino e altri comuni piemontesi ospiteranno la V edizione del Festival dell’Accoglienza, oltre 40 giorni e più di 100 eventi per parlare di comunità, mobilità umana e multiculturalità e per stimolare una comprensione sempre più profonda e articolata di cosa significhi realmente "accogliere" nel nostro tempo. Organizzato dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione Generazioni Migranti in collaborazione con Fondazione Migrantes, il Festival è realizzato con il patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte, del Comune di Moncalieri e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT. Il Festival si apre quest'anno a nuove collaborazioni, con eventi, realtà e altri importanti festival per parlare e riflettere sul tema dell’accoglienza da diverse prospettive e con un pubblico sempre più ampio e variegato. A cominciare da quella significativa con il Festival della Missione che porterà a Torino quattro giorni di incontri con ospiti internazionali, arte, musica ecologia integrale e tanto altro intorno al tema "Il volto prossimo" (9 – 12 ottobre). Al centro dei numerosi appuntamenti non mancheranno le testimonianze di ospiti che hanno vissuto e vivono «l’accoglienza» nel loro quotidiano, quali attivisti, scrittori, giornalisti, filosofi, artisti, ricercatori, docenti e i volontari e le volontarie delle realtà accoglienti torinesi, e non solo. Occasioni di riflessione che saranno legate anche ad alcune date significative quali la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre, la 111ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 4 e 5 ottobre e la Giornata Missionaria Mondiale del 19 ottobre. A dare il via alla quinta edizione, sarà un concerto da camera di studenti del Conservatorio di Torino provenienti da diversi Paesi del mondo, che si esibiranno nella Chiesa della Madonna del Carmine il 18 settembre 2025. Ancora nella centralissima chiesa juvarriana il tradizionale appuntamento del 5 ottobre con i cori delle comunità etniche dell’Arcidiocesi di Torino e una tappa del tour europeo del progetto “M.U.S.I.C. – Magical Urban Sounds In Connection” in arrivo dalla Romania il 6 ottobre. La musica sarà di nuovo protagonista negli appuntamenti organizzati con BabeleBab – Festival dei cori interculturali (26, 27 e 28 settembre 2025) e, ancora, il 16 ottobre con il “Concerto per piante e violoncello”, che vedrà sul palco delle Fonderie Limone di Moncalieri il rinomato violoncellista Mario Brunello, affiancato dallo scrittore e botanico Stefano Mancuso. Il Festival sarà anche l’occasione per celebrare i 100 anni di presenza a Torino della comunità cinese con due appuntamenti legati alla Festa della Luna tra fine settembre e inizio ottobre.

🔗 Per gli aggiornamenti e il programma: festivalaccoglienzatorino.it - FB Festival dell’Accoglienza - IG @festival_accoglienza

ℹ Per informazioni: info@festivalaccoglienzatorino.it - Tel. +39 011 19373639

  Festival Accoglienza Torino

“Ogni anno qui si può vedere bene la complessità del mondo”. Mons. Felicolo chiude l’annuale corso di formazione della Fondazione Migrantes

11 Luglio 2025 - 11 Luglio 2025 - Si è riunita a Roma per cinque giorni una bella rappresentanza dei volti, delle storie e delle persone "che fanno la Migrantes", un vero e proprio spicchio di mondo a servizio di chi nel mondo si muove per scelta o per forza. Si tratta dei partecipanti e delle partecipanti all'annuale corso di formazione "Linee di pastorale migratoria", pensato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana per tutti coloro che da poco sono stati incaricati dai propri vescovi di occuparsi della cura pastorale dei migranti: nuovi direttori regionali e diocesani, vicedirettori e collaboratori diocesani; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane; missionari per gli italiani all’estero; operatori pastorali dello spettacolo viaggiante e dei rom, sinti e camminanti. C'erano don Paolo, in partenza per Barcellona per accompagnare i connazionali che vivono nella città spagnola, e don Miguel Angel, argentino, che si andrà a occupare dell’Ufficio migrantes in una diocesi della Calabria; sr. Anicette che lavora con i migranti in Liguria e Maria Antonietta, che si occupa della pastorale per i rom e sinti in Sardegna; il diacono Stefano che in Emilia si fa vicino in particolare al mondo dello spettacolo viaggiante e don Mendis che anima la comunità degli srilankesi di Roma e coordina anche la pastorale dei suoi connazionali in tutta Italia... E, insieme a loro, tutti gli altri 25 partecipanti, con la loro valigia di esperienze e preoccupazioni, ma anche l'attesa fiduciosa per il nuovo servizio cui sono chiamati. "La vera ricchezza di questo corso - ha spiegato mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes - è che ogni anno qui si può vedere la complessità del mondo e toccare con mano come evolve la mobilità umana e con essa, in viaggio con le persone, anche la Chiesa. Il racconto corrente della mobilità umana sul pianeta è vittima di una costante semplificazione e banalizzazione. Il mondo sta cambiando e i motivi per cui persone e popoli si spostano o devono spostarsi dalla propria terra e dalle proprie case sono in costante evoluzione. E qui si vede bene". Oltre a una presentazione dell'organizzazione della Fondazione Migrantes, del suo servizio e della sua attività, i partecipanti hanno potuto anche ascoltare e condividere testimonianze dirette da esperienze sul campo. Un'occasione di confronto a 360° sostanzialmente irripetibile. Anche per chi, a livello nazionale, nella Chiesa italiana è chiamato ad accompagnare e sostenere il loro lavoro.

La relazione di mons. Perego e la celebrazione della santa Messa.

Corso di formazione Migrantes 2025

“Anche da azioni malvagie possono nascere storie di redenzione e storie nuove”. Il quarto giorno del corso di formazione della Fondazione Migrantes

10 Luglio 2025 - La celebrazione dell'eucarestia ha aperto il quarto giorno del corso di formazione "Linee di pastorale migratoria" organizzato dalla Fondazione Migrantes e rivolto a chi - direttori e operatori diocesani, cappellani delle comunità straniere in Italia e delle missioni per gli italiani all'estero - "fa" concretamente la Migrantes in Italia e nel mondo. Commentando la prima lettura - la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, "una vicenda familiare nata dall'odio, ma anche dalla tratta in schiavitù di Giuseppe in Egitto", che purtroppo si ripete nel mondo per milioni di persone ogni anno - mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, ha detto tra l'altro che: "Come per Giuseppe, il riscatto delle vittime della tratta le porta a ritrovare una nuova vita, come madri, lavoratori, imprenditori, insegnanti. Anche da azioni malvagie possono nascere storie di redenzione e storie nuove". Il presidente della Fondazione Migrantes ha poi aperto gli incontri di formazione, con una relazione sul lavoro culturale e, specificamente, di advocacy che rientra nella missione della Migrantes. Ha proposto un percorso e una serie di spunti tratti dall'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco, un documento magisteriale che parla di migrazioni in 22 passaggi. In particolare, s è soffermato sulle quattro sfide presenti nel paragrafo dedicato al tema dal defunto Pontefice (FT 37-41):
  • migrazioni come elemento fondamentale di sviluppo, "elemento fondante del futuro del mondo";
  • vincere il populismo espressione dell'egoismo;
  • riaffermare il diritto a non emigrare: "la ferita migratoria";
  • vincere paura e pregiudizio.
Il corso di formazione si chiuderà nella giornata di domani. Perego

“Tutele senza frontiere”. A Bruxelles un evento promosso da Inca Cgil

10 Luglio 2025 - Si parlerà di diritti a più livelli martedì 15 luglio 2025 a Bruxelles, a pochi passi dal Parlamento europeo (Sala EIAS – 10° piano | Rue de la Loi, 26) nell'evento promosso da Inca, il Patronato del sindacato Cgil, dal titolo "Tutele senza frontiere. 80 anni di diritti in movimento". Introdurrà i lavori, che avranno inizio alle ore 10, il presidente di Inca Cgil, Michele Pagliaro. Segue un dibattito, moderato da Angela Mauro, corrispondente da Bruxelles di Huffpost Italia, con:
  • Camilla Laureti, europarlamentare S&D.
  • Delfina Licata, ricercatrice Fondazione Migrantes.
  • Alessandro Mazzola, ricercatore Università di Liegi.
  • Francesco Sinopoli, presidente Fondazione Di Vittorio.
  • Pasquale Tridico, europarlamentare The Left.
Infine, è previsto un intervento di Esther Lynch, segretario generale Etuc. Le conclusioni saranno affidate a Maurizio Landini, segretario generale Cgil. Tutele senza frontiere INCA 2025

I migranti e i Giubilei: il nuovo volume della collana “Testimonianze” (Tau editrice) della Fondazione Migrantes

9 Luglio 2025 -
Dal Giubileo del 1950 a quello del 2025: una storia di miseri­cordia, migrazioni e umanità in cammino. Se la misericordia non è virtù estemporanea nella Chiesa, non lo è neppure l’attenzione pastorale alle persone a diverso titolo “migranti”. Lo dimostra il legame con il Giubileo, che accosta la condizione del migrante a quella dell’homo viator, cioè di ogni uomo e donna sulla terra. Come scrive, infatti, S.E. mons. Rino Fisichella, responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025, nella prefazione di questo volume, il pellegrinaggio “appartiene sostanzialmente alla storia dell’umanità. Dove c’è l’uomo lì c’è anche il suo mettersi in cammino. Il pellegrinaggio, il senso del migrare, indica in primo luogo ciò che l’uomo stesso è”.

👉 Acquista il volume.

E così il libro di Simone Varisco - storico e ricercatore della Fondazione Migrantes - evidenzia, a partire da fonti di archivio inedite, il processo di maturazione della sensibilità sociale e pastorale che conduce dal Giubileo del «generale ritorno» indetto da Pio XII nel 1950 al «Giubileo per tutte le culture» del 2000, fino a identificare, nel 2025, i migranti come «missionari di speranza». Di cosa fanno memoria migliaia di rom, sinti e marittimi insieme a Paolo VI nel 1975? In che modo rifugiati e artisti dello spettacolo viaggiante celebrano il passaggio di millennio nel 2000? Che senso hanno, per gli emigrati italiani, i presunti UFO nei cieli del 1950? Dall’analisi dei più recenti Anni giubilari, ordinari e straordinari, emerge un quadro vivido della mobilità, della società e della Chiesa degli ultimi 75 anni, libero – oltre che dalla colpa, per misericordia – anche dall’ipocrisia. “Chi è in cammino sempre – scrive S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, nella Presentazione – per lavoro, necessità, ricerca, studio, costretto dalla guerra e dai cambiamenti climatici, comprende come è necessario sempre portare con sé l’essenziale, perché il superfluo affatica, rallenta, ferma. Nella vita di fede la ricerca dell’essenziale è fondamentale, per evitare sovrastrutture che disorientano, rendono incapaci di decidere, allontanano da Dio e dalle persone”. Il volume fa parte della collana “Testimonianze ed esperienze delle migrazioni” della Tau editrice, promossa dalla Fondazione Migrantes della Cei.

Simone M. Varisco Pellegrini di umanità. Storie di Giubilei e migranti Tau editrice, 2025. Prefazione di Rino Fisichella.

[caption id="attachment_61510" align="aligncenter" width="184"]Pellegrini di umanità La copertina del volume "Pellegrini di umanità"[/caption]

Fondazione Migrantes: ha preso il via il corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” 2025

8 Luglio 2025 - «La vostra presenza in questa sala, e più ancora sui territori, testimonia l'importanza e l'attualità del lavoro svolto dalle Migrantes». Così mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, in apertura all'edizione 2025 del corso di formazione "Linee di pastorale migratoria" organizzato dalla Fondazione Migrantes a Roma, presso Villa Aurelia, e giunto già alla seconda giornata. Nel proprio intervento, mons. Felicolo ha ripercorso brevemente i cambiamenti intercorsi nell'impegno pastorale della Fondazione Migrantes dai tempi dell'Ufficio centrale per l'emigrazione italiana (Ucei), fondato nel 1965. Un'articolazione per aree, in luogo di quella per settori pastorali, che oggi si esprime anche attraverso la ricca produzione culturale promossa dalla Fondazione Migrantes. Durante la prima giornata del corso, la storia dell'attenzione pastorale della Chiesa verso le persone in mobilità si è evidenziata anche nell'impegno messo in campo dal Centro internazionale studenti “Giorgio La Pira” a favore degli studenti esteri, come riferito da Maurizio Certini, e in una vita spesa al servizio tra i lunaparchisti, come quella di suor Geneviève Jeanningros, delle Piccole Sorelle di Gesù. Ulteriori e apprezzati punti di vista sulla mobilità umana sono stati portati da Marco Ruopoli, Erik Conte e Mor Amar, della Cooperativa Sophia, e da Sonny Olumati, vicepresidente di Italiani senza cittadinanza. Dopo la recita dei Vespri e la cena, ai partecipanti al corso è stato offerto un momento di intrattenimento affidato ad artiste ed artisti del Circo "Rony Roller".

ℹ Il programma completo del corso.

Monge: una “stranierità” da riscoprire. Per una teologia della mobilità umana e dell’ospitalità

7 Luglio 2025 - La consapevolezza dell’intima connessione tra ciascuno di noi e gli altri va ridestata, in un tempo che è caratterizzato dalla “morte del prossimo”. Ma questa morte porta con sé inevitabilmente anche la nostra condanna a morte! Nel famoso racconto biblico genesiaco, “l’operazione chirurgica” del Dio creatore, che dal fianco dell’Adam (il tirato dalla terra, sessualmente ancora indistinto) dà origine a «un aiuto che gli sia di fronte» (Gn 2,18b), significava che solo una mancanza, una perdita, apre un essere all’alterità e che non è possibile una relazione autentica se non accetto di essere ferito, mancante, mendicante. Ma già le Sacre Scritture ci ricordano che, purtroppo, non è sempre così, e Caino ne è la prova. La Genesi ci ricorda anche che Dio pose sulla fronte del fratricida, un segno per preservarlo dalla vendetta del primo venuto. Perché la rottura delle relazioni alimenta il circolo vizioso della violenza e rende impossibile il rapporto stesso con Dio! Il Cristo, si spingerà ancora più lontano istituendo la relazione, la Cura dell’altro e cioè la prossimità dell’essere umano all’essere umano, alla stessa altezza della prossimità di Dio all’umanità. Non potremmo interpretare diversamente delle affermazioni come «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». (Mt 25,40). Oggi siamo chiamati a riscoprirlo senza esitazioni, come credenti e, soprattutto, come cristiani, leggendo tra le righe di una storia che è caratterizzata in modo particolare dalla mobilità umana, spesso e volentieri non frutto di una libera scelta, ma di drammatiche condizioni di vita. Siamo chiamati a istituire un pensiero a partire e non malgrado l’esistenza dello straniero, un pensiero dove la condizione di “stranierità” non rappresenti una condanna ineluttabile o una minaccia da scongiurare, ma piuttosto una parola da accogliere che, una volta accolta, genera una nuova etica e un nuovo pensiero al cui centro non si erge più “l’io” ma “l’altro”, come via d’irruzione dell’Assoluto nella storia. Bisogna ripensare il migrare, tratto caratterizzante la post-modernità, come a un “luogo teologico”, cioè un ambito che ci permette di percepire aspetti originali ed essenziali del Dio della nostra fede, uscendo da una concezione pauperistica del migrante, che apre solo a una prospettiva assistenzialistica e non alla teologia. Per secoli, la teologia della migrazione è ruotata attorno a una “stranierità” colta nel suo senso escatologico: che implica, cioè, un distacco progressivo da questo mondo come espressione di una tensione verso un Regno che non è di questo mondo. Ebbene, in una stagione in cui si assiste a dei fenomeni di chiusura, di ripiegamento su sé stessi, dove l’altro è respinto come minaccia o, nella migliore delle ipotesi, è considerato come “semplice oggetto” di sfruttamento economico, o come interlocutore che devo condurre, volente o nolente, alla “mia verità”, la “stranierità” è da riscoprire non nel senso dell’abbandono di questo mondo, ma come invito ad abitare diversamente questo mondo, secondo una logica non dell’appropriazione, ma della gratuità. Bisogna sapersi cogliere come stranieri e pellegrini perché è su questo sentiero che il Risorto si mette sulle nostre tracce, come l’Accogliente che si fa accogliere per aprirci al senso delle Scritture (cfr Lc 24); un Dio che si rivela in modo inatteso e sorprendente: il “totalmente differente” che si dimostra, tuttavia, non “indifferente” alla nostra umanità. (Claudio Monge, teologo e direttore del DoSt-I, centro culturale domenicano di Istanbul | in Migranti Press 6 2025) [caption id="attachment_61469" align="aligncenter" width="1024"]Giovani, preghiera. multicultura (Foto: Agenzia Romano Siciliani)[/caption]

Il card. McElroy alla CNN su politica repressiva di Trump contro i migranti e “Alligator Alcatraz”: “Disumano e moralmente ripugnante”

4 Luglio 2025 - In un'ampia intervista a Chris Lamb per la CNN, il cardinale Robert McElroy, arcivescovo di Washington, DC, ha criticato aspramente la politica repressiva dell'amministrazione Trump in materia di immigrazione, definendo “disumani” e “moralmente ripugnanti” i rastrellamenti e le espulsioni degli immigrati. “È giusto poter controllare i nostri confini. Tuttavia, ciò che sta accadendo ora va ben oltre”, ha detto il cardinale alla CNN. “Si tratta di una deportazione di massa e indiscriminata di uomini, donne, bambini e famiglie che letteralmente distrugge le famiglie e ha lo scopo di farlo”. McElroy, che ha parlato alla CNN a Roma nello stesso giorno in cui Trump ha visitato un centro di detenzione per migranti in Florida noto come “Alligator Alcatraz”, ha affermato che il "meccanismo" utilizzato è quello di “creare paura” tra gli oltre 10 milioni di persone senza documenti negli Stati Uniti, la “grande maggioranza” delle quali ha lavorato duramente e contribuito alla società. “Questo non solo è incompatibile con l'insegnamento cattolico, ma è anche disumano e moralmente ripugnante”, ha aggiunto. McElroy ha chiarito che il governo ha il diritto di espellere le persone condannate per “reati gravi”, aggiungendo che i problemi legati all'immigrazione sono radicati in un sistema politico americano che negli ultimi 15 anni non è riuscito ad affrontare la questione delle leggi sull'immigrazione e della loro riforma. [caption id="attachment_61377" align="aligncenter" width="1024"]Chris Lamb intervista card. McElroy Un momento dell'intervista di Chris Lamb (CNN) al card. McElroy[/caption]  

Cpr, Corte costituzionale: l’attuale normativa è del tutto inidonea. Legislatore deve intervenire

3 Luglio 2025 - Con la sentenza numero 96, depositata oggi, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2, del decreto legislativo numero 286 del 1998, sollevate dal Giudice di pace di Roma, chiamato a convalidare provvedimenti di trattenimento di stranieri in un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR). D'altra parte, la Consulta ha riaffermato che il trattenimento nei CPR implica un «assoggettamento fisico all’altrui potere», che incide sulla libertà personale, ritenendo l'attuale "normativa del tutto inidonea" a definire, con sufficiente precisione, quali siano i «modi» della restrizione, ovvero quali siano i diritti delle persone trattenute nel periodo in cui sono private della libertà personale, disciplina che attualmente è rimessa, quasi per intero, a norme regolamentari e a provvedimenti amministrativi discrezionali. La Corte ha evidenziato che non è a essa consentito porre rimedio al difetto normativo, ma che "ricade sul legislatore il dovere ineludibile di introdurre una normativa compiuta, la quale assicuri il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità della persona trattenuta". “La Corte Costituzionale ha fatto emergere la disumanità nei CPR attivi in Italia (9) e in quello - inutile, perché ci sono posti vuoti in quelli in Italia - creato in Albania, che contrasta con alcuni articoli della Costituzione”. Lo sottolinea S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei che si occupa di immigrazione, nonché presidente della Fondazione Migrantes. "Ci si aspettano modifiche importanti sui luoghi, sui tempi e sui metodi del trattenimento amministrativo di persone migranti irregolari che hanno un decreto di espulsione”. Corte Costituzionale

“Migranti Press” | Accolti. E poi? Le condizioni socio-economiche dei rifugiati in Italia

3 Luglio 2025 - È in uscita il numero 6 del 2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. In copertina, uno studio dell’Unhcr, il primo in assoluto così esteso realizzato in Italia, e uno dei primi in Europa, sulle condizioni socio-economiche dei rifugiati successive all’ottenimento della protezione. In primo piano, l’intervista a S.E. mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per l’Italia meridionale, su Europa, accoglienza dei migranti e sul ruolo e la responsabilità della Chiesa. E poi: l’editoriale di p. Claudio Monge: una possibile traccia per sviluppare una teologia della mobilità umana e dell’ospitalità. E, ancora.
  • La nostra scheda sui Paesi cosiddetti “sicuri”: questa volta parliamo di Costa d’Avorio.
  • Le voci silenziate dell’accoglienza”: l’esperienza quotidiana e le opinioni di migranti e operatori sul sistema italiano.
  • La proposta di convivenza e condivisione tra giovani e migranti del Progetto Combo del Centro Astalli di Trento.
  • Migrazioni e salute mentale: il progetto “La cura di chi cura” della Fondazione Mamre di Torino.
  • “Un manifesto rosa”: un racconto di Luigi Dal Cin per ricordare l’emigrazione italiana in Belgio e la tragedia di Marcinelle.
E, infine, le nostre rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).

ℹ mpress@migrantes.it

Migranti Press 6 2025

Dal 7 luglio a Roma, il corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” della Fondazione Migrantes

3 Luglio 2025 - Prenderà il via lunedì l'edizione 2025 del corso di formazione Linee di pastorale migratoria organizzato dalla Fondazione Migrantes presso “Villa Aurelia” (Via Leone XIII, 459 – Roma). Il corso, che si svolgerà dal 7 all’11 luglio, è pensato per i nuovi direttori Migrantes regionali e diocesani, vicedirettori e collaboratori diocesani; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle Diocesi italiane; missionari per gli italiani all’estero; operatori pastorali dello spettacolo viaggiante e dei rom, sinti e camminanti. Gli interventi si concentreranno sui settori pastorali della mobilità umana di competenza della Fondazione Migrantes e sugli aspetti organizzativi di un ufficio Migrantes diocesano.

👉 Il programma.

Intelligenza artificiale: non è che questa tecnologia ci renderà meno intelligenti? Il “caso Palantir”

2 Luglio 2025 - Come recentemente riportato anche dalla rivista specializzata Wired, la "Immigration and customs enforcement" (Ice), l'agenzia del governo statunitense responsabile del controllo delle frontiere, ha affidato alla società di big data Palantir lo sviluppo di uno strumento che garantisca una "visibilità quasi in tempo reale" sui migranti irregolari che accettano di auto-espellersi dal paese. E, in particolare, una funzione svolta a "snellire" le operazioni di "selezione" e cattura degli stranieri illegali. Quella dell'applicazione della tecnologia e della cosiddetta "Intelligenza artificiale" (Ia) anche in alcune azioni amministrative ad alto impatto sociale ed economico  - oltre al "caso Palantir", ad esempio se ne parla per la selezione degli aventi diritto a determinate prestazioni di welfare - è una delle "zone d'ombra" più delicate intorno al grande tema della Ia: saranno davvero "intelligenti" le scelte degli algoritmi che animano questi sistemi? Proponiamo una riflessione di Andrea Ciucci. 
Non è che questa tecnologia ci renderà meno intelligenti?
Qualche giorno fa un articolo pubblicato su una dotta rivista scientifica a cura di alcuni scienziati del prestigioso MIT di Boston ha guadagnato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Intitolato Il tuo cervello su ChatGPT, l’articolo presenta i risultati di un esperimento volto a studiare l’influenza dei sistemi di intelligenza artificiale generativa sui processi cognitivi umani. Gli scienziati hanno chiesto a 54 volontari di scrivere un testo, dividendoli però in tre gruppi. Il gruppo denominato “brain only” (solo cervello) non poteva usare alcun strumento e risorsa digitale, il secondo poteva utilizzare solo un motore di ricerca, il terzo aveva accesso a ChatGPT. L’analisi delle attività celebrali e dei risultati prodotti dai tre gruppi è stata clamorosa: gli studiosi hanno registrato connettività e attività celebrali significativamente differenti in aree dell’encefalo diverse; i testi prodotti dai brain only sono apparsi decisamente più originali e articolati, a differenza di quelli degli utilizzatori dell’intelligenza artificiale che erano tutti più omogenei e piatti; anche il grado di appropriazione dei concetti espressi era significativamente maggiore in chi non aveva utilizzato alcun strumento digitale. I risultati ottenuti hanno portato gli studiosi a parlare di un vero e proprio debito cognitivo presente negli utilizzatori di sistemi di intelligenza artificiale. Anche molti giornali e commentatori hanno sottolineato questo aspetto, trovando nell’articolo la prova scientifica di un sospetto che abita testa e cuori di molti: non è che questa tecnologia ci renderà meno intelligenti? Le persone intelligenti sanno che bisogna leggere sempre tutto il testo, anche quando, come nel caso dell’articolo del MIT, è lungo quasi 200 pagine. In una seconda fase dell’esperimento, infatti, i ricercatori hanno invertito i ruoli, chiedendo ai tre gruppi di produrre un secondo testo. Mentre gli orfani dell’intelligenza artificiale non hanno mostrato un’adeguata attività cerebrale e hanno prodotto testi identici a quelli precedenti, chi invece la usava per la prima volta ha potuto integrare questo ulteriore supporto in una attività cerebrale già avviata, producendo materiale particolarmente originale e strutturato. Che cosa allora prova scientificamente questo esperimento? Che la via più intelligente e proficua non è quella di limitare o addirittura rifiutare queste tecnologie, ma quella di utilizzarle con saggezza, a supporto dell’esperienza umana e non in una sostituzione tanto comoda quanto becera. C’è un modo di utilizzare l’IA che non solo riduce i rischi ma produce un miglioramento dell’esperienza umana positivo e proficuo. Negli stessi giorni dell’uscita sui giornali dell’articolo, papa Leone ha mandato un messaggio a un congresso di specialisti del settore in cui si legge: L’IA, in particolare l’IA generativa, ha aperto nuovi orizzonti a molti livelli diversi, […] ma solleva anche interrogativi inquietanti sulle sue possibili ripercussioni sull’apertura dell’umanità alla verità e alla bellezza, sulla nostra capacità distintiva di cogliere ed elaborare la realtà. […] L’accesso ai dati – per quanto vasto – non deve essere confuso con l’intelligenza, che necessariamente «implica l’apertura della persona alle domande ultime della vita e riflette un orientamento verso il Vero e il Bene». L’intelligenza artificiale può aiutarci a cercare il Vero e il Bene, cioè a essere davvero umani. A patto di costruirla e usarla bene. Papa Leone invoca, alla fine del messaggio un “necessario apprendistato intergenerazionale”. Sì, dobbiamo attivare un apprendistato: non possiamo lasciare che la trasformazione tecnologica accada in modo insensato e sregolato. (fonte: Andrea Ciucci/SIR) [caption id="attachment_61289" align="aligncenter" width="1024"]Algoritmo decide espulsione di una persona (generata con IA) Algoritmo decide espulsione di una persona (generata con IA)[/caption]

Albania, il Tai denuncia il primo rimpatrio “esternalizzato” dal Cpr di Gjadër

27 Giugno 2025 - "Il 9 maggio 2025 l’Italia ha effettuato, al riparo da ogni riflettore, il primo rimpatrio 'esternalizzato' della propria storia recente: cinque cittadini egiziani sono stati prelevati dal Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gjadër, accompagnati sulla strada che conduce a Tirana e imbarcati su un charter che, partito da Roma, ha proseguito verso Il Cairo dopo la tappa albanese". Inizia così il testo di un nuovo comunicato del Tavolo asilo e immigrazione (Tai), che denuncia l’operazione in esame, la quale "viola apertamente il diritto dell’UE e travalica le disposizioni già illegittime previste dal Protocollo" perché "l’uso della forza coercitiva fuori dal perimetro del centro si svolge inequivocabilmente in territorio albanese ed è privo di qualunque controllo giudiziario italiano". Secondo il Tai, peraltro, "non è inverosimile che scenari di questa tipologia si riproducano anche nelle prossime settimane". L’operazione "infrange almeno quattro pilastri dell’ordinamento consolidato" e "dialoga apertamente con la logica contenuta nel Regolamento rimpatri in fase di negoziazione a Bruxelles" come se si trattasse di "laboratorio di diritto materiale". Come spiegato nel comunicato, "la rivelazione del primo rimpatrio diretto da Tirana è nata sul campo, durante la missione congiunta di monitoraggio del 17-18 giugno al Cpr di Gjadër condotta dal Tavolo Asilo e Immigrazione insieme alle deputate e ai deputati di opposizione, ed è stata oggetto di un’accurata inchiesta di Altreconomia".

Il comunicato integrale del Tai.

Leone XIV: “servizio ai migranti e evangelizzazione dei poveri e dei lontani carismi importanti”

26 Giugno 2025 - Il servizio ai migranti e l’evangelizzazione dei poveri e dei lontani sono “due carismi importanti, specialmente ai nostri giorni”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza, nella Sala del concistoro, i vescovi redentoristi e scalabriniani. "La Chiesa è grata ai vostri Istituti, ai quali ha chiesto, con la nomina di vescovi tra i loro membri, un sacrificio non indifferente in tempi di carenza di religiosi, per cui privarsi di confratelli impegnati nel servizio delle varie opere comporta non pochi problemi", l’omaggio di Leone XIV: "Al tempo stesso, però, ha fatto alle vostre Congregazioni un dono grandissimo, perché il servizio alla Chiesa universale è per qualsiasi Famiglia religiosa la grazia e la gioia più bella, come certamente confermerebbero i vostri fondatori". "In particolare voi, religiosi scalabriniani e redentoristi, scelti e consacrati per il servizio dell’episcopato e del cardinalato, portate nel vostro ministero l’eredità di due carismi importanti, specialmente ai nostri giorni: il servizio ai migranti e l’evangelizzazione dei poveri e dei lontani", le parole del Pontefice. (fonte: SIR)

Mons. Felicolo nella Basilica di S. Sofia a Roma: “La presenza migratoria è una benedizione”

25 Giugno 2025 - 25 Giugno 2025 - Il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, ha partecipato oggi nella Basilica Minore di S. Sofia - chiesa nazionale degli ucraini a Roma - a una celebrazione solenne, presieduta dal card. Mykola Bychok, con i tanti sacerdoti greco-cattolici ucraini accorsi nella Capitale per il Giubileo dei Sacerdoti. Il cardinale Bychok, vescovo dell’Eparchia dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne per i cattolici ucraini in Australia, ha presso possesso della Basilica di Santa Sofia solo pochi giorni fa. Alla fine della celebrazione, è stato chiesto a mons. Felicolo di intervenire, sul tema "Servire i migranti e i rifugiati come stile di vita e comunione con Cristo", anche in considerazione del sostegno costante della Chiesa italiana, attraverso la Fondazione Migrantes, alla Chiesa ucraina "in diaspora" in Italia. Una Chiesa fatta di volti e non numeri, di "storie sacre" delle "tante sorelle e tanti fratelli che cercano riparo dalla guerra": "Non possiamo dimenticare, ha sottolineato mons. Felicolo, — anzi, dobbiamo affermarlo con forza — che questa comunità è già parte di noi. Non si tratta solo di accogliere rifugiati. Si tratta di riconoscere cittadini, vicini, amici, fratelli e sorelle nella fede". Mons. Felicolo ha voluto sottolineare anche la sua personale "la mia vicinanza affettuosa al popolo ucraino. Una vicinanza che si fa preghiera accorata e incessante, perché la pace — una pace vera, giusta e duratura — possa finalmente prevalere sulla violenza delle armi. Perché la speranza non si spenga mai nei cuori di chi soffre, in patria e in qualunque Paese abbia trovato rifugio in questi tempi drammatici". Infine, il direttore della Fondazione Migrantes ha concluso il suo intervento consegnando ai presenti due pensieri. Innanzi tutto, ribadendo che la presenza migratoria, anche nelle sue forme più complesse e dolorose, è una benedizione: "Sì, una benedizione. Non è uno slogan, ma una verità di fede. Lo ricorda la Lettera agli Ebrei quando ci invita a non dimenticare l’ospitalità, perché 'alcuni, praticandola, senza saperlo, hanno accolto degli angeli' (Eb 13,2). È un’affermazione che risuona potente anche oggi".

Il secondo pensiero ha toccato l'identità della Chiesa: "Vivere la cattolicità significa vivere la comunione nella diversità. Non si tratta solo di una caratteristica dottrinale, ma di una realtà concreta e incarnata. La cattolicità si manifesta quando siamo capaci di accogliere le differenze come dono, quando celebriamo la fede in forme plurali ma unite, quando impariamo gli uni dagli altri, riconoscendo che ogni cultura, ogni lingua, ogni esperienza ecclesiale porta un frammento di verità e di bellezza che arricchisce il tutto".

Mons. Perego alla Commissione Esteri della Camera: «Cittadinanza è diritto da garantire, non privilegio da concedere»

25 Giugno 2025 - La Fondazione Migrantes, nella persona del suo presidente, S.E. mons. Gian Carlo Perego, è stata ascoltata oggi dalla Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati in merito al disegno di legge 2369 recante “Disposizioni per la revisione dei servizi consolari per i cittadini e le imprese all’estero”.
Cittadinanza: serve riforma organica e inclusiva. Politica accompagni l’Italia che cambia
Le osservazioni nel merito del testo in discussione sono state collocate da mons. Perego in una riflessione più ampia sulla questione della cittadinanza. Egli ha subito messo in luce “l’importanza di una riforma organica, che eviti il rischio di ripetere quanto accaduto con la legge n. 91 del 1992”, ricordando che “l’aspirazione alla cittadinanza italiana non rappresenta semplicemente la soluzione a questioni di carattere amministrativo” e che essa “accomuna tanto gli italo-discendenti quanto gli stranieri stabilmente presenti in Italia, inclusi i figli nati e cresciuti nel nostro Paese da genitori stranieri”. Tenendo conto che la cittadinanza “è un legame insieme affettivo ed effettivo, che unisce appartenenza e partecipazione concreta”, e che essa è anzitutto “un diritto da garantire, non un privilegio da concedere”, il presidente della Fondazione Migrantes ha invitato la politica a “essere accompagnamento e voce della comunità, non barriera”. E ha indicato come modello significativo quello della “cittadinanza europea”.
I dati: la mobilità da e per l’Italia è profondamente cambiata. Attenzione a norme inadeguate
Dal 1992 a oggi l’Italia è cambiata. Come evidenziato da mons. Perego, dal punto di vista dell’immigrazione, il Paese “ha 4 milioni di immigrati in più, più permessi per ricongiungimenti familiari che per lavoro, più studenti immigrati nelle scuole, più nascite da genitori stranieri regolarmente presenti sul territorio e provenienti da circa 200 nazionalità diverse”. Al tempo stesso, è cambiata profondamente anche l’emigrazione italiana, con una crescita inattesa e con nuove caratteristiche negli ultimi venti anni: “Su un totale di 6,1 milioni di italiani residenti all’estero al 1° gennaio 2024, il 54,2% vive oggi in Europa; tra le partenze più recenti, quelle dirette verso Paesi europei rappresentano addirittura il 70%”. Per mons. Perego questi dati servono, ad esempio, a evidenziare il rischio concreto che “diverse disposizioni pensate originariamente per l’italodiscendenza e una mobilità intercontinentale” si rivelino “inadeguate rispetto alla realtà della mobilità europea”. Va, inoltre, evitata una lettura riduttiva che riconduca la crescita della presenza italiana all’estero unicamente ai processi di acquisizione della cittadinanza: “Almeno il 30% di chi oggi risiede in Europa è iscritto all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) per nascita”. Anche per questo da tempo la Fondazione Migrantes, attraverso il Rapporto italiani nel mondo, sollecitava l’esigenza di disporre di dati più precisi sulla presenza dei nostri connazionali all’estero, che sarà ora possibile grazie all’Istat. Allo stesso tempo, mons. Perego ha chiesto “l’istituzione di un tavolo di lavoro finalizzato alla riformulazione delle modalità di iscrizione all’Aire, tenendo conto di una mobilità radicalmente cambiata”.
Centralizzare concessione cittadinanza italiana “iure sanguinis”? Oneroso e poco efficace
Gli ormai 6,5 milioni di nostri connazionali residenti all’estero (dato al 1° gennaio 2025) sembrano essere l’unica Italia che cresce. Ma paradossalmente, di fronte a questo fenomeno, abbiamo nel tempo “assistito a una progressiva riduzione della presenza istituzionale in grado di rispondere alle loro esigenze, accompagnata da un indebolimento della loro rappresentanza politica”. A questo proposito, mons. Perego, ha segnalato che la prevista costituzione di un ufficio centralizzato ex novo “comporti il rischio di una scelta da un lato certamente onerosa e, dall’altro, probabilmente poco efficace. È difficile, infatti, immaginare che un nuovo ufficio possa acquisire in tempi rapidi l’esperienza consolidata delle sedi consolari, maturata in anni di lavoro sul campo. La prossimità – intesa non solo come vicinanza fisica, ma anche come capacità di semplificazione – rappresenta un elemento cruciale”.

👉 Il testo integrale dell'intervento di mons. Perego.

  Mons. Perego. Audizione 25 giugno 2025

A Messina la Giornata Onu del Rifugiato è stata animata dalla comunità filippina e srilankese

24 Giugno 2025 - Nel terzo venerdì del mese, il 20 giugno, la comunità filippina e la comunità srilankese hanno animato un evento organizzato dall’Ufficio Migrantes di Messina per "la giornata mondiale del rifugiato" presso la Chiesa di Sant’ Elia. Prima della Santa messa, ha avuto luogo un momento di riflessione dove sono intervenute Elena De Pasquale (operatrice legale nel sistema di accoglienza, giornalista e volontaria dell’ufficio diocesano Migrantes) ed Elena Girasella (Università di Messina), con la testimonianza di Sekou, che dopo varie peripezie è ormai dipendente a tempo indeterminato nel settore sanitario. Gli interventi hanno messo in luce l’importanza di riconoscere nel prossimo, straniero e non, un’opportunità di migliorare sé stessi e i luoghi in cui viviamo, aiutandoci l’un con l’altro, senza aver paura e pregiudizi. La celebrazione della Santa messa è stata presieduta da p. Filippo tor, della comunità srilankese, insieme a p. Ferico Duque rcj, della comunità filippina. Nell'omelia di quest’ ultimo, l'invito a riflettere sulla frase di Gesù: “Ero forestiero e mi avete accolto.” (Mt 25,35). (Catherina Gonda) Giornata del rifugiato Messina 2025

Cittadinanza: la Conferenza episcopale siciliana chiede di rilanciare dibattito pubblico sulle seconde generazioni

23 Giugno 2025 - "Come Caritas e Migrantes di Sicilia, sentiamo la responsabilità di riportare al centro del dibattito pubblico il tema delle cosiddette seconde generazioni, non con finalità politiche, ma attraverso un impegno educativo e culturale, in linea con la missione della Chiesa di promuovere l’inclusione e la dignità di ogni persona". Con una lettera co-firmata dai vescovi delegati della regione Sicilia per le migrazioni, mons. Corrado Lorefice, e per la carità, mons. Giovanni Accolla, la Conferenza episcopale siciliana torna a riflettere sul "recente esito del referendum sulla cittadinanza". Una questione, quella della cittadinanza che "non è solo un dato giuridico", ma "è una condizione di riconoscimento, appartenenza e partecipazione" che tocca da vicino "decine di migliaia di giovani che, pur nati o cresciuti in Italia, pur condividendo lingua, cultura e quotidianità con i loro coetanei italiani, rimangono 'stranieri' nei documenti". Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2022/2023 gli alunni con retroterra migratorio in Sicilia erano 28.738. Di questi, 15.047 – pari al 52,5% – sono nati in Italia. I due presuli intendono "rilanciare il dibattito pubblico su queste tematiche, partendo proprio dalle scuole e dalle classi, che riteniamo veri e propri laboratori di inclusione" e, in questo senso, ritengono importante "aprire un confronto serio e articolato sullo ius scholae, come possibile via per riconoscere la cittadinanza a chi ha compiuto un percorso scolastico stabile nel nostro Paese". "La novità del nostro tempo - concludono - è che sono proprio le seconde generazioni a chiedere con voce propria il riconoscimento della cittadinanza e non più solo le associazioni del terzo settore. È una spinta dal basso che non può più essere ignorata".

👉 Il testo integrale della lettera.

Specchia (LE), al Festival “Discorsi Mediterranei” il Report sul Diritto d’asilo e la graphic novel della Fondazione Migrantes

22 Giugno 2025 - "Discorsi Mediterranei. Storie di diritti, migrazioni e solidarietà internazionale" in programma a Palazzo Risolo, Specchia (LE), il 28-29 giugno è un festival su diritti, migrazioni e solidarietà internazionale. Spin-off del festival "Armonia. Narrazioni in Terra d'Otranto", "Discorsi Mediterranei" porterà per la prima volta nel Capo di Leuca un’occasione di riflessione approfondita sulle questioni sociopolitiche e culturali del bacino del Mediterraneo, con un approccio intersezionale attento ai legami tra diritti, identità sociali, questioni di genere, contesto ambientale e fenomeni migratori e con un focus sulle nuove narrazioni delle migrazioni e dei Sud globali. Tra gli eventi nel ricco programma, due coinvolgono direttamente la Fondazione Migrantes. Il 28 giugno dalle ore 18 c'è "Mediterraneo: migrazioni e diritto alla mobilità". Intervengono Cristina Molfetta (Fondazione Migrantes, curatrice del Report “Il Diritto d’Asilo 2024”), Gianfranco Schiavone (presidente ICS - Consorzio italiano Solidarietà e socio ASGI) e Luca Rondi (giornalista Altreconomia). Il 29 giugno, invece, è previsto il "Laboratorio - presentazione" della graphic novel 4 vite che sono la mia. Percorsi dei minori stranieri non accompagnati in Italia (Tau editrice), di Cristina Molfetta, a cura di Fondazione Migrantes. Conduce il laboratorio l’autrice, Cristina Molfetta. Discorsi Mediterranei

A Salerno, torna Migramed, l’evento dedicato dalla Caritas alla riflessione e il confronto sul tema delle migrazioni

19 Giugno 2025 - A ridosso della Giornata mondiale del rifugiato, torna Migramed, l'evento dedicato dalla Caritas alla riflessione e il confronto sul tema delle migrazioni. Appuntamento dal 23 al 26 giugno nella Sala Convegni del Museo diocesano San Matteo di Salerno. Migramed nasce nel 2010 come luogo di incontro e di confronto della rete Caritas sui temi della mobilità umana. Il crescente flusso di persone migranti nell’area del Mediterraneo ha spinto Caritas Italiana - con la collaborazione della delegazione Caritas della Campania, della Caritas diocesana di Salerno-Campagna-Acerno e con il supporto di Caritas Internationalis - a creare uno spazio permanente di riflessione a beneficio delle Caritas diocesane e delle Caritas dell’area vasta del Mediterraneo. Alcuni numeri relativi a questa edizione: 110 partecipanti provenienti da oltre 50 diocesi italiane. 10 seminari tematici, 43 relatori, 7 nazionalità presenti tra cui Etiopia, Libano, Afghanistan, Camerun. Un grande sforzo che è stato reso possibile dalla collaborazione tra Caritas Italiana, All’interno dell’evento sarà presentato il libro L’altra strada (ed. EMI Bologna) che racconta, attraverso l’esperienza diretta delle Caritas diocesane, i Corridoi umanitari, universitari e lavorativi.

Scarica il programma di Migramed.