(foto Ugcc)
4 Settembre 2023 - Roma - Con una solenne Divina Liturgia è iniziato, ieri, nella Basilica Minore di Santa Sofia degli Ucraini di Rom, il Sinodo della Chiesa greco-cattolica che si svolgerà presso il Collegio ucraino di San Giosafat fino al prossimo 13 settembre.
Il Sinodo, sul tema “L’accompagnamento pastorale e la cura delle ferite di guerra” riunirà tutti i vescovi greco-cattolici ucraini nel mondo.
Alla Divina Liturgia di ieri – presieduta da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina – oltre ai vescovi era presente anche il futuro cardinale, il prefetto per le chiese cattoliche orientali, Claudio Gugerotti.
Per Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk “la decisione dei nostri vescovi di unirsi nel corpo sinodale a Roma, oltre ad essere stata dettata dalla guerra in Ucraina, è motivata dal grande desiderio dei vescovi ucraini di esprimere di nuovo l’apprezzamento della comunione in seno alla Chiesa universale”. “Nel contesto attuale, in cui i vecchi imperi si stanno risvegliando e l’aggressore russo conduce una guerra neocoloniale in Ucraina, è cruciale che il mondo ascolti la vera storia dell’Ucraina, così come quella della Russia e dell’Europa orientale, non la versione scritta dagli imperialisti colonizzatori, ma la storia raccontata e scritta con il sangue dei popoli privati della propria libertà che, oggi, lottano per il diritto all’esistenza, alla libertà, al loro Stato ucraino, integro e indipendente, ha detto mons. Shevchuk nell'omelia della Divina Liturgia Sua Beatitudine Sviatoslav ha definito il Sinodo di quest’anno il “Sinodo della speranza” ed ha detto che è “segno di speranza” l’opportunità per i vescovi ucraini di incontrare personalmente Papa Francesco. “Sappiamo che il Santo Padre è un grande maestro dell’ascolto e dei gesti”, ha osservato l’arcivescovo maggiore: “egli desidera ascoltare il Sinodo dei vescovi ucraini. Ci ha invitati espressamente ad un incontro un’ora prima per dare la possibilità non solo al Capo della nostra Chiesa, ma anche a ciascun vescovo della nostra Chiesa di parlare a nome del suo gregge. E, in quanto maestro dell’ascolto, Egli è pronto ad ascoltarci. E come maestro dei gesti, che a volte possono essere più eloquenti delle parole scritte o lette, credo che ci donerà un gesto di speranza”.
"Guardando ognuno di voi, vedo nei vostri occhi le immagini di coloro che sono deceduti, che sono stati uccisi, di chi ha sofferto e continua a soffrire sia spiritualmente che fisicamente”, ha detto ai vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina mons. Claudio Gugerotti che nel portare anche i saluti di Papa Francesco, ha assicurato “con fermezza – si legge in una nota del segretariato di Roma dell’arcivescovo maggiore – che l’affetto e l’interesse del Papa per l’Ucraina rimangono costanti e inalterati nel tempo”. L’arcivescovo Gugerotti ha parlato della guerra in Ucraina come “atea” e “un assassinio di Dio”, poiché “là dove si uccide la vita di un innocente, si uccide anche la presenza di Dio”. Il prefetto del Dicastero per le Chiese cattoliche orientali ha assicurato che la Chiesa di Roma e il Papa sono grati alla Chiesa greco-cattolica ucraina per tutto l’aiuto e il sacrificio che ha dimostrato per il popolo ucraino: “Voi siete lavoratori instancabili delle opere di misericordia. Il vostro compito è asciugare le lacrime e confortare chi soffre. Questo è il compito del popolo di Dio e di coloro che seguono Dio e Lo imitano”. I partecipanti al Sinodo - 45 vescovi su 55 provenienti dall’Ucraina, dall’Europa centrale e occidentale, dal Nord e Sud America e dall’Australia - avranno, mercoledì 6 settembre, una udienza con Papa Francesco mentre il 10 settembre Sua Beatitudine Shevchuk presiederà una divina liturgia all’altare della cattedra della basilica di San Pietro con la partecipazione del card. Leonardo Sandri, prefetto emerito del Dicastero delle Chiese orientali. Saranno relatori al Sinodo il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano; il card. Kurt Koch, prefetto per il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani; il futuro cardinale Gugerotti e il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina. Alla liturgia di ierri anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpoalo Felicolo. (R.Iaria)
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(Ultimo aggiornamento alle 13,55 del 4-9-2023)
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Ecco i greco-cattolici ucraini in Italia
21 Aprile 2020 - Roma – A circa venticinque anni dall’arrivo massiccio in Italia e sette mesi dopo il riconoscimento pontificio come Esarcato apostolico, la Chiesa greco-cattolica ucraina si presenta con una sua aggiornatissima fotografia a colori: volti, luoghi e iniziative di un centinaio di comunità diffuse da Bolzano a Cosenza fino a Cagliari, con sessantadue sacerdoti che celebrano in quasi centocinquanta chiese.
È quasi un selfie collettivo il volume pubblicato come primo “Enchiridio” della Chiesa ucraina in Italia “per farci conoscere nel modo migliore ai nostri amici italiani - spiega il delegato dell’Esarcato, monsignor Dionisio Lachovicz, citando Giovanni Paolo II - e come opportunità di arricchirsi di esperienza spirituale, nello scambio di doni e nella scoperta dei doni di un’altra Chiesa nella identica Chiesa”. Il curatore don Augustyn Babiak ha ricostruito attraverso agili schede le molteplici attività pastorali fiorite attorno ai sacerdoti greco-cattolici, alcuni dei quali sono bi-ritualisti (e anche sposati), cioè fanno un duplice servizio presso le comunità italiane di rito latino e ucraine di rito bizantino. Nelle pagine iniziali Babiak riprende la storia italiana di questa diaspora in cui fin dagli anni Novanta gli emigrati ucraini (erano allora circa sessantamila) hanno cercato di mantenere la propria spiritualità e identità nazionale. Il numero è cresciuto esponenzialmente - si parla ora di settecentomila unità, al quinto posto fra le comunità straniere in Italia - e anche le comunità ecclesiali greco-cattoliche si sono via via radicate attorno ai loro sacerdoti. Hanno trovato collaborazione nella CEI, sia per l’assistenza alle lavoratrici e ai lavoratori attraverso la Fondazione Migrantes, sia per la disponibilità delle chiese.
Dal 2001 è stato avviato un coordinamento pastorale degli ucraini in Italia (ora affidato a don Volodymir Voloshyn, che nella prefazione definisce questo primo libro “un forte segno di speranza cristiana per le nostre comunità») che tiene collegate anche le varie comunità religiose, maschili e femminili, operanti nel nostro Paese: i padri Basiliani, il Collegio Pontificio di San Josafat, le suore Basiliane, le suore Serve di Maria Immacolata, le suore Catechisti di Sant’Anna.
Ogni domenica sono circa sedicimila i fedeli a ritrovarsi in chiesa, sono attivi vari gruppi come le “Madri in preghiera” e un’attenzione è riservata ai bambini che nelle scuole domenicali studiano il catechismo, la cultura e la storia ucraina: incontrano due colonne della loro Chiesa come il venerabile metropolita Andrea Szeptyckyj (1865-1944), incrollabile leader spirituale, e il cardinale Yossyf Slipyj (1892-1984), suo fedele collaboratore e successore, condannato a diciotto anni di prigionia nei Gulag siberiani, nominato cardinale da Paolo VI nel 1965.
Ma la testimonianza delle Chiesa greco- cattolica ucraina è anche in tanti uomini e donne arrivati in Italia per lavorare portando anche la propria forte anima religiosa e costruendo una presenza ecclesiale laicale che - come dice l’autore Babiak – “rappresenta una madre, perché ogni ucraino che arriverà qui non si perda nel suo mondostraniero”. (Diego Andreatta – Avvenire)
Chiesa Greco Cattolica Ucraina: una sala dedicata a Papa Francesco nel Seminario dei Tre Santi a Kyiv
14 Febbraio 2020 - Kyiv - Una sala dedicata a Papa Francesco è stata inaugurata da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk nel Seminario dei Tre Santi a Kyiv. All’inaugurazione ha partecipato anche il Nunzio Apostolico Mons. Claudio Gugerotti. Il seminario, che fu restaurato grazie al card. Lubomyr Husar, che è stato Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina dal 2000 al 2011.
Fino ad ora, nel seminario mancava uno spazio in cui tutti i seminaristi potessero riunirsi insieme. L’inaugurazione è avvenuta in occasione della festa dei Tre Santi, durante la quale Sua Beatitudine Sviatoslav ha celebrato la Divina Liturgia. I tre santi sono Basilio Magno, Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo.
Nell’omelia, Sua Beatitudine Shevchuk ha sottolineato la “peculiarità dell’individualismo estremo dell’Ucraina”, che deriva dai tempi sovietici in cui si diceva che “il gruppo è più importante della persona”. Per questo motivo, la festa dei Tre Santi ha una particolare importanza, perché “attraverso la forza e l’azione dello Spirito Santo possiamo imparare a vivere insieme”, come dimostra anche la festa dei tre santi vescovi.
Al termine della Liturgia, il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha ringraziato Dio per il decimo anniversario del restauro del seminario e espresso a Papa Francesco “gratitudine per il dono che ha inviato”.
Chiesa greco-cattolica ucraina: nominato il nuovo vescovo per la pastorale delle migrazioni
3 Febbraio 2020 - Roma - Il vescovo Mons. Stepan Sus è stato nominato capo dell’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni della Chiesa greco-cattolica ucraina. La nomina è stata decisa dall’Arcivescovo maggiore Mons. Sviatoslav Shevchuk con il consenso del Sinodo dei vescovi greco-cattolici ucraini.
Il vescovo Sus prende il posto del vescovo Yosyf Milian, attualmente vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Kyiv e sarà a capo della Pastorale delle Migrazioni.
Il decreto di nomina stabilisce che il compito dell’Ufficio Pastorale per le migrazioni - per conto del Capo e del Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina - consiste nel fornire – si legge in una nota - l’assistenza pastorale ai fedeli greco-cattolici ucraini nei territori in cui la Chiesa non ha una struttura gerarchica.
L’Ufficio Pastorale delle Migrazioni opera negli ambiti analitico, strategico programmatico, e pratico applicativo secondo le norme stabilite dal Codice di Diritto Canonico delle Chiese Orientali e della Legge Particolare della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Al momento della consegna del decreto, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk ha sottolineato che tale cambiamento è dovuto al fatto che l’ufficio deve essere guidato da un vescovo dedicato principalmente alla pastorale. “Ringraziamo il Signore Dio – ha detto - che ora abbiamo il vescovo che sarà al servizio esclusivo di questi laici e sacerdoti. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, ogni anno un milione dei nostri cittadini lascia l'Ucraina. E la Chiesa Madre deve seguirli. Il motto del Concilio Patriarcale di quest’anno è: ‘La Chiesa è sempre e ovunque con te!’ Vescovo, la Sua missione è far sentire ai nostri fedeli la nostra presenza, la premura della loro Chiesa ovunque si trovino".