1 Giugno 2021 - Roma - Oggi, primo giugno, è la festa del Beato Giovanni Battista Scalabrini, già vescovo di Piacenza e fondatore delle Suore Missionarie e dei Missionari Scalabriniani, nonché ispiratore dell'Istituto delle Missionarie Secolari Scalabriniane. Quest’anno la celebrazione riveste una caratteristica tutta particolare perché ricorre il 125esimo della Fondazione delle Suore Missionarie Scalabriniane. Un giubileo congregazionale che ricade in un momento storico importante: la pandemia di Covid, le questioni legate alle migrazioni, una nuova riflessione sul ruolo dell’umanità ancora flagellata da guerre e conflitti che spingono le persone a migrare.
«Scalabrini ha camminato umilmente, con uno sguardo lungimirante, lasciandosi interpellare e interrogare dall’umanità migrante perché era convinto che Dio agisce nella storia con loro e attraverso loro – spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane – Anche oggi, grazie a questo modello di Scalabrini, noi suore siamo chiamate nuovamente a far fiorire la creatività scalabriniana, insieme ai migranti e ai rifugiati. Scalabrini ci ispira su come continuare a servire i migranti, facendoci tutto a tutti».
Il fondatore della Congregazione è definito non a caso “Apostolo dei migranti” - evidenzia una nota- proprio per il suo impegno a sostegno di chi partiva per le Americhe per cercare fortuna dall’Italia, tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Per suor Neusa, «è sempre più necessario accogliere con rinnovato ardore l’appello di Papa Francesco espresso nel suo messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno, quando disse ‘a tutti gli uomini e donne del mondo chiedo di camminare sempre più uniti verso un noi sempre più grande, per ricomporre la famiglia umana, affinché costruiamo insieme il nostro futuro di giustizia e di pace, dalla cui cura nessuno deve essere escluso’, per questo la nostra missione resta quella di essere anelli di una vita religiosa interconnessa».
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Scalabriniane: crisi terribile nei Balcani, serve intervento dell’Europa
15 Gennaio 2021 - Roma - "Nei Balcani stiamo vivendo una crisi terribile, con i migranti rimasti al gelo, a Lipa, in Bosnia-Erzegovina. Serve un intervento immediato dell'Europa: oltre alla pandemia non possiamo avere anche l'epidemia di quella malattia fatta da chi volta le spalle e chiude gli occhi". A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane. "La crisi umanitaria che sta colpendo in Europa è senza precedenti e la pandemia non la ferma. Le immagini di Lipa, dove è stato creato un 'campo' provvisorio, devono scuotere le coscienze, perché centinaia di migranti sono sotto il gelo – aggiunge – Bisogna sempre ricordarsi che si è esseri umani, che apparteniamo tutti allo stesso genere e che oggi la priorità non è solo il Covid, ma è anche l'ennesimo grido di dolore che viene dall'umanità stessa. Guerre, carestie, crisi impongono la mobilità umana. Bisogna aprire le porte, accogliere e non essere sordi e ciechi a queste grida di sofferenza". (R.I.)
Siracusa: migranti studiano per diventare “assistenti di sala” nella ristorazione
12 Gennaio 2021 - Siracusa - Parte a Siracusa, grazie alle Suore Missionarie Scalabriniane un corso che punta a formare ragazzi migranti come “Assistenti di sala” nella ristorazione. Gli iscritti sono circa 26 ragazzi provenienti da Nigeria, Somalia, Ghana, Bangladesh e Gambia. Il programma si articola in 2 fasi: una teorica e una pratica. La parte teorica prevede lezioni d'italiano specialistico sulla ristorazione, lezioni di educazione civica e nozioni base di diritto del lavoro, lezioni sui profili igienico-sanitari, l'uso elementare dell'informatica, lezioni teorico-pratiche sull'arte di servire. La parte pratica prevede tirocini formativi presso ristoranti o bar del siracusano.
«La pandemia non ci ferma», affermano suor Angeline e suor Mira, «abbiamo bisogno di una rigenerazione; preparare persone vuole essere un contributo all'economia popolare e desideriamo progettare un futuro, che attualmente è congelato per la situazione mondiale, che stiamo patendo e affrontando».
Al termine del corso, ai partecipanti che avranno seguito almeno l'80% degli incontri e superato positivamente un esame finale, verrà consegnato un attestato di partecipazione. Le attuali norme di salute e sicurezza sanitaria, legate alla pandemia da coronavirus, rendono impossibile lo svolgimento del corso in presenza. Lo stesso, dunque, viene svolto on line, attraverso la piattaforma Zoom, con 3 incontri settimanali da 2 ore l'uno, nei mesi di gennaio e febbraio. La parte di stage, invece, dovrà necessariamente seguire le disposizioni anti-covid; quindi, verrà definita in corso d'opera.
Scalabriniane: bisogna prendersi cura dei centri di accoglienza per migranti, essenziali le condizioni sanitarie dei locali
7 Aprile 2020 - Roma - “La crisi dettata dal coronavirus non può abbandonare il lavoro che si sta facendo a tutela degli ultimi. L’appello del Santo Padre non può essere dimenticato e, anzi, deve essere frutto di una nuova valorizzazione delle comunità, delle istituzioni e delle realtà sanitarie che sono impegnate sotto diversi punti di vista”. A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane. “Tra gli ultimi desidero ricordare anche i mille migranti giunti sulle coste di Malta. Testimoniano la necessità di non interrompere la catena degli aiuti", ha aggiunto suor Neusa: "è vero che le nazioni europee si trovano ora ad avere un nuovo fronte in casa, ma è grazie anche alla solidarietà che uniti si potrà vincere contro questa pandemia e risollevare un’economia ora in ginocchio. In Italia, giustamente adesso tutta la nostra attenzione è volta a questa pandemia, che tra l'altro sta toccando diversi campi di rifugiati. Non ci interessano i numeri, come ci ricorda il Papa, così come non possiamo fare l'equazione Covid 19 uguale migranti, oppure che i migranti siano immuni da questo virus. Invece vorremmo sollevare l'attenzione sulle condizioni in cui vivono i migranti, proprio nei centri di accoglienza. Promiscuità e condizioni sanitarie precarie non dovrebbero mai esserci. Oggi più di ieri l’igiene del luogo in cui si trovano è più che mai essenziale. Questo vale per loro ma anche per i tanti anziani che si trovano a vivere nelle case di cura”.
Giornata internazionale della donna: le scalabriniane lanciano una campagna social per il riscatto delle migranti
8 Marzo 2020 - Roma - “Sono oltre 260 milioni le donne migranti del mondo. Viaggiatrici e testimoni di speranza, di forza, della capacità di voler cambiare il mondo. È per questo motivo che, in occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, abbiamo scelto 7 immagini di donne migranti che esprimono la voglia di riscatto, di lotta alle violenze e ai soprusi e che vedono nelle donne essere un pilastro dei valori fondamentali e universali della società. La campagna è rilanciata da tutte le comunità dove le scalabriniane sono operative”. A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore missionarie Scalabriniane in occasione della Giornata Internazionale delle donne che si celebra oggi.
La campagna è stata lanciata in tre lingue (italiano, inglese e portoghese) sulle pagine social delle stesse suore. “L’obiettivo è quello di rendere virali concetti universali dell’accoglienza, dell’integrazione, della promozione e della protezione, aggiungendo, però, aspetti di storie più tipiche dell’universo femminile, come le violenze che si trovano costrette a subire anche durante la loro migrazione – ha aggiunto suor Neusa – Ci sono piccole e grandi azioni che fanno crescere l’autostima delle donne e la loro voglia di riscatto: è anche su questo tema che è giusto lavorare. Le donne consacrate sono a servizio delle migranti, donne che hanno nel loro animo la dimensione della vita stessa. La Chiesa è ‘madre’ e Papa Francesco più volte ha avuto modo di esprimerlo e declinarlo in modo concreto”.
Scalabriniane: “la nostra internazionalità e interculturalità ci interpella a vivere nel rispetto e nella comunione delle differenze”
3 Febbraio 2020 - Roma - “La vocazione è un dono ricevuto da Dio e deve propagarsi ed ‘esplodere’ in un inno di gioia pasquale, di gratitudine nello spirito del Magnificat. Consacrate per la missione con i migranti e i rifugiati, siamo chiamate ad essere testimoni di speranza e della misericordia di Dio, attraverso l’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione”. E’ quanto dichiara in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle suore missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, per l’occasione della Giornata mondiale della vita consacrata che i è celebrata ieri. “La nostra internazionalità e interculturalità – spiega - ci interpella costantemente a vivere nel rispetto e nella comunione delle differenze, sempre più evidenti anche tra le ‘gioventù’ odierne. Sarà questo il modo più intenso per vivere in profondità il giubileo dei 125 anni di fondazione della nostra Congregazione, confermate nella speranza che la bellezza del vissuto della nostra vocazione religiosa scalabriniana, ci rende persone felici che attraggono nuove vocazioni”. Per suor Neusa, “siamo invitate ad essere mediatrici di un annuncio vocazionale autentico, creativo ed efficace, impegnate a risvegliare vocazioni per il servizio nella Chiesa e all’umanità e, insieme, consolidare personalmente e comunitariamente la cultura vocazionale. Guardiamo a Maria, modello di consacrazione”.
Scalabriniane: eletto il nuovo consiglio generale
12 Novembre 2019 - Rocca di Papa – Dopo la rielezioni della Superiora generale, la brasiliana sr. Neusa de Fatima Mariano le suore missionarie scalabriniane, riuniti in questi giorni nel Capitolo generale, hanno eletto ieri anche il loro Consiglio Generale. Ne faranno parte suor Anna Paula Ferreira da Rocha, suor Ana Silvia Zamin, suor Janete Aparecida Ferreira e suor Elizangela Chaves Dias. “Ringrazio le sorelle che hanno partecipato al Capitolo e tutte quelle che, nei diversi luoghi del mondo dove operiamo, ci sono state accanto con la preghiera – ha spiegato suor Neusa de Fatima Mariano – Nei sei anni precedenti abbiamo avviato un profondo percorso di riorganizzazione, in grado di stare al passo con i tempi, con un mondo sempre più globalizzato e con esigenze ed emergenze migratorie profonde e diverse. I quattro verbi di Papa Francesco, accogliere, proteggere, promuovere e integrare, sono per noi i punti cardinali di un cammino a sostegno dei migranti e dei rifugiati, per la loro tutela e la loro inclusione. Nei prossimi sei anni ci saranno grandi sfide da affrontare, tenendo presente che come nel nostro cuore sono presenti le parole e gli insegnamenti di Gesù Cristo che illuminano il mondo di speranza e gioia. Lo abbiamo fatto e lo faremo sempre, con gli esempi di vita cristiana di San Carlo Borromeo, del nostro fondatore il Beato monsignor Giovanni Battista Scalabrini, e dei nostri cofondatori la Beata Madre Assunta Marchetti e del Venerabile Padre Giuseppe Marchetti”.
Una sartoria nel segno dell’integrazione
10 Ottobre 2019 - Siracusa - Una nuova attività commerciale frutto di un progetto di accoglienza e integrazione della diocesi di Siracusa. E’ stata inaugurata, ieri, a Siracusa, mei giorni scorsi “Derick fashion”, una sartoria sociale che si occuperà di confezionare abbigliamento per uomo, donna e bambino. Un’idea nata grazie al progetto 8xmille “Liberi di partire, liberi di restare” a cura delle suore missionarie di San Carlo Borromeo.
Ad aprire la sartoria Federick, nigeriano, che insieme alla moglie Agatha in stato di gravidanza e alla figlia Mery di due anni, risiedeva in Libia e fu costretto ad affrontare un viaggio in mare nel giugno del 2015. In Libia Federick gestiva una sartoria, ma il cambiamento della situazione politica ha provocato il sequestro del negozio. Federick è stato costretto a fuggire con la famiglia e l'unica soluzione è stata affrontare un viaggio in mare. Arrivato in Italia il nucleo familiare è stato inserito in un centro di accoglienza e poi accolto dalla comunità parrocchiale Maria Ss.ma Addolorata a Grottasanta guidata da padre Felice. I fedeli hanno accettato di farsi carico spiritualmente, moralmente ed economicamente della famiglia affittando loro una casa. Oggi la famiglia è più numerosa con l’arrivo di Emanuele nel gennaio del 2016 e Gabriele a luglio 2017.
L’attività commerciale è dotata di macchinari professionali per la realizzazione di abiti su misura, ma si occuperà anche di servizi di cucito rapido e riparazioni sartoriali. Avviata una partnership commerciale con il negozio “Le Divise” per la realizzazione di abiti tradizionali e divise lavorative.