28 Aprile 2021 - Roma – “Nonostante il forte ritardo con cui procede l’esame delle domande di emersione e la gravità della situazione che si è determinata, il Viminale, con una circolare diffusa il 21 aprile 2021, anziché favorire l’emersione delle oltre 200 mila persone che hanno avviato la procedura, crea nuovi e ulteriori ostacoli, penalizzando ancora una volta chi vuole emergere dall’invisibilità”. Lo denunciano, questa mattina, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, ai Ministeri dell’Interno, della Salute, del Lavoro e dell’Agricoltura da venticinque organismi e associazioni che chiedono di revocare la circolare. Secondo il Ministero dell’Interno, in ipotesi di conclusione del rapporto di lavoro a tempo determinato nelle more della procedura di regolarizzazione, “non sarebbe possibile ottenere il permesso di soggiorno per attesa occupazione”. La circolare specifica, infatti – spiegano i firmatari - che la procedura possa proseguire solo “nell’eventualità in cui il datore di lavoro manifesti la volontà di prorogare il precedente rapporto, o anche di volere nuovamente assumere il lavoratore” e che “Nel caso invece in cui il datore di lavoro non abbia l’intenzione di volere prorogare il rapporto, né di volere nuovamente assumere il lavoratore, il predetto Dipartimento non ritiene possibile rilasciare un permesso di soggiorno per attesa occupazione”.
Tali disposizioni – si legge nella missiva – “sono illegittime perché la legge in vigore prevede che, in caso di perdita del posto di lavoro, anche nel caso di contratto a carattere stagionale, vada rilasciato un permesso per attesa occupazione, grazie al quale l’interessato può cercare regolarmente un altro impiego. Soprattutto tali indicazioni risultano illogiche alla luce della duplice finalità dichiarata dal legislatore, per cui è stata voluta la regolarizzazione dei cittadini stranieri, in quanto producono lo svuotamento della procedura di emersione stessa”.
“La regolarizzazione costituisce – per stessa indicazione della norma che l’ha prevista – lo strumento per garantire la regolarità del soggiorno e un adeguato standard sanitario a migliaia di persone che vivono e lavorano in Italia da ormai lungo tempo, e non deve diventare materia di disputa politica, a discapito delle loro esistenze” ricordano le associazioni che auspicano la conclusione dei procedimenti amministrativi pendenti ormai da quasi un anno, “senza ulteriori stravolgimenti per mano di circolari o interpretazioni ministeriali”.
Se non immediatamente ritirate – avvertono le associazioni nella lettera ai Ministeri ed al Governo – queste indicazioni “rischiano di compromettere ulteriormente la già fragile applicazione della legge di natura speciale, di regolarizzazione/emersione della condizione giuridica dei lavoratori stranieri e degli stessi rapporti di lavoro interessati”. I firmatari sono ASGI, Amnesty International Italia, ARCI, ACLI, Oxfam Italia, ActionAid, Centro Astalli, Senza Confine, CNCA, Europasilo, Intersos, Casa Dei Diritti Sociali, Medici del Mondo Italia, SIMM, MEDU, Medici contro la tortura, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Sanità di Frontiera, ActionAid, Fondazione Migrantes, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, A Buon Diritto Onlus, Comunità di Sant’Egidio e la Campagna Ero Straniero.
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Assindatcolf: procedure rallentate per la sanatoria causa Covid
23 Aprile 2021 - Roma - “L’85% delle 207 mila domande di regolarizzazione presentate nell’ambito della sanatoria 2020 ha riguardato il lavoro domestico e di cura: grazie al monitoraggio avviato dalla campagna ‘Ero Straniero’ sappiamo che al 16 febbraio 2021, a 6 mesi dalla chiusura della finestra per l’emersione, solo il 5% delle domande era giunto nella fase finale della procedura. Considerando che mediamente, per sua natura, un rapporto di lavoro domestico resta attivo meno di un anno, il rischio è che molti dei lavoratori che oggi sono in attesa di ottenere il permesso di soggiorno si vedano interrompere il rapporto di lavoro ancora prima che questo venga regolarizzato”. È quanto dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico. “Per questo motivo – continua Zini – abbiamo sottoscritto l’iniziativa della campagna ‘Ero Straniero’ che lo scorso 20 aprile ha inviato una lettera aperta al Governo per chiedere di intervenire affinché si velocizzino le procedure legate dell’esame delle domande di emersione e regolarizzazione, in parte rallentate dalla pandemia, consentendo di completarle per via telematica e non esclusivamente in presenza, come oggi avviene. Stessa procedura, quella telematica, sarebbe necessario attuarla anche in caso di subentro del nuovo datore di lavoro, qualora la famiglia presentatrice dell’istanza abbia rinunciato ad instaurare il rapporto di lavoro per motivi di forza maggiore e non solo. Infine riteniamo corretto che, ai lavoratori che non hanno disponibilità di trovare un nuovo datore che subentri, venga rilasciato un permesso di attesa occupazione di almeno 6 mesi”. “Accanto a queste misure urgentissime – conclude Zini – auspichiamo che il Parlamento riprenda velocemente l’iter della proposta di legge di iniziativa popolare Ero Straniero, ferma ormai da più di anno: la riforma del sistema di ingresso dei cittadini extra comunitari per motivi di lavoro non può più attendere. La nuova normativa è un passaggio fondamentale non solo per venire incontro alle esigenze delle famiglie, che tendono sempre più strutturalmente all’invecchiamento, ma anche per evitare che in futuro si ricreino sacche di irregolarità come quelle a cui la sanatoria 2020 ha cercato di dare una prima risposta, al momento però, senza risultati concreti”.
Campagna Ero straniero, “regolarizzazioni in stallo, si intervenga subito”
21 Aprile 2021 - Roma - Decine di associazioni, sindacati e realtà del Terzo settore hanno scritto una lettera a governo e parlamento “affinché si intervenga subito sui ritardi e vengano superate le sanatorie e riformato l’intero sistema”. “La regolarizzazione straordinaria del 2020 è in una situazione di stallo – affermano -, con pesanti conseguenze in termini di sicurezza sociale e sanitaria e di legalità per il nostro Paese”. Così si legge nella lettera aperta – qui la versione integrale – inviata ieri 20 aprile ai ministri dell’interno, della salute, del lavoro e delle politiche agricole, al presidente della Camera e al presidente della Commissione affari costituzionali della stessa Camera, per chiedere al governo “di intervenire e portare a termine quanto prima l’iter delle oltre 200.000 domande presentate; al parlamento, di riprendere l’esame della proposta di legge popolare di riforma della normativa sull’immigrazione, fermo da più di un anno”. La lettera, promossa dalla campagna Ero straniero, è stata sottoscritta dalle principali realtà impegnate sui temi dell’asilo e dell’immigrazione (tra le quali Tavolo salute e immigrazione, Tavolo asilo nazionale), da sindacati nazionali, dal mondo cooperativo e da alcune associazioni di categoria e realtà operanti nei settori interessati dal provvedimento straordinario di emersione approvato quasi un anno fa (lavoro domestico e di cura, agricoltura). Il ritardo enorme “si sta traducendo nell’impossibilità, di fatto, per decine di migliaia di persone di accedere pienamente ai servizi, alle prestazioni sociali, alle tutele e ai diritti previsti per chi lavora nel nostro Paese”. Ad esempio l’impossibilità di accedere al sistema sanitario nazionale: senza il permesso di soggiorno non viene rilasciata la tessera sanitaria, quindi “è estremamente difficile rientrare nella campagna vaccinale anti-Covid”. “Tale situazione di stallo ha, dunque, inevitabilmente un impatto anche a livello di salute pubblica nel contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo”, si sottolinea nella lettera. Senza permesso di soggiorno, inoltre, diventa complicato anche aprire un conto corrente, necessario per l’accredito dello stipendio, o avere l’Isee per usufruire delle agevolazioni economiche per le mense scolastiche. (P.C.)