Tag: Rapporto Italiani nel mondo 2020
“Puglia terra di partenze e arrivi”: un focus sull’emigrazione pugliese sabato 27 marzo
Cosenza: i tre Rapporti Migrantes al centro della riflessione sull’enciclica “Fratelli Tutti” promossa dalla Università della Terza Età
Italiani nel Mondo: domani protagonista l’Emilia-Romagna in un incontro post Festival della Migrazione
Modena - Continua il ciclo di videoconferenze dedicate allo “Speciale Province d’Italia 2020” contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo 2020 (RIM), promosso dalla Fondazione Migrantes, nell’ambito delle iniziative del Festival della Migrazione. Il prossimo appuntamento, il quarto, sarà domani, giovedì 4 marzo, dalle 15 alle 17: alcuni degli autori della quindicesima edizione del RIM si troveranno a dialogare sul tema della mobilità italiana con un focus sull’Emilia Romagna e la provincia di Modena: “vedere, scegliere, agire”. Coordinati da Delfina Licata, curatrice e caporedattrice del RIM, i lavori prevedono saluti introduttivi di don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes, del Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e della Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Gli interventi saranno del teologo Brunetto Salvarani, che parlerà di ‘Quando la strada verso un futuro migliore è migrante’; del professor Lorenzo Bertucelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia sul tema “La mobilità dell’Emilia-Romagna tra passato e presente” e del prof. Antonio Canovi che approfondirà il capitolo del Rim dedicato alla provincia di Modena. Le conclusioni sono affidate al portavoce del Festival della Migrazione, Edoardo Patriarca. È possibile seguire l’evento sulla home page di www.festivalmigrazione.it oppure sulla pagina Facebook del Festival (https://www.facebook.com/festivalmigrazione) o, ancora, sul canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCIkQTdGqDl_CurK0NGzezdg ).
Bellunesi nel Mondo: l’emigrazione veneta in un webinar sabato prossimo
MCI Germania-Scandinavia: domani la presentazione del Rim in occasione del 70° anni del “Corriere d’Italia”
MCI Germania-Scandinavia: il 9 febbraio la presentazione del Rim in occasione del 70mo anno del “Corriere d’Italia”
Rapporto Italiani nel Mondo: domani il terzo appuntamento del ciclo di approfondimento
Modena - Continua il ciclo di videoconferenze dedicate allo “Speciale Province d’Italia 2020” contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo 2020 (RIM), promosso dalla Fondazione Migrantes, nell’ambito delle iniziative del Festival della Migrazione. Il prossimo appuntamento sarà martedì 26 gennaio, dalle 15 alle 17: alcuni degli autori della quindicesima edizione del RIM si troveranno a dialogare sul tema della mobilità italiana e delle aree di confine in collaborazione con la Sapienza Università di Roma. L’attuale mobilità non è una questione solo del Nord Italia. Che tra il Settentrione e il Meridione di Italia vi siano divari profondi è storia conosciuta, quanto questi divari abbiano a che fare con la mobilità spesso lo si ignora, così come si è poco consapevoli che la narrazione di una nuova mobilità, soprattutto dal Nord Italia, spesso urta con la realtà. Il vero divario non è tra Nord e Sud, ma tra città e aree interne. Sono luoghi che si trovano al Sud ma anche al Nord, ma che al Sud diventano doppia perdita: verso il Settentrione e verso l’estero. A svuotarsi ancora sono i territori già provati da spopolamento, senilizzazione, da eventi calamitosi o da sfortunate congiunture economiche. Nell’incontro di martedì 26 si punteranno i riflettori sulle province di Aosta, Como, Sondrio, Trento, Bolzano, Udine e Ragusa. A introdurre e coordinare i lavori sarà Delfina Licata, curatrice e caporedattrice del RIM. Interverranno Alessandro Celi per Aosta, Gianmaria Italia per Como, Luciana Mella per Sondrio, Maurizio Tomasi per Trento, Edith Pichler per Bolzano, Javier Grossutti per Udine e Antonella Giardina per Ragusa. Concluderà i lavori Flavia Cristaldi della Sapienza Università di Roma e membro della Commissione Scientifica del Rapporto Italiani nel Mondo. È possibile seguire l’evento sulla home page di www.festivalmigrazione.it oppure sulla pagina Facebook del Festival (https://www.facebook.com/festivalmigrazione) o, ancora, sul canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCIkQTdGqDl_CurK0NGzezdg).
Migrantes Calabria: da venerdì tre seminari di approfondimento sui Rapporti Migrantes
Cosenza - Tre seminari per presentare i Rapporti redatti annualmente dalla Fondazione Migrantes. E l’iniziativa promossa dall’Ufficio regionale Migrantes della Calabria a partire da venerdì 15 gennaio e per tre venerdì consecutivi.
Il 15 gennaio sarà la volta del Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Tema dell'incontro “La fraternità, legame di tutte le creature”. Ad aprire il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci seguito da Simone Varisco della Fondazione Migrantes, don Carmelo Torcivia della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Valentina Fedele dell’Università della Calabria e dal territorio Khalid El Scheick moderati dal delegato Caritas Calabria don Nino Pangallo. Venerdì 22 sarà presentato Rapporto sul Diritto d’Asilo. Introdurrà i lavori Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes seguita da Leila Giannetto, Donatella Loprieno dell’Università della Calabria) e dal territorio Operatori e Beneficiari SIPROIMI. I lavori saranno moderati da Pino Fabiano della Migrantes Calabria.
I tre seminari si concluderanno venerdì 29 gennaio con il Rapporto Italiani nel Mondo con un approfondimento su “Calabria tra crisi demografica ed emigrazione”. I lavori saranno introdotti da Delfina Licata della Fondazione Migrantes seguita dagli interventi di Manuela Stranges dell’Università della Calabria, Giuseppe Sommario dell’Università Cattolica di Milano e dal territorio don Gregorio Aiello, responsabile della Missione Cattolica Italiana Genk in Belgio, originario della diocesi di Catanzaro-Squillace). Modererà i lavori Pino Fabiano della Migrantes Calabria. (R.I.)
Speciale Province d’Italia 2020: il 13 gennaio secondo appuntamento del ciclo di incontri di approfondimento del Rapporto Italiani nel Mondo
Migrantes Brescia: venerdì la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo
Migrantes Torino: domani a presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo
Migrantes: la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo
Di Tora: camminare accanto agli immigrati e seguire i nostri connazionali fino ad ogni luogo in cui decidono di risiedere
Tridico: “3,5 miliardi di euro di pensioni pagate dall’estero”
Rapporto Italiani nel Mondo: le migrazioni italiane attraverso l’analisi dei dati INPS
Migrantes: 131 mila le partenze per espatrio nell’ultimo anno
Migrantes: 2006-2020, quindici anni di impegno e narrazione della mobilità italiana nel Rapporto Italiani nel Mondo
Roma - Nel 2005 mentre la Chiesa italiana era particolarmente attenta alla mobilità in ingresso nel nostro Paese, la Fondazione Migrantes, guidata da mons. Luigi Petris, ebbe l’idea di realizzare un volume che raccontasse dell’Italia protagonista della mobilità in uscita. Iniziò così la storia del Rapporto Italiani nel mondo (RIM), la prima edizione del quale fu presentata a maggio del 2006 e purtroppo mons. Petris non riuscì a parteciparvi, stroncato da un brutto male soltanto pochi mesi prima. Una storia che è continuata fino ad oggi e per la quale quest’anno è stato raggiunto un traguardo ragguardevole. Quindici anni di studi, analisi, di narrazione di un Paese e del suo popolo, dei cambiamenti e delle involuzioni. Quindici anni di costante coinvolgimento della Chiesa italiana, attraverso la Fondazione Migrantes, nell’accompagnamento e nel sostegno culturale e pastorale dei migranti italiani sia di quelli residenti da più tempo all’estero o nati oltreconfine, sia di coloro che hanno una esperienza migratoria recente. Quando nel 2006 è iniziata l’avventura del RIM non si immaginava alla nascita di un annuario, ma si era certi della portata di un tema che aveva scritto pagine importanti della storia di un Paese, l’Italia, e di un popolo, gli italiani, dando vita a quella che si è sempre definita l’Italia fuori dell’Italia, la ventunesima regione. In quindici anni questo strumento editoriale della Fondazione Migrantes è diventato un progetto culturale e ha registrato un vero e proprio cambiamento d’epoca, l’ennesimo, per un Paese fondato sulla emigrazione. Si potrebbe dire, utilizzando la prospettiva più negativa possibile che pure incontra innumerevoli seguaci, condannato alla emigrazione, ma non è questa la prospettiva che ci ha accompagnato e ci accompagna dal 2006. Stiamo assistendo in questi ultimi venti anni circa a un passaggio epocale: la mobilità umana è divenuta a livello globale “segno dei tempi”, apertura a un mondo che non conosce confini se non quelli costruiti artificiosamente, ma che vengono superati continuamente dall’innata curiosità dell’uomo di conoscere, ma anche dall’istinto di sopravvivenza e dalla ricerca di una esistenza felice. In questo quadro di complessità di una umanità in movimento anche l’Italia ha fatto la sua parte sia nel ricevere migranti di altri paesi sia nell’essere, essa stessa, nuovamente protagonista di partenze e, raramente, di ritorni.
Migrantes: gli italiani residenti fuori dei confini nazionali e il covid
Migrantes: lo Speciale dedicato alle Province d’Italia 2020
Roma – Nell’edizione 2020 del Rapporto Italiani nel Mondo – presentato questa mattina - la Fondazione Migrantes, supportata dalla Commissione Scientifica del RIM, ha spronato la redazione ad approfondire il contesto territoriale con un inedito dettaglio: l’analisi provinciale.
Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia e al lockdown che ha determinato le chiusure di archivi, biblioteche e accademie, 46 studiosi (su 57 autori totali dell’edizione 2020) hanno raccolto la sfida consegnando 40 saggi di altrettanti contesti provinciali italiani: Aosta, Avellino, Belluno, Bergamo, Bolzano, Campobasso, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Crotone, Cuneo, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Messina, Modena, Napoli, Oristano, Pordenone, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Savona, Sondrio, Sulcis-Iglesiente, Teramo, Terni, Trento, Udine, Verbano Cusio Ossola, Verona, Vicenza.
Questo lavoro sulle province ha consentito di evidenziare un secondo errore di narrazione della mobilità italiana odierna. È vero che la prima regione da cui si parte per l’estero oggi in Italia è la Lombardia (seguita dal Veneto), ma l’attuale mobilità non è una questione del Nord Italia. Che tra il Settentrione e il Meridione di Italia vi siano divari profondi è storia conosciuta, quanto questi squilibri abbiano a che fare con la mobilità spesso lo si ignora, così come si è poco consapevoli che la narrazione di una nuova mobilità, soprattutto dal Nord Italia, spesso urta con la realtà. Il vero divario non è tra Nord e Sud, ma tra città e aree interne. Sono luoghi che si trovano al Sud e al Nord, ma che al Sud diventano doppia perdita: verso il Settentrione e verso l’estero. A svuotarsi sono i territori già provati da spopolamento, senilizzazione, eventi calamitosi o sfortunate congiunture economiche. Un esempio valga su tutti: il 23 novembre 2020 cadrà il 40° anniversario del terremoto più catastrofico della storia repubblicana, quello che colpì Campania e Basilicata. Ancora oggi queste aree sono provate nelle loro zone interne da numerose partenze, ma contemporaneamente mantengono all’estero il grande valore di comunità numerose con tradizioni e peculiarità specifiche. Si tratta di migranti che guardano ai luoghi di origine con nostalgia, interesse e voglia di cambiare le cose. Sono spesso italiani che già partecipano attivamente alla vita dei luoghi di origine, pur restando nella loro posizione di migranti stabilmente in mobilità tra l’Italia e l’estero, tra migrazioni interne e migrazioni internazionali, in Europa o oltreoceano.
Emerge, in modo evidente, la necessità che lo studio e l’analisi della mobilità sia sempre più centrata sui microcontesti e che il territorio venga letto mettendo in crisi i modelli dati per acquisiti a cominciare dall’egemonia del centro, e quindi delle metropoli, rispetto ai piccoli centri, ai borghi, a quei pezzi di territorio spesso abbandonati del tutto o quasi abbandonati che diventano luoghi dove, invece, è possibile intervenire per ridare loro vita.
Si tratta, in altre parole, di territori che oggi hanno bisogno di trovare uno sguardo di prossimità che sappia esaltare la persona e le sue relazioni, uno sguardo che vada oltre la tradizione e abbia imparato dalla pandemia cosa significhi essere prossimi nella distanza.
L’analisi dei contesti provinciali ci conferma nuove modalità di vivere il territorio abitando il mondo essendo diversamente presenti.