Tag: Rapporto Diritto d’Asilo
Migrantes: oggi a Trieste la presentazione del Rapporto sul Diritto d’Asilo
Diritto d’asilo: a Mestre la presentenzazione del Rapporto Migrantes
Migrantes: a Messina la presentazione de “Il Diritto d’Asilo”
Migrantes Locri-Gerace: “Il Diritto d’Asilo” con i vescovi Savino e Oliva
Mons. Felicolo: abbiamo gli strumenti per riuscire a dare risposte diverse a chi arriva e ha bisogno d’aiuto
Card. Zuppi a Rapporto Asilo Migrantes: “uscire da logica sicurezza ed emergenza e dare stabilità”
Migrantes: il 13 dicembre la presentazione del “Diritto d’Asilo”
Migrantes: venerdì a Milano la presentazione del Diritto d’Asilo
Migrantes: il 18 marzo la presentazione del Rapporto Diritto Asilo a Trieste
Migrantes Brescia: domani la presentazione del Rapporto Asilo
Brescia - Domani, seconda giornata internazionale della fratellanza umana, a Brescia, presso il Centro pastorale Paolo VI a Brescia, sarà presentato il Rapporto sul Diritto d’asilo della Fondazione Migrantes. A presentarlo Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes. Seguiranno alcune testimonianze sul tema "L'esperienza della micro-accoglienza diffusa", a cura della Cooperativa Kemay. La moderazione sarà affidata a Luciano Zanardini, direttore de "La voce del popolo".
Migrantes: “Fratelli tutti” migranti
Roma - Una lettura del fenomeno delle migrazioni alla luce della recente enciclica di Francesco Fratelli tutti, per mettere in evidenza gli aspetti qualificanti del pensiero del Papa argentino, da sempre attento alle questioni sociali e al grido dei poveri. Attraverso una lettura sintetica del documento e l’analisi dei numeri che si riferiscono in maniera esplicita al tema delle migrazioni, il contributo pone l’accento sulla continuità dell’insegnamento di Francesco con la tradizione della Chiesa, nella quale si inserisce pienamente, e al tempo stesso sugli aspetti originali che rappresentano il suo personale contributo alla riflessione ecclesiale. E' quanto fa il rapporto sul Diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma.
Nei giorni in cui viene chiuso questo rapporto (Report 2021 “Il Diritto d’Asilo”) la tentazione di farsi prendere da un forte sconforto e senso di impotenza è davvero alta. La vecchia Europa - spiega il Report - "sembra sempre più chiusa in se stessa e pochi sono gli spiragli di speranza, sia che si guardi ai singoli Stati, sia che si considerino le politiche dell’Unione. Entrare in Europa sarà sempre più difficile, costoso e pericoloso. Il tema della solidarietà rimane quasi solo una questione di principio, sia a livello globale, sia europeo che italiano. Non è però possibile arrendersi supinamente a questo scenario. Si può reagire, a partire dal livello 'locale' italiano, guardando ai pochi ma significativi aspetti positivi che si affacciano timidamente alla ribalta e che hanno bisogno di fiducia e tenacia per poter prosperare: l’introduzione della nuova protezione speciale, le vie sperimentali per l’accesso legale e sicuro nel nostro Paese di minori attraverso i visti per studio, e il protagonismo dei rifugiati che iniziano a prendere pubblicamente parola nel dibattito pubblico e scientifico". Possono forse sembrare piccoli lumi in un panorama fosco e disperante, ma dimostrano anche che il cambiamento è sempre possibile e che va costruito giorno per giorno, mettendo insieme risorse e volontà plurali e trasversali.
Migrantes: Rapporto Asilo 2021, Guardando all’Italia
Roma - Perché il modello dell’accoglienza emancipante, integrata e diffusa non è ancora diventato il sistema di riferimento di una politica nazionale in materia di asilo? A vent’anni dalla nascita del Programma nazionale asilo (PNA), nel 2001, quanto accaduto tra 2020 e 2021 offre nuovi spunti per analizzare le contraddizioni aperte da un cammino parziale e frammentato. Il recente riordino della filiera dell’accoglienza operato dal DL 130/20, il permanere di una differenziazione dei livelli di accoglienza tra richiedenti e titolari di protezione internazionale nel SAI, l’abbandono istituzionale con la conseguente auto-organizzazione dei progetti d’accoglienza durante la pandemia di COVID-19 e, infine, la dinamica seguita alla crisi afghana hanno messo in evidenza alcuni processi generali che si sono innestati su nodi irrisolti: l’istituzionalizzazione dell’emergenza, la burocratizzazione, la privatizzazione, la ghettizzazione e la gerarchizzazione. Questi processi, e le tensioni che essi producono, colpiscono il sistema stressando le relazioni tra i diversi attori e mutando pratiche e riferimenti culturali. Minacciando così seriamente quella dimensione di dialogo e di partecipazione fra le persone accolte, gli operatori, le comunità e la società civile che costituisce l’identità e il metodo dell’accoglienza diffusa e integrata. E' quanto si legge oggi nel Report "Il Diritto d'Asilo" della Fondazione Migrantes.
La protezione speciale dopo il decreto-legge 130/2020: un’innovazione importante
Nel sistema italiano del diritto degli stranieri il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato ampliato dalla riforma attuata con il decreto-legge n. 130/2020. Si tratta di uno strumento permanente destinato a tutelare ‒ in modo flessibile e commisurato alle specificità di ogni situazione ‒ i diritti fondamentali, l’integrazione sociale e la regolarizzazione della condizione di soggiorno irregolare di tanti stranieri che non sono comunque allontanabili dal territorio italiano. È una forma di protezione duratura di cui sono titolari stranieri che si trovano o arrivano nel nostro Paese, anche in situazione di soggiorno irregolare, e che non abbiano tutti i requisiti per ottenere il riconoscimento della protezione internazionale o che non possono ottenere il rilascio di altri titoli di soggiorno, ma la cui condizione giuridica merita protezione per effetto di precisi obblighi internazionali o costituzionali.
Il contributo approfondisce le quattro ipotesi di rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale e la sua interpretazione come strumento di regolarizzazione permanente, descrivendone anche le procedure di rilascio e la condizione giuridica di chi ne è titolare.
Una riflessione a viva voce. La dignità come fondamento dei diritti umani dei rifugiati: retorica o tutela efficace?
Dopo quella di Yagoub Kibeida una riflessione elaborata dall’autrice, Indira Meza, sulla base di riflessioni condivise nell’ambito dell’UNIRE. «Abbiamo volti, non siamo numeri. Abbiamo capacità di resilienza e il potenziale per agire positivamente sul territorio con il nostro capitale umano. Ma le politiche emergenziali vanno superate. Ci sentiamo di proporre i seguenti punti di attenzione: l’efficacia dei meccanismi che garantiscono i diritti umani dei rifugiati; l’importanza dell’interculturalità e dell’integrazione come effettiva tutela dei diritti; la promozione di una cultura del rispetto dei diritti dei rifugiati; una maggiore partecipazione attiva dei rifugiati nella società; programmi mirati che favoriscano l’occupazione e le pari opportunità; centri di formazione per rifugiati che promuovano l’innovazione sociale e l’imprenditorialità; fermare la normalizzazione della violenza sui rifugiati in situazione di vulnerabilità economica e sociale; educazione alla pace; colmare le disuguaglianze».
«Preservare la dignità di un rifugiato ‒ scrive ancora Meza ‒ è rispettare l’umanità, guardare alle generazioni future». Ma anche «salvare il pianeta».
Migrantes: Pagella in tasca, i “canali di studio” per minori rifugiati
Roma - Il 15 ottobre 2021 sono arrivati in Italia i primi cinque minori non accompagnati accolti dal progetto “Pagella in tasca. Canali di studio per minori rifugiati”. Si tratta di un progetto pilota, promosso da InterSOS con un’ampia rete di partner, che mira a sperimentare un nuovo canale di ingresso regolare e sicuro per dare ai minori rifugiati l’opportunità di venire in Italia a studiare senza dover rischiare la vita nel deserto o su un barcone nel Mediterraneo. Saranno coinvolti in totale 35 minori di 16-17 anni, fuggiti dalle violenze in Darfur e rifugiatisi prima in Libia e poi in Niger. Il progetto è particolarmente innovativo 1) perché offre un “canale sicuro” a una categoria di persone (appunto i minori non accompagnati) di solito esclusa dai canali umanitari, 2) perché si basa sul rilascio di un permesso di studio non universitario per 15-17enni finora mai adoperato p er ragazzi rifugiati, e 3) perché si fonda sulla community sponsorship, attraverso il coinvolgimento di famiglie affidatarie, tutori volontari, organizzazioni del privato sociale e Comuni.
La fame di aria: l’inverno della primavera araba nel C.P.R. di Torino
Quello degli stranieri rinchiusi nei Centri di permanenza per i rimpatri italiani è - spiega oggi il Rapporto sul Diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes -un microcosmo rimosso dall’attenzione pubblica. Requisizione dei telefoni personali, ostacoli alla comunicazione con l’esterno, divieto di estrarre copia delle cartelle cliniche, facoltà di sospensione dei colloqui senza alcun preavviso, mentre perfino le celle di isolamento sono altrettanti tasselli di un quadro vessatorio e punitivo, a cui fanno eco i quotidiani gesti di autolesionismo. Schiacciati dalla macchina del trattenimento, molti cittadini tunisini – circa metà della popolazione dei C.P.R. – denunciano il fallimento della “rivoluzione dei gelsomini” e la delusione per la nuova oppressione incontrata in Italia. L’attribuzione alla Tunisia della qualifica di “Paese di origine sicuro” e l’accordo siglato tra i due governi nell’estate del 2020 hanno irrigidito le procedure di identificazione e rimpatrio, costringendo i migranti ad azioni ancora più estreme.
Migrantes: Rapporto Asilo 2021, dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa
Roma - «Le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande». (dal Messaggio di papa Francesco per la GMMR 2021)
Da un lato la capacità di visione di papa Francesco, che ci invita a camminare insieme per raggiungere pace e giustizia e che individua proprio nell’abbattimento dei “muri” e nella capacità di saper costruire legami e ponti due degli strumenti più efficaci per costruire futuro. Dall’altro, le scene d’“attualità” che ci arrivano dalle diverse frontiere di terra e di mare dell’Occidente: le carovane di persone che dal Centro America cercano una speranza di vita negli Stati Uniti; i profughi in fuga da Paesi devastati (Siria, Iraq, Afghanistan) che non riescono a trovare un’accoglienza dignitosa tra le violenze e le umiliazioni della rotta balcanica; le navi con le persone appena salvate in mare tenute fuori dai porti; i rifugiati e i migranti bloccati sulla frontiera tra Bielorussia e Polonia, pedine prigioniere delle tensioni tra Minsk, Varsavia e Bruxelles e tenute a distanza con idranti e lacrimogeni da migliaia di militari...
Si interroga su questa contraddizione la quinta edizione del rapporto che la Fondazione Migrantes dedica al mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate con il titolo Gli ostacoli verso un noi sempre più grande (Tau Editrice 2021, pp. 360), presentato questa mattina a Roma.
Si legge nell’Introduzione, con lo sguardo e il pensiero rivolto in particolare ai confini orientali dell’UE e alle cronache delle ultime settimane: «Come è stato possibile, in così pochi anni, che l’Unione Europea si trasformasse da terra pensatrice e promotrice dei diritti umani a terra che li viola così palesemente, arrivando ad “attaccare” poche migliaia di persone in cerca di protezione e aiuto?».
Il rapporto, scandito in quattro parti, riprende nel titolo il Messaggio di papa Bergoglio per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e i suoi 12 contributi sono curati da un’équipe di autori che, oltre ad essere studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia.
Le prime tre parti sono corredate di altrettante sezioni di dati statistici e schede sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, in Europa e nel nostro Paese.
2020-2021: il COVID-19 non ferma guerre, violenze e disuguaglianze
La pandemia di COVID-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola, il COVID-19 ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele. Ma almeno in tutto il 2020, l’Italia e l’Europa - spiegano i ricercatori - hanno rappresentato un’eccezione in controtendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo).
Diritto d’asilo e gestione delle frontiere interne nella politica dell’UE
L’accordo di Schengen con le sue frontiere aperte è una delle conquiste più preziose dell’Unione Europea. Però negli ultimi anni lo “spazio Schengen” si è via via allontanato da questa visione: alcuni Paesi infatti – tra cui Germania, Francia, Austria, Norvegia, Svezia e Danimarca – hanno reintrodotto in modo permanente (ma anche discutibile sul piano legale) i controlli alle rispettive frontiere interne all’UE. Questo contributo esplora il legame fra area Schengen e le politiche europee sull’asilo, ma anche le conseguenze della reintroduzione dei controlli, in particolare sulla frontiera italo-francese di Ventimiglia.
La proposta di Patto europeo su immigrazione e asilo: la (non) riforma
La Commissione Europea a guida von Der Leyen ha presentato nell’autunno 2020 la sua proposta di riforma del sistema europeo d’asilo. “Approccio globale” e “nuovo meccanismo di solidarietà” sono le parole chiave per comprendere l’impostazione del Patto. Ma scavando appena sotto la superficie si scopre come le sue proposte concrete mescolino e sovrappongano ambiti che dovrebbero rimanere distinti. E, soprattutto, se ne deduce che l’obiettivo principale è quello di gestire con un unico approccio qualsiasi pressione migratoria sugli Stati membri. In questa nuova ottica la nozione di solidarietà assume un significato non più legato a una condivisione delle responsabilità nella gestione di un sistema d’asilo comune regolato da precise normative, ma piuttosto le sembianze di iniziative politiche imprecisate e però ben finalizzate a ostacolare o impedire l’accesso dei rifugiati in Europa. La proposta della Commissione stravolge, ridicolizzandola, la nozione di solidarietà, e dà forza a coloro che non vogliono alcuna effettiva equa ripartizione delle responsabilità. Una non riforma, dunque, non solo inutile ma oltremodo pericolosa.
Le politiche europee e il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo: il punto di vista dei rifugiati
«Nonostante le evidenze mostrino che l’Europa non è sotto invasione, la politica europea continua a essere ostile verso i rifugiati», denuncia Yagoub Kibeida dell’associazione UNIRE (Unione nazionale italiana per rifugiati ed esuli). Questa ostilità si traduce concretamente nei pushback (i respingimenti di richiedenti asilo ai confini), in dinamiche di esclusione e nelle pratiche di esternalizzazione del controllo delle frontiere.
Dopo aver passato in rassegna l’Agenda europea sulla migrazione, le proposte di riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) del 2016 e il Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, l’autore li pone a confronto con quanto l’UNHCR, sempre nel 2016, aveva proposto nel documento Una protezione migliore per i rifugiati nell’Unione Europea e nel mondo.
Ne emerge che gli obiettivi tratteggiati in quest’ultimo testo rimangono «ad oggi disattesi e ampiamente ignorati. Così come le sperimentazioni italiane di corridoi umanitari e corridoi per studenti rifugiati che – se diffuse su ampia scala – permetterebbero un accesso sicuro dei rifugiati all’Europa. Non ci resta che sperare che la Commissione Europea possa cambiare il suo approccio, anche grazie alla consultazione con gli esperti rifugiati».
Migrantes: Il diritto d’asilo. Report 2021, “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”
Il programma della presentazione in presenza e on line Martedì 14 dicembre 2021 - ore 10.00 nell’aula magna di Casa La Salle, via Aurelia 472, 00165 - Roma Ingresso libero sino a esaurimento dei posti con green pass e in diretta streaming sul canale Youtube: youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana e sul profilo Facebook: facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana della Conferenza Episcopale Italiana Gli interventi Stefano Russo, segretario generale della CEI Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes Cristina Molfetta e Chiara Marchetti, curatrici del rapporto Yagoub Kibeida dell’associazione UNIRE Michele Rossi della rete Europasilo Franco Nero, Attore Modera Duccio Facchini, direttore del mensile Altreconomia |
Migrantes: il rapporto Asilo su “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”
Migrantes Brescia: domani a presentazione del Rapporto “Il Diritto d’Asilo”
Migrantes: Il 3 dicembre 2020 la presentazione del Rapporto “Il diritto d’asilo. Report 2020″
Migrantes: il 3 dicembre la presentazione del Rapporto Diritto d’Asilo 2020
Roma - Sarà presentato il prossimo 3 dicembre il Report 2020 Il Diritto d'asilo della Fondazione Migrantes.
L'iniziativa si svolgerà in due sessione. In mattinata , dalle 11 alle 13 sui canali informativi della Conferenza Episcopale Italiana (YouTube e Facebook). Alla sessione di presentazione interverranno il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Stefano Russo, Syed Hasnain, presidente UNIRE (Unione Nazionale Italiana Rifugiati ed Esuli). Mons. Guerino Di Tora, Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes. A moderare e illustrare i dati e principali del Rapporto le due curatrici Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti.
Nel pomeriggio, dalle 16.00 alle 18.00, la sessione è dedicata agli approfondimenti, in diretta su Zoom e sulla pagina Facebook di Vie di Fuga. Intervengono per la Sezione Italia Magda Bolzoni (Dentro e fuori l’accoglienza dopo i decreti sicurezza) e Elena Rozzi (L’Italia e l’accoglienza alla prova del Covid-19), introduce e modera Chiara Marchetti; per la Sezione Rotta balcanica, Gianfranco Schiavone (La rotta balcanica e la violenza nel cuore d’Europa) e Le foto della rotta Balcanica nel volume di Michele Lapini e Valerio Muscella, introduce e modera Mariacristina Molfetta; per la Sezione etica Maurizio Veglio (Il visto di ingresso per motivi umanitari e le ragioni di Stato) e Don Giuseppe Laterza (Lo sviluppo umano integrale e la condivisione dei beni), introduce e modera don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes.