22 Marzo 2022 - Roma - Non appena hanno visto in tv le scene degli ucraini che scappavano dal loro Paese, a causa delle guerra, le Suore non ci hanno pensato due volte e hanno deciso di fare spazio per accogliere le donne profughe con i loro bambini. Hanno fatto la valigia e sono andate tutte in un’altra comunità, nella casa che le ospitava fin quando erano attive. Sono alcune delle suore anziane della Congregazione delle missionarie di San Carlo Borromeo, le Scalabriniane che sin dalla loro fondazione si occupano dell’assistenza ai migranti. Ebbene da Casaliggio, a poca distanza da Piacenza, ottantenni e novantenni, alcune delle quali con profonda difficoltà a deambulare, hanno deciso di confermare la loro scelta, una vita a servizio dei migranti sempre, anche in età avanzata, dando un ennesimo segnale di vicinanza e solidarietà nei confronti dei migranti. In questi giorni sono arrivate le prime 4 donne rifugiate ucraine con i loro bambini. A loro andrà l’assistenza e la cura delle suore. “Abbiamo aperto per loro le porte della nostra casa allestita in pochissimo tempo grazie all’aiuto di tanti volontari. Ci stiamo prendendo cura di loro – spiega suor Milva Caro, superiora provinciale delle Suore Scalabriniane in Europa – La loro volontà nel fare qualcosa per le rifugiate ucraine è stata così grande che hanno deciso di lasciare spazio a chi fugge dalla guerra». La casa di Casaliggio ha di fronte un’altra struttura delle Scalabriniane (ora dedicata al noviziato) che giusto due anni fa venne lasciata ai sanitari che venivano a Piacenza per la gestione dell’emergenza Covid. Oggi, a pandemia non ancora finita, Casaliggio e chi vi abita, ascolta e risponde al grido di chi ha bisogno. “La guerra non deve lasciarci indifferenti – commenta suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane – Spero che questo gesto sia un segno del nostro impegno nella Chiesa a servizio dei migranti e rifugiati, e auspico che possano sorgere tante iniziative di pace, motivare altri nell’accoglienza e solidarietà ai più vulnerabili. Accogliere l’altro vuol dire aprire le porte a Cristo”.
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Ue: una piattaforma per la didattica on-line ai profughi
22 Marzo 2022 - Bruxelles - «Per i bambini» delle famiglie in fuga dall' Ucraina «è essenziale ritrovare un minimo di normalità, come andare a scuola». Certo impresa ardua per famiglie che nel giro di pochi giorni si sono trovate all' estero e senza riferimenti. E per le tante che saranno costrette a chiedere accoglienza in un Paese Ue. Per questo «stiamo lavorando a un sistema in remoto che permetta agli insegnanti ucraini di insegnare on-line e che possa essere usato dalle scuole di tutta l' Unione Europea» ha dichiarato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ieri in visita ufficiale in Estonia. «Stiamo anche analizzando - ha aggiunto la commissaria - come fornire libri di testo in ucraino per aiutare gli Stati membri» che stanno accogliendo minori dal Paese in guerra.
E mentre si moltiplicano le raccolte di fondi e le iniziative di solidarietà, ci sono tanti i modi in cui si può manifestare solidarietà ad una popolazione colpita dalla guerra: una scelta di certo significativa è quella di Netflix, uno dei colossi dello streaming mondiale. In segno di accoglienza ai cittadini ucraini ha deciso di introdurre i sottotitoli e l' audio in lingua ucraina tra la lista delle lingue da poter selezionare.
Questo nel giorno in cui il Consiglio europeo ha formalmente approvato lo Strategic Compass, la cosiddetta bussola strategica, «in un momento in cui siamo testimoni del ritorno della guerra in Europa». Lo ha reso noto un comunicato definendolo «un piano ambizioso di azione per rafforzare la sicurezza dell' Unione Europea e la politica di Difesa entro il 2030». Frattanto l' Alto commissario per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che «tutti gli Stati membri sono uniti nel sostenere l' Ucraina». Borrell ha annunciato ieri a Bruxelles che è stato raggiunto l'«accordo politico per altri 500 milioni di euro nell' ambito dell' European Peace Facility» per l' acquisto di armi. In mattinata la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, aveva già annunciato che l' aiuto complessivo dell' Unione per le spese militari dell' Ucraina sarebbe infatti salito a un miliardo.
«Sono convinto che Vladimir Putin usi i rifugiati come un' arma, mandandone il più possibile» dall' Ucraina nell' Ue. Lo ha sottolineato sempre l' Alto rappresentante dell' Ue Josep Borrell, sempre durante una conferenza stampa a Bruxelles. Tanto è vero, aggiunge, che i russi «non hanno distrutto le infrastrutture: terrorizzano i civili per farli scappare ». Ma in Europa, ha concluso, «siamo pronti ad accoglierli». (Luca Geronico - Avvenire)
Ucraina: card. bassetti, “si attui un piano distribuzione profughi in Ue”
21 Marzo 2022 - Roma – “Di fronte alla fuga di milioni di persone, soprattutto donne e bambini, esprimiamo il nostro vivo e sincero ringraziamento a quanti, in Italia e in tanti altri Paesi, sono impegnati a dare forma e anima all’accoglienza”. Così il card. Gualtiero Bassetti, in apertura del Consiglio Permanente della Cei: “è una testimonianza di carità e di fraternità che diventa impegno concreto per un futuro di pace contro il virus dell’egoismo e dell’indifferenza”.
La solidarietà dei Paesi di confine con l’Ucraina – ha aggiunto il card. Bassetti - è stata “davvero commovente; nessuno ha rinunciato a fare la sua parte”. Degli oltre 3 milioni di ucraini in fuga, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, l’80% si trova in Polonia, un’altra gran parte in Romania, Moldavia, Ungheria e Slovacchia. Le Chiese di questi Paesi e degli altri limitrofi si “sono adoperate fin da subito per fornire assistenza, beni di prima necessità, alloggi, mezzi di trasporto per raggiungere destinazioni sicure. Sono numerose poi le organizzazioni della società civile, di carattere nazionale e internazionale, che
sono intervenute per offrire soccorso e accoglienza, coadiuvate da tantissimi volontari. Il numero degli sfollati è tuttavia un dato che è destinato ad aumentare e che nel prossimo futuro, se non cesseranno le ostilità, registrerà l’arrivo di persone ancora più fragili e povere di quelle che sono già riuscite a fuggire. Non si può pensare dunque che i Paesi di confine – ha sottolineato il presidente della Cei - possano sostenere da soli questo impegno umanitario: occorrerà che l’Unione Europea decida di attuare un vero e proprio
piano di ridistribuzione dei cittadini ucraini nei vari Stati membri. Stiamo, peraltro, assistendo all’arrivo di profughi anche nel nostro Paese”. Nelle prossime ore, alcuni voli umanitari, da Varsavia, giungeranno in Italia con circa 600 profughi che verranno accolte nelle diocesi italiane. Sono – ha detto il card. Bassetti – “numeri che cresceranno e che richiederanno un’accoglienza di non breve periodo”. Le chiese in Italia “stanno facendo e faranno la loro parte nell’accoglienza e nell’apertura di corridoi per favorire l’arrivo in sicurezza delle persone che sono bloccate nei Paesi di transito, che non riescono più a proseguire il loro viaggio o sono troppo vulnerabili per farlo. Anche questo è un contributo prezioso alla pace”. (R.Iaria)
Ucraina: 59.589 i profugi arrivati in Italia
21 Marzo 2022 -
Roma - Le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte sino ad oggi in Italia sono 59.589. Di queste, 30.499 sono donne, 5.213 uomini e 23.877 minori. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso nel nostro Paese sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Ucraina: corsi di italiano gratuiti della Dante per i profughi
18 Marzo 2022 -
Roma - Corsi di lingua italiana gratuiti per permettere ai profughi ucraini accolti in Italia di inserirsi nel nostro tessuto sociale e di affrontare una nuova vita. La Società Dante Alighieri, l’Ente presieduto da Andrea Riccardi che dal 1889 diffonde la lingua e la cultura italiane nel mondo, ha deliberato di mettere a disposizione la propria rete di Sedi e Comitati diffusa su tutto il territorio nazionale per organizzare corsi in presenza, nelle diverse sedi, oppure anche on line. L’iniziativa, espressione dell’identità della Dante Alighieri legata alla responsabilità sociale e alle stesse radici statutarie, sarà sostenuta da un fondo di solidarietà che è già stato attivato. Il presidente Andrea Riccardi ha commentato così il progetto: <Noi vorremmo che la lingua e la cultura fossero le ultime frontiere da chiudere e per questo la Dante Alighieri sta creando spazi di insegnamento per tutti i profughi di guerra in arrivo in Italia. Lo faremo con Roma Capitale e con tutte le altre amministrazioni italiane che vorranno sostenere la nostra iniziativa di solidarietà>. Sono in corso contatti col Viminale e con altre istituzioni
Il programma, coordinato dal segretario generale Alessandro Masi, parte con la sede di Roma e ha già raccolto la piena adesione di numerosi Centri didattici (Benevento, Bolzano, Campobasso, Casarano, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Forlì-Cesena, Genova, Gorizia, Imola, La Spezia, Merano, Palermo, Perugia, Pordenone, Rovigo, Salerno, Siena, Siracusa, Terni, Trieste, Venezia, Verbania, Vulture) e altri si stanno aggiungendo. Alla fine dei corsi la Dante Alighieri potrà anche rilasciare il certificato PLIDA Progetto Lingua Dante Alighieri.
Ucraina: Tavolo Asilo, “protezione temporanea per tutti, anche a ucraini già presenti in Italia”
18 Marzo 2022 -
Roma - “Vogliamo ancora una volta sottolineare l’importanza di consentire a tutte le persone che chiederanno la protezione temporanea di accedere ai servizi (scolastico, sanitario, formativo, lavorativo, ecc.) alle stesse condizioni degli italiani e di non dover aspettare per questo il titolo di soggiorno, ma di poterlo fare già con il cedolino della richiesta, come peraltro previsto dal Testo unico sull’immigrazione”. Lo chiedono le organizzazioni cattoliche e laiche che fanno parte del Tavolo Asilo e immigrazione, in riferimento all’arrivo sul territorio nazionale di profughi ucraini in fuga dalla guerra. “Il ritardo sull’implementazione della Direttiva 55/2001, attraverso un Dpcm che non è stato ancora pubblicato, produce incertezza e confusione – fanno notare -. Ribadiamo la necessità di offrire protezione anche a tutti gli ucraini già presenti in Italia e senza titolo di soggiorno, per i quali è evidente l’impossibilità di tornare in Ucraina”. Decine di migliaia di studenti universitari, ad esempio, “rischierebbero altrimenti di dover abbandonare percorsi avviati con grande difficoltà e perdere la possibilità di finire un percorso di studi. Non è in alcun modo giustificata l’eventuale sospensione della procedura asilo per coloro che vorranno allo stesso tempo chiedere la protezione temporanea”. Invitano inoltre le istituzioni ad evitare, per l’accesso alla protezione temporanea, “la dimostrazione dell’uscita dal Paese dopo il 24 febbraio, documentazione che difficilmente è recuperabile in condizioni di guerra. Per questo suggeriamo di ricorrere all’auto dichiarazione, peraltro prevista dalla nostra legislazione”. Sul sistema d’accoglienza, già in difficoltà prima della crisi ucraina, ritengono “necessario avere innanzitutto una regia unitaria, che oggi pensiamo sia giusto attribuire alla Protezione civile”. Sull’accoglienza in famiglia chiedono “che siano valorizzate le esperienze già consolidate, con una centralità delle associazioni e degli enti locali, con l’obiettivo di non lasciare sole le famiglie che in queste settimane si sono fatte carico dell’accoglienza in misura consistente”. Per le dimensioni della crisi in corso ritengono sia utile “che il governo nomini una commissione indipendente per monitorare la dinamica del sistema d’accoglienza, le procedure, comprese quelle relative al rilascio dei documenti, e la gestione concreta dell’accoglienza”.
Ucraina: oltre 50mila i profughi arrivati in Italia
17 Marzo 2022 -
Roma - Sono finora 50.649 i profughi in fuga dal conflitto in Ucraina arrivati finora in Italia. La maggioranza rimane composta da donne, 25.846, e da minori, 20.478, mentre gli uomini sono 4.325. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell'ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Card. Czerny: ho visto la guerra negli occhi dei profughi
17 Marzo 2022 - Dall’8 all’11 marzo, il card. Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale ha visitato l’Ungheria per portare ai rifugiati ucraini e a coloro che li accolgono l’abbraccio e la benedizione del Papa. Giunto a Budapest si è diretto a est, a Barabás, punto di passaggio della frontiera per i profughi ucraini. Di lì ha potuto spingersi per qualche kilometro in territorio ucraino, raggiungendo la città di Berehove. Ascoltiamo le sue riflessioni al rientro, mentre si prepara per una missione analoga, questa volta in Slovacchia, che comincia il 16 marzo.
Di seguito una sua riflessione pubblicata sul sito di "Aggiornamenti Sociali"
Ho visto la guerra, ma non direttamente, perché la regione in cui sono stato finora è stata risparmiata dal conflitto: l’ho vista negli occhi delle donne e degli uomini che ho incontrato: persone sradicate, smarrite, che in uno zaino o in una borsa della spesa portano tutto quello che è loro rimasto. Respirano e camminano, ma si può dire che hanno “perso la vita”, anzi che la guerra gliel’ha tolta, e non hanno ancora cominciato a costruirne una nuova. Per questo sembrano cavarsela meglio gli immigrati stranieri: erano numerosi in Ucraina, solo gli studenti erano circa 75mila, da Africa, Asia e America Latina. Anche loro fuggono insieme alla popolazione ucraina, anche loro hanno solo uno zaino o una valigia, ma non hanno “perso la vita”, anche se alcuni hanno dovuto fare i conti con episodi di razzismo durante il viaggio.
La maggioranza dei profughi sono donne e bambini, e per loro si aggiunge la minaccia della tratta. Vengono da una storia – quella del mondo sovietico – in cui hanno imparato a diffidare da tutto ciò che è pubblico o statale; così stanno alla larga dai pullman organizzati dal Governo e questo fa il gioco dei trafficanti, che si avvicinano e offrono un passaggio su un’auto privata.
Ma non ho visto solo questo, anzi ho visto soprattutto altro: tante persone impegnate a fare la pace, avvicinandosi ai profughi, proprio mentre i soldati sono impegnati a fare la guerra, spesso da lontano, guardando lo schermo di un computer, perché si combatte una guerra tecnologica. È un vero esercito di pace che si è mobilitato per le iniziative di accoglienza e solidarietà, a tanti diversi livelli. C’è la solidarietà degli Stati, che in pochi giorni hanno messo in piedi infrastrutture e snellito le procedure che consentono l’ingresso legale ai profughi, che mettono a disposizione gli autobus o consentono di viaggiare gratuitamente sui treni; c’è quella dei funzionari pubblici che mandano avanti le operazioni. Poi c’è la solidarietà organizzata dalle ONG, dalle Chiese e dalle comunità religiose: tutte quelle presenti sul territorio che ho visitato – cattolici di rito latino e orientale, ortodossi, protestanti ed ebrei – capaci di collaborare in uno spirito di ecumenismo pratico.
Quella che mi ha colpito di più è la solidarietà spontanea della gente comune. Degli ungheresi, certo, ma anche di tante persone che ho incontrato, arrivate dall’Italia, dal Belgio, dalla Spagna…: hanno lasciato quello che stavano facendo e sono partite guidando per migliaia di kilometri, a proprie spese, per arrivare alla frontiera ucraina, scaricare gli aiuti che hanno portato e caricare le persone che ospiteranno a casa propria.
Ho visto un’Europa capace di mettere da parte chiusure e paure, capace di aprire le porte e le frontiere, anziché costruire muri e steccati. Ho visto europei capaci di comportarsi ancora come il buon samaritano, caricando su auto e pullman – non più su un cavallo o un asino – degli sconosciuti trovati “mezzi morti” lungo le strade che portano al confine. Prego perché, una volta terminata questa crisi, l’Europa e gli europei non tornino indietro, ma restino aperti e accoglienti!
In poche parole, ho visto Fratelli tutti in azione, nelle mani e nei volti delle persone, nelle loro azioni e nelle loro parole. Penso che come Chiesa abbiamo qui un grande compito da svolgere: mentre la Santa Sede e la sua diplomazia continuano a cercare strade per far cessare il conflitto, offrendosi anche come mediatori, a un altro livello dobbiamo impegnarci per sostenere e rinforzare questo sforzo di solidarietà.
Ce ne sarà bisogno perché la crisi potrebbe prolungarsi, ma soprattutto perché una volta tornata la pace, servirà la stessa solidarietà, forse persino più grande, per accompagnare le persone nel ritorno a casa, perché possano riprendersi quella vita che adesso sembrano aver smarrito, superare i lutti, le ferite e le sofferenze che la guerra lascerà sul territorio dell’Ucraina, e costruire un futuro di pace per il proprio Paese.
L’impegno degli uomini e delle donne dell’Ucraina è già cominciato. Al rientro a Roma mi hanno raccontato un fatto accaduto a Medyka, città polacca di frontiera. Alcuni trafficanti cercavano di convincere le donne in fuga a salire su due autobus che le avrebbero portate in Danimarca, per inserirle nel giro della prostituzione. Altre donne ucraine, già residenti in Polonia, hanno chiesto che venisse controllata l’identità di questi trafficanti, che rapidamente sono spariti. Ora le donne ucraine si stanno organizzando per impedire che fatti di questo genere si ripetano. Possiamo solo immaginare quello che riusciranno a una volta che potranno tornare a casa, con lo stesso spirito e la stessa determinazione. Per dare un futuro all’Ucraina è indispensabile che tacciano le armi, ma non basta: serve che i profughi possano rientrare, rimettersi al lavoro, tornare a scuola… Un Paese non può vivere senza i suoi cittadini!
La settimana scorsa sono partito per «un viaggio di preghiera, di profezia e di denuncia». Così è stato. Ma al rientro posso dire che è stato anche un viaggio di testimonianza, di amore e di speranza. Con questo spirito riparto ora per la Slovacchia. (card. Michael Czerny)
Ue accusa Gb: ucraini respinti alla frontiera
17 Marzo 2022 -
Milano - L' emergenza profughi in fuga dall' Ucraina torna a creare tensioni tra Londra e Bruxelles, sollevando nuove critiche sul modo in cui il Regno Unito gestisce la crisi dei rifugiati. In un' informativa al Parlamento europeo, la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha riferito di «problemi con gli ucraini che cercano di andare in Regno Unito» ma, una volta arrivati a Calais, «non riescono a salire sui treni perché serve un visto» per entrare nel Paese e «devono tornare a Parigi per richiederlo». Nei giorni scorsi, Londra è finita nel mirino delle critiche per non aver esentato i profughi provenienti dall' Ucraina dall' obbligo del visto, a differenza di quanto disposto dall' Ue. Una decisione che ha rallentato l' afflusso dei rifugiati nel Paese: finora dei tre milioni di persone scappate dall' Ucraina, solo 5.500 hanno ottenuto il visto per entrare nel Regno Unito a fronte di circa 20mila domande presentate. Il premier Boris Johnson ha continuato a difendere il piano di accoglienza sostenendo la scorsa settimana che il Paese è «assolutamente determinato ad essere il più generoso possibile».
Una versione che stride con le parole di Johansson che ha chiesto a più riprese e senza successo alla ministra degli Interni britannica, Priti Patel, di inviare funzionari a Calais per velocizzare il rilascio dei visti. Intanto l' Ue è tornata a lanciare l' allarme sul rischio di tratta di esseri umani e di sfruttamento per chi scappa dall' Ucraina. «Tanti minori non accompagnati sono entrati nell' Ue e abbiamo segnalazioni di donne e bambini scomparsi di cui non si ha traccia», ha affermato Johansson.
Ucraina: Viminale, 47mila I profughi finora in Italia
16 Marzo 2022 -
Roma - Sono 47.153 i profughi arrivati finora in Italia, in fuga dal conflitto in Ucraina. Ne dà notizia il Viminale spiegando che si tratta di “24.032 sono donne, 4.052 uomini e 19.069 minori”. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell’ingresso in Italia sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Ucraina: Onu, quasi 3 milioni i rifugiati
15 Marzo 2022 - Roma - I profughi provenienti dall'Ucraina continuano ad aumentare e oggi il loro numero sfiora la soglia dei 3 milioni. Secondo gli ultimi dati dell'Onu, dal 24 febbraio, data del primo attacco russo un totale di 2.952.026 rifugiati hanno attraversato il confine ucraino per cercare rifugio all'estero. I dati, aggiornati al 14 marzo e riferiti su un'apposita pagina del sito dell'Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), indicano che oltre la stragrande maggioranza delle persone in fuga è giunta in Polonia (quasi 1,8 milioni di profughi), seguita dalla Romania (olre 422.000) e dalla Moldavia (quasi 340.000).
Ucraina: Viminale, 44mila i profughi in Italia
15 Marzo 2022 -
Roma - Dall’inizio del conflitto in Ucraina ad oggi sono 44.008 i profughi entrati in Italia. Ne dà notizia il Viminale spiegando che si tratta di “22.331 donne, 3.819 uomini e 17.858 minori”. Le principali città di destinazione dichiarate al momento dell’ingresso in Italia sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Ucraina: le linee guida di Viminale e Protezione civile in lingua ucraina, inglese e italiana
11 Marzo 2022 -
Roma - Il ministero dell’Interno e il dipartimento della Protezione civile hanno realizzato una scheda dedicata ai profughi ucraini in arrivo nel nostro Paese per favorire la loro regolare permanenza sul territorio nazionale. Tra le indicazioni contenute: gli obblighi sanitari da rispettare secondo la normativa anti-Covid 19, a chi rivolgersi per usufruire di un alloggio, le modalità per regolarizzare la propria posizione in Italia e altre informazioni utili.