31 Agosto 2021 -
Roma - La rete continentale dell’America Latina e dei Caraibi Clamor, l’organismo ecclesiale che si occupa di migranti rifugiati e vittime di tratta, in un comunicato, ha espresso la sua solidarietà alle vittime delle sparizioni forzate esortando “gli Stati a intensificare gli sforzi per proteggere la popolazione e garantire i suoi diritti”. Clamor ha indicato, in conformità con la Dichiarazione universale, che una sparizione forzata è definita come “un arresto o trasferimento forzato, contro la propria volontà, di persone che sono private della loro libertà da agenti governativi, gruppi organizzati o da singole persone”.
“Vogliano attirare l’attenzione sulle sparizioni di migliaia di migranti nel nostro continente. Ci sono tante rotte e diverse forme di emigrazione irregolare - prosegue la nota della rete Clamor, firmata dal suo presidente, mons. Gustavo Rodríguez Vega, arcivescovo di Yucatán - tutte piene di rischi e, tra queste, la scomparsa e la morte”. A tal fine, “ricordiamo tutti i migranti scomparsi in Messico. Molti sono stati vittime di stragi, altri, forse, sono tra i resti non identificati e molti di più sono quelli di cui non si sa più nulla”.
La rete Clamor chiede ai governanti di tutti i Paesi di ricordare alle loro forze armate militari e a tutte le istituzioni di pubblica sicurezza che "il loro dovere è quello di servire e garantire la sicurezza, non di perseguitare, arrestare, far sparire e uccidere i civili”.