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Benedetto XVI: 135mila i fedeli che fino a ieri hanno reso omaggio alla salma. Domani i funerali

4 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Ultimo giorno per rendere omaggio, nella Basilica di San Pietro, al papa emerito Benedetto XVI e già dalle prime ore è forte il flusso di fedeli. Ieri sono state circa 70 mila le persone che hanno avuto accesso alla Basilica, 135.000 in due giorni. Fervono intanto i preparativi per il funerale che si svolgerà domani mattina alle 9,30 e sarà preseduto, in piazza San Pietro, da papa Francesco. Benedetto XVI  sarà poi sepolto in una triplice bara in cipresso, zinco e rovere con monete, palii e medaglie nelle grotte vaticane vicino all’altare centrale (sulla destra guardando verso la tomba di san Pietro). La stessa tomba dove era stato sepolto papa Giovanni Paolo II e prima di lui Giovanni XXIII. Entrambi sono stati spostati dopo la beatificazione. Giovanni Paolo II dal 1° maggio 2011 riposa nella Basilica nella cappella di San Sebastiano mentre Giovanni XXIII dal 2001  sotto l’altare di San Girolamo, sempre nella basilica vaticana. Oltre 600, fino a ieri - secondo le informazioni date dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni - i giornalisti accreditati. (Raffaele Iaria)      

Benedetto XVI: un magistero che ha fatto sentire ancora di più la Chiesa vicina al popolo in cammino

2 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Da questa mattina sono migliaia i fedeli da tutto il mondo che si sono messi in fila per rendere omaggio alla salma del papa emerito Benedetto XVI esposta nella Basilica di San Pietro, in Vaticano. Il Papa emerito è morto sabato 31 dicembre alle 0re 9,34. Poco prima, intorno alle 3, le sue ultime parole pronunciate in italiano: "Gesù ti amo". Era presente solo un infermiere che non parla il tedesco e che ha sentito le parole pronunciate da Ratzinger. “Benedetto XVI – ha raccontato il suo segretario, il vescovo Georg Gänswein - con un filo di voce, ma in modo ben distinguibile, ha detto, in italiano: ‘Signore ti amo!’ Io in quel momento non c’ero, ma l’infermiere me l’ha raccontato poco dopo. Sono state le sue ultime parole comprensibili, perché successivamente non è stato più in grado di esprimersi”. Il Papa emerito è morto nel Monastero “Mater Ecclesia", in Vaticano dove abitava dal 2005 dopo la sua rinuncia al trono pontificio. Questa mattina la traslazione, in forma privata, nella basilica Vaticana dove il primo a rendergli omaggio è stato il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Benedetto XVI è vestito con paramenti liturgici rossi, la mitra del vescovo, il rosario e una croce tra le mani. Ai piedi un paio di scarpe nere, non quelle rosse che usava quando era il pontefice regnante. I funeral, in forma sobria, giovedì 5 gennaio alle ore 9,30 presieduti da papa Francesco che in questi giorni ha più volte ricordato il suo predecessore. Ricco il magistero sul tema della migrazioni  durante il suo pontificato. Molti ricordano alcuni incontri straordinari con il mondo della mobilità umana, come quello con i rom e quello coin lo spoettacolo viaggiante. Otto i messaggi per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 2006 al 2013: le migrazioni come un ‘segno dei tempi’ (2006), la famiglia migrante diversa (2007), la provocazione dei giovani migranti (2008), il valore dell’ospitalità (2009), il dramma dei minori migranti (2010), le migrazioni e l’unità della famiglia umana (2011), le migrazioni e la nuova evangelizzazione (2012), le migrazioni come pellegrinaggio di fede e di speranza (2013). E come dicevamo i due incontri per il mondo dei rom ( 11 giugno 2011) e per la gente dello spettacolo viaggiante (1 dicembre 2012). Grazie papa Benedetto XVI per queste occasioni e per il suo magistero  che hanno fatto sentire ancora di più la Chiesa vicina al popolo in cammino, tra le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di questo mondo (Raffaele Iaria).

Mci Gran Bretagna: il cordoglio per la morte di Benedetto XVI

2 Gennaio 2023 - Londra - Gli emigranti italiani, assieme ai cattolici del Regno Unito, nel 2022 appena scivolato via, hanno perso due tra le figure più significative dell’ultimo secolo: la regina Elisabetta II e papa Benedetto XVI. Se è difficile riuscire a dire qualcosa di entrambi che non sia stato già detto, è possibile riportare alla memoria ciò li ha accomunati e ciò che li ha resi co-protagonisti. Ciò che li ha accomunati è una solida fede in Gesù Cristo e «la grande semplicità e dignità» con la quale entrambi hanno portato il peso delle loro responsabilità - per riportare le parole che papa Giovanni XXIII aveva indirizzato alla Regina nella sua visita al Pontefice, poi riprese e riconfermate dal papa Giovanni Paolo II alla Sovrana nella sua visita in Vaticano nel 1980. A papa Benedetto XVI viene riconosciuta una gentilezza, sensibilità e una umanità straordinarie, animate da una fede incondizionata in Dio: «Dire “Io credo in Dio” significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la sua Parola la orienti ogni giorno, nelle scelte concrete, senza paura di perdere qualcosa di me stesso» (Udienza Generale, 23.01.2013). La regina Elisabetta II e papa Benedetto sono stati accomunati anche da un incontro di una portata epocale. Papa Benedetto XVI è stato il primo Pontefice Romano ad essere invitato a compiere una visita di stato in Inghilterra dallo scisma di Enrico VIII del 1534. La decisione del papa fu quella di iniziare la sua visita dalla Scozia, perché la prima cosa che volle fare fu quella di salutare la Regina. E fu la scelta giusta perché la calorosa accoglienza ricevuta da Elisabetta contribuì presto a dissipare gli atteggiamenti di sospetto da parte di molti e ad apprezzare «la sua cortesia, la sua gentilezza, la perspicacia della sua mente e l’apertura della sua accoglienza verso tutti coloro che incontrava», così come ha espresso il card. Vincent Nichols nel suo messaggio di cordoglio diramato subito dopo la morte del Papa. La visita di papa Benedetto in Inghilterra ha inciso profondamente nella coscienza civile e cristiana della Nazione. In tutti i suoi discorsi, inclusa l’omelia tenuta in occasione della beatificazione del card. John Henry Newman, avvenuta il 19 settembre 2010, e il memorabile discorso tenuto davanti ai membri del Parlamento Britannico nella Westminster Hall di Londra, papa Benedetto ha ribadito uno dei temi più cari del suo pontificato: la necessità di dialogo e rispetto, ad ogni livello della vita nazionale, e di una relazione intima tra il mondo della fede e il mondo della ragione per il bene della nostra civiltà. Come ha dichiarato il card. Nichols, papa Benedetto verrà ricordato come «colui che ha ridefinito la presenza cattolica in Inghilterra e nel Galles». (don Antonio Serra - Coordinatore Nazionale Missioni Cattoliche Italiane in UK)    

Benedetto XVI: inno alla coscienza

2 Gennaio 2023 - È l’immagine di un volto sereno e mite quella che apre il ricordo di Benedetto XVI, uno sguardo che rifletteva la profondità intellettuale e spirituale di un uomo di preghiera, di pensiero, di parola. È l’immagine di un uomo che di buon mattino con passo veloce e leggero attraversava piazza San Pietro per recarsi al palazzo della Congregazione per la dottrina della fede. Lo si incrociava con il desiderio di porgergli un saluto che ricambiava con amabilità interessandosi del lavoro di chi lo stava salutando. È l’immagine del Papa che alla Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia 2005, immerso nel fiume dei giovani, sembrava smarrito mentre era affascinato da quella voglia di vivere e da quell’ attesa di una parola nuova. E poi alla Gmg di Madrid 2011 quando un furioso temporale serale lo costrinse a lasciare a malincuore il luogo ma non i giovani che lì si erano radunati e con i quali il mattino dopo condivise la trepidazione per la notte sotto la pioggia. A queste immagini giornalistiche se ne affiancano altre che richiamano momenti della vita, del pontificato, richiamano gesti di amore alla Chiesa e parole intrise di passione per la Verità, per il colloquio tra la ragione e la fede. Il filo robusto di un’umiltà radicata nel Vangelo legava immagini e parole che facevano trasparire nel suo sguardo la tenerezza di Dio. E con questo filo si intrecciava quello della cura della coscienza, del luogo in cui avvengono la ricerca della Verità, l’incontro con la Verità. Quanta attualità e quanta profezia nelle riflessioni e nel magistero di quegli anni! La coscienza e la formazione della coscienza erano sempre state al centro delle preoccupazioni di Joseph Ratzinger, ne parlava con un linguaggio educativo che trasmetteva il senso, la fatica e la bellezza del pensare e del pensare la fede. Rivolgendosi a una Conferenza internazionale di studio nel 1994 ebbe a ricordare: che “alcuni dei maggiori crimini dei giorni nostri sono stati perpetrati, e lo sono tuttora, proprio in nome della coscienza individuale come se non esistesse una norma superiore. La coscienza non crea la verità ma si milita a individuarla e attuarla. Come insegna san Bonaventura la coscienza è come l’araldo e il messaggero di Dio, non impone le cose in nome della propria autorità ma le impone in quanto provenienti dall’autorità divina”. L’inno alla coscienza accompagnò i suoi passi nel tempo, si levò nei momenti più difficili come fu quello della scelta di ritirarsi. È diventato la sua eredità Un’eredità da coltivare e condividere perché l’uomo nella tempesta della storia non smarrisca la direzione del cammino verso la felicità, perché il cristiano sia pronto a testimoniare e annunciare la Verità, compagna fedele e insostituibile della pace e della giustizia. (Paolo Bustaffa)  

Ratzinger: iniziato l’omaggio in Basilica

2 Gennaio 2023 - Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio a Benedetto XVI "alle 8.50, prima dell'apertura della basilica vaticana" al pubblico. Lo dice all'ANSA il parroco di San Pietro don Agnello Stoia. La traslazione dal Monastero Mater Ecclesiae alla basilica è avvenuta in forma privata, al riparo dalle telecamere. Vicino alla salma di Joseph Ratzinger, collocata ai piedi dell’Altare della Cattedra, sono presenti il segretario, mons. Georg Gäenswein, e il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro. Tra le personalità, tra i primi ad arrivare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.  

Benedetto XVI: da oggi salma esposta nella Basilica di San Pietro

2 Gennaio 2023 -

Città del Vaticano - Le spoglie del Papa Emerito Benedetto XVI hanno riposato fino a questa mattina presso il Monastero Mater Ecclesiae. La Sala Stampa della Santa Sede conferma che oggi, a partire dalle ore 9, la salma verrà esposta per la visita dei fedeli nella basilica di San Pietro, che resterà aperta dalle 9 alle 19, martedì e mercoledì dalle 7 alle 19. I funerali presieduti da Papa Francesco  verranno celebrati in Piazza San Pietro giovedì 5 gennaio alle ore 9.30. Per la partecipazione non sono previsti biglietti. Le Delegazioni ufficiali presenti saranno quelle della Germania e dell’Italia. Il 5 gennaio, al termine della Messa presieduta da Papa Francesco – rende noto inoltre la sala stampa vaticana – avranno luogo l’Ultima Commendatio e la Valedictio. Il feretro di Benedetto XVI sarà portato nella basilica di San Pietro e quindi nelle Grotte Vaticane per la tumulazione.

Papa Francesco: “gratitudine” per Benedetto XVI “persona nobile e gentile”

31 Dicembre 2022 -
Città del Vaticano - “Gratitudine”. È il sentimento espresso da Papa Francesco, nell’omelia del tradizionale Te Deum di fine anno, in cui ha ricordato la figura del Papa emerito, morto a 95 anni questa mattina nel Monastero Mater Ecclesiae. Riferendosi della virtù della gentilezza, “come stile di vita che favorisce la fraternità e l’amicizia sociale”, il Santo Padre ha affermato: “E parlando della gentilezza, in questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona così nobile, così gentile”. “E sentiamo nel cuore tanta gratitudine”, ha proseguito Francesco: “Gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata”.

Benedetto XVI: i temi della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

31 Dicembre 2022 - Roma - “Celebriamo oggi la Giornata Mondiale del Mi[1]grante e del Rifugiato. Nel Messaggio di quest’anno ho paragonato le migrazioni ad un ‘pellegrinaggio di fede e di speranza’. Chi lascia la propria terra lo fa perché spera in un futuro migliore, ma lo fa anche perché si fida di Dio che guida i passi dell’uomo, come Abramo”. Sono state le parole pronunciate il 13 gennaio 2013 da papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, l’ultima del suo pontificato. “I migranti – ha aggiunto – sono portatori di fede e di speranza nel mondo. A ciascuno di loro rivolgo oggi il mio saluto, con una speciale preghiera e benedizione”. Di seguito pubblichiamo i temi da lui scelti annualmente per questa Giornata: 2006 “Migrazioni, segno dei tempi: cieli e terra nuova il Signor darà”; 2007 “La famiglia, parabola di comunione nella diversità”; 2008 “Giovani migranti: risorsa e provocazione”; 2009 “Non più stranieri né ospiti ma della fa[1]miglia di Dio”; 2010 “Il minore migrante e rifugiato: una speranza per il futuro”; 2011 “Una sola famiglia umana”; 2012 “Migrazioni e nuova evangelizzazione”; 2013 “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”. (Raffaele Iaria)

Benedetto XVI: Mci Romania, “con la profondità e la chiarezza dei suoi documenti e delle sue catechesi è riuscito ad essere ‘lampada che risplende’ per tutti noi”

31 Dicembre 2022 - Bucarest - Un “Eterno riposo…” per papa Benedetto XVI: "con la profondità e la chiarezza dei suoi documenti e delle sue catechesi è riuscito ad essere 'lampada che risplende' per tutti noi". Lo dice a www.migrantesonline.it il coordinatore della Missioni cattoliche Italiane in Romania, don Valeriano Giacomelli. "Personalmente - aggiunge - faccio spesso riferimento a lui per i miei dialoghi con le coppie che preparo per il matrimonio e per il battesimo. Per me è stato e rimane un esempio per quanto riguarda il suo essere, da una parte, un uomo di grande fede e dall’altra, un uomo, pur nella sua timidezza, di grande umanità, disposto sempre a dialogare con tutti, presentando, in ogni circostanza - conclude - argomenti solidi e direi ragionevolmente incontestabili a favore delle sue affermazioni. Preghiamo affinché possa godere per l’eternità della 'Luce' che si è incarnata per illuminare il mondo".

Benedetto XVI, Mci Canton Zugo; grazie per la testimonianza di fede e la chiarezza con cui ci ha parlato di Gesù

31 Dicembre 2022 - Zurigo - Il decesso di Papa Benedetto XVI ha provocato anche in me atteggiamenti di sofferenza anche se come cristiano non posso che lodare e ringraziare il Buon Pastore delle nostre anime per aver donato alla Chiesa universale un “semplice operaio nella vigna del Signore” . Questa stessa definizione con cui Papa Benedetto XVI si è presentato al mondo intero mi ha tanto colpito: egli che è stato un grande teologo, egli che ora era il Vicario di Cristo sulla terra e che si autopresentava come un “semplice operaio”, doveva avere in sé una grande umiltà e non nascondo che ha ribadito e indicato ancora una volta anche a me quale doveva essere il mio primo atteggiamento come come ministro del Vangelo. Non posso poi ripercorrere la sua grande opera che Papa Benedetto ci ha fatto dono con il libro su Gesù di Nazareth con le sue diversi parti che non sto qui a presentare; di una bellezza e di un approfondimento degno di un uomo innamorato di Gesù. Si, leggendo questi volumi su Gesù di Nazareth che mi hanno dato molto in termine di riflessione teologica, ne ho tratto questa conclusione: soltanto una persona innamorata di Gesù poteva farci dono di quelle belle riflessioni e cito solamente la conclusione della seconda parte del libro dove Papa Benedetto XVI si esprime con la ricchezza, la profondità e la certezza di queste illuminanti parole: “ Nell’andarsene Egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio. Per questo i discepoli poterono gioire, quando da Betania tornarono a casa . Nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. E’ questa la ragione permanente della gioia cristiana”. Concludo con quest’altra riflessione che Papa Benedetto ci la lasciato nell'enciclica "Deus caritas est" e che costitusce per tutta la Chiesa universale un altro dono importantissimo. Ricordo che quando ho approfondito questa enciclica con i miei fedeli, in particolare le giovani generazioni ne erano entusiaste e si stupivano del linguaggio “moderno” che Papa Benedetto XVI usava. Nell’introduzione Papa Benedetto cita 1Gv 4,16  che dice "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui"; poi continua dicendo che “queste parole esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguenza immagine dell’uomo e del suo cammino”.   Grazie caro Papa Benedetto; grazie per averci richiamato ancora una volta che tutto deve partire da Gesù e dal suo Amore e tutto deve essere riportato a Lui e al suo Amore che ci ha lasciato. Grazie per la tua testimonianza di fede e grazie per la chiarezza con cui ci hai parlato di Gesù. Il Buon Pastore delle nostre anime ti possa accogliere nel suo Regno  “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”. (don Mimmo Basile, Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Zugo,  Svizzera)

Benedetto XVI, Mci Amburgo: rinuncia e alcuni segni del pontificato

31 Dicembre 2022 - Amburgo - La morte di Papa Benedetto XVI richiama alla mente, non tanto la sua figura di illuminato teologo già dai tempi del Concilio Vaticano II, non quello di giovane Arcivescovo di Monaco e poi Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, non quello di amante di Dio, dei libri, della Musica (Mozart in particolare), dei gatti; ma la sua rinuncia al Pontificato e alcuni segni avvenuti durante il suo Pontificato. L’ultimo papa che si dimise fu 600 anni prima, Gregorio XII nel 1415, e prima ancora Celestino V, nel 1294. È difficile delineare un ritratto di Benedetto XVI, forse quasi impossibile, non per gli aspetti molteplici che hanno attraversato la sua esistenza ma per il carico di complessità che la sua vita di teologo, uomo di Chiesa e intellettuale ha sostenuto. Nel corso del suo pontificato, Benedetto XVI, iniziò un percorso di riforme strutturali attuando sia in termini canonici che morali il principio dell’ermeneutica della continuità ovvero la concezione per cui il Concilio Vaticano II si deve porre in piena sintonia con la storia della Chiesa e ne aggiorni la prassi e le pratiche ma non rivoluzioni quella che è la tradizione liturgica. Per Benedetto XVI “conservare” non è chiudersi ma continuare nel solco di una tradizione leggendo i tempi e cercando di prestare fede alle Scritture. Ma ciò che va ricordato è che Benedetto XVI non ha mai avuto ripensamenti sulla sua rinuncia. L’ultimo documentario pubblicato proprio in Germania conferma una sensazione comune: Joseph Ratzinger non ha mai tergiversato su quanto deciso nel 2013 e nonostante tutto ogni volta che l’ex Papa prendeva una posizione in pubblico, il coro dei progressisti interveniva o si agitava, a dispetto di quanto una televisione tedesca proprio due anni fa – di questi tempi - decise di dedicare un video reportage di mezz’ora sul Papa emerito mediante cui è stato possibile approfondire numerosi dettagli della vita che Benedetto XVI. Un’esistenza fatta soprattutto di preghiera e letture. E tra le note più rilevanti, c’è il virgolettato di monsignor Georg Gänswein, suo fedele segretario, che affermò: “le dimissioni sono state una decisione lunga, ben pregata e sofferta, di cui non si è mai pentito. Il Papa è completamente in pace con sé stesso”. La vicenda, quindi, può non essere più dibattuta. Per quanto il caso della rinuncia continui ad interessare le cronache di chi cerca motivazioni differenti da quelle comunicate all’epoca dal Santo Padre. La “ingravescentem aetatem” non ha ancora persuaso tutti. Ma comunque la sua voce, nonostante l’età si è fatta sempre sentire. Ed ora ricordiamo solo due episodi di fatti eclatanti accaduti nel suo pontificato, la visita in Benin nel 2011 ed il fulmine che colpisce il Cupolone nel giorno delle dimissioni. Erano circa 80 mila i fedeli presenti alla messa del Papa in quella domenica di novembre del 2011 e tutti hanno potuto vedere insieme la luna e il sole, evento rarissimo a quella latitudine. E alcuni parlarono di “miracolo”. All’indomani della messa celebrata da Benedetto XVI nello Stadio de l’Amitiè di Cotonou, anche i vescovi del Benin si sono interrogati sullo straordinario fenomeno che ha consentito alle 8 del mattino agli 80 mila fedeli presenti di vedere insieme la luna e il sole, un evento rarissimo in Africa a quella latitudine, che ha suscitato grande stupore nella folla, come riferì ai giornalisti il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Tanto più che non pochi fedeli hanno dichiarato di aver visto anche il sole muoversi e risplendere senza accecare, così da poterlo guardare a lungo senza problemi. Un fenomeno interpretato dagli africani come un prodigio dovuto alla presenza del Papa, ma che ha turbato anche gli operatori dei media e molti vescovi, anche perché, a quanto si è appreso, non è stato un fatto isolato ma si è ripetuto altre volte nel corso della visita. Monsignor Renè-Marie Ehuzu, vescovo di Porto Novo e presidente della Commissione Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale del Benin, nonché responsabile organizzativo della visita papale nel Paese, dichiarò all’Agi che “sabato pomeriggio, quando il Papa nel tragitto verso la parrocchia di Santa Rita, alla periferia di Cotonou, si è fermato per salutare e benedire gli ammalati dell’ospedale che si trova lì vicino, si è verificato un fenomeno analogo, tanto che gli ospiti del nosocomio hanno voluto recarsi nella Cappella per una preghiera di ringraziamento”. “Per tutti e tre i giorni della visita – ha affermato il presule – ci sono testimonianze su eventi simili e foto scattate con i cellulari dai testimoni, in qualche caso sacerdoti. Personalmente non so dare una spiegazione ma escludo che si tratti di un fenomeno di isteria collettiva”. “La luna è attualmente molto vicina al sole (una piccola falce visibile prima dell’alba), perciò è impossibile vederla insieme al sole, cioè quando questo è alto nel cielo. Se era visibile, è evidente che il bagliore del sole era temperato, come appunto dicono i testimoni”. Il Papa ha portato la luce di Cristo. E poi la foto, che ha fatto il giro del mondo, e che non è una fake ma semplicemente autentica per varie e fortunate coincidenze, oltre a pazienza e bravura del fotografo: il fulmine la sera delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Alla morte di San Giovanni Paolo II, quella sera piazza San Pietro era gremita di gente, la sera delle dimissioni di Papa Benedetto XVI piazza San Pietro era vuota e desolata, solo il temporale che si apprestava a cadere su Roma e così fu ed i fulmini che squarciavano il cielo, tra cui quelli che cadevano sulla Basilica e quello ripreso sul Cupolone. Molti hanno interpretato questo accadimento così come quello in Africa come dei segni del cielo. Ora lui certamente gode del visione beatifica di Dio e dovrà continuare a pregare per noi così come noi per la sua anima benedetta. (don Pierluigi Vignola - Responsabile Missione Cattolica Italiana Amburgo)

Cei: messaggio in occasione della morte del Papa emerito Benedetto XVI

31 Dicembre 2022 - Roma - Pubblichiamo di seguito il Messaggio della Presidenza della CEI per la morte del Papa emerito Benedetto XVI. Nel testo vengono riportate anche alcune indicazioni liturgiche. La Chiesa in Italia esprime profondo cordoglio per la morte del Papa emerito Benedetto XVI. Ritornano le parole della “declaratio” del 10 febbraio 2013, quando rinunciò al ministero petrino: «Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio». Anche nel momento della debolezza umana, ha dimostrato la forza che viene dalla fede in Cristo (2Cor 12,10) e l’importanza di una relazione profonda che nasce dalla preghiera nello Spirito (Gd 20). In queste ore risuona nel cuore di ciascuno di noi il suo invito a «sentire la gioia di essere cristiano, perché Dio ci ama e attende che anche noi lo amiamo». La sua vita fondata sull’amore è stata un riflesso della sua relazione con Dio e, nell’ultimo tratto della sua esistenza, ha reso visibile questa relazione con il Signore, custodendo il silenzio. Ringraziamo il Signore per il dono della sua vita e del suo servizio alla Chiesa: testimonianza esemplare di quella ricerca incessante del volto del Signore (Sal 27,8), che oggi può finalmente contemplare faccia a faccia (1Cor 13,12). La Chiesa in Italia, in particolare, gli è riconoscente per l’impulso dato alla nuova evangelizzazione: ricordiamo l’esortazione, rivolta in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona, a portare «con rinnovato slancio a questa amata Nazione, e in ogni angolo della terra, la gioiosa testimonianza di Gesù risorto, speranza dell’Italia e del mondo». In questo momento, facciamo nostra la sua preghiera alla Vergine di Loreto, a cui affidiamo la sua anima: «Proteggi il nostro Paese, perché rimanga un Paese credente; perché la fede ci doni l’amore e la speranza che ci indica la strada dall’oggi verso il domani. Tu, Madre buona, soccorrici nella vita e nell’ora della morte». Invitiamo le comunità locali a riunirsi in preghiera e a celebrare la messa in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI. È opportuno utilizzare uno dei formulari proposti dal Messale Romano per le Messe dei defunti «Per il Papa» (pp. 976-977). Nei testi si dovrà aggiungere la dicitura «il Papa emerito Benedetto XVI». Precisiamo, inoltre, che nella colletta dello schema B e nell’orazione sulle offerte dello schema A si dovrà dire «il tuo servo, il Papa emerito Benedetto XVI».

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

Mattarella: Benedetto XVI figura indimenticabile per il popolo italiano

31 Dicembre 2022 -

Roma - «La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio». Lo ha detto questa mattina il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.

 

Migrantes: Benedetto XVI e i migranti, un ricco magistero

31 Dicembre 2022 - Il Magistero che Papa Benedetto XVI ci lascia sulle migrazioni è ricco, soprattutto negli otto Messaggi delle Giornate mondiali per il migrante e il rifugiato negli anni del suo Pontificato (2005-2013), a partire dal primo  dove definisce le migrazioni ‘segno dei tempi’. Le prospettive in cui si muove il suo Magistero sul tema delle migrazioni, sono state riassunte dallo stesso Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate (2009), al n. 62 : “Un altro aspetto meritevole di attenzione, trattando dello sviluppo umano integrale, è il fenomeno delle migrazioni. È fenomeno che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Possiamo dire che siamo di fronte a un fenomeno sociale di natura epocale, che richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale per essere adeguatamente affrontato. Tale politica va sviluppata a partire da una stretta collaborazione tra i Paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano; va accompagnata da adeguate normative internazionali in grado di armonizzare i diversi assetti legislativi, nella prospettiva di salvaguardare le esigenze e i diritti delle persone e delle famiglie emigrate e, al tempo stesso, quelli delle società di approdo degli stessi emigrati. Nessun Paese da solo può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori del nostro tempo. Tutti siamo testimoni del carico di sofferenza, di disagio e di aspirazioni che accompagna i flussi migratori. Il fenomeno, com'è noto, è di gestione complessa; resta tuttavia accertato che i lavoratori stranieri, nonostante le difficoltà connesse con la loro integrazione, recano un contributo significativo allo sviluppo economico del Paese ospite con il loro lavoro, oltre che a quello del Paese d'origine grazie alle rimesse finanziarie. Ovviamente, tali lavoratori non possono essere considerati come una merce o una mera forza lavoro. Non devono, quindi, essere trattati come qualsiasi altro fattore di produzione. Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione”. Sono prospettive che si muovono nella tradizione del Magistero e dell’azione sociale della Chiesa, ribadite anche nell’Angelus della domenica 10 gennaio 2010 (dopo i fatti di Rosarno) e del Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni (16 gennaio 2011), dal titolo: ‘Una sola famiglia umana’. Un messaggio che riprende il tema del diritto di migrare, già affermato da Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra (n. 30) e ribadito da Paolo VI nell’enciclica Octogesima Adveniens (n. 17), e al tema di una fraternità universale che chiede di leggere l’accesso e la destinazione dei beni dentro la prospettiva di una cittadinanza universale: tema approfondito poi da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti. L’ultimo messaggio per la Giornata mondiale dei migranti e rifugiato, del 2013, Papa Benedetto XVI lo ha dedicato al tema «Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza», in concomitanza con le celebrazioni del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e del 60° della promulgazione della Costituzione Apostolica Exsul familia, mentre tutta la Chiesa era impegnata a vivere l’Anno della fede, raccogliendo con entusiasmo la sfida della nuova evangelizzazione. “Fede e speranza - scriveva Papa Benedetto XVI - formano un binomio inscindibile nel cuore di tantissimi migranti, dal momento che in essi vi è il desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la «disperazione» di un futuro impossibile da costruire”. La sua morte ci consegna questa fede e questa speranza dei migranti per costruire con loro il nostro futuro, come ha ripetuto Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata dei migranti e dei rifugiati di quest’anno. Un Magistero che continua. ​(mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

E’ morto papa Ratzinger

31 Dicembre 2022 - Città del Vaticano  - "Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano". Lo dichiara il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Dalla mattina di lunedì prossimo, 2 gennaio, il corpo del Papa emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli.
La Fondazione Migrantes con il Presidente, S.E. Mons. Gian Carlo Perego e il Direttore Generale, Mons. Pierpaolo Felicolo, si unisce alla preghiera che si alza nel mondo per la morte del papa emerito nel regno della luce e della verità.

Oggi papa Ratzinger compie 94 anni

16 Aprile 2021 - Città de Vaticano - Il Papa emerito Benedetto XVI compie oggi 94 anni: è infatti nato il 16 aprile del 1927 a Marktl am Inn, in Baviera, diocesi di Passau. Joseph Ratzinger continua a vivere con grande riservatezza nel monastero Mater Ecclesiae all'interno della Città del Vaticano, accudito da alcune Memores Domini (consacrate del movimento di Comunione e Liberazione) e accompagnato dal suo segretario particolare, l'arcivescovo mons. Georg Gänswein, tuttora prefetto della Casa Pontificia.

Cei: “uniti nella preghiera al Papa emerito Benedetto XVI” per la morte del fratello

2 Luglio 2020 - Roma - “La Conferenza episcopale italiana si unisce nella preghiera al Papa emerito Benedetto XVI per la scomparsa del fratello Georg. La passione per la Verità che ora contempla attenua il momentaneo distacco terreno. La speranza in Colui che è la risurrezione e la vita ci aiutino a colmare il vuoto che lascia. Il Dio di Misericordia non farà mancare consolazione a quanti sono nel dolore e nella tristezza. La fede nel Signore risorto non ci lascia nella solitudine e nell’abbandono ma ci assicura la prossimità di tanti fratelli e sorelle che ci sostengono nell’attraversare i passaggi più dolorosi della vita”. Lo scrive la Cei in un post sulla pagina  Facebook.

R.I.