17 Febbraio 2023 - Milano - Si muove anche l'Onu contro il decreto sulle Ong. Dalle Nazioni Unite arriva una dura nota e l'invito all'Italia a ritirare quella che già da settimana prossima potrebbe diventare legge. È proprio il capo per i diritti umani Volker Türk a esprimere «serie preoccupazioni - riporta una nota dell'Alto commissariato di Ginevra - per una proposta di legge in Italia che potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con conseguenti più morti in mare». «È semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria», afferma Türk, esortando il governo italiano a ritirare la proposta di legge e a consultare i gruppi della società civile, in particolare le stesse organizzazioni non governative che si occupano di ricerca e soccorso, «per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale sui rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, comprese la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare».
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Onu: 50 milioni nel mondo sono vittime di schiavitù “moderna”
12 Settembre 2022 - Ginevra - Nel mondo sono 28 milioni le persone sottoposte a lavori forzati e 22 milioni costrette in matrimoni forzati, per un totale di 50 milioni di vittime di forme di schiavitù moderna, pari a 10 milioni in più rispetto alle stime globali del 2016. Lo riferisce un rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), di Walk Free e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, (Oim) reso noto oggi a Ginevra. La schiavitù moderna è presente in quasi tutti i paesi del mondo, ma donne e bambini rimangono sproporzionatamente vulnerabili, sottolinea il rapporto. Più della metà (52%) del lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si concentrano nei paesi a reddito medio-alto o alto, inoltre la maggior parte dei casi di lavoro forzato (86 %) si registra nel settore privato. Quasi uno su otto di tutti i lavoratori forzati sono bambini (3,3 milioni) e più della metà sono vittime di sfruttamento sessuale a fini commerciali. Inoltre, osserva il rapporto, i lavoratori migranti hanno una probabilità più che tripla di essere sottoposti a lavoro forzato rispetto ai lavoratori adulti non migranti.
Ucraina: Onu, oltre 5,4 milioni di rifugiati
2 Maggio 2022 - Roma - Sono 5,4 milioni i rifugiati ucraini fuggiti dal loro paese a seguito dell'invasione delle truppe russe iniziata lo scorso 24 febbraio. Lo dicono i dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Il flusso dei rifugiati ha subito un rallentamento molto marcato da fine marzo, anche se negli ultimi giorni è leggermente aumentato. Donne e bambini rappresentano il 90% di questi rifugiati, mentre quasi due terzi dei bambini ucraini hanno dovuto abbandonare le proprie case, compresi quelli che si trovano ancora nel Paese. Quasi sei rifugiati ucraini su dieci (2.992.575 al 28 aprile) sono fuggiti in Polonia, che ospita di gran lunga il maggior numero tra i paesi europei.
Guterres (Onu): 50.000 migranti morti nel mondo negli ultimi 7 anni
18 Febbraio 2022 -
Roma - Negli ultimi sette anni sono morti nel mondo almeno 50.000 migranti e “il numero attuale è sicuramente più alto. Dietro ogni numero c’è un essere umano. Sono morti mentre cercavano di raggiungere ciò che tutti desideriamo: opportunità, dignità e vita migliore. Le loro morti sono una vergogna collettiva”. Lo ha detto António Guterres, segretario generale dell’Onu, in apertura della riunione sul Patto globale per migrazioni sicure, regolari e disciplinate. “Prevenire la perdita di vite umane, anche tramite soccorsi in mare – ha sottolineato – è un imperativo umanitario e un obbligo morale e legale. Che siano migrazioni volontarie o forzate, formalmente autorizzate o no, tutti gli esseri umani devono essere rispettati nei diritti e nella dignità. Dobbiamo eliminare il traffico di esseri umani, dobbiamo porre fine allo sfruttamento della vulnerabilità”. Guterres ha ricordato che l’80% della popolazione che migra lo fa in maniera ordinata e regolare. “Ma la migrazione non regolamentata continua a comportare un terribile costo umano – ha osservato -. I grandi flussi migratori oggi sono gestiti essenzialmente da trafficanti di esseri umani. E questo è del tutto inaccettabile. Questi criminali derubano le persone dei loro diritti fondamentali, rubano i loro sogni e causano seri problemi in molti Paesi del mondo. Con donne e ragazze prese di mira ancora e ancora”. L’unico modo “per spezzare la morsa di contrabbandieri e trafficanti – ha sottolineato – è stabilire percorsi per la migrazione regolare in stretta collaborazione tra i Paesi di origine e quelli di destinazione. Dobbiamo proteggere meglio i migranti in situazioni vulnerabili, compresi quelli colpiti dai disastri e dalla crisi climatica. E dobbiamo espandere e diversificare percorsi basati sul diritto alla migrazione regolare, per affrontare le carenze del mercato del lavoro e promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dobbiamo fare di più per garantire che i rimpatri e le riammissioni siano sicuri, dignitosi e nel pieno rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale”.
Quei rifugiati senza protezione
15 Aprile 2021 - Milano - La sintonia tra il Viminale e l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati sulla protezione dei migranti e sui corridoi umanitari. La nuova strategia Ue per la lotta alla tratta degli esseri umani. Le istituzioni si preparano ad affrontare i nuovi flussi migratori, con le incognite legate alla seconda estate in piena pandemia, dopo un 2020 che ha visto in forte calo le domande d’asilo. Lo ha certificato il rapporto del Cir, il Consiglio italiano per i rifugiati, secondo cui da una parte l’inasprimento della legislazione (dopo l’entrata in vigore dei decreti Salvini) ha limitato le possibilità di protezione per richiedenti asilo e rifugiati «complicando i nostri interventi di tutela e integrazione – si legge –. Una situazione che dal punto di vista normativo è decisamente migliorata solo dopo la riforma dei decreti sicurezza». D’altro canto, la pandemia ha colpito duramente quanti cercano protezione in Italia rendendo le loro vite (come quelle di molti italiani) più isolate e a rischio di marginalità sociale. Nel 2020 sono state presentate 26.963 domande d’asilo, in calo del 39% rispetto al 2019. Sul totale delle richieste esaminate dalle Commissioni territoriali per l’asilo (41.753), ben il 76% ha ricevuto un diniego; solo l’11,8% ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato e il 10,3% la protezione sussidiaria. Infine, meno del 2% ha avuto la cosiddetta 'protezione speciale'. Un tasso di protezione totale in calo del 12% rispetto al 2018, ovvero prima dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza (avvenuta nel mese di ottobre).
«Alla difficoltà della pandemia – ha sottolineato il Cir – si sono sommate quelle prodotte dall’improvvisa condizione di irregolarità di molte persone che cercavano protezione nel nostro Paese». Di questo hanno discusso ieri la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. In particolare, Lamorgese ha manifestato la disponibilità a rafforzare e intensificare le iniziative comuni per l’accoglienza, con particolare riferimento all’organizzazione dei corridoi umanitari. Il commissario Grandi ha ringraziato riconoscendo il ruolo dell’Italia, tra i Paesi che offrono maggiori garanzie a rifugiati e richiedenti asilo.
Onu: “impatto pandemia devastante, aumenterà fame e persone in fuga”
10 Novembre 2020 - Roma - La fame globale e gli sfollamenti di popolazione – entrambi già a livelli record quando ha colpito il Covid-19 – potrebbero subire un’impennata, con migranti e quanti vedono diminuire il flusso delle rimesse che cercano disperatamente lavoro per sostenere le proprie famiglie. È quanto emerge dal Rapporto, il primo nel suo genere, pubblicato oggi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’agenzia Onu World food programme (Wfp). “L’impatto socioeconomico della pandemia è più devastante della malattia stessa – ha affermato David Beasley, direttore esecutivo del Wfp -. Nei Paesi a basso e medio reddito, molte persone, che fino a pochi mesi fa, anche se povere, riuscivano ad andare avanti, ora si trovano con i mezzi di sussistenza distrutti. Le rimesse inviate dall’estero alle famiglie a casa si sono prosciugate, causando difficoltà immense. Il risultato è che i livelli della fame sono schizzati alle stelle”. L’impatto della pandemia, inoltre, “minaccia di far tornare indietro gli impegni globali, incluso quello sul Global compact on migration”, ha aggiunto António Vitorino, direttore generale dell’Oim. Nove tra le dieci peggiori crisi alimentari al mondo sono in Paesi con il maggior numero di sfollati. La maggior parte degli sfollati, inoltre, si trova in Paesi colpiti da insicurezza alimentare acuta e malnutrizione. I 164 milioni di lavoratori migranti nel mondo, specialmente nei settori informali, sono tra i più colpiti dalla pandemia. Secondo il rapporto molti migranti saranno spinti a tornare a casa e ci sarà, almeno temporaneamente, “un calo delle rimesse che forniscono un sostegno essenziale a circa 800 milioni di persone nel mondo, una su nove”. La Banca mondiale prevede un calo del 14 per cento entro il 2021. Secondo il Wfp entro la fine del 2021 almeno 33 milioni di persone in più potrebbero scivolare verso la fame solo per il calo delle rimesse. (sir)