14 Luglio 2021 -
Locri -“Il Porto delle Grazie di Roccella Jonica è il simbolo di una Calabria che accoglie, la Locride. Ci sono tanti paesi che hanno fatto dell’accoglienza il loro obiettivo principale. Come Chiesa abbiamo offerto la nostra collaborazione anche con strutture che avevamo disponibili per questo scopo. Questo è il volto bello di questa terra”. E’ quanto dice oggi mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, parlando degli ultimi sbarchi avvenuti in Calabria sottolineando che l’accoglienza “non parte solo dalle istituzioni ma dalla gente, che si adopera concretamente per accogliere queste persone. È tutto un popolo che si muove, che vede nell’accoglienza un aspetto bello, una sfida in un contesto in cui tante volte il migrante è visto come un nemico”. Per il vescovo l’immigrazione “non è un fenomeno che può essere lasciato solo al volontariato. Assume proporzioni enormi in cui -spiega al quotidiano Avvenire - le realtà locali fanno fatica a rispondere in maniera piena. Questo territorio non può essere abbandonato a se stesso in questa opera di accoglienza. Bisogna sicuramente che le istituzioni diano la loro collaborazione alle amministrazioni e alle popolazioni locali che già soffrono una situazione di povertà endemica. Ma quello che mi colpisce è che nonostante le fragilità di questo territorio, nonostante le povertà conclude mons. Oliva - è forte questo spirito di accoglienza. Si dividono i pochi pani e i pochi pesci che si hanno. Chi fa del denaro lo scopo di tutto il suo agire chiaramente non vede il povero. Invece chi sperimenta la difficoltà del vivere è più disponibile a condividere il poco che ha”.