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Milano: nasce la Consulta diocesana dei Migranti

24 Maggio 2021 - Milano -È stata celebrata ieri mattina, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovo, mons. Mario Delpini, la Messa per la solennità di Pentecoste. Secondo una tradizione avviata da anni, la celebrazione eucaristica è coincisa con la Festa delle genti e ha coinvolto i rappresentanti delle 25 comunità di migranti presenti nel territorio ambrosiano. Al termine della celebrazione è stata annunciata la nascita della nuova Consulta diocesana dei migranti. Già prevista dal Sinodo 47esimo, (1994), e più recentemente dal Sinodo minore “Chiesa dalle genti” (2018), la Consulta sarà composta da un presbitero e due laici per ciascuna delle sette Zone pastorali, dal responsabile e dalla segretaria dell’Ufficio Migrantes, da un rappresentante dei cappellani etnici e dalla moderatrice della consulta «Chiesa dalle genti». I 14 rappresentanti laici individuati nelle varie zone pastorali per far parte della Consulta sono scelti - tra cittadini italiani e stranieri - in base alla loro sensibilità ed esperienza sui temi dell’immigrazione, dell’interculturalità e dell’integrazione, oltre che al loro effettivo inserimento nel tessuto pastorale ambrosiano. Le nomine saranno definite da un decreto firmato dall’Arcivescovo che sarà emanato nelle prossime settimane. «La Consulta ha il compito di aiutare la Diocesi a comprendere i modi diversi di vivere la fede e di celebrarla dei fedeli cattolici che abitano sul nostro territorio, ma sono originari di altri contesti culturali – sottolinea don Alberto Vitali, responsabile dell’ufficio Migrantes della diocesi ambrosiana -.  Le persone provenienti da altri Paesi che ne faranno parte interpreteranno il loro ruolo non come rappresentanti delle proprie comunità etniche, ma come fedeli ambrosiani parte integrante della Diocesi».

Milano: domani mons. Delpini in Via Padova per la benedizione natalizia alle comunità etniche

10 Dicembre 2020 - Milano – Domani, venerdì 11 dicembre, dalle 17.30, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, si recherà in via Padova. Nel rispetto dei protocolli e delle norme di distanziamento sociale, imposte dalla pandemia, il gesto tipico delle festività natalizie – la benedizione delle famiglie - avverrà in una forma insolita: non nei singoli appartamenti, ma nella locale parrocchia e dai cortili di alcuni palazzi popolari. Inoltre la visita dell’arcivescovo sarà anche l’occasione per incontrare le diverse comunità etniche che popolano il quartiere. La visita inizierà alle ore 17.30 dalla chiesa di San Giovanni Crisostomo, che proprio nei prossimi giorni celebra i 45 anni di consacrazione. In parrocchia mons. Delpini incontrerà per un momento di preghiera le famiglie, i gruppi di catechismo, i giovani i membri del Consiglio parrocchiale e degli affari economici. Dopo la preghiera si sposterà nel parcheggio antistante la chiesa per benedire i tassisti e i negozianti di alcuni esercizi commerciali: tra loro anche un fiorista bengalese e i titolari di un ristorante cinese. Quindi, mons. Delpini entrerà al civico 109 e dal cortile, con un altoparlante, impartirà la benedizione alle famiglie affacciate alle finestre. Poi, nei pressi di una macelleria islamica, al civico 115 l’arcivescovo consegnerà la Lettera di Natale per le famiglie islamiche al responsabile della Casa di cultura musulmana di via Padova, Mahmoud Asfa. Infine raggiungerà i caseggiati compresi tra via Tarabella 4, Cesana 3 e Palmanova 59, dove benedirà sempre dal cortile le famiglie e concluderà la visita rendendo omaggio al presepe allestito presso la propria sede dal comitato di inquilini “Cortili solidali”, il cui presidente, Gianni Para, è Ambrogino d’Oro per meriti sociali. In occasione della visita, gli inquilini dei palazzi raccoglieranno generi alimentari che consegneranno alla Caritas affinché siano distribuiti alle famiglie più povere. «La benedizione dai cortili è un modo che abbiamo trovato per non far venire meno la nostra vicinanza alle famiglie in un tempo così drammatico - osserva il parroco, don Felice Capellini -. Viene un po’ meno l’intimità dell’incontro nelle case, che sarebbe rischioso per il contagio. Ma rimane un gesto di attenzione e d’incoraggiamento tanto più necessario ora in cui tante persone soffrono per lutti, perdita del lavoro, incertezza del futuro. La visita dell’Arcivescovo ci incoraggia a proseguire in questa direzione».