Tag: Migrazioni
Istat: migrazioni internazionali e interne in forte calo nel 2020
Vescovi Messico: appello al Governo sul tema dei migranti
Papa Francesco all’OIM: la migrazione diventi una scelta ben informata
Consiglio Europeo: le migrazioni tra i temi al centro del confronto
L’Italia sostiene la Colombia sulla crisi migratoria venezuelana
Istat: migrazioni bloccate dalla pandemia
Diocesi Forlì-Bertinoro: oggi incontro su “Migrazioni: conoscere per comprendere”
Migrazioni: Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) rafforza la sua attività nel Mediterraneo
Bruxelles - Supporto operativo, invio di personale, stanziamento fondi: il fenomeno migratorio non è affatto diminuito nei mesi del Covid e anche per tale ragione l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) rafforzerà la sua attività nel Mediterraneo. In particolare saranno forniti sostegno a Grecia – maggior beneficiario –, Italia, Spagna, Malta e Cipro. Easo invierà circa duemila persone nei cinque Stati membri, di cui quasi mille in Grecia. “Il personale – specifica una nota – comprende assistenti sociali, interpreti, esperti di vulnerabilità, personale di supporto sul campo, personale per l’accoglienza, personale amministrativo”. Di recente Easo ha inserito la Spagna nel quadro delle proprie attività principali. Nei prossimi 12 mesi, l’Agenzia “impegnerà oltre 70 milioni di euro per le sue operazioni, che equivalgono a circa la metà del bilancio complessivo” dell’agenzia comunitaria. Oltre 45 milioni di euro (64%) di questi saranno impegnati in attività operative in Grecia. Easo “specifica che mentre il sostegno alla Spagna si concentrerà sullo sviluppo di un nuovo modello per l’accoglienza dei richiedenti asilo, l’attività in Italia continuerà a concentrarsi sulla qualità dei processi di asilo, sulla standardizzazione e sulle procedure di secondo grado (ricorsi) alla luce delle minori pressioni sul primo grado del Paese e infrastrutture di accoglienza. Fornirà inoltre un supporto più ampio al sistema di accoglienza e risponderà a eventi di sbarco ad hoc e di ricollocazione volontaria”. (Sir)
GMMR: diversità culturale… ricchezza per la società
Roma - Una società matura fa della diversità culturale un punto di forza, una risorsa da sfruttare in tutte le sue sfaccettature, una sorgente da cui abbeverarsi. Comprendere e accettare il diverso apre la mente e l’orizzonte verso il futuro. Si può essere cittadini del mondo anche rimanendo all’interno delle proprie mura domestiche. Non si deve essere dei viaggiatori seriali per conoscere le tante culture. La globalizzazione oggi porta nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade usanze e conoscenze diverse. La diversità è una risorsa da sfruttare positivamente per allargare gli orizzonti culturali. Purtroppo nel linguaggio mediatico non sempre la parola ‘diverso’ assume questa accezione. Anzi, non di rado, diventa un demone da distruggere, un problema da fronteggiare, una paura da sopire. E la sintesi di tutto questo diventa la discriminazione e il rifiuto di chi non si conosce. L’immigrazione ha vissuto l’esplosione dei numeri, dei flussi, degli arrivi; anche questa una rivoluzione sociale e che ha trasformato un fenomeno limitato in un esodo di proporzioni bibliche. E l’incrocio tra media e immigrazione si presenta cruciale nella definizione dei tempi che stiamo vivendo. Non è certo una grande rivelazione affermare che, per chi opera nei media, l’immigrazione è un tema impellente, stringente, urticante e, naturalmente, molto delicato.
È un tema sensibile proprio perché da molto tempo le notizie collegate ai migranti sono uscite dal mero campo della cronaca per entrare nell’ambito politico con tutto ciò che comporta nelle scelte che i governi in questi anni hanno voluto-dovuto fare. E dobbiamo necessariamente constatare che la forte connotazione politica assunta dall’informazione sull’immigrazione non facilita chi svolge il mestiere di comunicatore: un giornalista preferirebbe parlare di vittime di naufragi o di problemi dell’integrazione avendo presenti principalmente gli aspetti umani, sociali e cronachistici, mentre è praticamente impossibile, adesso, non tenere presente della contrapposizione ideologica esplosa in Italia e in Europa ma anche in tantissimi confini del mondo come quello tra Messico e Stati Uniti. Un lembo del pianeta in cui ha risuonato il rumore delle ruspe mentre ergono un muro. Il piano del dibattito politico ha assunto toni e temi grotteschi sovrastando il grido di dolore di tante famiglie perbene in cerca di un legittimo futuro migliore.
Oggi la comunicazione si esprime prevalentemente per titoli, per slogan, per aforismi, e questo moltiplica la radicalizzazione delle opposte visioni, impoverendo un dibattito già in partenza forzato negli scarni schemi di ‘pro e contro’ l’immigrazione oppure nel contrasto irrimediabile fra chi sostiene che l’immigrazione è un arricchimento sociale, economico e culturale e chi sostiene che essa porti principalmente problemi di criminalità e di affollamento sul mercato del lavoro. Nel tema scelto da Papa Francesco per la 105esima edizione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il 29 settembre ‘Non si tratta solo di migranti’ si comprende come il fenomeno dell’immigrazione abbracci realtà molto diverse tra loro ma accomunate da un unico desiderio: vivere una vita più dignitosa. E questa dignità non può essere, come si dice in gergo giornalistico, ‘in esclusiva’ per alcuni ma deve essere comune per tutti gli esseri umani. Purtroppo la trattazione mediatica delle notizie riguardanti l’immigrazione è divenuta oggi altamente problematica. Nonostante ciò, in questa gran confusione che ormai si è creata, ritengo irrinunciabile sia la prosecuzione di una copertura giornalistica vasta e articolata sia il mantenimento di una serenità e neutralità connaturate all’attività giornalistica. Per questo forme d’informazione che mirano alla pancia, all’emotività spicciola, al clamore dovrebbero essere deontologicamente e umanamente respinte con forza. Queste modalità di spettacolarizzazione sono piuttosto diffuse e costituiscono tentazioni da cui occorrerebbe rifuggire con la massima determinazione. Lo sguardo dei bambini sbarcati sulle nostre coste dopo giorni di navigazione senza cibo e acqua, la sofferenza delle madri che portano in grembo la speranza di un futuro migliore per i propri figli, la disperazione degli uomini in cerca di un lavoro per mantenere la famiglia sono immagini indelebili che non si possono cancellare e trasformare in una campagna politica. Certamente tra le migliaia di migranti ci sarà qualcuno che coscientemente intende delinquere ma la maggioranza di questa gente spesso tende la mano all’Italia e all’Europa. Per questo noi operatori della comunicazione, soprattutto televisiva, abbiamo l’obbligo di mostrare la realtà senza filtri ideologici, dando voce agli ultimi, agli indifesi senza categorie o stereotipi. Solo così, contrastando la ”globalizzazione dell’indifferenza”, il diverso diventa vicino. Solo così la diversità culturale diventa ricchezza per la società (Vincenzo Morgante -direttore di Tv2000)