14 Aprile 2021 - Roma - Il quotidiano Avvenire di ieri, martedì 13 aprile, ha pubblicato un articolo del giornalista e scrittore Ferdinando Camon, da cui si rileva uno spaccato drammatico dell’emigrazione clandestina dal Messico agli Stati Uniti d’America e, in particolare, la vicenda di ragazzini, che, pur di scappare dalla miseria, “s’imbucano nei pullman dei turisti …. tra i bagagli e le ruote di scorta” e, una volta varcato il confine, essi affrontano le mille insidie del deserto.
Wilton Obregon, un bambino di circa 10 anni, e sua madre, nicaraguensi, attraversano il confine, ma dalla polizia sono rimandati in Messico e qui catturati da una banda di criminali, i quali ne chiedono il riscatto ad un loro parente, che vive a Miami. Ottenutolo, i sequestratori liberano solo il ragazzino, lo portano oltre il muro di confine e lo abbandonano nel deserto, affidandolo “al suo destino, alla vita o alla morte”. Fortunatamente il ragazzino riesce, da solo, a raggiungere la strada, dove viene preso dalla polizia statunitense.
L’autore amaramente conclude: “Vanno e vengono, catturati e sequestrati, liberati e di nuovo in fuga, noi non conosciamo tutto questo groviglio di vita e di morte, d’incontri con i sequestratori e con i poliziotti, e liquidiamo l’intero fenomeno con una sola parola innocente: migrazione.”
Un articolo che invita a riflettere sul dramma della migrazione nel Continente americano. (Mirko Dalla Torre)