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Festa dei Popoli: a Palermo anche un messaggio alla Chiesa locale
Migrantes Palermo: il 6 gennaio la Festa dei Popoli con mons. Lorefice
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Festa dei Popoli a Palermo: “chiamati a formare un solo corpo di Cristo e a vivere insieme con Dio”
Migrantes Palermo: domani Festa dei Popoli con mons. Lorefice
Migrantes Palermo: il 6 gennaio Festa dei Popoli con mons. Lorefice
Palermo - Saranno 14 le lingue che verranno usate per la celebrazione dell’Epifania che l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, presiederà in Cattedrale. Il 2020 è stato un anno molto difficile per la pandemia dovuta al covid-19, ma nonostante tutto abbiamo celebrato il Santo Natale ed ora, all’inizio del nuovo anno celebriamo l’Epifania, sottolinea l'Ufficio Migrante di Palermo: "nessuna difficoltà impedisce a Dio di farsi vicino a ciascuno di noi e di attirare a sé ogni persona". Dai dati ufficiali gli stranieri residenti a Palermo, al 31 dicembre 2019 erano 25.075 pari al 3,8% della popolazione residente. Circa un terzo sono cristiani: Cattolici, ortodossi e di diverse denominazioni evangeliche e protestanti. Ancora oggi migliaia di esseri umani sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima. Nel 2019 è stato registrato un numero record di 79,5 milioni di rifugiati, pari all'1% della popolazione mondiale, 10 milioni in più rispetto all'anno precedente. Tutti come Gesù Cristo, costretti a fuggire per vivere una vita migliore, sottolinea Migrantes Palermo: "interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra e siamo parte della medesima “famiglia umana”. La presenza dei migranti e dei rifugiati è "un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti; non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. Anche attraverso i migranti il Signore ci invita a riscoprire e riappropriarci della nostra vita cristiana ed a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio. E’ quanto avviene nel cammino delle comunità cristiane: ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani, polacchi, etc. che in questo contesto sociale difficilissimo sono testimoni dei valori evangelici". Il 6 gennaio 2020 dalle ore 10,00 nella Cattedrale di Palermo, tutti i popoli sono invitati a manifestare la volontà di voler vivere in armonia nel medesimo territorio, accogliendo la Pace portata da Gesù. Alle ore 11,00 la celebrazione presieduta da mons. Corrado Lorefice, che "ancora una volta presenterà Gesù come il Dio-con-noi, come Colui che è sorgente di pace".
Vicini e vigilanti: un progetto Migrante a Palermo
Palermo - Avvicinandoci al termine di questo anno molto particolare ci fermiamo un attimo a riflettere sull’esperienza fatta con il Progetto “Una Sola Famiglia Umana”, con cui la Fondazione Migrantes ci ha consentito di attivare uno sportello di ascolto legale, sanitario e di ricerca lavoro presso la Parrocchia San Nicolò da Tolentino di Palermo in stretta collaborazione con il parroco Padre Adriano Titone.
Abbiamo svolto con fatica le attività di ascolto e rallentati dalle tante restrizioni ministeriali legate all’ancora attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, ma questo non ci ha visto arrendevoli anzi sempre più determinati a dare ascolto a chi ha manifestato in vari modi le tante difficoltà legate sia alla parte amministrativa e burocratica relativa ai documenti necessari per ottenere i tanti bonus previsti dal governo - con maggiori difficoltà per le persone straniere - sia alla ricerca di lavoro per chi lo ha perso durante la pandemia e si è ritrovato in serio disagio economico e sociale.
Abbiamo collaborato in stretta sinergia con l’associazione APICOLF, soprattutto nell’attività di ricerca ed offerta di lavoro, cercando di dare risposte concrete a quelle famiglie in cerca di sostegno in termini di assistenza familiare e mediando le condizioni di regolarizzazione dei rapporti di lavoro che si sono attivati.
Con lo spirito che contraddistingue il nostro servizio, seguendo le orme di chi come Padre Adriano Titone e Padre Sergio Natoli che ci hanno sempre sostenuto ed hanno sostenuto le tante esigenze di molte famiglie che si sono rivolte a noi, abbiamo affrontato delle difficoltà con momenti di crescita e di sperimentazione ingegnosa di modalità alternative di essere operativi. Ciascuno ha cercato in vari modi di non fermarsi e di restare attento anche al solo e semplice ascolto in quei momenti di lockdown in cui potevamo solo rispondere al telefono, ma per molti utenti del nostro sportello ha significato davvero tanto, essere ascoltati e supportati nelle piccole operazioni amministrative e burocratiche da compiersi solo a distanza.
Si è lavorato inoltre in rete con altre associazioni locali per dare risposte agli innumerevoli bisogni emersi a causa della pandemia. Si pensi dalla distribuzione di generi di prima necessità distribuiti dalla Parrocchia e persino consegnati a domicilio laddove è stato necessario; alle innumerevoli segnalazioni alle Unità di Strada Notturne per portare un pasto caldo ai senza dimora, con annessa segnalazione ai Servizi Sociali territoriali competenti e potremmo raccontare anche di persone che poi hanno riscattato la loro condizione avviando percorsi di autonomia abitativa e lavorativa. Abbiamo messo in campo la voglia di esserci, utilizzando varie competenze professionali (legali, mediche, sociali, spirituali, etc.) al completo servizio di chi si è rivolto a noi, cercando di fare quanto possibile per dare risposte concrete e di confidare anche nella costante preghiera di chi ci ha accompagnati nel percorso, non sempre facile.
In preparazione a questo Santo Natale abbiamo cercato di tradurre in operatività le parole del nostro amato Papa Francesco, facendo nostri i termini "Vicinanza" e "Vigilanza". La preghiera permette a Dio di starci vicini, libera dalla solitudine e dà speranza, ma la vigilanza, l’attenzione ai bisogni dell’altro ci permette di ridestarci dal sonno dell’indifferenza.
Ecco il nostro servizio è un’ottima palestra per la nostra anima e quest’anno tanto difficile che speriamo porti via tante difficoltà, ci ha proprio insegnato che non possiamo cadere nel sonno dell’indifferenza, non possiamo anestetizzarci al solito “ho fatto il mio dovere, non posso fare altro..”, no! Dobbiamo reinventarci cercando di non lasciare nulla di intentato, perché spesso il nostro semplice ed umile ascolto è un conforto per quelle persone che vivono momenti di grande scoraggiamento, soprattutto in un momento in cui ci sentiamo tanto distanti e spesso soli. Siamo certi che neppure il famigerato Virus Covid-19, potrà toglierci l’amore per il prossimo e la speranza di esserci sempre per chi ha bisogno, riscoprendo il vero senso del Natale nella sua pura essenza.
Che questo tempo natalizio ed il nuovo anno siano un tempo prosperoso e fecondo e, perché no, pieno di sana positività!
Rosa De Luca
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Palermo - Una manifestazione interculturale all'insegna di danze, giochi, sport, musica e cucina ha caratterizzato la terza edizione della Festa dei popoli a Palermo dal titolo “Nella stessa barca” che si è svolta nella borgata marinara di Mondello e al Foro Italico della città capoluogo. A partecipare alle diverse performance, insieme ai palermitani, sono state tutte le comunità etniche presenti a Palermo che prendendo le distanze da muri e barriere di ogni tipo, hanno voluto fare conoscere i percorsi di pacifica ed armonica convivenza interculturale che investono su nuovi modelli di integrazione. La kermesse organizzata dall’Ufficio Migrantes dalla diocesi ha ottenuto il sostegno di Comune, scuole, realtà di volontariato e associative e comunità di migranti.
Dopo un giro simbolico in una barca di canottaggio nella spiaggia di Mondello la giornata di domenica si è svolta al Foro Italico, sotto gli alberi e nei prati attorno dove è stata allestita una mostra degli elaborati pittorici, grafici e scultorici degli alunni del liceo artistico “E. Catalano” sul percorso di solidarietà con la scuola di Quetafine in Guinea Bissau e poi partite di scacchi e dama fino allora di pranzo con le diverse comunità etniche che hanno fatto degustare “I sapori dei popoli” con alcune pietanze tipiche: un’opportunità per conoscere altri popoli e culture attraverso la cucina le foto e tessuti. Nel pomeriggio le performance sportive di pallavolo e cricket e la ludoteca all’aperto ispirata a giochi che si fanno nei 5 continenti.
“Tutto l'anno attraverso varie attività - spiega padre Sergio Natoli dell'ufficio Migrantes - abbiamo voluto sottolineare che nativi e migranti siamo tutti sulla stessa terra. Siamo anche tutti nella stessa barca perché non esistono prima gli italiani e poi tutti gli altri ma anzi prima di tutto devono venire i più piccoli, i più fragili e chi ha più bisogno. Il messaggio centrale che abbiamo voluto dare a questa festa è che siamo interdipendenti gli uni dagli altri e pertanto dobbiamo trovare delle modalità e delle forme che ci permettono di vivere insieme nello stesso territorio. Tutte le attività sono finalizzate alla valorizzazione dell'incontro reciproco tra le persone attraverso le iniziative artistiche. Occorre guardare al futuro avendo presente il passato che ci aiuta a vivere questo passaggio epocale e ad essere costruttori di un futuro dove popoli e culture sono sempre più interconnesse ed interdipendenti”.