23 Marzo 2023 - Padova - "Le undici comunità etniche cattoliche presenti nella diocesi di Padova sono contente di incontrare il vescovo mons. Claudio Cipolla, lo sentono veramente come loro padre, come un dono". Lo dice al settimanale "La Difesa del Popolo" don Gianromano Gnesotto, direttore Migrantes a proposito della celebrazione con le comunità etniche della diocesi che si svolgerà domenica 26 marzo alle 16 in Cattedrale. L'occasione dell'incontro è la "Festa delle comunità etniche cattoliche", giunta alla sua seconda edizione, organizzata da Migrantes, realtà che si occupa di seguire pastoralmente - nell'annuncio, nelle celebrazioni, nella vita comunitaria - le persone che fanno parte di queste realtà, coadiuvata dagli undici sacerdoti di riferimento. "L'abbiamo chiamata in questo modo intendendo non soltanto le comunità straniere presenti nel territorio diocesano - aggiunge don Gnesotto - ma di per sé anche quelle italiane: il nostro desiderio è che questo diventi un appuntamento in cui si radunano, in maniera gioiosa come dovrebbe essere la liturgia eucaristica, comunità cattoliche multietniche assieme a quelle italiane presenti nelle zone limitrofe alla Cattedrale". Tra gli appuntamenti previsti nelle prosime settimane quella del 14 maggio, quando ci sarà un pellegrinaggio mariano in un santuario della diocesi e a giugno la consueta tredicina di sant'Antonio, un'iniziativa in preparazione alla festa del patrono. Quest'anno la Festa delle genti, che normalmente si vive a Pentecoste verrà inserita nella tredicina di giugno, per la concomitanza con il sinodo diocesano.
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Migrantes Padova: “Cori dal mondo cantano il Natale” il giorno dell’Epifania
5 Gennaio 2023 - Padova - Ci sono soprattutto i canti tradizionali del periodo natalizio, poi altri più particolari, tutti eseguiti da rappresentanti delle undici comunità etniche cattoliche presenti nella Diocesi di Padova che si esibiscono – con due canti per ogni gruppo canoro – nell’evento “Cori del mondo cantano il Natale” che si svolgerà domani a Padova. A organizzare l’appuntamento è l'ufficio Migrantes di Padova che rientra nella “Festa delle genti”, che annualmente si svolge in questa giornata in varie diocesi nazionali. «Le genti – afferma il direttore di Migrantes, don Gianromano Gnesotto – sono rappresentate dai re Magi che nel giorno dell’Epifania ricordiamo giungere al cospetto del Signore: vengono da lontano, dall’Oriente e adorano lo stesso nostro Dio incarnato». Anche la giornata del 6 gennaio vede coinvolte tante culture, diverse “genti” rappresentate dalle 11 comunità etniche presenti in Diocesi che «manifestano, sotto forma di canti espressi in diverse lingue, la poliedricità e la ricchezza dei messaggi del Natale vissuti e fatti propri dalle diverse tradizioni, nell’armonia delle differenze» afferma don Gnesotto. Diversità di appartenenze che «in quel giorno simboleggiano l’unità di tutti i popoli nel desiderio di Dio che siano costituiti in un’unica grande famiglia».
Migrantes Padova: dialogo sui diritti umani
5 Dicembre 2022 - Padova - Liberi di partire, liberi di restare. Un diverso modo per dire il diritto di emigrare e di non emigrare. Diritto che è sempre stato rivendicato fin dal principio delle migrazioni in partenza dall’Italia e dalle nazioni europee fin dalla fine dell’800, ma che oggi sembra vacillare di fronte a tanti avvenimenti.
L’applicabilità dei diritti è compito della giurisprudenza e per questo il Master di Diritto delle Migrazioni dell’Università di Bergamo ha organizzato, nei giorni scorsi, una Giornata di Studio con il titolo “Dialogo sui diritti umani. La tutela della libertà individuale e il contrasto alle nuove schiavitù”. Paola Scevi, che da tredici anni dirige questo Master di eccellenza per chi si occupa dei temi migratori, ha condotto i lavori e svolto la relazione “La tratta di persone nel contesto dei conflitti armati. Strategie di contrasto”. Prima ancora a parlare è stato il Card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Chi scappa dalla guerra, chi scappa da quella guerra che è la fame e la povertà, che è la negazione della propria dignità, avrebbe preferito restare e non partire. Dal momento che è partito, è necessario aiutarlo”. Sullo sfondo di queste parole appare evidente l’estensione della Convenzione di Ginevra del 1951 sui Rifugiati, oltre ai motivi di fuga al seguito dei conflitti armati. “Estendere la Convenzione di Ginevra sui rifugiati alla tratta degli esseri umani”, è stato uno snodo importante dell’articolata relazione della prof.ssa Scevi, che è anche membro di un gruppo di esperti del Consiglio Italiano Rifugiati.
Il Cardinale Zuppi ha ricordato che nella Bologna dell’anno Mille avvenne un’azione che unì umanesimo e utilitarismo, dando la cittadinanza a più di 5.000 persone altrimenti rimaste nel “limbo” della non-appartenenza e in balia degli sfruttatori. Con la cittadinanza si diede loro la possibilità di inserirsi nell’attività lavorativa: questo fece la fortuna di Bologna e siglò il “liber padadisus”. “
Si può rispondere con la giurisprudenza per dare diritti e fare uscire dal limbo tante persone, altrimenti soggiogate e violate. Dare loro diritti e anche doveri, per la loro e la nostra dignità.
A tal proposito la Prof.ssa Scevi ha richiamato e approfondito la Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite sul contrasto della tratta delle persone ed il contrasto delle organizzazioni criminali. La caratteristica transnazionale delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico delle persone e la tratta degli esseri umani, chiede la necessità di strumenti giuridici idonei a livello internazionale per poter agire con efficacia.
“Alzare muri di qualche metro, allargare muri di qualche metro, assieme alla vergognosa inconsistenza della cooperazione economica a favore di alcuni Paese”, ha detto il Card. Zuppi, “vuol dire non guardare al futuro”.
A questo futuro, costruito con la forza del diritto, si rivolge il Master di Diritto delle Migrazioni, che nel marzo del prossimo anno darà avvio ad una nuova edizione, di cui sono già aperte le iscrizioni. (Gianromano Gnesotto)
GMMR, Migrantes Padova: migranti, sfida e risorsa
22 Settembre 2022 - Padova - “La presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida ma anche un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti”. Potrebbe essere questo il centro del Messaggio che Papa Francesco ha scritto in occasione della 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. C’è una sfida che richiede energie e preparazione, come nelle grandi imprese. Una sfida che da tanto tempo è stata affrontata positivamente da molte realtà associative e istituzionali nella nostra Diocesi. Una sfida non facile, non scontata, non priva di contraddizioni. Non evitabile.
E’ la storia dell’umanità che fa testo, perché si è evoluta in cultura e civiltà grazie alle migrazioni. E’ la storia di tutte le nazioni europee, e dell’Italia in prima fila, che fin dalla fine dell’800 ha prodotto la “grande migrazione”, con milioni e milioni di persone che attraversavano l’Oceano per necessità e per “sercar fortuna in Merica”. La 108^ edizione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha quindi avuto inizio quando i migranti eravamo solo noi. E a nostro favore, come si fa per le attuali migrazioni, si è cercato di condurre i pensieri e i discorsi a livello di coscienza civile e cristiana, per il rispetto e la dignità che ogni persona merita.
Allora si capisce che è descritta parte della nostra storia passata e presente, quando il Papa scrive che “la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono”. Qui ci sono i bisnonni, i progenitori, i familiari di tanti di noi, partiti per terre lontane; qui ci sono i migranti partiti da terre lontane e giunti nelle nostre terre.
Una componente che non deve sfuggire nella realtà italiana e nella nostra diocesi padovana è che il 60% dei migranti è di religione cristiana. Se San Paolo scrivesse, come ha fatto con gli Efesini e i Corinti, ci ricorderebbe che c’è un solo battesimo, una sola fede, un solo Dio, Padre di tutti. E’ bene ricordare spesso da dove veniamo, e dove andiamo, per non cadere nelle divisioni, assecondare pregiudizi, cedere ai nazionalismi. L’esistenza cristiana sa attingere ad un ricco serbatoio di valori per vincere diffidenza, ostilità e ipocrisia.
Il Messaggio sottolinea che “L’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti”.
E’ sufficiente partecipare a qualche celebrazione di cristiani che provengono dall’Africa, dalle Americhe, dall’Est Europa, dall’Oriente, per rendersene conto.
Ed ancora: “La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un’occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio”.
Quando le comunità parrocchiali favoriscono questa condivisione, almeno in alcune occasioni dell’anno liturgico, allora diventano segno di unità, senza annullare la ricchezza propria di ogni espressione di fede. In tale prospettiva alcune parrocchie, che ospitano comunità etniche con propria lingua e culto, sono segno di mediazione per la società, luoghi in cui il pluralismo non è visto come un male, e per questo scartato con un processo di “assimilazione”.
Nell’Evangelii Gaudium il Papa scrive che “il cristianesimo non dispone di un unico modello culturale, ma porta il volto di tante culture e di tanti popoli. Nei diversi popoli che sperimentano il dono di Dio secondo la propria cultura, la Chiesa esprime la sua autentica cattolicità e mostra la bellezza di questo volto pluriforme”.
Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa per la Chiesa e per la società rendere percorribile il cammino dell’integrazione, reso in maniera corretta con cammino d’interazione, dove c’ è vero scambio e ascolto dell’altro, dove le identità si confrontano senza mescolarsi e soprattutto senza la volontà e l’intenzione di cambiare l’altro, di trasformarlo in qualcosa che assomigli sempre di più a noi.
Questo atteggiamento ha alla base la “cultura dell’incontro”, il senso del “camminare insieme” come incoraggia il Sinodo che stiamo vivendo. Si diventa allora maggiormente significativi anche per la società di cui la Chiesa fa parte. (don Gianromano Gnesotto - Direttore Migrantes Padova)
Migrantes Padova, GMRR: insieme, solo così si può costruire il futuro
15 Settembre 2022 - Padova - Domenica 25 settembre è la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, giunta alla 108a edizione. Nel suo messaggio - che si intitola "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati" - papa Francesco vuole «evidenziare l' impegno che tutti siamo chiamati a mettere in atto per costruire un futuro che risponda al progetto di Dio senza escludere nessuno». "Costruire con" significa innanzitutto «riconoscere e promuovere il contributo dei migranti e dei rifugiati a tale opera di costruzione, perché solo così si potrà edificare un mondo che assicuri le condizioni per lo sviluppo umano integrale di tutti e tutte». «La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato è, per le nostre parrocchie, un' occasione da non perdere - sottolinea don Gianromano Gnesotto - direttore dell' ufficio per la Pastorale dei migranti (Migrantes) - Il messaggio di papa Francesco consegna molti spunti su cui riflettere, quindi l' invito è a celebrarla (messaggio e materiali di approfondimento si trovano nel sito migrants-refugees.va). Quest' anno, poi, non c' è la concomitanza con la Giornata del Seminario, che è stata spostata al 2 ottobre».
A livello diocesano è in programma una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Claudio Cipolla - domenica 25 alle 16 in Cattedrale - a cui sono invitate le comunità etniche. «Sarà una messa "internazionale" in cui letture, canti, intenzioni... verranno pronunciate in più lingue. Un' attenzione particolare, anche nella preghiera, sarà per i fedeli ucraini e per il difficile momento che sta vivendo il loro Paese».
Quel giorno, al mattino, le comunità etniche presenti in diocesi - che di solito, alla domenica, celebrano la messa in una parrocchia, ma separatamente - vivranno l' eucaristia insieme a tutti gli altri fedeli. «È così che si realizza la comunione - sottolinea don Gnesotto - partecipando tutti alla stessa eucaristia. È attorno a Cristo che si possono incontrare le diverse ricchezze. Occasioni come questa Giornata mondiale non vanno perse». Info: migrantes.diocesipadova.it.
Migrantes Padova: domenica feste delle Comunità con mons. Cipolla
25 Marzo 2022 - Padova - Appuntamento domenica 27 marzo, alle ore 16, a Padova, nella Cattedrale, con la Festa delle comunità. Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, celebrerà la santa messa con la presenza delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in diocesi. Concelebreranno i rispettivi sacerdoti che seguono le comunità cattoliche: cinese, africana francofona, africana anglofona, sri-lankese, filippina, indiana, polacca, romena, ispano-americana, ucraina.
La festa si colloca nella quarta domenica di Quaresima, “domenica della gioia”: «in questa domenica le comunità cattoliche che dal mondo hanno trovato casa nella Diocesi di Padova, ringraziano il Signore con il vescovo Claudio e si incaricano di dare un messaggio di unità e di pace», commenta don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Migrantes che coordina le diverse realtà. «È un momento di festa – prosegue – per dare rilievo a questa pluralità di tradizioni, riti e devozioni particolari: è la ricchezza della diversità. Il significato di questa festa è di fare di tutti i popoli un’unica grande famiglia dove nessuno è indifferente all’altro».
Diocesi di Padova: preghiera per la pace e disponibilità all’accoglienza
28 Febbraio 2022 - Padova - La Chiesa di Padova è vicina alle popolazioni dell’Ucraina che stanno vivendo il dramma della guerra e in particolare esprime profonda solidarietà alle moltissime persone ucraine che vivono nel territorio diocesano e alle comunità cattoliche di rito bizantino presenti. "La sofferenza della guerra ci tocca da vicino e ci uniamo all’appello di pace di papa Francesco" sottolinea il vescovo, mons. Claudio Cipolla – che invita le comunità cristiane a pregare quotidianamente per la pace. Inoltre, in comunione con il Pontefice e con i vescovi italiani, invita a vivere mercoledì 2 marzo, mercoledì delle Ceneri con cui prende inizio la Quaresima, una giornata di digiuno e di preghiera intensa per la pace.
Proprio mercoledì 2 marzo, la Chiesa di Padova propone e invita a un momento di “Preghiera di pace”, che si terrà alle ore 20, sul sagrato della Cattedrale, con la collaborazione dei Vigili del Fuoco che alimenteranno un “braciere di pace”. Hanno già accolto l’invito: la comunità cattolica ucraina di rito bizantino, le associazioni e aggregazioni cattoliche solitamente impegnate nei percorsi e nella marcia per la pace (Azione cattolica, Agesci, Noi Associazione, Csi, Associazione Papa Giovanni XXIII, Focolarini, Acli, Csi...); la chiesa ortodossa greca, la chiesa ortodossa rumena, la chiesa ortodossa moldava, la chiesa valdese metodista di Padova. Sarà un momento di preghiera e di vicinanza al popolo ucraino e una corale invocazione di pace, con la presenza di mons. Cipolla. A seguire si potrà vivere la celebrazione della santa messa con il rito di imposizione delle Ceneri, alle ore 20.30, in Cattedrale, presieduta dal vescovo. La preghiera per la pace verrà anticipata e accompagnata da un momento di riflessione e confronto, promosso dagli uffici della Pastorale sociale e del lavoro e Migrantes della diocesi e dal settimanale diocesano La Difesa del popolo. Sarà un incontro on line, in diretta You Tube sul canale della Diocesi, in programma questa sera alle ore 18.30, che vedrà varie voci a confronto sulla situazione in Ucraina, gli scenari che si aprono, la realtà delle comunità cattoliche nel paese che vive il conflitto e nel territorio diocesano. Saranno ospiti Paolo De Stefani del Centro diritti umani dell’Università di Padova; il missionario in Ucraina don Moreno Cattelan, della congregazione di Don Orione, Piccola Opera della Divina Provvidenza; don Ivan Chverenchuk, parroco della comunità ucraina cattolica di rito bizantino; suor Francesca Fiorese, direttrice dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro e don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio Migranes moderati da Luca Bortoli, direttore del settimanale diocesano.
Sempre a Padova il vescovo mette a disposizione vitto e alloggio al Seminario minore rispondendo a un appello di aiuto dell’associazione “Lisolachenoncè Teolo ODV”, che sta cercando di far arrivare in Italia, e più precisamente a Padova, una sessantina di bambini e ragazzi provenienti da un orfanatrofio ucraino. ll vescovo ha dato disponibilità per l’accoglienza (vitto e alloggio) nei locali del Seminario minore di Rubano, lasciando poi la gestione della presenza all’associazione, che dal 1999 si occupa di accoglienza ai bambini orfani ucraini ed è presieduta da Paolo Giurisato. Al Seminario di Rubano si sta organizzando l’accoglienza. Un tam tam social ha portato molte persone a farsi presente portando molti aiuti.
Migrantes Padova: un mondo in casa
2 Febbraio 2022 -
padova - Quasi 35.000 persone con cittadinanza straniera risiedono a Padova, il doppio in Provincia, il triplo in Diocesi, con quasi 100.000 presenze. Secondo la mappa delle religioni, il 60% sono cristiani, il 50% cattolici.
Per questo è stata scelta l’immagine di un mondo, con meridiani e paralleli a formare cornici di devozioni, nella locandina che la Migrantes Diocesana ha spedito alle parrocchie, e pubblicata nel suo sito.
Ogni domenica, in diverse chiese della città e della Diocesi, si celebrano Messe in lingua inglese, francese, spagnolo, rumeno, polacco, ucraino. In altre più misteriose: tagalog, hindi, cingalese, cinese.
Per ognuno c’è un sacerdote che proviene dagli stessi contesti nazionali: sono 11, che prendono il nome di “cappellani etnici”, coordinati dalla Migrantes Diocesana. Due di loro, un rumeno e un ucraino, celebrano secondo il rito bizantino.
Si comprende dunque che c’è un mondo non solo di lingue, ma di tradizioni, devozioni, riti, che fa risaltare il volto della Chiesa, anzitutto nella sua universalità: è la Chiesa che ritorna al fatto sorgivo della Pentecoste, alla ricchezza delle diverse espressioni della fede, alla “unione nella diversità”. Non deve sfuggire una conseguenza dirompente, descritta da San Paolo in questo modo: “Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio (Ef 2,20). Una sorta di “spada a doppio taglio”, sempre per usare un’espressione cara a San Paolo, che ha l’effetto di colpire e di sanare allo stesso tempo: colpisce il corpo ecclesiale e quello sociale, ma è anche salutare sia per la Chiesa che per la società civile.
Fa inoltre risaltare la Chiesa nella sua missionarietà: mentre offre la ricchezza di una tradizione millenaria della vita cristiana, riceve l’entusiasmo con cui la fede è vissuta in altri continenti.
Ed almeno un altro aspetto va sottolineato: c’è Chiesa inclusiva per sua natura, dove non ci sono né stranieri, né extracomunitari, perché nessuno, tantomeno i battezzati, sono “fuoridellacomunità”, come purtroppo indica il significato letterale del termine “extracomunitario”.
Da qui si comprende che la nostra Chiesa, in questo caso la Chiesa di Padova, svolge un ruolo sociale fondamentale, perché immette linfa di fraternità e di comunità in un terreno altrimenti arido; segna percorsi di corretta integrazione, valorizzazione, restituzione di dignità.
Le Sante Messe etniche, celebrate ogni domenica, sono il segno profetico di questa realtà. Lo saranno maggiormente nella misura in cui saremo capaci di trasmettere questa ricchezza, apprezzarla e condividerla, anzitutto nelle nostre parrocchie. Sarà un argomento interessante da affrontare in un’altra occasione. Ma anche il tessuto sociale ne trarrà beneficio, perché viene indicata la strada di una convivenza che tutti desideriamo più rappacificata. (Gianromano Gnesotto - direttore Ufficio Migrantes Padova)
Migrantes Padova: focus e strategie d’intervento sulle migrazioni oggi in un webinar
29 Settembre 2021 - Padova – “Migrazioni: focus e strategia d’intervento” è il tema del webinar promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Padova che si svolgerà oggi pomeriggio alle 18,30 e che sarà trasmesso sul canale YouTube della Diocesi, https://youtu.be/JgRR-A3wzrQ.
L’incontro, che si colloca a ridosso della 107a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (celebrata domenica 26 settembre), sarà introdotto da don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes e vedrà gli interventi di Paola Scevi, direttrice del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Tratta degli esseri umani e flussi di richiedenti asilo: connessioni, strumenti, normative e nuove strategie di intervento) e Marco Cocco, tutor del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Il fenomeno del “caporalato”).
In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato il vescovo stesso, mons. Claudio Cipolla era intervenuto con un messaggio rivolto «a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici», in cui ricordava che non si può rimanere indifferenti rispetto ai tanti drammi collegati alle crisi umanitarie e a quanti cercano accoglienza e aiuto, perché «i migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa».
Migrantes Padova: le celebrazioni per la GMMR
23 Settembre 2021 - Padova - Domenica 26 settembre 2021 la Chiesa celebra la 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno ha come tema “Verso uno noi sempre più grande”, titolo del messaggio di papa Francesco per questa giornata. Anche la Chiesa di Padova sottolinea l’attenzione, la sensibilizzazione e la preghiera nelle comunità cristiane e l’impegno con alcune iniziative di sensibilizzazione e di approfondimento tra cui un webinar promosso dall’Ufficio diocesano Migrantes, in programma mercoledì 29 settembre, alle ore 18.30, sul canale You Tube della Diocesi di Padova, dal titolo Migrazioni: focus e strategie d’intervento. Incontro che sarà introdotto da don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio diocesano e che vede gli interventi di Paola Scevi, direttrice del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Tratta degli esseri umani e flussi di richiedenti asilo: connessioni, strumenti, normative e nuove strategie di intervento) e Marco Cocco, tutor del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Il fenomeno del “caporalato”). Ma è il vescovo stesso, mons. Claudio Cipolla a scrivere un messaggio rivolto «a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici», in cui ricorda che non si può rimanere indifferenti rispetto ai tanti drammi collegati alle crisi umanitarie e a quanti cercano accoglienza e aiuto, perché «i migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa».
I migranti misurano la nostra umanità: la rifessione per la GMMR del vescovo di Padova
23 Settembre 2021 - Padova - Mi rivolgo a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici, in occasione della 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra domenica 26 settembre.
Viviamo un tempo complesso e spesso contraddittorio, ma carico di attese, perché lascia intravedere soluzioni nuove, punti fermi a cui non avevamo prestato la giusta attenzione, e ci sentiamo
convocati a mettere insieme le forze migliori per giungere non solo a delle soluzioni, ma a un ulteriore sviluppo positivo.
Papa Francesco già nella lettera enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, con il titolo Fratelli tutti, indica in modo molto convincente un punto fermo: la «dimensione comunitaria dell’esistenza», così spiegata in modo molto comprensibile: «Nessuno può affrontare la vita isolato. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti». In altro modo aveva espresso la medesima idea all’inizio della pandemia con l’espressione «siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo».
Questa stessa considerazione decisiva viene ripresa dal papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, quando scrive che «in realtà siamo tutti sulla stessa barca e siamo
chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità». Da qui il titolo programmatico del Messaggio: “Verso
un noi sempre più grande”. È evidenziato il valore dello stare insieme, di cui abbiamo sentito la nostalgia e la mancanza con il distanziamento indotto dalla pandemia; si rimarca il valore della
comunità, della solidarietà, del bene comune, della dignità di ogni persona, del «rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza».
L’individualismo, l’egoismo personale, sociale, nazionale, che induce a scartare persone considerate “altri” da noi, estranee a noi, è un virus subdolo di cui è necessario prestare attenzione. L’antidoto, cui ciascuno può attingere, si trova dentro la parte migliore del proprio cuore.
Trova conferma e forza nel rapporto con Dio, Padre di tutti. È ratificato da norme di diritto sia internazionale – prima tra tutte la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – sia nazionale.
I migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa. Veniamo
interpellati da crisi umanitarie: quella dell’Afghanistan, la più recente. Non possiamo restare indifferenti, quando intere famiglie che cercano accoglienza trovano invece la morte nel Mediterraneo,
il “più grande cimitero d’Europa”.
Fanno parte di noi intere comunità etniche, per le quali è chiesto un maggiore impegno all’inclusione sia sociale sia ecclesiale, nella consapevolezza che la partecipazione, il dialogo interculturale
e le diverse modalità di espressione della fede sono una ricchezza e una benedizione per tutti.
Impegniamoci, facciamo in modo che questi valori trovino sempre più spazio per “un noi sempre più grande”. (Mons. Claudio Cipolla - Vescovo di Padova - La Difesa del Popolo)
Migrantes Padova: la protezione è un diritto
17 Giugno 2021 - Padova - La Convenzione di Ginevra del 1951 traccia le forme di protezione legale, assistenza e diritti sociali, che il rifugiato dovrebbe ricevere dagli Stati aderenti alla Convenzione. All'articolo 1 il rifugiato è colui che «temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese». Uno dei principi essenziali della Convenzione è il principio di non respingimento (no refoulement): chi chiede protezione non può essere in nessun caso respinto verso luoghi dove la sua libertà e la sua vita sarebbero minacciati. La Costituzione italiana, all'articolo 10, così si esprime sul diritto di asilo: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge».
Nell'Unione Europea sono attualmente accolti 3,6 milioni di rifugiati, di cui 1 milione in Germania e mezzo milione in Francia. Sono invece i Paesi in via di sviluppo ad avere l'85 per cento dei rifugiati: la Turchia è il Paese che ne ospita il maggior numero (3,6 milioni), seguita da Colombia (1,8 milioni), Pakistan (1,4 milioni), Uganda (1,4 milioni). L'incidenza sulla popolazione europea è dello 0,7 per cento; in Italia è ancor più bassa, lo 0,4. Bastano queste cifre per capire che gli Stati europei sono più impegnati a limitare gli ingressi che a proteggere le persone costrette a fuggire o ad agire sulle cause che le obbligano alla fuga.
L'Europa è più interessata a rafforzare le politiche delle porte chiuse, più che a mostrare segni di impegno con la ridistribuzione dei migranti e la revisione del "sistema Dublino", due snodi importanti per la gestione del fenomeno, ma che ancora rimangono lettera morta. Nonostante il "Nuovo patto su asilo e migrazioni", presentato nel settembre dello scorso anno, che raccomanda una gestione più umana, solidale e coerente con i diritti umani nei confronti dei richiedenti asilo e dei migranti, continuano le stragi nel Mediterraneo, diventato il cimitero più grande d'Europa.
Eppure, per evitare i viaggi della morte lungo la rotta mediterranea e balcanica, già nel 2015 sono stati indicati i "corridoi umanitari" nei Paesi di transito, vale a dire la concessione di visti umanitari per raggiungere regolarmente e in sicurezza l'Europa. (Gianromano Gnesotto - Vice direttore Migrantes Padova)
Migrantes Padova: il 6 gennaio la Festa delle Genti nel Duomo di Cittadella
2 Gennaio 2020 - Padova – Sarà il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, a presiedere, il prossimo 6 gennaio, nel duomo la celebrazione eucaristica in occasione della Festa delle genti. Momento anche per il vescovo di incontrare le comunità etniche presenti nel territorio.
Nella diocesi di Padova sono presenti tredici diverse comunità cattoliche. L’iniziativa della Festa delle Genti è dell’Ufficio Migrantes diocesano che “prosegue il nostro lavoro e l’attenzione in favore delle persone che sono tra noi con il loro bagaglio culturale, sociale e religioso”, spiega il direttore don Elia Ferro: “purtroppo molte di loro stanno vivendo un periodo piuttosto difficile per la mancanza di certezza nel futuro legata all’assenza di lavoro, all’abitazione, alla questione dei documenti. Molti di loro stanno cercando lavoro altrove, soprattutto in Belgio, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, altri tornano nel Paese d’origine. Comunque il numero delle presenze straniere nel nostro territorio resta stabile per la significativa crescita demografica che li caratterizza e per il ricongiungimento familiare”.
GMMR: a Padova Opening Day dell’esperienza “Aggiungi un posto a tavola”
28 Settembre 2019 - Padova – “Non si tratta solo di migranti”. È questo il tema, voluto da papa Francesco, per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra domani, domenica 29 settembre 2019.
La Pastorale Migrantes della Diocesi di Padova invita a celebrare la giornata nelle varie comunità parrocchiali, o di partecipare alla celebrazione eucaristica che si terrà alle ore 10.30, al Tempio della Pace a Padova. Al termine della messa seguirà un incontro conviviale che vedrà la partecipazione delle comunità cattoliche di origine italiana, africana francofona, cinese, filippina, indiana, ispanoamericana, romena di rito latino e di rito bizantino, srilankese e ucrania.
“Attualmente – ricorda don Elia Ferro, della Pastorale Migrantes di Padova – la popolazione migrante, residente ormai da tempo sul territorio diocesano (più di 110 mila persone), sta vivendo, come molti di noi, un momento molto difficile, per la mancanza di certezza nel futuro. Molti lavoratori stanno cercando lavoro altrove (Belgio, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti). Altri tornano al paese d’origine dislocando così la famiglia che da poco si era ricongiunta”.
Per conoscere meglio i numeri, le comunità immigrate attive in diocesi e le attività della Migrantes si veda http://www.migrantes.diocesipadova.it/