19 Settembre 2022 - Domenica prossima, 25 settembre, alle 18,30, presso la chiesa di San Francesco d’Assisi a Latina, il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Privern, mons. Mariano Crociata presiederà una Messa nella Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati. Con lui a concelebrare anche i sacerdoti stranieri, di altre diocesi, che svolgono il ministero in diocesi per condividere con gli altri migranti che parteciperanno alla celebrazione la loro esperienza di persone immigrate ed accolte in Italia. Il titolo scelto quest’anno è “Costruire il futuro con migranti e rifugiati”. L’individuazione della chiesa di S. Francesco è simbolica poiché è dove la comunità ucraina arrivata a Latina per via della guerra celebra ogni domenica la propria messa. Da Migrantes spiegano che il tema della Giornata invita a “costruire il nostro futuro, il futuro delle nostre città, delle nostre Chiese valorizzando le loro storie, la loro cultura, l’esperienza religiosa, il loro lavoro, la partecipazione attiva al mondo del volontariato e alla vita sociale. Senza i migranti e i rifugiati la nostra città e la nostra Chiesa rischia di essere più povera”.
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Caritas-Migrantes Latina su “Campo Rom Al Karama”
3 Agosto 2022 - Latina - Ad un mese dall’incendio del campo rom Al Karama di Latina una nota degli uffici Caritas e Migrantes della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno circa la situazione che vivono oggi gli sfollati e dei piani futuri per la loro sistemazione. Da anni le persone abitanti nel campo nomadi di Borgo Montello sono seguite dai volontari Caritas e Migrantes della diocesi laziale i quali si sono attivati anche nell’immediatezza dello sgombero del campo a seguito dell’incendio continuando ad assistere gli sfollati nell’attuale allocazione presso il Polo fieristico Ex Rossi Sud.
«A un mese dall’incendio che, lo scorso 2 luglio, ha distrutto il cosiddetto “campo rom di Al Karama”, una nota dell’Associazione 21 luglio, che da anni svolge attività di analisi e studio sulle condizioni delle comunità rom in emergenza abitativa nel nostro Paese e sulle politiche a loro rivolte, sottolinea di nuovo e con forza la necessità che la riflessione si allarghi, fino a toccare la vera questione, che Caritas e Migrantes della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno pongono da sempre: cioè se quella sistemazione, in un “campo”, dislocato ai margini del territorio comunale, in una situazione di completa emarginazione, ben distante dagli occhi e dai cuori di tutti, sia dignitosa, rispettosa cioè della dignità di quelle persone, neonati, minori, anziani, donne e uomini, costretti a vivere in un “ghetto”. Di questo infatti si tratta, per il pensiero che c’è dietro, per come il campo viene trattato e vissuto, e per l’immaginario collettivo», si legge nella nota dei due uffici: "eppure, quando per quel luogo si scelse un nome, tanti anni fa (era il tempo dell’attuazione della Legge Martelli, sull’immigrazione, e sembrava dovesse essere il fiore all’occhiello per l’accoglienza degli immigrati), si optò per Al Karama, termine arabo che vuol dire “dignità”. Ma pochi immigrati hanno goduto di dignità in quel luogo, abbandonato dopo pochi anni, con uno sperpero enorme di denaro pubblico. Sicuramente – la dignità – non l’hanno trovata le famiglie rom che fino ad oggi l’hanno utilizzato come un rifugio. Un rifugio oggi diventato una trappola, che il 2 luglio ha rischiato di essere letale e da cui ora le stesse famiglie rom devono tenersi alla larga». Caritas e Migrantes, facendo proprie le preoccupazioni e le attese delle persone di Al Karama, e anche dei tanti volontari e cittadini che le hanno seguite e sostenute negli anni (e lo fanno ancora oggi nell’area ex-Rossi Sud), chiedono che «la politica faccia la sua parte, mettendo fine, una volta per tutte, alle lungaggini burocratiche, alle decisioni rinviate, ai protocolli mai realizzati. E invitano i futuri decisori della città a mettere le persone di Al Karama al centro di un confronto onesto, aperto e chiaro, che è l’unica possibilità concreta per superare definitivamente il concetto stesso di “campo”».
Incendio campo nomadi Al Karama: “trovare una dignitosa sistemazione per chi vive lì”
4 Luglio 2022 -
Latina - “Auspichiamo che le forze dell’ordine e gli specialisti dei vigili del fuoco facciano quanto prima chiarezza sulle cause dell’incendio, che dalle prime ricostruzioni non ufficiali sembra partito dai terreni circostanti il campo Al Karama”. Lo ha dichiarato la diocesi di Latina in merito a quanto accaduto al campo nomadi Al Karama, a Borgo Montello, dove l’incendio di sabato ha distrutto le abitazioni e costretto all’evacuazione di coloro che vi abitano da anni: 87 persone in tutto, 28 sono bambini, per un totale di 18 nuclei familiari. Tra gli sfollati vi sono anche cinque donne incinte, e due di loro con la gravidanza a termine.
La diocesi pontina sin da subito si è attivata per il supporto necessario. “Per questo – si legge in una nota –, ringraziamo i nostri operatori e volontari della Caritas diocesana e dell’Ufficio Migrantes, i quali coordinandosi con le Istituzioni pubbliche stanno fornendo agli sfollati per questi primi giorni i pasti, attraverso la nostra mensa cittadina di Latina, e ogni altra assistenza materiale”.
“Analogo ringraziamento va alle Istituzioni pubbliche e al volontariato per quanto hanno fatto e faranno con professionalità per il soccorso e la sicurezza delle persone coinvolte nell’incendio. Tuttavia, trascorsa la prima fase emergenziale, deve tornare al centro della discussione, nelle sedi proprie, oltre che nel dibattito pubblico, il tema della sistemazione di queste famiglie, che da troppo vivono nel degrado nel campo Al Karama”.
La diocesi ricorda che “attualmente queste persone sono sistemate nell’area Ex Rossi Sud, ma urge quanto prima un serio, concreto e valido progetto che punti alla loro integrazione, nel rispetto della loro tradizione e cultura”. “D’altronde, molti dei ‘residenti’ di Al Karama, lavorano con regolari contratti, specie nell’agricoltura, provvedendo così al sostentamento delle loro famiglie. La loro dignitosa sistemazione sarà un passo importante per il superamento di una condizione di emarginazione e di degrado che sconta anche il pregiudizio di tanti”.
Latina: alla preghiera per l’unità dei cristiani la testimonianza di due fratelli rom
26 Gennaio 2022 - Latina - Si è svolta nei giorni scorsi presso la Chiesa di S.Chiara a Latina, la Preghiera Ecumenica organizzata dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso con la collaborazione dell’Ufficio Migrantes Diocesano. Questo rito molto bello cade nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) che quest’anno ha voluto soffermare la riflessione sul versetto “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2,2). Hanno presenziato la preghiera il vescovo mons. Mariano Crociata e il cappellano degli ortodossi rumeni di Gaeta e Terracina, padre Vasile Carp. Dopo aver ringraziato il Signore per averci radunati ed aver messo nei nostri cuori il desiderio dell’unità, i celebranti ci hanno aiutato a chiedere perdono per esserci allontanati tra noi, per il nostro egoismo, per le nostre divisioni basate sull’etnia, la religione e il sesso. La Parola di Dio ha illuminato la preghiera facendoci contemplare la luce che è Gesù, quel piccolo bambino, nato nel nascondimento e nella povertà e onorato da tutti i popoli della terra rappresentati dai Magi.
Durante l’omelia padre Vasile ci ha ricordato che “insieme dobbiamo cercare la strada verso il Signore". "La luce della stella cometa non fu offuscata…" (S.Giovanni Crisostomo): perché una stella e non i profeti? I Magi erano pagani, non conoscevano le scritture, ma seguirono la stella. Erode non voleva dividere il potere e si chiuse alla rivelazione. L’incarnazione non è per un popolo scelto, ma per tutto il mondo. Dio compie la sua salvezza in ognuno di noi secondo il suo stato e la sua percezione, dipende da quanto collaboriamo con lui”.
Anche il vescovo Crociata ci ha invitati a “chiedere perdono: siamo tutti peccatori e perseveriamo nel peccato… I Magi sono persone attente ai segni che parlano del divino. Si possono sapere tante cose ma non riuscire a percepire i segni della salvezza. Dobbiamo prendere coscienza di questo… dobbiamo coltivare di più l’amore e la sensibilità ai segni che ci possono unire e condurre. Se “desiderio” ha una etimologia (SIDERE) che ci riporta alle stelle, allora possiamo dire che noi veniamo dall’alto e c’è in noi un’aspirazione verso questa nostra origine. Ci dobbiamo mettere in ASCOLTO. Da tutte le religioni deve emergere questo “desiderio” di Dio. Ma non sarà il nostro sforzo a creare UNITA’, bensì il lasciarci guidare da Lui. Camminiamo verso l’unica meta: Cristo Signore!”.
La luce di Cristo ha illuminato anche tutti noi che con le candele accese abbiamo confessato la nostra comune fede attraverso il Credo Niceno-Costantinopolitano e le preghiere dei fedeli lette in nome di tutti i popoli migranti e oppressi del mondo. Una testimonianza, che è stata anche una preghiera, è arrivata da due fratelli rom ortodossi del Campo di Al Karama di Borgo Bainsizza: “Siamo una piccola comunità ROM. Abitiamo in un Campo vicino a Borgo Bainsizza (Latina). Siamo ortodossi. Siamo Cristiani. Siamo qui da 25 anni ed è la prima volta che partecipiamo ad un Rito insieme. Grazie di averci invitati. È bello sentirci fratelli, è bello accogliere le persone che arrivano, è bello sentirsi accolti. Ci auguriamo di costruire una società di diritto per i nostri figli. Speriamo di poter aiutare i nostri genitori e nonni nel corso della loro vecchiaia. Vi offriamo la nostra amicizia, vogliamo fare parte della società. Per ora siamo emarginati. Non abbiamo certificato di Residenza e perciò non abbiamo un medico di base, un pediatra, una scuola che ci aiuti a superare le difficoltà, dando istruzione ai nostri bambini. Aiutateci a pregare e lavorare per costruire una comunità in cui tutti abbiamo gli stessi diritti, senza distinzioni.”
Come segno di attenzione per i cristiani del Medio Oriente, inoltre, la preghiera che ci ha insegnato Gesù, il Padre Nostro, è stata cantata in lingua araba dalle monache della Comunità di Deir Mar Musa.
In conclusione, i celebranti e l’assemblea hanno invocato da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo pace, amore e fede e chiesto che la grazia sia con tutti coloro che amano fedelmente il Signore. (Migrantes Latina-Terracina-Sezze-Priverno)
Giornata dei Poveri: mons. Crociata visita le famiglie del campo Al Karama
13 Novembre 2021 - Latina - Ieri pomeriggio il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata si recato presso le famiglie che abitano nel campo Al Karama, di Borgo Bainsizza a Latina, zona rurale al confine con la provincia romana. Una visita in occasione della V Giornata mondiale dei Poveri, voluta da Papa Francesco e che si celebrerà domenica prossima in tutte le chiese del mondo. Il vescovo era accompagnato dal direttore della Caritas e della Migrantes diocesana Angelo Raponi con alcuni volontari che seguono il campo.
Monsignor Crociata si è intrattenuto con gli appartenenti alle circa 35 famiglie che vivono in una situazione di assoluto degrado, ha visitato le varie baracche - di quelle costruite ancora con l’amianto - e ascoltato le loro storie fatte di precarietà estrema, consapevoli di non essere accettati da parte del territorio circostante e quindi del forte pregiudizio contro di loro. Infatti, questo campo accoglie da anni famiglie di rom e sinti, molti sono anche cittadini italiani ma anche nomadi provenienti dalla Romania, ovviamente da zone altrettante povere.
Alle famiglie mons. Crociata ha donato generi di prima necessità e piccole ghiottonerie per i bambini, doni simbolici che si affiancano al servizio più complesso e continuo nel tempo assicurato dai volontari della Caritas e della Migrantes diocesana. Dopo circa un’ora il saluto con la promessa che le istanze raccolte, piene di problematiche complesse, non saranno dimenticate appena rientrati negli uffici della curia vescovile.
Al termine di questa visita il direttore della Caritas e Migrantes a Angelo Raponi ha commentato: «Il nome Al Karama in italiano vuol dire dignità. Credo che la visita di monsignor Crociata voglia prima di tutto affermare la dignità delle persone che abitano il campo. Al di là di tutte le retoriche possibili, i pregiudizi, o i giudizi scontati, queste persone, adulti e bambini, sono fratelli e sorelle preziosi, una ricchezza nella società. Condividono il nostro territorio e sperano di condividere la nostra Costituzione, fondata sui diritti umani e civili. Sperano, quindi, di essere riconosciuti come fratelli e come cittadini, sperano di poter dare istruzione ai loro figli e chiedono il diritto di essere sé stessi. Mi auguro che questi loro legittimi auspici possano trasformarsi in certezze per la loro dignità di essere umani».
Migrantes Latina: celebrazione e messaggio del vescovo Crociata
26 Settembre 2021 - Latina - Questa mattina presso la chiesa di Stella Maris, a Latina Lido, sarà celebrata una Santa messa in occasione della 107a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato celebrata dalla Chiesa cattolica, il cui titolo è Verso un noi sempre più grande. A concelebrare saranno anche i sacerdoti pontini che ordinariamente presiedono le messe in lingua straniera (inglese, francese e spagnolo).
L’iniziativa è stata organizzata dall’Ufficio diocesano di Migrantes, articolazione locale della Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per accompagnare e sostenere le Chiese particolari nella conoscenza, nell'opera di evangelizzazione e nella cura pastorale dei migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella società civile la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza. Per l'occasione il vescovo della diocesi di Latina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata ha inviato ale parrocchie e ai fedeli un messaggio con l'invito alla preghiera, alla riflessione, all’impegno. "Dobbiamo sentire, innanzitutto come credenti, l’appartenenza dei migranti al nostro 'noi'", scrive il presule: un vero senso del “noi” "non può escludere, particolarmente quelli che condividono la nostra stessa fede. E questa assemblea liturgica è la dimostrazione che, venendo da Paesi e Continenti diversi, parlando lingue diverse e portando culture differenti, formiamo l’unica Chiesa ciascuno con la medesima dignità battesimale e la fraternità a cui Cristo ci ha generato".
Migrantes Latina-Terracina-Sezze-Priverno: tra i dimenticati del circo
10 Febbraio 2021 - Latina - Le realtà circensi, che tanto fanno sognare grandi e piccoli, sono tra i settori che la Chiesa italiana segue e cura attraverso la Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Sul territorio diocesano di Latina-Terracina-Sezze-Priverno sono presenti, in modo stanziale ormai da circa un anno, tre gruppi circensi (con relative famiglie e animali al seguito), seguiti appunto dai volontari dell’équipe diocesana di Migrantes. Il circo Città di Roma, il circo Wigliams ed il circo Orfei-Montemagno hanno dovuto bloccare la propria attività e stabilirsi su terreni di loro proprietà nella zona di Latina. La pandemia ha reso precaria non solo la professione circense, ma ha messo a dura prova anche la gestione di numerosi animali tra cui i grandi felini ed erbivori, che restano l’obiettivo primario di ogni singolo componente del circo. Grazie al solo ed unico supporto economico dell’ufficio diocesano di Caritas-Migrantes, partito con le iniziative di sostegno già marzo dello scorso anno, le famiglie riescono ad affrontare le spese di minima necessità. Gli animali necessitano di incessanti cure giornaliere, nonché di un’alimentazione controllata e costante, tale da non compromettere il benessere fisico. In tal senso è chiara anche la raccomandazione dei veterinari dell’Asl di Latina: gli animali devono conservare un ottimo stato di salute. Facile a dirsi in queste condizioni! L’Ufficio ha lavorato alla ricerca di benefattori o aziende, disposti a offrire o a vendere a prezzi assolutamente accessibili carne, frutta e verdura di cui tutti gli animali hanno quotidianamente bisogno. C’è da aggiungere che, purtroppo, fra i vari decreti ministeriali degli ultimi mesi non si è assolutamente fatta menzione della “questione circo” e che nessuno dei nostri “assistiti” ha ricevuto un sostegno economico o di altro genere da parte dello Stato o degli enti locali. I titolari dei circhi gridano a gran voce la loro delusione e rabbia di fronte al silenzio delle istituzioni locali e non vogliono arrendersi a questo stato di cose. Una situazione che è stata anche oggetto di un servizio del Tg3 nazionale (per la rubrica Fuori Tg), andato in onda nei giorni scorsi, realizzato proprio presso la struttura del circo Orfei-Montemagno, in cui i circensi ma anche lo stesso ufficio diocesano Migrantes hanno denunciato le condizioni critiche vissute in questa realtà di vita. Ad appesantire poi la già difficile situazione anche il maltempo e le piogge ininterrotte di questi ultimi tempi che hanno creato non pochi problemi di gestione nelle quotidiane attività di manutenzione della struttura circense, causando addirittura l’impossibilità di movimento per le persone all’interno di essa. Accanto a questa emergenza però, si è presentata una vera e propria opportunità di amicizia e condivisione tra quattro giovani circensi e la realtà giovanile salesiana presente in diocesi. È bastato poco perché si creasse una splendida ed empatica sinergia, che ha permesso loro di progettare e camminare insieme, finché sarà possibile. Proprio in un momento di così dura prova per questi nostri fratelli è nata una richiesta che ha fatto sussultare di infinita gioia tutto l’Ufficio: il Sacramento della Confermazione! A causa dei continui spostamenti da una città all’altra, i giovani non hanno potuto iniziare un percorso formativo verso il Sacramento e così, facendo di necessità virtù, hanno trasformato in opportunità questo tempo “stagnante” e poco redditizio, chiedendo di poter approfondire un cammino di catechesi. Saper leggere fra le righe e riuscire a trovare il buono, anche dove sembra non esserci, è una risorsa interiore grandiosa. (Loris Calabresi - Equipe Ufficio Migrantes diocesi Latina-Terracina-Sezze-Priverno)
Migrantes Latina: uno sguardo di carità sui migranti e i rifugiati
27 Settembre 2020 - Latina - Questa domenica anche la diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno celebra in tutte le parrocchie la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Lo farà anche con il gesto concreto della colletta, cioè la raccolta delle offerte durante le messe. In questo periodo di misure di prevenzione contro la pandemia le offerte possono essere versate solo all’uscita della chiesa, e comunque varie limitazioni che impediscono di organizzare eventi come negli anni precedenti. Intanto, sempre stamattina il vescovo Mariano Crociata presiederà la celebrazione eucaristica, alle 11.30, presso la chiesa di Santa Domitilla a Latina, che già in passato ha avuto la sensibilità di accogliere alcuni migranti.
Dallo scorso anno l’équipe dell’Ufficio diocesano Migrantes, diretto da Angelo Raponi, si sta attivando, a livello diocesano, e nelle diverse comunità parrocchiali, per coinvolgere e promuovere i migranti in momenti di preghiera, festa e condivisione (fin quando è stato possibile), in cui la loro presenza faccia la differenza, con il loro contributo originale di storie, percorsi, esperienze. Un servizio che ha avuto un risvolto anche nella prossimità umana e materiale proprio nel tempo più duro dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid–19. Infatti, i volontari dell’équipe si sono interessati delle persone e famiglie più fragili, comprese quelle dei rom e dei circensi e giostrai rimasti bloccati nei nostri territori. Molti non sanno che proprio nel territorio pontino risiedono varie famiglie di circensi e giostrai che con il blocco dei movimenti e delle attività nei mesi scorsi si sono ritrovati praticamente senza nulla. Tuttavia, la gran parte del lavoro dell’Ufficio Migrantes è anche quello di contribuire a far conoscere alle comunità parrocchiali cosa vuole dire essere un migrante o rifugiato oggi. Un compito difficile poiché spesso le persone migranti sono vittime di discriminazione. Purtroppo, oggi la vera linea di demarcazione rispetto ai migranti è fra quelli che li guardano da lontano (e per loro sono solo dei numeri, una categoria: parlano di extracomunitari, di neri, di immigrati) e coloro che si sono avvicinati fino a riconoscere nel loro volto il volto di un fratello. Infatti, il senso di questa giornata, giunta ormai alla sua 106ma edizione, è di aiutarci a vedere nei migranti la presenza di Cristo, «anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo: con i vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra lingua», e ad agire di conseguenza. (Lorenza Fusco)