17 Luglio 2020 - Ponte - “Vi ringrazio per l’invito a questo incontro e visitare questo luogo dove voi, Carissimi Fratelli, possiate lodare Dio creatore e misericordioso; e affidare a Lui le vostre gioie e i vostri dolori, le vostre speranze e i vostri progetti, così che il vostro cuore possa aprirsi e sia purificato da ogni sentimento non buono, sia ripieno di forza per andare verso gli altri con pace e fiducia”. Lo ha detto il parroco di Ponte (Bn) e direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi dsi Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti don Alfonso Calvano incontrando la comunità islamica locale.
“Noi tutti – ha quindo aggiunto - vogliamo e dobbiamo essere cercatori di Dio e mettere in opera la sua santa e benefica volontà, perché riconosciamo in Lui l’Amico degli uomini per eccellenza, Colui che non ci lascia nelle nostre mediocrità, ma ci fa crescere sempre. Io credo che il nostro paese debba avere una vera e grande forza di coesione sociale, anche se nella nostra società vi è della violenza latente e questa a volte esplode. Le nostre chiese e le nostre moschee, i nostri luoghi di preghiera e di istruzione devono essere dei luoghi in cui ognuno va a trarre forza, energia e generosità per andare verso gli altri con stima e rispetto, con fiducia, col desiderio di costruire insieme il futuro”. Parlando della mosche il direttore Migrantea ha sottolineato che “questo luogo, non è solo luogo di culto per fedeli, ma anche centro culturale in grado di offrire a tutti un punto di accoglienza, dibattito e servizio. Viviamo nello stesso paese, condividendo tutto, proprio per questo l'inaugurazione di questo luogo di preghiera rappresenta un momento importante per il dialogo e la fratellanza tra religioni”.
L’invito di don Calvano è quello di cooperare “insieme per il bene della cittadinanza promuovendo il dialogo con le autorità e la cultura italiana: sono sicuro che questo centro diventerà fonte di tante iniziative e attività. Abbiamo bisogno di costruire ponti robusti e distruggere i muri dell’odio e del pregiudizio che dividono”.