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Naufragio Calabria: mons. Savino, “diventiamo tutti Caino nella misura in cui non ci sentiamo custodi e responsabili di questi nostri fratelli immigrati”

27 Febbraio 2023 - Crotone - "Dinnanzi a queste bare mi permetto di dire che l’umanità è sconfitta": queste le parole commosse, che celano le lacrime, a stento trattenute, di mons. Francesco Savino, Vicepresidente della Cei per il Mezzogiorno e vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Calabra che si è recato al Palamilone di Crotone dove sono state ricomposte le salme che il mare ha restituito dopo la tragedia che su è consumata ieri a Cutro, nel crotonese. "Mi chiedo perché tutto questo? Non potevano, forse, essere aiutati ed accolti per un processo di integrazione nei nostri territori?".  Questi gli interrogativi del presule che continua: "diciamolo chiaramente: Crotone, la Calabria tutta sta dimostrando di essere una regione solidale, accogliente, ospitale. Ma ci sono, evidentemente pregiudizi che vengono da altri luoghi. Ci sono pregiudizi ideologici che non ci consentono, molto spesso, di accompagnare questi fratelli in un processo di integrazione fattibile. Il fenomeno migratorio di italiani che vanno al Nord è quantitativamente molto più numeroso del fenomeno immigratorio. Allora penso che bisogna fare verità nei numeri. Qui sono a rappresentare tutti i confratelli vescovi, tutta la Chiesa. Vengo qui a nome della Conferenza Episcopale Italiana, del Consiglio di Presidenza, del cardinale Matteo Zuppi, del segretario della Cei monsignor Giuseppe  Baturi, di mons.  Erio Castellucci, vice presidentte Cei per il Nord. Sono qui a nome di tutti i Vescovi calabresi con cui abbiamo definito questa tragedia 'il naufragio dell’umanità'. Lasciatemi ringraziare, tutti i soccorritori che sempre con generosità non vengono mai meno a questa pratica di accoglienza". «Sono qui – ha concluso il presule – a dare la mia prossimità a nome della Chiesa italiana ai sopravvissuti che in questo momento vanno accompagnati seriamente e responsabilmente. Penso alle mamme che non hanno più i loro bambini accanto che stanno vivendo questo tremendo dolore. Facendo mia una domanda che proviene dalla Bibbia mi chiedo: 'Caino dov’è tuo fratello?'. Diventiamo tutti Caino nella misura in cui non ci sentiamo custodi e responsabili di questi nostri fratelli immigrati".

Migrantes Calabria: “il nostro appello per un Garante che ancora non c’è”

3 Ottobre 2022 - Cosenza - Non è passato inosservato come, in questi ultimi anni, la situazione dei minori si sia modificata a causa della pandemia e di come le conseguenze di natura sanitaria, sociale, educativa rappresentino una vera e propria emergenza, ancor più per tutti i bambini e bambine e adolescenti che già versavano in una condizione di svantaggio. Nel 2004, in Calabria con la legge regionale 12 novembre 2004, n. 28, è stata istituita la figura del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, un’autorità indipendente di garanzia che ha il compito di garantire il pieno rispetto e l’attuazione dei diritti dei soggetti minori d’età che la Convenzione delle Nazioni Unite del 20 novembre del 1989 riconosce all’infanzia e all’adolescenza. Un punto di riferimento fondamentale, dunque, per la garanzia di tutti i soggetti minori d’età, tenuto a svolgere il proprio mandato di tutela “in piena autonomia, con indipendenza di giudizio e valutazione, senza vincoli di controllo gerarchico e funzionale”. Tra le principali funzioni del Garante previste dall’art. 2 della L.R. n.28/2004: 1. promuovere, in collaborazione con gli Enti competenti e con le organizzazioni del privato sociale, iniziative per la tutela dei diritti dei Minori in particolar modo con riferimento al fenomeno della dispersione scolastica e del lavoro Minorile; 2. vigilare sull’assistenza prestata ai Minori ricoverati in Istituti educativi- assistenziali, in strutture residenziali o comunque in ambienti esterni alla propria famiglia, anche in ordine allo svolgimento dei poteri di vigilanza e controllo di cui all’art. 2 della legge n. 698/1975 che vengono delegati ai Comuni che possono esercitarli tramite le Unità locali socio-sanitarie; segnala alle competenti Amministrazioni Pubbliche fattori di rischio o di danno derivanti ai Minori a causa di situazioni ambientali carenti o inadeguate dal punto di vista igienico-sanitario, abitativo, urbanistico; 3. verificare le condizioni e gli interventi volti all’accoglienza ed all’inserimento del Minore straniero non accompagnato; 4. fornire ogni sostegno tecnico e legale agli operatori dei servizi sociali e proporre alla Giunta Regionale lo svolgimento di attività di formazione; 5. istituire un elenco al quale può attingere anche il giudice competente per la nomina di tutori o curatori; 6. assicurare la consulenza ed il sostegno ai tutori o curatori nominati. Una figura, quella del Garante Regionale, di cui nessun territorio regionale dovrebbe esserne sprovvisto, specialmente in un momento storico come quello che stiamo vivendo e dal quale a fatica stiamo cercando di risollevarci. Eppure, in Calabria è da giugno 2020 che la figura del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza è praticamente scomparsa dal panorama politico regionale, gli indirizzi e-mail istituzionali sono stati completamente disabilitati e l’Ufficio di fatto non si è più costituito, in quanto viene nominato dal Consiglio regionale per un mandato legato alla durata della legislatura, e non vi è modo di prorogarne il mandato fino alla nomina del nuovo. Tante le opportunità in sospeso o vanificate da questa mancanza, dalla presa in carico di interventi a favore dei minori, all’attuazione di convenzioni con le aziende ospedaliere per le cure dei soggetti minori di età che vivono in comunità o in case di accoglienza, italiani e non, alla promozione di programmi ed azioni di sensibilizzazione e formazione circa le problematiche inerenti l’infanzia e l’adolescenza, formulazione di proposte su atti normativi e di indirizzo riguardanti l’Infanzia, l’Adolescenza e la famiglia, di competenza della Regione, delle Province e dei Comuni…tutte attività che dovrebbero mettere al centro la persona di minore età e che invece sono rimaste praticamente “congelate” al 2020. Una vacatio che dunque blocca procedure e interventi in favore dei minori in generale ed in particolare di quella parte di popolazione ancora più vulnerabile rappresentata dai Minori Stranieri non Accompagnati. Rispetto a questi ultimi, gli Enti formatori, Fondazione Città Solidale Onlus, Ufficio Migrantes di Cosenza-Bisignano, Cidis Onlus di Cassano allo Ionio, in collaborazione con l’Istituto don Calabria di Verona, nell’ambito del progetto FAMI Monitoraggio della Tutela Volontaria ai sensi dell’art.11, della Legge 47/2017, nel biennio 2020-2021, e nell’anno in corso, nell’ambito del progetto Tutori Never Alone FVG-CALABRIA, all’interno dell’iniziativa, “Never Alone per un domani possibile”, atto a rafforzare e supportare il sistema di Tutela Volontaria dei minori stranieri non accompagnati, che ha visto allargare il partenariato anche ad ARCI Reggio Calabria APS, garantiscono interventi sia individuali che di gruppo ai Tutori Volontari presenti sul territorio regionale, provvedendo a realizzare corsi di formazione per aspiranti Tutori Volontari, mediante un accordo siglato con l’Ufficio dell’Autorità Garante Nazionale, che ha già sollecitato una nomina a livello regionale. Per tutto quanto espresso sopra, la manifestazione di una volontà congiunta, un’unica voce, alla quale si unisce anche l’Ufficio Migrantes Regionale, rispetto alla richiesta di una nuova nomina, che non può essere più procrastinata a data da definirsi. Chiediamo che sia sanata questa inadempienza e che sia nominato con urgenza il Garante per l’Infanzia e dell’Adolescenza della Calabria. (Migrantes Calabria)

Migrantes Calabria: accompagnare e sostenere gli amici ucraini

28 Febbraio 2022 - Lamezia Terme - Le notizie di queste ore relative alla guerra in Ucraina "ci lasciano senza parole per quanto sta avvenendo soprattutto nei confronti dei più deboli (anziani, donne e bambini) vittime incolpevoli della guerra" che, come ci ricorda Papa Francesco nella Fratelli Tutti “…lascia il nostro mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. Lo scrive in una lettera ai direttori diocesani e ai cappellani  ucraini il direttore Migrantes della Calabria, Pino Fabiano invitando alla giornata di digiuno e preghiera di mercoledì 2 marzo. In diverse diocesi calabresi sono stati organizzati momenti di preghiera e manifestazioni per la pace in Ucraina in queste ore: "in questo momento sarebbe opportuno prendere contatto, accompagnare e sostenere gli amici ucraini presenti nelle nostre comunità", sottolinea Fabiano ricordando che in Calabria sono presenti ed accompagnano le comunità ucraine di rito greco-cattolico P. Taras Zvir a Lamezia (dove risiede), Cosenza, Paola, Siderno e Gioia Tauro e P. Vasyl Kulynyak a Crotone (dove risiede) e Catanzaro. "Sarebbe opportuno e bello coordinarsi con loro per eventuali momenti di preghiera e iniziative di raccolte fondi e/o materiali per l’emergenza (alcune raccolte spontanee sono già cominciate)".

Lavoratori migranti? Sì, ma…: la visita della delegazione Migrantes e Caritas alla tendopoli di San Ferdinando

24 Gennaio 2022 - San Ferdinando - A che punto siamo con l’assistenza dei lavoratori migranti nelle tendopoli della Piana di Gioia Tauro? La domanda è d’obbligo, dopo anni di discussioni. Ma non c’è da aspettarsi grandi risposte. Infatti, gli insediamenti di migranti sparsi nella zona industriale e nelle campagne della Piana di Gioia Tauro continuano ad essere visti come un problema d’emergenza, invece di sollecitare soluzioni strutturali e di lungo periodo. Per uscire dalla fase d’urgenza non basta la mera assistenza caritativa, come quella dell’erogazione di fondi per organizzare la mobilità sul territorio o per persuadere i migranti a lasciare le baraccopoli. La questione deve essere affrontata nella globale complessità delle sue dinamiche. La storia di queste installazioni risale soprattutto ai fatti di Rosarno, nel 2010, quando i lavoratori stanziali vennero “trasferiti” dai centri abitati alle tensostrutture provvisorie, dando vita a “ghetti di periferie esistenziali”. E così, negli ultimi anni, il nome di San Ferdinando è associato alla tendopoli, che è diventata il simbolo di quelle piaghe che suscitano ribrezzo e dolore solo in occasione di tragedie sfiorate o avvenute, quasi sempre causate da incendi nelle baracche fatte di legno, lamiere e altri materiali di fortuna, che hanno sostituito le tende progressivamente smantellate, a partire da agosto 2020. Non c’è da sorprendersi se divampavano roghi causati dai fuochi che i migranti accendono per scaldarsi o dai cortocircuiti provocati dal sovraccarico dell’impianto elettrico che rifornisce la baraccopoli. Del resto, tutta l’area è abbandonata al degrado, da sempre carente di servizi e igiene, con montagne di immondizia che quasi formano il perimetro dell’insediamento! Chi si occupa di gestire questa realtà deve continuamente fare i conti con l’avvicendarsi di nuove presenze, che quasi sempre provocano tensioni e conflitti, in un territorio che da una parte inutilmente denuncia l’isolamento e l’abbandono delle istituzioni, dall’altra non sa offrire soluzioni civili a fenomeni di questo tipo perché patisce la presenza capillare delle organizzazioni mafiose. I residenti, per quanto possono, si danno da fare per rendere meno disumana la precaria convivenza in quell’area, anche grazie alla disponibilità di alcuni Progetti, a qualche intervento delle amministrazioni locali, al sostegno di associazioni ed enti privati. Anche la Chiesa fa la sua parte, specialmente guardando con favore e sostenendo tutte le iniziative che mirano ad affrontare la crisi del comparto agricolo e a contrastare la piaga del caporalato. La creazione di “foresterie stagionali”, con dignitosi moduli abitativi, potrebbe almeno costituire il primo passo verso l’agognata inclusione sociale. Poi, l’abolizione delle lungaggini legislativo-burocratiche, il controllo delle forze dell’ordine per impedire lo sfruttamento dei lavoratori e la vigilanza contro la violenza e le sopraffazioni mafiose permetterebbero ai migranti stanziali di uscire dal “limbo” dell’irregolarità. Proprio per trattare questi temi, nel Palazzo del Governo, a Reggio Calabria, l’undici gennaio scorso ho partecipato all’ultimo Consiglio Territoriale sull’Immigrazione, che si è occupato soprattutto delle aree di insediamento di San Ferdinando, Rosarno e Taurianova. Poi, il 24 gennaio, si è concretizzata l’urgenza di esprimere la presenza attiva degli organismi ecclesiali e sostenere l’importante opera della Chiesa diocesana in quell’area: guidata dal vescovo Giuseppe Schillaci, incaricato della pastorale Migrantes  nella Conferenza episcopale calabra, una delegazione si è recata nella tendopoli di San Ferdinando per esprimere solidarietà a chi vive in quell’area. Oltre al vescovo Francesco Milito, ordinario della diocesi di Oppido-Palmi, vi erano alcuni direttori Caritas e Migrantes, regionali e diocesani, che hanno lanciato un appello alle istituzioni, alle imprese e alla comunità civile e religiosa con il seguente comunicato stampa: “Dopo l’ennesimo incendio che nella notte di San Silvestro ha avvolto nelle fiamme la tendopoli di San Ferdinando, con la distruzione di una ventina di baracche che per fortuna non ha causato nessun ferito o morto, è sempre più urgente programmare un intervento che miri al superamento di questa realtà con l’obiettivo di ridare dignità alle persone che ormai da tempo vivono in una condizione di marginalità inaccettabile. Come Delegazione Caritas e Commissione Migrantes della Calabria, guidati da Mons. Schillaci – vescovo incaricato CEC Caritas/Migrantes e da Mons. Milito – vescovo di Oppido-Palmi, siamo presenti oggi, presso la tendopoli/baraccopoli di San Ferdinando, per ribadire la nostra solidarietà ai tanti lavoratori migranti presenti ed alle tante realtà di base, ecclesiali e non, che sono impegnate per una risoluzione definitiva per il superamento dell’ormai storica situazione del ghetto infernale. Vogliamo fare un appello alle istituzioni nazionali, regionali e locali perché intervengano con un provvedimento deciso e definitivo che garantisca dignità nell’accoglienza delle persone e che non sia più l’ennesima struttura emergenziale che diventa poi soluzione definitiva. Crediamo che sia opportuno andare verso l’individuazione di soluzioni abitative sicure e adeguate diffuse nel territorio attraverso anche una organizzazione dei trasporti che faciliti gli spostamenti nell’intera area. Facciamo appello inoltre alle imprese sane della Piana e di tutta la Regione perché garantiscano condizioni dignitose e redditualmente accettabili ai migranti per consentire loro il reperimento con maggiore facilità sul mercato privato di immobili in locazione. In ultimo, ci appelliamo all’intera comunità religiosa e civile, perché superi il pregiudizio e la diffidenza e con slancio generoso, per come sanno fare i calabresi, metta in campo iniziative di ospitalità diffusa per garantire una dignità ai lavoratori migranti impegnati nella Piana di Gioia Tauro e nelle altre realtà di lavoro agricolo della regione”. (p. Gabriele Bentoglio, direttore Migrantes Reggio Calabria-Bova)

Migrantes: oggi visita alla tendopoli di San Ferdinando con il vescovo Schillaci

24 Gennaio 2022 -
San Ferdinando – Questa mattina, alle ore 10, una delegazione della Caritas e della Migrantes Regionale della Calabria, visterà la tendopoli di San Ferdinando a Rosarno per esprimere solidarietà a chi vive in quell’area, specie dopo l’incendio dei giorni scorsi. Una visita – spiega una nota – che “non vuole essere mera apparenza, ma concreta vicinanza a chi è costretto a vivere lontano dalla propria terra”. Situazione simile, come ha detto papa Francesco alla famiglia di Nazaret che “ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza. La causa è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti. Anche per Gesù è accaduto così”. A volere fortemente questa visita il vescovo della diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, delegato Caritas e Migrantes della Conferenza Episcopale Calabra, che non manca di rimarcare che “l’umanità oggi cresce nella misura in cui sa guardare verso chi è più piccolo”. Insieme a monsignor Schillaci, il vescovo della diocesi di Oppido mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito, i direttori diocesani Caritas e Migrantes della Calabria e  Oliviero Forti, referente nazionale dell’Ufficio Immigrazione di Caritas Italiana (R.I.)

Migrantes e Caritas Calabria: lunedì visita alla tendopoli di San Ferdinando con il vescovo Schillaci

21 Gennaio 2022 - San Ferdinando - Lunedì 24 gennaio alle ore 10 una delegazione della Caritas e della Migrantes Regionale visterà la tendopoli di San Ferdinando a Rosarno per esprimere solidarietà a chi vive in quell’area, specie dopo l'incendio dei giorni scorsi. Una visita - spiega una nota - che "non vuole essere mera apparenza, ma concreta vicinanza a chi è costretto a vivere lontano dalla propria terra". Situazione simile, come ha detto papa Francesco alla famiglia di Nazaret che “ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza. La causa è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti. Anche per Gesù è accaduto così”. A volere fortemente questa visita il vescovo della diocesi di Lamezia Terme, monsignor Giuseppe Schillaci, delegato Caritas e Migrantes della Conferenza Episcopale Calabra, che non manca di rimarcare che “l’umanità oggi cresce nella misura in cui sa guardare verso chi è più piccolo”. Insieme a monsignor Schillaci, sarà presente Oliviero Forti, referente nazionale dell'Ufficio Immigrazione di Caritas Italiana e i direttori diocesani Caritas e Migrantes della Calabria. (R.I.)

Migrantes Calabria: domani il terzo appuntamento del ciclo “Economia senza tratta di persone”.

22 Febbraio 2021 - Cosenza - “Economia senza tratta di persone”. È il tema scelto dalla Migrantes Calabria, diretta da Pino Fabiano, per un ciclo d’incontri online. Domani il terzo appuntamento di questo percorso di riflessione e approfondimento a più voci. Questo percorso segue i tre appuntamenti “Conoscere per comprendere” sul tema delle migrazioni che si è svolto nelle settimane scorse. «Abbiamo voluto avviare un focus sull'immigrazione che viene quasi sempre letta come un'invasione, ma quando si va al di là di apparenze e luoghi comuni, si scopre che molti finiscono in strada, vittime di sfruttamento e soprusi di ogni genere. Che tra l'altro la pandemia ha moltiplicato e peggiorato», spiega Fabiano aggiungendo che l’appuntamento di domani si parlerà di “Tratta e minori”. L'incontro può essere seguito sul profilo Facebook della Migrantes di Cosenza-Bisignano.  

Migrantes Calabria: un ciclo di incontri su “Economia senza tratta di persone”

10 Febbraio 2021 - Cosenza - “Economia senza tratta di persone”. E' il tema scelto dalla Migrantes Calabria, diretta da Pino Fabiano, per un ciclo d'incontri online. Dopo i tre appuntamenti “Conoscere per comprendere” sul tema delle migrazioni, è iniziato ieri un nuovo percorso di riflessione e approfondimento a più voci, proprio in occasione della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta. “Tratta e sfruttamento sessuale”, il tema del primo momento formativo trasmesso su Zoom, durante il quale è intervenuto il vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Calabra, mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Lamezia Terme. Il presule Schillaci ha posto l’attenzione proprio sull’attualità e sulla gravità del tema della tratta, spesso nascosto e rispetto al quale non possiamo chiudere gli occhi, nell’ottica della fratellanza universale richiamata dall’ultima enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. L’incontro è stato introdotto da Maria Elena Godino, della Comunità Progetto Sud fondata a Lamezia da don Giacomo Panizza. Tra gli interventi suor Caterina Dolci, dell’USMI Calabria, e suor Claudia Biondi della Caritas Ambrosiana. Proposte alcune testimonianze dirette. Prossimi incontri il 16 febbraio e il 23 febbraio, dalle ore 17:30 alle ore 19:30.  

Migrantes Calabria: da venerdì tre seminari di approfondimento sui Rapporti Migrantes

13 Gennaio 2021 -

Cosenza - Tre seminari per presentare i Rapporti redatti annualmente dalla Fondazione Migrantes. E l’iniziativa promossa dall’Ufficio regionale Migrantes della Calabria a partire da venerdì 15 gennaio e per tre venerdì consecutivi.

Il 15 gennaio sarà la volta del Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Tema dell'incontro La fraternità, legame di tutte le creature”. Ad aprire il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci seguito da Simone Varisco della Fondazione Migrantes, don Carmelo Torcivia della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Valentina Fedele dell’Università della Calabria e dal territorio Khalid El Scheick moderati dal delegato Caritas Calabria don Nino Pangallo. Venerdì 22 sarà presentato Rapporto sul Diritto d’Asilo. Introdurrà i lavori Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes seguita da Leila Giannetto, Donatella Loprieno dell’Università della Calabria) e dal territorio Operatori e Beneficiari SIPROIMI. I lavori saranno moderati da Pino Fabiano della Migrantes Calabria.

I tre seminari si concluderanno venerdì 29 gennaio con il Rapporto Italiani nel Mondo con un approfondimento su “Calabria tra crisi demografica ed emigrazione”. I lavori saranno introdotti da Delfina Licata della Fondazione Migrantes seguita dagli interventi di Manuela Stranges dell’Università della Calabria, Giuseppe Sommario dell’Università Cattolica di Milano e dal territorio don Gregorio Aiello, responsabile della Missione Cattolica Italiana Genk in Belgio, originario della diocesi di Catanzaro-Squillace). Modererà i lavori Pino Fabiano della Migrantes Calabria. (R.I.)

Migrantes Calabria su incendio barcone: oggi si è persa umanità nel pensiero e nel linguaggio

1 Settembre 2020 - Cosenza - L'Ufficio Migrantes Calabria raccoglie “l’invito dell’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Raffaele Panzetta, all’indomani della tragica morte in mare di tre migranti, "a restare fedeli al Vangelo”. “Sui social - dice il direttore regionale, Pino Fabiano - si sono scatenati linguaggi e comportamenti che impoveriscono una intera comunità. Rispetto alla morte e a persone che affogano nel mare, oggi si è persa un po’ umanità nel pensiero e anzitutto nel linguaggio”. Il direttore Migrantes lancia “un appello ancora una volta a non generalizzare e a rendersi conto che gli sbarchi continuano” e che “c’è bisogno di canali umanitari" sull'esempio di quelli già avviati dalla Cei - attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes - e dalla Comunità di Sant’Egidio”.

Migrantes Calabria: “non ammaliamoci di cattiveria e sguardo negativo verso i fratelli”

23 Luglio 2020 -   Cosenza - “Quella che stiamo vivendo in questa fase dell’emergenza sanitaria è una situazione particolare, che ha al centro dell’attenzione soprattutto gli asintomatici” che “non ha colore dela pelle. Dobiamo uscire da qualsiasi marchiatura. Il Covid 19 ci ha rivelato che siamo tutti fragili”. Lo dice Pino Fabiano, direttore Migrantes della Calabria in una intervista al settimanale della diocesi di Cosenza-Bisignano “Parola di Vita” dopo i receti casi di contagio avvenuti tra gli stranieri residenti sul territorio in particolare la comunità senegalese. Una comunità – aggiunge Fabiano – “inserita nel territorio, dove vivono famiglie, lavoratori e nuclei sociali”. Diverse, infatti, le famiglie di origine senegalese che vivono a Cosenza e in provincia e che sono perfettamente integrate nei quartieri. “La comunità si è da subito attivata per la tracciatura dei contagi, ma soprattutto quel che mi preme sottolineare è che si lavora in- sieme evitando stigmi”, aggiunge Fabaino: “il clima da untore è brutto e il corona- virus non fa distinzioni”. E in mwrito alle proteste il direttore Migrantes evidenzia che Cosenza “dimostra un doppio volto da un lato quello della solidarietà e vicinanza, e dall’altro c’è chi continua a fare fuoco. Speriamo che non ci ammaliamo di cattiveria e sguardo negativo verso i fratelli”.