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Don Sciabbarasi: “serve una Europa più accogliente”

8 Luglio 2023 -
Lampedusa - Il percorso commemorativo, a 10 anni dalla visita di papa Francesco a Lampedusa, si è snodato in tre tappe per “incontrare l’uomo”, un andare che ricordi ad ognuno “la nostra condizione di pellegrini in questo mondo, di migranti”, un “richiamare alla coscienza i nostri doveri di esseri umani, di cittadini e di credenti e i diritti di ogni altro uomo che abita questa terra”, ha detto don Aldo Sciabbarrasi, direttore Migrantes della diocesi di Agrigento. Un percorso iniziato dal sagrato della Chiesa parrocchiale di San Gerlando e arrivato al monumento "Porta d’Europa", passando per il porto. Una commemorazione voluta dall'Ufficio dell'Apostolato del mare della Conferenza episcopale italiana, dalla Fondazione Migrantes e dalla diocesi agrigentina sul tema “Chi di noi non ha pianto? Il mare luogo di vita”. La "Porta d'Europa" rappresenta "la speranza di avere - ha detto il direttore Migrantes - un’Europa più umana, più sensibile, più accogliente nel senso più bello e vero del termine, un’Europa che abbia veramente aperta la porta che si affaccia sul Mediterraneo e che dia pronta e dignitosa accoglienza ai fratelli e alle sorelle che arrivano da noi senza colpa se non quella di cercare una vita dignitosa se non addirittura la salvezza della loro stessa vita”. "Partire dal sagrato della chiesa parrocchiale di Lampedusa - ha spiegato al Sir -  ha significato uscire dal tempio per andare incontro all’uomo,  portare fuori l’annuncio di salvezza agli uomini e donne di questo nostro tempo dentro questa nostra storia segnata da aspetti positivi e aspetti negativi”.

“Preoccupati per difficili condizioni di accoglienza a Lampedusa”: una nota di mons. Damiano e del pastore Garrone

10 Novembre 2021 - Agrigento - La Chiesa di Agrigento, con i suoi servizi Caritas e Migrantes, e la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, con il programma Mediterranean Hope,  manifestano “la propria preoccupazione per le difficili condizioni di accoglienza delle persone migranti che l’isola di Lampedusa continua a registrare”. Lo scrivono, in una nota, mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento e del pastore Daniele Garrone, Presidente Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Mentre il flusso di persone in arrivo a Lampedusa continua ad essere “consistente nonostante le condizioni meteo avverse, non si può rimanere indifferenti davanti alla scena registrata negli ultimi giorni di centinaia di migranti (fra cui anche numerose donne e bambini) costretti ad attendere l’accesso all’Hotspot di C.da Imbriacola all’addiaccio e sotto una pioggia battente. La condizione di vulnerabilità fisica e mentale di quanti sbarcano sulle nostre coste dopo un viaggio lungo e rischioso, spesso anche ricco di esperienze traumatiche, richiede – si legge nella nota -  ad uno Stato civile come il nostro uno sforzo ulteriore per garantire standard di accoglienza più alti e un quanto più veloce inserimento delle persone migranti nel circuito di accoglienza ordinario”. Da qui la richiesta a trovare “soluzioni definitive, non emergenziali, alle ormai ben note difficoltà logistiche legate all’insularità: il ritardo nei trasferimenti degli ospiti dell’Hotspot causa non di rado pericolose situazioni di sovraffollamento e promiscuità, soprattutto per i più vulnerabili come donne e bambini. Laddove le condizioni meteo non consentissero il trasferimento via mare, favorire i trasferimenti con ponti aerei potrebbe essere una via percorribile”.

Migrantes Agrigento: il fenomeno migratorio rappresenta il segno di un’Europa che ha smarrito il valore dell’accoglienza

10 Luglio 2021 - Agrigento - Una preghiera per le persone migranti, in particolare per quelle che hanno perso la vita nella traversata nel Mar Mediterraneo: così la Presidenza della Conferenza episcopale italiana invita le comunità ecclesiali a ricordare le numerose vittime dei viaggi della speranza che, anche in questa estate 2021, riempiono le cronache. I dati dell’OIM parlano di 632 persone morte nei primi cinque mesi dell’anno nel Mediterraneo centrale (+200% rispetto allo scorso anno), di cui 173 accertate e 459 disperse; a queste sono da aggiungere le vittime su altre rotte: quella delle Canarie, la via dei Balcani, il Sahara, la Libia … La data prescelta per l’11 luglio non è casuale: si celebra infatti la festa di S. Benedetto, che  in un tempo certamente non facile come l’Alto Medioevo,  segnò profondamente l’Europa con la fondazione di numerosi monasteri, dediti al lavoro e alla preghiera, divenuti centri di cultura e segno pubblico nella vita della Chiesa e della società. Disseminati in tutta Europa, i monasteri furono centri di accoglienza e ospitalità per i tanti pellegrini che percorrevano la via Francigena diretti a Roma o a Gerusalemme. Il fenomeno migratorio, trattato sempre come emergenza benché sia strutturale, rappresenta il segno di un’Europa che ha smarrito il valore dell’accoglienza , si ripiega sulla  difesa e finisce per imboccare la via dell’involuzione, con il suo portato di frammentazione, decadenza morale e culturale, disorientamento. La preghiera per i migranti  si conclude con questa significative parole: “Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture” . (Mariella Guidotti - Direttrice Migrantes Agrigento)

Diocesi Agrigento: tutelare la salute dei cittadini e dare adeguata accoglienza

21 Aprile 2020 - Agrigento - In merito alle proteste suscitate dal trasferimento di un consistente gruppo di migranti nell’ex hotel Villa Sikania di Siculiana,  oggi gli uffici Migrantes e di pastorale sociale dela diocesi di Agrigento, Mariella Guidotti e don Mario Sorce, in una nota “richiamano l’attenzione su vicende che, soprattutto in piena emergenza sanitaria Covid-19 impongono misure adeguate a tutela della salute pubblica senza far venir meno il dovere dell’accoglienza e della solidarietà. È doveroso – scrivono in una note congiunta - che le amministrazioni comunali, continuino a fare tutto ciò che è necessario per garantire l’incolumità di tutti i cittadini; è altresì doveroso che le forze dell’ordine, continuino a vigilare perché nessuno, anche chi viene da lontano e non si sa se abbia potuto contrarre il virus, possa violare le disposizioni, i decreti governativi o le varie ordinanze; è inoltre dovere del Governo fare di tutto per assicurare misure idonee alla gestione delle emergenze”. Circa le proteste avvenute a Siculiana contro la presenza degli immigrati, “pur comprendendo – continuano e paure legate al momento che tutti stiamo attraversando, non possiamo – sostengono i due uffici diocesani - da cristiani accettare tali comportamenti. Questi gesti si sono rivolti contro nostri fratelli immigrati che hanno l’unica colpa di essersi messi in salvo venendo da altri paesi la cui situazione sociale è invivibile e per questo si trovano in condizioni disperate”. “Se esiste una ragionevole preoccupazione per la salute pubblica – sottolineano nella nota i responsabili dei due uffici diocesani - essa va fatta presente nelle opportune sedi e non imputate a persone che nulla possono se non sentirsi ferite nella loro dignità, che è uguale alla nostra. Gli atti di rifiuto che si sono verificati non hanno nulla di cristiano, anzi contraddicono la stessa fede”. Da qui l’auspicio “che,  chi ne ha il dovere,  garantisca che la struttura sia adeguata e che tutte le misure idonee siano rispettate; siamo altrettanto  certi che il popolo di Siculiana, che si è sempre distinto per una fede che si concretizza nelle opere soprattutto di generosità e di accoglienza, darà prova di vera fede cristiana e di civiltà.  

Migrantes Agrigento: vicinanza al mondo della mobilità che vive in diocesi

26 Marzo 2020 - Agrigento - Anche ad Agrigento le disposizioni governative chiudono tutti a casa. Sebbene i casi siano relativamente pochi, "il timore è per la carenza delle strutture sanitarie che collasserebbero presto in caso di contagio diffuso". "La prima preoccupazione - dice la direttrice dell'Ufficio Migrantes della diocesi, Mariella Guidotti - è stata per i tanti venditori ambulanti (regolari e non) che popolano le vie del centro, molti di loro sono bengalesi, altri senegalesi. Alcune famiglie che abbiamo contattato sono in difficoltà economiche, non sempre riescono a fare la spesa, si rivolgono alla Caritas e ai centri di ascolto parrocchiali". Un altro problema riguarda la scuola dei figli, che non riescono a seguire le lezioni online perché "mancano del computer e spesso i genitori non hanno le competenze linguistiche necessarie per comprendere le istruzioni, per rivolgersi agli insegnanti chiedendo alternative o informazioni. I bambini stranieri sono così penalizzati due volte", aggiunge. Dalle comunità di accoglienza arrivano notizie "confortanti e in certo qual modo sorprendenti. Gli ospiti sono stati informati e si attengono alle disposizioni. Non solo: pare non si registrino particolari tensioni nelle comunità, nonostante tante persone assai eterogenee tra loro (in una di queste strutture gli ospiti sono un centinaio, comprese donne e bambini), con un vissuto drammatico alle spalle, debbano convivere in uno spazio assai ristretto. Per me è un mezzo miracolo!", riferisce Guidotti segnalando anche l'iniziative di una  associazione di giovani italiani e immigrati che ha  postando dei brevi video in FB con tutte le informazioni su Covid-19 nelle diverse lingue: francese, inglese, arabo, fulà, mandinka, tigrino.

Migrantes Agrigento: domani l’incontro culturale “Le porte del Mediterraneo”

5 Luglio 2019 - Agrigento - Si terrà domani, sabato 6 luglio, nella chiesa S. Lorenzo di Agrigento, l’incontro culturale, “Le porte del Mediterraneo – Flussi e influssi di popoli e culture”, organizzato da Migrantes Agrigento e dal Mu.Di.A. L’incontro è a margine dell’installazione “Le porte del Mediterraneo”, dell’artista Lucia Stefanetti che sarà visibile fino alla fine di luglio. L’iniziativa intende mettere in evidenza il contributo di culture altre nel patrimonio storico artistico siciliano ed agrigentino e nel contempo sottolineare il carattere dinamico della cultura, che non può chiudersi alle influenze derivanti da altre presenze, comprese quelle dei migranti.