(fonte: il Mediterraneo24)
[caption id="" align="aligncenter" width="696"] (foto: unitedworldproject.org)[/caption]Tag: Mediterraneo
Acli: “già 215 morti da inizio anno, invochiamo la pace anche per il Mediterraneo”
Scalabriniane: la vergogna umanitaria nel Mediterraneo impone una risposta dagli Stati
Vescovi Sicilia: “un grido non ascoltato che ci interroga”
Papa Francesco: “ancora morti nel Mediterraneo, è il momento della vergogna”
Card. Bassetti: la crisi del Mediterraneo è “la crisi dei migranti che si consuma nel silenzio assordante delle acque del mare”
Card. Bassetti: “non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo”
Roma - “Non c’è Europa senza Mediterraneo e non c’è Mediterraneo senza Europa. Non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo”. Parola del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che nell’incontro svoltosi a Campobasso in preparazione all’incontro di Bari (19-23 febbraio), che si concluderà con la messa del Papa, ha fatto notare che “il Mediterraneo unisce e divide i popoli rivieraschi, unisce e divide il mondo. La storia dell’Europa moderna ci dice che quando il Mediterraneo è usato per dividere, i poveri – a qualsiasi riva appartengano – finiscono per soffrirne. È un inganno demagogico e pericoloso far credere che la divisione offra garanzie: l’interdipendenza dei popoli, infatti, non è una scelta ideologica ‘buonista’, è un dato di realtà che va gestito”. “Mai come oggi c’è un enorme bisogno di pace”, la tesi del presidente della Cei: “Pace nei nostri cuori, indubbiamente, ma anche pace per tutti quegli uomini, donne e bambini che trovano la morte nei conflitti del Mediterraneo e pace per tutte quelle famiglie che in questi Paesi, in particolar modo, in Siria hanno perso tutto: gli affetti, la casa, la vita”. L’incontro di Bari, ha spiegato il cardinale, “vuole essere proprio questo: il cantiere di un sentiero di pace. Il luogo di costruzione concreta di un cammino di coesione sociale, di incontro tra le persone e di dialogo tra uomini e donne. Una pace concreta, vera, autentica che parta da quella visione dell’uomo che la tradizione abramitica ci ha lasciato in eredità. ‘Chi è l’uomo e perché te ne curi?’ si chiede il salmista. Ecco questo non è solo un interrogativo ma è un orizzonte di fede che si trasforma in un imperativo di vita che deve prendere forma quotidianamente nel nostro vissuto” e che “non può essere derubricata soltanto a parola affettuosa o a concetto emozionale”. (Sir)