2 Febbraio 2021 - Solothurn - È nota la forza comunicativa di Papa Francesco: la semplicità dei suoi scritti, non banali nei contenuti, arriva, diretta, a tutti. Così, anche nel messaggio per la 55ͣ Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà il prossimo 16 maggio -solennità dell’Ascensione del Signore - dal tema “Vieni e vedi”, comunica delle verità in modo semplice e immediato. La riflessione prende spunto dal racconto di un incontro, dalle cui parole deriva il nodo centrale del suddetto testo: «Venite e vedrete» è la risposta che Gesù diede ai primi due discepoli Andrea e Giovanni alla domanda «Maestro dove abiti?»” (Gv 1, 46). Da allora e fino ai giorni nostri la fede cristiana si è comunicata attraverso un incontro, un abitare la relazione come esperienza di conoscenza diretta. Il “venire e vedere” può diventare il metodo di ogni autentica comunicazione umana, perché si basa sulla vita concreta delle persone e sulla verità delle cose. Così ogni informazione per essere espressione comunicativa chiara e sincera, non può essere confezionata lontano dalla realtà, stando seduti sul posto di lavoro, in redazione e davanti al computer: è necessario uscire per strada, consumare le suole delle scarpe, incontrare le persone e raccontare i loro vissuti.
In questo tempo di pandemia, nel quale le relazioni sono limitate, come tutti, anche noi sacerdoti con i nostri connazionali all’estero, stiamo soffrendo per la mancanza d’incontro. E il disagio si fa più drammatico quando si è costretti a stare lontano dagli ammalati, dagli anziani, dai morenti. Per colmare il senso di vuoto relazionale e farsi sentire prossimi, tuttavia, anche noi abbiamo sperimentato l’efficacia comunicativa dei media: ponti virtuali per restare in contatto con le nostre comunità. E senza dubbio la rete si è rivelata uno strumento formidabile, che avvicina le persone e le rende presenti, ma è pur sempre un incontro virtuale. L’incontro personale ha un sapore diverso, si riesce materialmente a soffrire con chi soffre e a gioire con chi gioisce, perché la condivisione non è solo trasmissione verbale attraverso uno schermo, è sentire un abbraccio affettuoso, è vedere la sincera compassione dello sguardo. È la verità della persona che si fa presenza reale e vera. Facendo riferimento alla citazione di Sant’Agostino, riportata nel messaggio del Santo Padre, «Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», potremmo dire, guardando ai nostri giorni: davanti ai nostri occhi ci sono degli schermi ma aldilà di essi la vera vita delle persone. Ed è là che si compie il miracolo dell’incontro. (Don Saverio Viola - MCI Solothurn)