3 Maggio 2022 - Strasburgo - “La solidarietà mostrata verso i rifugiati ucraini deve poi spingerci verso una gestione davvero europea anche dei migranti che arrivano da altri contesti di guerra e sfruttamento": lo ha detto il premier italiano Mario Draghi, intervenendo oggi al Parlamento europeo. Più in generale - ha aggiunto il premoer italiano - è "necessario definire un meccanismo europeo efficace di gestione dei flussi migratori, che superi la logica del Trattato di Dublino”. In particolare, “dobbiamo prestare maggiore attenzione al Mediterraneo, vista la sua collocazione strategica come ponte verso l’Africa e il Medio Oriente. Non possiamo guardare al Mediterraneo soltanto come un’area di confine, su cui ergere barriere. Sul Mediterraneo si affacciano molti Paesi giovani, pronti a infondere il proprio entusiasmo nel rapporto con l’Europa. Con essi, l’Unione europea deve costruire un reale partenariato non solo economico, ma anche politico e sociale. Il Mediterraneo deve essere un polo di pace, di prosperità, di progresso”.
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Ucraina: Draghi, “su accoglienza l’Italia farà la sua parte”
23 Marzo 2022 - Roma - "La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha proposto ieri di utilizzare i fondi europei con la massima flessibilità a sostegno di chi scappa dalla guerra in Ucraina, e di stanziare altri 3 miliardi di euro a favore degli Stati membri coinvolti nell'accoglienza. L'Italia appoggia con convinzione la posizione della Commissione e continua a fare la sua parte con determinazione, altruismo, solidarietà". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in aula alla Camera durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Mario Draghi a Firenze e i sogni traditi della gioventù mediterranea
24 Febbraio 2022 - Firenze - Nel Sud del Mediterraneo si specchia il futuro dell’umanità. È proprio così, se si pensa che la percentuale di giovani con meno di quindici anni nei Paesi che vi si affacciano è doppia rispetto a quella europea e che le persone che convergono sulle sue coste provengono dai Paesi, quelli asiatici e africani, in cui si concentra oltre la metà della popolazione mondiale di adolescenti. Questi giovani hanno il diritto di crescere e di accedere a tutte le possibilità, hanno il diritto di realizzare la propria personalità: rappresentano il pianeta di domani e dal loro successo dipende quello dell’intero genere umano. Eppure, la realtà spesso tradisce le loro aspirazioni.
È a questi giovani che rivolge il pensiero il Presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto ieri davanti ai circa 60 Vescovi riuniti a Firenze fino al 27 febbraio per discutere delle attuali sfide intermediterranee. Perché, ha detto il Primo ministro, occuparsi del Mediterraneo vuol dire innanzitutto prendersi cura delle nuove generazioni, tutelare i loro diritti e, dunque, combattere gli ostacoli che si frappongono alla loro piena realizzazione: la disoccupazione e le discriminazioni del mondo del lavoro, gli insufficienti investimenti nella scuola e nella formazione, la crisi climatica e l’inquinamento, con i disastri ecologici e ambientali che ne derivano, l’instabilità politica che minaccia la sicurezza e impedisce ogni progetto.
Tutto ciò intrappola i giovani mediterranei nel destino di spostarsi da sud verso nord. Parlare di giovani e di Mediterraneo conduce fatalmente a parlare di migrazioni. Anche la migrazione, come tutte le altre sfide mediterranee, riguarda in primo luogo i giovani. Ed è una migrazione spesso difficile, non liberamente scelta, ma imposta dalla durezza del contesto di provenienza, dalle scarse opportunità che offre. In molti casi, è una migrazione senza alternative, la più rischiosa perché la più disperata. Chi la intraprende è disposto ad accettare l’evenienza della morte ai confini d’Europa evocata dal card. Gualtiero Bassetti, per freddo nella neve dei Balcani o per annegamento nelle acque del Canale di Sicilia o dell’Egeo. Non sono solo i Paesi di provenienza a perdere i loro cittadini di domani: quella che migra è la gioventù del mondo ed è allora l’umanità intera a privarsi del proprio futuro.
Mario Draghi ha invocato una gestione della migrazione nuova, che sia condivisa, equilibrata, umana. Per realizzarla, ha chiesto l’aiuto dei Vescovi di fronte a lui, sottolineando il loro ruolo imprescindibile di guide del dialogo e della mediazione. La sua speranza è che il Convegno incoraggi un contrasto concreto e quotidiano alle divisioni e alle ingiustizie, che parta dal cuore delle comunità mediterranee, che si svolga al livello delle persone. È un tema che ritorna, è il grande tema di questo Convegno: impegno nella solidarietà e nella vicinanza, come tra i Vescovi a Firenze così per i popoli che li aspettano in patria e per tutti i popoli del mondo. (Livia Cefaloni)
Draghi a incontro sul Mediterraneo: “serve gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni”
24 Febbraio 2022 -
Firenze - “Oltre alle scarse opportunità lavorative, anche l’instabilità politica contribuisce a indurre decine di migliaia di persone, tra cui molti giovani, a emigrare non solo per opportunità, ma per necessità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo, ieri pomeriggio, alla giornata di apertura dell’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, in corso a Firenze. “Un fenomeno che attualmente porta con sé enormi rischi per chi arriva in Europa dal Nord Africa o dai Balcani”, ha sottolineato il premier: “E che al momento rappresenta un problema per i Paesi di origine, che perdono energie vitali, e per i Paesi di arrivo, che spesso faticano a integrare i nuovi arrivi, ad accoglierli con dignità”. “Il mar Mediterraneo ci ricorda che ciò che accade nell’Egeo riguarda anche il Tirreno, ciò che avviene al largo della Tunisia o della Libia si ripercuote sulle coste della Sicilia”, il monito di Draghi: “Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti”.
Draghi: ottimista su ridistribuzioni migranti
22 Dicembre 2021 - Roma - Questa mattina il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi rispondendo ad una domanda - durante la conferenza stampa di fine anno - sull'evoluzione della situazione dei migranti si è detto "ottimista": "l'approccio alla migrazione deve essere integrato, umano ed efficace e questo è stato capito nella Ue. Al Consiglio europeo con la presidente Von Der Leyen ci siamo opposti alla costruzione di muri nell'Est, e non ci possono essere passi indietro. Ma a parte la ridistribuzione dei migranti, bisogna cambiare completamente l'accoglienza. Oggi l'industria ha un bisogno grandissimo di manodopera. Su questo c'è grandissima apertura di tanti Paesi e questo spiega il mio ottimismo". Altro elemento di ottimismo è per Draghi il fatto che "la Commissione ha accettato di intraprendere una azione efficace per negoziare con i Paesi di prima provenienza un accordo sui rimpatri volontari assistiti. Non sia solo Italia a fare i corridoi umanitari ma anche gli altri Paesi".
Draghi: gestione migrazioni “non può essere soltanto italiana”
23 Giugno 2021 - Roma - Quello “della gestione dei flussi migratori” è un tema “che torna ad essere in agenda al Consiglio europeo su precisa richiesta dell’Italia. Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea”. Lo ha ribadito questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, intervenendo alla Camera dei deputati per le Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno.
Per il premier, “occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. E penso, ovviamente, in modo particolare alla Libia”. “Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione – ha proseguito – può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti”.
E se “tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino”, ha osservato Draghi, “al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri”. Per questo “serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Ma il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c’è ancora molto lavoro da fare”. “Intendiamo intensificare – in tempi rapidi – partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani”, ha aggiunto Draghi, precisando che “lo scopo è quello di evitare perdite di vite umane ma anche di contrastare le partenze illegali, nonché di ridurre la pressione sui confini europei”.
Inoltre, “vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari. Attualmente credo noi siamo i protagonisti per i corridoi umanitari. Credo ci siano pochissimi altri Paesi che li fanno e devo dire, se pur nella ridotta dimensione, li fanno così bene”.
Secondo Draghi “serve una maggiore considerazione dal punto di vista politico e finanziario delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale e occidentale. Oggi è privilegiata soprattutto la rotta orientale, sul piano giuridico e finanziario” ma “occorre uno specifico impegno dell’Unione europea per la stabilità in Libia, auspicabilmente sotto gli auspici delle Nazioni Unite”.
Immigrati e rifugiati: Draghi punta sull’Europa
18 Febbraio 2021 - Roma - Nel suo discorso al Senato, per il voto di fiducia, il neo presidente del Consiglio, Mario Draghi ha affrontato il tema dei flussi migratori limitandosi a indicare gli indirizzi di fondo: la spinosa questione dei rimpatri associata ai diritti dei rifugiati. Sul dossier «la risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità delle istituzioni europee», considera il premier, ricordando che «l’Italia, appoggiata da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro-quota».
Draghi: sfida il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo
17 Febbraio 2021 - 17 Febbraio 2021 -
Roma – Una sfida del nuovo Governo sarà «il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva».
Lo ha detto questa mattina il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, nel discorso sulla fiducia al Senato.
Per Draghi «cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati».