25 Settembre 2022 - Roma - “Come ricordato da papa Francesco, siamo chiamati alla costruzione di un nuovo progetto di comunità globale da cui nessuno deve essere escluso, perché tutti possono contribuire alla crescita dell’Umanità. In tale prospettiva occorre definire adeguate strategie di governo del complesso fenomeno della migrazione di popoli in fuga da guerre, persecuzioni, calamità naturali e da condizioni di vita di estrema povertà”. Lo scrive il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per affrontare questa “sfida epocale – ha aggiunto Lamorgese – è necessario orientare l’azione politica in un’ottica di collaborazione con altri Stati, operando nella cornice delle politiche comunitarie e promuovendo partenariati con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di sviluppare meccanismi virtuosi in grado di incidere sulle cause delle migrazioni”. Per Lamorgese occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati, favorendone la piena partecipazione alla vita sociale, economica e culturale del Paese. Tale approccio – conclude – riconoscendo la ricchezza della diversità e l’apporto che i migranti e i rifugiati possono assicurare alla crescita del paese, valorizza la migrazione come opportunità e potrà porre le basi per costruire una società coesa e sicura in cui tutti possono vivere in pace e dignità”.
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Lamorgese: 6701 sbarchi nel 2022
30 Marzo 2022 - Roma - Nel 2021 sono arrivati in Italia 6.701 migranti dal Mediterraneo: 3.323 a seguito di interventi di soccorso - di cui 1.595 dopo operazioni di navi ong - e 3.378 sbarchi autonomi. Lo ha detto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in audizione al Comitato Schengen, ricordando che la maggioranza "continua a partire da Libia (4.236) e Tunisia (1.494), ma ultimamente si sta registrando un allentamento della pressione da Libia e Tunisa".
Ucraina, Lamorgese, fare ordine, dopo gli spontaneismi
23 Marzo 2022 - Roma - Quello dall’Ucraina è un esodo «tragico e senza precedenti in tempi recenti», sottolinea l’agenzia dell’Onu per i rifugiati. Sia per l’entità – sono oltre 3 milioni e mezzo le persone fuggite finora dalla guerra – sia per la velocità con cui questo flusso di donne e bambini si riversa nei Paesi vicini e amici. In Italia sono 61.493 i profughi ucraini arrivati dall’inizio del conflitto, e per loro il governo nell’ultimo decreto ha stanziato 507,5 milioni di euro.
Intanto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha lanciato un appello: basta spontaneismo. «Noi siamo un popolo accogliente ma questo spontaneismo mai come ora deve essere riportato ad unità, deve avere un ordine, un coordinamento generale perché si rischia di non avere una situazione chiara sul territorio» ha detto la titolare del Viminale, parlando della gestione dei profughi ucraini che arrivano in Italia.
Proprio la maggior parte delle risorse loro destinate – 348 milioni per il 2022 – va all’accoglienza, che procede su un doppio binario: il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) copre le spese d’affitto dei rifugiati e riguarderà fino a 60mila persone per una durata massima di 90 giorni (poi sarà necessario rifinanziarlo); e l’accoglienza diffusa, che coinvolgerà fino a 15mila persone. Si tratta degli ucraini ospitati attraverso il terzo settore, gli istituti religiosi o direttamente dalle famiglie che se ne stanno facendo carico, a cui dovrebbero andare «20-25 euro a persona» ospitata al giorno, ha spiegato il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio.
Lamorgese: “da Europa e Africa impegno reciproco per prevenire e combattere il traffico”
13 Luglio 2020 -
Roma - “È stato un confronto proficuo che ci permette di rafforzare l’impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico dei migranti. Tutti i Paesi hanno anche condiviso la sfida che ci impone di garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone, ridurre la sofferenza umana di chi è più esposto ad ogni ricatto”. Così il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha commentato quanto emerso nel corso della Conferenza ministeriale per contrastare il traffico di migranti ospitata dall’Italia a cui stamattina hanno partecipato i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Malta e Spagna e i Commissari europei per gli Affari interni e per il Vicinato e l’allargamento e nella quale hanno incontrato le loro controparti provenienti da Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia al fine di rafforzare l’impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico di migranti.
“Utilizzeremo tutti gli strumenti disponibili, compresi i partenariati bilaterali, per individuare e perseguire le reti criminali che sfruttano le persone più vulnerabili. Anche promuovendo una più stretta cooperazione di polizia per rafforzare gli strumenti operativi e le attività investigative”, ha proseguito Lamorgese. “Oggi tutti insieme abbiamo avviato un importante percorso che ci vede protagonisti, europei ed africani, per tentare di governare il complesso fenomeno delle migrazioni”, ha concluso il ministro.
Lamorgese: “l’immigrazione è un fenomeno strutturale che va gestito senza alimentare le paure”
17 Giugno 2020 - Milano – “L’immigrazione è un fenomeno strutturale che va gestito senza alimentare le paure. I fenomeni migratori, piuttosto, vanno governati facendo perno sul senso di responsabilità dell’Europa e favorendo, quando ci sono le condizioni, i corridoi umanitari per l’ingresso in sicurezza di chi scappa dalle zone di guerra e dalle dittature”. Lo afferma il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, in un’intervista a tutto campo rilasciata a Famiglia Cristiana, che il settimanale pubblica nel numero in edicola da domani e anticipata oggi.
Per Lamorgese l’Europa, con il contributo di alcuni Paesi “più generosi di altri, che hanno dato vita a settembre del 2019 all’accordo di Malta, ha già espresso grande solidarietà nei confronti dell’Italia: e fino a al 20 febbraio, prima che l’emergenza Covid-19 bloccasse i trasferimenti, i numeri dei ricollocamenti ci hanno dato ragione. Anche per questo, ora, c’è la necessità di una nuova strategia migratoria per l’Unione europea, un passo in più che metta a regime un sistema basato su un meccanismo di ricollocazione a carattere obbligatorio dei migranti. Questo punto, insieme alla specificità della gestione delle frontiere marittime, costituisce l’architrave del documento sottoscritto da Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta e poi inviato alla Commissione, che sta preparando la sua proposta su una rivisitazione del Trattato di Dublino”. Chi dall’Africa e dall’Asia si mette in marcia per cercare “un futuro migliore, non si lascia – sottolinea il ministro dell’Interno nell’intervista ad Alberto Chiara - scoraggiare da un lungo viaggio anche se questo si rivela costellato di insidie e di pericoli: lo abbiamo visto anche in questi ultimi tre mesi di emergenza Covid-19, in cui i flussi delle due rotte che più interessano l’Italia, quella mediterranea e quella balcanica, non si sono certo esaurite. Per questo a febbraio, ben prima dell’inizio del lockdown dell’8 marzo, il Viminale ha chiesto al ministero della Salute la definizione di un protocollo per il rafforzamento dei controlli sanitari sui migranti che arrivano in Italia via mare e via terra. In seguito abbiamo dovuto disporre l’utilizzo anche di traghetti per la quarantena dei migranti, in modo da non pesare sulle strutture del Servizio sanitario nazionale già sotto pressione a causa del Covid-19. I casi di contagio tra i migranti sono stati, almeno fino a ora, pochissimi, nell’ordine delle unità”. E parlando del decreto per l’emersione del lavoro nero sottolinea che i primi dati che arrivano “ci indicano una consistente linea di tendenza crescente ed evidenziano picchi di circa 2.500 domande registrate ogni giorno, con un peso maggiore del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona”. E rispondendo ad una domanda sul fatto che la regolarizzazione è stata limitata all’agricoltura e al lavoro domestico “ricordiamoci – ha detto Lamorgese - che un provvedimento di emersione non veniva fatto dal 2012 e quindi io rimango dell’idea di vedere in positivo anche un passo che altri giudicano parziale. Tutto è migliorabile, ma è un fatto importante che il Governo sia riuscito a trovare un accordo su un tema molto sensibile per la maggioranza”.
R.Iaria