Tag: Italiani nel mondo

Lucchesi nel mondo: da Pechino è tornata a Montecarlo

18 Maggio 2020 - Lucca - In valigia una laurea in “Lingue, culture e società dell’Asia e dell’Africa mediterranea, curriculum Cina” all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Poi la voglia di conoscere e tanti progetti sempre in mente: è la storia di Elena Anichini, di Montecarlo (Lu). Ventitrè candeline la aspettano sulla torta il prossimo dicembre. Ha già vissuto due anni nel capoluogo veneto, ha passato un semestre alla Nanjing University di Nanchino (vicino a Shanghai) per poi tornare a Venezia gli ultimi mesi della triennale. Infine è di nuovo ripartita, ad inizio ottobre 2019. Questa volta per Pechino da dove, nello stesso mese, a distanza, ha conseguito il titolo. “Mi sembrava di aver appena grattato la superficie della complessità di quel paese, così ho deciso di tornarci”. Inizia a raccontare così. Le chiediamo: com’è stato iniziare una nuova vita lì? “Difficile. Vivevo con una famiglia cinese che mi offriva vitto, alloggio e copertura delle spese di sanità e università, in cambio dovevo occuparmi delle tre figlie, insegnargli l’inglese e aiutarle con i compiti. Al mattino avevo l’università, il pomeriggio e la sera il lavoro. Nei corsi ero l’unica italiana, all’inizio si sentiva la solitudine ma lì ho trovato persone meravigliose, anche gli insegnanti. A casa, invece, si sentiva la differenza culturale”. Hai vissuto l’esplosione del Covid-19 proprio in Cina. “La prima volta che ho sentito parlare del virus era circa metà gennaio, su un articolo di giornale italiano inviato da un’amica, non seguivo ancora bene i media cinesi, è probabile che la notizia mi fosse sfuggita. Io mi spostavo con la mascherina, ma la percezione generale del virus non era ancora fortissima. Per il Capodanno cinese viaggiano milioni di persone, io sono partita il 21 gennaio per andare a Nanchino, da un’amica italiana. Ho capito che la situazione era grave due giorni più tardi, il 23: il governo avvertiva di tornare a casa e restarci, poi il lockdown per undici milioni di persone a Wuhan. Notifiche su notifiche dei media cinesi sul mio telefono: contagiati, morti, numeri e statistiche. Sono rimasta in casa dalla mia amica una settimana, uscivamo solo per andare a caccia di mascherine perché a Pechino erano finite tutte, conveniva cercarle dov’ero. Trovavo strade deserte, mezzi vuoti, a Nanchino prima e poi a Pechino quando sono tornata lì. Era surreale, non avevo mai visto nulla del genere. C’è da dire che i cinesi sono stati molto disciplinati e la pragmaticità con cui hanno gestito la situazione è riuscita a non mandarmi nel panico. Ricordo di aver detto a mia madre: "se una cosa del genere fosse successa in Italia sarebbe stato un macello!". Avevo un biglietto per l’Italia che mi aspettava il 30 gennaio, comprato prima che si sapesse del virus, per dieci giorni di ferie. Poco prima ho ricevuto via telefono la notizia di un lutto familiare ed è stato infine per la sensazione d’impotenza, mista alla paura di un virus sconosciuto, che ho deciso che una volta rientrata in Italia non sarei tornata indietro. Due settimane di quarantena volontaria a Lucca e dopo poco lockdown anche qui. Frustrante ma necessario”. Cosa insegna vivere per lunghi periodi dall’altra parte del mondo? “A convivere con te stessa: scopri nuove capacità, ti spingi oltre i limiti e forse cominci anche a capire che persona vorresti e potresti essere. Una crescita inevitabile, a prescindere dalla positività o negatività dell’esperienza. Mi sono tolta diversi pregiudizi, ho imparato ad ascoltare di più e ho cominciato ad apprezzare cose che prima davo per scontate. Ripartirò, ma al momento non per la Cina”. (Giulia Colombini – In Cammino – Toscana Oggi)

Quando c’è la crisi

17 Maggio 2020 - Annecy - Ogni età dell'essere umano conosce le sue crisi. E i mutamenti di civiltà, di società non si svolgono senza crisi. Le crisi fomentano rivolte, fatalismo, ma possono anche aprire cammini nuovi di rinnovamento a patto di superarle, di non lasciarci scoraggiare, di non rinunciare. In questi ultimi mesi, il mondo sta attraversando un momento difficile. Anche la Chiesa e la comunità dei credenti, vive questa crisi, che diventa una crisi di mutamento. La Chiesa cammina con il mondo, e le gioie e le speranze, le lotte e le sofferenze degli uomini sono le gioie e le speranze, le lotte e le sofferenze della Chiesa. Gesù non ha mai detto ai suoi discepoli di uscire dal mondo, non ha mai promesso luoghi fuori dal mondo dove si trova una perenne tranquillità, indifferente alla storia umana. Pregando il Padre diceva: “Non ti prego di toglierli dal mondo, ma di preservarli dal male”. C'è il pericolo nei momenti di crisi che la Chiesa e le comunità cristiane che la compongono si ripieghino su se stesse, incapaci di leggere con profondità i mutamenti dell'umanità. C'è sempre questa tentazione di distoglierci dalla realtà, di non vedere le cose come sono. La fede ci dà il coraggio di guardare in faccia la realtà. Questo coraggio è il contrario della pigrizia. È capacità di fare le necessarie analisi della situazione. Sovente siamo condizionati dall'opinione pubblica. Gli slogan si sostituiscono alla riflessione seria e serena, e diventano un mezzo per sfuggire la verità degli avvenimenti. Sovente l'emozione sostituisce la riflessione e l'intelligenza. La storia è piena di capovolgimenti delle folle, che bruciano oggi ciò che ieri adoravano. E non mancano i volta-gabbana. Le tentazioni non mancano. Tentazioni di rivolgersi al passato, come rimpiangere un paradiso perduto. Se leggiamo gli autori antichi scopriamo che c'è sempre stato questo rimpianto del passato. I tempi del passato sono belli solo perché sono passati, perché a loro volta non erano belli. L'altra tentazione è di proiettarci in un futuro di sogni, che dipende da uomini provvidenziali che ci daranno pace, sicurezza, salute, felicità, senza coinvolgere le nostre iniziative e la nostra responsabilità. La fede ci farà superare queste tentazioni. Il credente in Gesù Cristo non vive nei sogni, vive nella realtà della sua epoca. Il nostro tempo, con le sue gioie e le sue situazioni drammatiche, è sempre il tempo di Dio, cioè il tempo dell'energia, della lotta, della speranza attiva, coraggiosa, perché radicata nella fede. Sento molto in me quello che ci dice l'apostolo Pietro nella seconda lettura di oggi: “...pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. Se il cristiano non è testimone di speranza, che cosa è? Questa speranza che viene dalla fede in Gesù ci fa combattere per l'uomo, per la sua dignità, per i suoi diritti. La crisi che attraversiamo deve renderci più credenti, più convinti della nostra fede. L'apostolo Pietro ce ne dà la testimonianza. (don Pasquale Avena - Mci Annecy)      

Germania: una ragazza italiana di 12 anni cuce gratis mascherine per una casa di cura per anziani

11 Maggio 2020 - Dieburg - In questo periodo di paura e di isolamento, in parte una soluzione per combattere il coronavirus si è trovata, anche se ciò non emerge spesso tra i comunicati stampa. Sto parlando del nostro senso di solidarietà, del nostro senso di responsabilità, della capacità di prenderci cura gli uni degli altri. Ogni giorno ci sono centinaia di persone pronte a offrire il loro aiuto a chi ne ha più bisogno, ogni giorno molti di noi compiono un gesto di generosità mettendo al centro dell’attenzione il bene comune anche a costo di tralasciare il proprio. A Groß Zimmern, un paesino vicino a Dieburg in Assia, Alessia, una ragazzina di 12 anni, di origine italo/tedesca, ha confezionato in meno di una settimana 50 mascherine. L’idea è nata dopo aver letto sul giornale locale che la casa di riposo per anziani Priska a Dieburg, aveva urgentemente bisogno di mascherine. Per Alessia non è stato difficile mettersi al lavoro davanti alla macchina da cucire, in quanto è molto abile nel campo e quando sono sorte delle complicazioni “ho chiesto a mia nonna Waltraud di aiutarmi” ha dichiarato Alessia. L’obiettivo è stato quello di aiutare, di dare un piccolo contributo, così a lavoro terminato Alessia ha consegnato le mascherine alla signora Weimar, responsabile della casa per anziani Priska. “In questo momento in cui l’emergenza del Coronavirus costringe tutti a casa, e dove si è venuta a creare una carenza di mascherine, nel mio piccolo ho voluto contribuire a dare una mano” ha detto Alessia. (Licia Linardi)    

Francia: un medico italiano e il covid 19

11 Maggio 2020 - Parigi - Leonardo è un medico italiano che vive e lavora in Francia. Ha 55 anni e lavora da 22 al Centro Ospedaliero Universitario di Lilla occupandosi di trapianti del midollo osseo. Sin da giovane ha frequentato la Missione Cattolica italiana di Roubaix ed ha avuto come missionario don Ferruccio Sant, attualmente delegato delle Missioni cattoliche Italiane in Francia. All’inizio di questa pandemia – racconta a www.migrantesonline.it - si è “subito offerto volontario per curare i pazienti infetti ricoverati nell’ospedale dove lavoro. E così mi sono trasferito all’unità COVID per adempiere quello che considero un dovere e per aiutate i medici”. Ma qualche settimana dopo si è ammalato e “ho dovuto assentarmi dal lavoro per tre settimane e vivere in quarantena in famiglia:  ho tre figli, due femmine e un maschio. Per fortuna non sono stato ricoverato perché non ho avuto complicazioni respiratorie”. Questo periodo, racconta, “mi ha permesso di rileggere la mia vita quotidiana, una vita che assomiglia a molte persone di oggi. Ho misurato quanto siamo prigionieri di questa società consumista e individualista e quanto abbiamo dimenticato di guardarci attorno e di ‘andare’”. Ora Leonardo sta bene e vuole tornare in questa unità di malattia per continuare la sua “missione e cioè quella di curare”, dice.

R.Iaria

Ambasciata Pechino: incontro online con accademici italiani

11 Maggio 2020 - Brescia - Primo appuntamento di dialogo virtuale tra l’Ambasciatore d’Italia a Pechino Luca Ferrari e il Consiglio Direttivo dell’Associazione degli Accademici Italiani in Cina (AAIIC), presieduta dal prof.  Ivan Cardillo. Tema principale dell’incontro, tenutosi in videoconferenza, sono state le opportunità di rafforzamento della collaborazione tra l’AAIIC, le istituzioni e le altre componenti del Sistema Italia nell’ideare e realizzare le future attività dell’associazione, anche con uno sguardo alle tematiche dei cambiamenti ambientali. È stata anche un’occasione di ascolto e di riflessione sulle esigenze e le prospettive degli accademici italiani in Cina dinanzi alle sfide poste dall’epidemia di COVID-19 e dall’impatto delle misure per il suo contenimento. “Ho sentito il dovere - ha dichiarato l’ambasciatore Ferrari - di far sentire il sostegno dell’ambasciata agli accademici italiani in Cina in un momento complesso come questo, che meglio non potrebbe ricordarci l’importanza e il valore della ricerca. Essa costituisce uno dei settori più importanti sui quali è costruito il rapporto bilaterale italo-cinese. Anche da questo punto di vista, ritengo fondamentale il ruolo dell’AAIIC, già espressione di una realtà associativa che rappresenta un segmento tra i più vitali, qualificati ed apprezzati della comunità italiana in Cina”. Fondata nel dicembre del 2015 su impulso dell’ambasciata e della rete consolare in Cina, l’AAIIC conta oggi più di centocinquanta soci tra docenti e ricercatori italiani, attivi in oltre quaranta università distribuite su tutto il territorio cinese ed impegnati con importanti progetti nazionali e internazionali in numerose discipline, dall’ambito STEM a quello delle scienze sociali, sino all’area umanistica. Forte di una solida tradizione storica di cooperazione scientifica intergovernativa, la collaborazione nella ricerca tra Italia e Cina è il frutto di oltre ottocento accordi e intese tra istituti accademici cinesi e italiani.  

Tv2000: torna “Today” con i racconti degli italiani all’estero

9 Maggio 2020 -
Roma - Tra l’emergenza sanitaria ancora in atto e i primi tentativi di ripresa, i Paesi alle prese con il Covid-19 attraversano fasi diverse. Sono però uniti dalla riscoperta della propria fragilità. Se ne parla a 'Today', l’approfondimento sull'attualità internazionale che torna su Tv2000 con una veste rinnovata e una nuova collocazione: oggi, sabato in seconda serata. 
Dalle aperture della Svezia al coprifuoco in Perù, passando per le decisioni nazionali sulle attività da riaprire e quelle da tenere chiuse, ogni Paese sta affrontando l’emergenza Covid -19 in modo diverso. Le testimonianze di molti italiani all'estero sono il filo rosso di 'Today', che cerca di raccontare la pandemia anche nelle parti del mondo più dimenticate e di analizzare i problemi aperti: il ruolo dell’Europa, le tensioni internazionali, l’impatto delle chiusure sull’economia e in particolare sulla vita quotidiana delle persone a varie latitudini, la fatica dei ceti più poveri.

Coronavirus: solidarietà con l’Italia dalle Mci in Germania e Scandinavia

5 Maggio 2020 - Francoforte - Non vogliamo entrare nel dibattito politico su come l’Europa deve affrontare la situazione del Coronavirus, e aiutare i Paesi più colpiti, come per esempio l’Italia. La Delegazione delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia è grata alle strutture ospedaliere tedesche che hanno ospitato contagiati dall’Italia ed alle iniziative private sorte per aiutare ospedali o parrocchie in Italia. Qui ne ricordiamo solo alcune. La città di Hildesheim raccoglie fondi per il policlinico della gemellata Pavia. Il Kath. Bezirk Main-Taunus ha lanciato l’iniziativa “Im selben Boot” per sostenere la diocesi di Trento nell’assistenza ai contagiati ed ai problemi connessi con il Coronavirus. La Comunità Cattolica Italiana di Bad Homburg sostiene la richiesta di aiuto della Parrocchia di San Giuseppe a Sesto San Giovanni, Milano. (p. Tobia Bassanelli)  

Paola: la festa regionale di San Francesco con un pensiero ai devoti emigrati nel mondo

4 Maggio 2020 - Paola - Sono centinaia di migliaia nel mondo gli emigrati italiani, soprattutto calabresi, che sono devoti a San Francesco di Paola, patrono della Calabria. A loro, questa mattina, è andato il saluto del Superiore provinciale dei Minimi, p. Francesco Trebisonda, salutando, in apertura della celebrazione eucaristica della festa regionale, gli arcivescovi di Cosenza-Bisignano e Reggio Calabria-Bova, mons. Francescantonio Nolè – che ha presieduto la liturgia - e Giuseppe Fiorini Morosini e i rappresentanti istituzionali presenti. “Il saluto mio e di tutti i presenti va agli emigrati calabresi e ai devoti di s. Francesco sparsi nel mondo che porto nel cuore con una particolare predilezione”, ha detto Padre Trebisonda che ha rivolto anche “un caro saluto alla cittadina francese di Frejus, ai fratelli di Argentina, Messico, Brasile, Canada e Australia. Dio vi benedica! Ci giungono tante richieste di preghiere che ci piace deporre adesso sull’altare del Signore”. Oggi la Calabria, purtroppo in modo ridimensionato, ha celebrato il suo patrono e Fondatore dell’Ordine dei Minimi. Una festa che, come ha detto l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Francescantonio Nolè, quest’anno “festeggiamo nel nostro cuore per scoprire sempre di più il segreto della sua santità, con la preghiera, la lettura della sua vita e la possibilità di poter fare anche noi un cammino di conversione e di amicizia con Dio”. “Quante immagini, nella città di Paola e lungo le vie dei luoghi in cui è forte la sua devozione, lo rappresentano mentre con il suo dito indica una via, una strada, una direzione, o sulla porta stessa della città, a perenne custodia e a garanzia che il nostro incontro con Dio avvenga e ci porti salvezza”, ha detto il presule mons. Nolè nell’omelia di questa mattina. I Frati Minimi hanno invitato ad ornare a festa i balconi e le finestre delle abitazioni, utilizzando fiori, drappi e luci: “manteniamo – dice p. Trebisonda - viva nelle case la fiaccola della fede, attraverso la preghiera personale e familiare; lo vuole s. Francesco, il quale ci esorta a vivere l’attuale condizione di emergenza in grazia di Dio e nell’amore vicendevole”.

R.Iaria

Tg in dialetto: primo notiziario interregionale e internazionale

30 Aprile 2020 - Roma - Un notiziario interregionale e internazionale che raccolga i dialetti di tutta Italia, con il coinvolgimento delle comunità italiane all’estero. È l’idea di Michele Pilla, giornalista irpino che lavora a questo progetto da oltre dieci anni: tutto nasce da Montaguto, piccolo paese in provincia di Avellino, e dal portale Montaguto.com, giornale online glocal. Un progetto di comunicazione, questo, che mira a unire e non a dividere, ognuno mantenendo le proprie tradizioni e la propria cultura ma condividendola con gli altri. Regalare un po’ di buone notizie raccontate in una modalità insolita ma assolutamente comprensibile a tutti – mediante l’utilizzo dei sottotitoli. Da oggi è attivo anche il sito ufficiale del telegiornale, www.tgindialetti.it, dove oltre alle notizie e alle edizioni del tg vi è una sezione dedicata ai paesi e ai dialetti che “visitiamo” – il notiziario si propone di raccontare tutti i comuni e i dialetti italiani e le comunità italiane all’estero – e ai partner che supportano l'iniziativa.

Giuseppe Sommario

Stampa Italiana all’Estero: prorogate al 30 maggio le domande di contributo

28 Aprile 2020 - Roma– Sono stati prorogati al 30 maggio la presentazione delle domande da parte degli editori italiani all’estero. La decisione è del il Dipartimento per l'Informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio. Lo rende noto il presidente della Fusie e della Commissione Informazione del Consiglio generale degli italiani all’estero, Giangi Cretti. Gli editori all’estero, dunque, dovranno presentare entro il 30 maggio tutta la documentazione richiesta che i consolati dovranno inoltrare al Dipartimento – e per conoscenza alla Farnesina - entro il 30 giugno.