17 Luglio 2019 - New York - Ha scritto direttamente a Trump il card. Daniel DiNardo, Presidente della Conferenza Episcopale Americana, per invitarlo a riconsiderare le azioni messe in atto nei confronti degli immigrati da parte del Dipartimento per la sicurezza e che da settimane hanno creato un panico diffuso nelle comunità immigrate del Paese.
“Condanno questo approccio – scrive DiNardo – perché ha creato un clima di paura nelle nostre parrocchie e sta causando un’inaccettabile sofferenza in migliaia di bambini al confine, poiché le autorità doganali separano le famiglie”. Il presidente dei vescovi Usa dichiara “fuorviante e insostenibile” il metodo utilizzato dall’agenzia per l’immigrazione che attraverso questi piani vorrebbe dissuadere gli abitanti del Centroamerica dalla fuga dai loro Paesi. “È contrario ai valori americani e cristiani cercare di impedire alle persone di emigrare qui quando fuggono per salvare le loro vite e trovare sicurezza per le loro famiglie”, prosegue scagliandosi contro la decisione, presa stamani dall’amministrazione, di modificare le domande di asilo, in modo da aggiungere ulteriori ostacoli e barriere a chi ne avrebbe diritto: una decisione che dovrebbe entrare in vigore domani e che per i giuristi pone non pochi dubbi sulla sua legittimità e legalità. Secondo la nuova legge, i migranti che arrivano nel territorio degli Stati Uniti dal confine sud-occidentale non saranno ritenuti idonei a presentare domanda di asilo se non presenteranno richiesta per un rifugio sicuro in un Paese terzo, per raggiungere il quale è d’obbligo viaggiare per gli Usa. “Questo ci sottrae ad un dovere morale – ribadisce DiNardo – e impedisce agli Stati Uniti di assumere un ruolo guida nella comunità internazionale come garante del diritto di asilo”. Il cardinale invita, più che ad agire con ordini esecutivi, norme e minacce, a ricercare le cause e le giuste soluzioni ad una crisi umanitaria che spinge le famiglie a fuggire pur di salvarsi la vita e ad attuare una riforma umana del sistema dell’immigrazione dove anche la compassione e la dignità non vengano meno.(Sir)
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Medecins du Monde: “migranti richiusi in container alla frontiera”
17 Luglio 2019 - Parigi - “Ogni notte, al posto di frontiera di Mentone, delle persone vengono rinchiuse in container. Affinché cessino le violazioni dei diritti degli esiliati al confine franco-italiano invitiamo il relatore speciale dell’Onu a venire sul terreno”.
Lo ha scritto su Twitter l’Ong francese, Medecins du Monde, affermando di essersi rivolta alla procura di Nizza, per denunciare questi oltraggi “inaccettabili” ai diritti fondamentali dell’uomo.
Scalabriniane: sostegno a Clarisse e Carmelitane
16 Luglio 2019 - Roma - Le suore missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane sostengono l’appello delle Clarisse e delle Carmelitane inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo scorso 11 luglio. Nel testo le religiose esprimono la loro “preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione”. L’appello è stato accolto dalla provincia San Giuseppe delle Scalabriniane (a cui fa riferimento l’Italia) e da tutta la Congregazione. La superiora provinciale suor Milva Caro sostiene l’appello di clarisse e carmelitane facendo notare: “il più profondo apprezzamento, appoggio e comunione” perché “in questo modo diventiamo tutti costruttori di una nuova umanità che mettono al centro l'umano e l'umanità. Le Suore Scalabriniane in coscienza verso la vocazione ricevuta non possono fare diversamente e continueranno nelle loro possibilità ad essere un semplice strumento di mediazione e di accoglienza verso chi cerca una nuova dignità nel nostro Paese”.
“Un impegno intercongregazionale è sempre più necessario, per dare l’ennesimo segnale di come la vita religiosa femminile sia contraddistinta da una sola voce – dice suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale – Anche una lettera come questa può pesare nelle coscienze civili. La preoccupazione della crescita dei sentimenti di intolleranza in Italia è la stessa di molti Paesi d’Europa e del resto del mondo. Far passare la migrazione come problema vuol dire mettere in discussione gli stessi valori di fratellanza e umanità che contraddistinguono una politica di pace”.
Svizzera: da “Domenica dei Popoli” a “Giornata dei Migranti”
16 Luglio 2019 - Zurigo - Fino al 2018 in Svizzera si celebrava la “Domenica dei Popoli”. Da quest’anno cambia nome. Si chiamerà “Giornata dei Migranti” e si celebrerà il 29 settembre, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. “Unitamente ai cattolici del mondo intero vivremo quindi uno stesso giorno di solidarietà con immigrati e immigrate e pregheremo assieme a loro e per loro”, scrivono in una lettera Mons. Jean-Marie Lovey, Vescovo di Sion e Presidente della Commissione Migrazione della Conferenza Episcopale elvetica e Karl-Anton Wohlwend, Direttore nazionale “Migratio”. E spiegando il tema della Giornata, scelto da Papa Francesco “Non si tratta solo di migranti” spiegano che il messaggio del Papa per questa Giornata “mette in chiaro che si tratta di voi e di noi. Si tratta di ciascuno di noi, di noi tutti, delle nostre paure e delle nostre speranze”.
I vescovi svizzeri, inoltre, durante la loro 324a assemblea ordinaria del mese di giugno, hanno deciso di promuovere una colletta nazionale obbligatoria in occasione della “Giornata dei migranti”.
Mons. Lorefice: “no alla spietata massima del ‘prima noi’”
16 Luglio 2019 - Palermo - “Non possiamo essere donne e uomini del ‘si salvi chi può’, donne e uomini che mancano al loro stesso essere, trascinati dall’indifferenza, dalla preoccupazione per se stessi, secondo la spietata massima: ‘prima noi!’”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, nel suo discorso alla città, pronunciato ieri sera, in piazza Marina, in occasione del festino della patrona, santa Rosalia.
“Vogliamo essere dinanzi al diluvio costruttori di arche della salvezza e della custodia, dove entreremo per ultimi, dopo aver fatto spazio a tutti”, ha aggiunto il presule. Mons. Lorefice, citando le parole di Papa Francesco ad Abu Dhabi, ha ripreso l’immagine dell’arca: “Penso stasera a tre arche da mettere su in fretta, per custodire la casa comune, il creato, e per porre i presupposti dell’arcobaleno, della nostra rinascita”. La prima “arca da costruire, la prima realtà del creato da proteggere sono i corpi, i corpi concreti, i corpi di carne”. Poi, le case e le famiglie e, infine, la città. Anzitutto, il riferimento ai “corpi tanto reali quanto invisibili, che si annidano nelle macerie della storia, distrutti da una corrente gelida di annientamento e di indifferenza”. Una situazione che – ha sostenuto l’arcivescovo – genera sgomento. “È lo sgomento che ci afferra al cospetto dei barconi affondati, dei campi di concentramento libici, che continuano la loro sistematica distruzione nazista dell’umano con la nostra colpevole complicità, dei popoli dell’Africa e del Sud del pianeta, martoriati dallo sfruttamento dell’Occidente, ridotti allo stremo e alla morte, lo sgomento davanti a tutti i corpi viventi che finiscono la loro avventura nel non senso, nell’abisso del nulla”. (Sir)
“Pace senza confine”: a Madrid con oltre 300 leader della religioni l’incontro di preghiera promossa dalla Comunità di Sant’Egidio
16 Luglio 2019 - Roma - Di fronte ad un mondo che è ancora attraversato da troppe guerre e ha assistito, nell’ultimo anno, ad una preoccupante crescita di tensioni e conflitti in diversi Paesi, la Comunità di Sant’Egidio chiama a raccolta uomini e donne di pace per partecipare ad un grande incontro internazionale che si terrà a Madrid dal 15 al 17 settembre 2019.
“Pace senza confini”, promosso insieme all’arcidiocesi della capitale spagnola, ha l’obiettivo di dare “risposte concrete di pace e di dialogo non solo di fronte ai focolai di guerre esistenti ma anche ad un clima di conflitto permanente a cui si stanno abituando le nostre società, a partire dalla violenza del linguaggio verbale e dal risorgere di fenomeni di razzismo e xenofobia”.
Rinnovando lo “spirito di Assisi” - come fa ogni anno Sant’Egidio assumendo l’eredità della prima grande Preghiera per la Pace, voluta da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986 – si intende far crescere quella rete di dialogo, capace in passato di operare una “pace preventiva” in tanti angoli del mondo e di dissociare in modo fermo le religioni dalle guerre e da ogni forma di violenza e di terrorismo.
Per tre giorni leader cristiani, ebrei, musulmani e delle religioni asiatiche interverranno, insieme a rappresentanti delle istituzioni e del mondo della cultura, in una trentina di tavole rotonde. Tanti gli argomenti al centro dell’attenzione, non solo il dialogo interreligioso e la prevenzione dei conflitti, ma anche la necessità del disarmo, l’emergenza ambientale, il futuro dell’Europa, il fenomeno delle migrazioni, i temi dello sviluppo e della giustizia sociale.
Prevista la partecipazione di numerose personalità istituzionali, religiose e del mondo della cultura, per il momento oltre 300, provenienti da tutti i continenti, tra cui l’arcivescovo di Madrid, cardinale Carlos Osoro Sierra, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, l’economista statunitense Jeffrey Sachs, il presidente della Repubblica Centrafricana, Faustin-Archange Touadera, il rabbino capo di Tel Aviv, Israel Meir Lau, il rettore dell’università di Al-Azhar, Mohammad Al-Mahrasawi e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.
In migliaia arriveranno da tutta Europa per assistere all’evento, che sarà di fatto una grande manifestazione per la pace. Il programma prevede l’inaugurazione nel pomeriggio di domenica 15 settembre al Palacio Municipal de Congresos de Madrid, lo svolgimento dei panel per tutta la giornata del 16 e la mattina del 17 (nel centro storico della Capitale) e la cerimonia finale nella Plaza de la Catedral de la Almudena.
Restiamo umani: oggi presidio a Montecitorio
15 Luglio 2019 - Roma - Padre Alex Zanotelli aderirà alla mobilitazione organizzata dalla rete “Restiamo umani” contro il decreto sicurezza bis, in programma oggi, 15 luglio, davanti a Montecitorio. “Siamo passati dall’apartheid politica a quella economica: l’1% della popolazione mondiale ha tanto quanto il 99%. È questa una delle ragioni fondamentali per le migrazioni, insieme alle guerre e ai cambiamenti climatici. Per questo denuncio il cinismo con cui il governo giallo-verde respinge i “naufraghi dello sviluppo” – scrive padre Zanotelli in un comunicato –. È l’etica ad essere colpita a morte perché questo decreto dichiara reato salvare vite umane in mare”.
Lampedusa: una giornata per ricordare la visita del Papa
12 Luglio 2019 - Lampedusa – Una giornata per ricordare l’anniversario della venuta di Papa Francesco a Lampedusa. Lo ha deciso il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento per domenica 14 luglio 2019 a sei anni dalla visita del pontefice sull’isola.
Fu proprio il porporato, allora Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, ad accogliere Papa Francesco in quella giornata, rimasta storica: primo viaggio del pontificato di Papa Bergoglio. Nella maggiore delle Pelagie, il Pontefice, dopo avere lanciato in mare una corona di fiori in memoria dei migranti morti nel Mediterraneo, incontrando alcuni giovani migranti sul Molo Favarolo, luogo di approdo dei migranti, parlò di globalizzazione dell’indifferenza e di una società che ha dimenticato l’esperienza di piangere…
E lunedì scorso, per ricordare la visita, ha celebrato una liturgia eucaristica nella Basilica di San Pietro con 250 persone tra migranti e volontari e durante la quale ha detto che “sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea”. Essi – ha detto – sono “solo alcuni degli ultimi che Gesù̀ ci chiede di amare e rialzare. Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità̀ premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli. Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! “Non si tratta solo di migranti!”, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società̀ globalizzata”. (Raffaele Iaria)
Cattolici Ucraini Bizantini: Papa Francesco erige Erezione Esarcato e nomina il card. De Donatis Amministratore Apostolico
11 Luglio 2019 - Città del Vaticano – Papa Francesco ha eretto oggi l’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia ed ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante il card. Angelo De Donatis, Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.
La presenza di fedeli greco-cattolici ucraini in Italia risale a più di vent’anni fa, e la loro cura pastorale fu progressivamente organizzata all’interno della Fondazione Migrantes della Conferenza
Episcopale Italiana, con la nomina di un sacerdote coordinatore nazionale e la responsabilità delle
singole comunità affidate al locale vescovo latino. Il collegamento con la Chiesa Arcivescovile Greco-cattolica Ucraina è stato garantito – spiega la nota – anche attraverso la persona di un Vescovo Visitatore Apostolico, attualmente nella persona di Mons. Dionisio Lachovicz. Ad oggi il numero di fedeli ha raggiunto le 70.000 unità, suddivise in 145 comunità assistite da 62 sacerdoti. La chiesa cattedrale e la sede dell’Esarcato saranno presso la parrocchia dei Santi Sergio e Bacco in Roma.
…E non riuscimmo a riveder le stelle
11 Giugno 2019 - Roma - “Non è ignota ai migranti l’esperienza del dover cercare la vita altrove, dove si pensa che ci possa essere ancora un futuro, una speranza, sapendo i rischi a cui si va incontro. Rischia invece di rimanere vaga e lontana, per chi non ne fa diretta esperienza, l’asprezza di perdere tutti i propri riferimenti, insieme alle persone care e magari a tanti innocenti”. Lo scrive il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella prefazione al volume “…E non riuscimmo a riveder le stelle” di Salvatore Martino edito da Tau e inserito nella collana Testimonianze e Esperienze delle Migrazioni della Fondazione Migrantes. Per il cardinale le notizie dei drammi, che “non cessano, producono a volte nella nostra cultura un senso di assuefazione e quasi di inflazione, con relativa perdita di valore. Analogamente, interrogandosi a posteriori sulle possibili concause del numero impensabile di vittime dell’Olocausto, George Steiner lo collegava all’inerzia prodotta dal fatto che le cifre elevate avessero perso, nei bollettini dell’epoca, ogni significato”.
Il volumetto raccoglie 18 poesie che raccontano il dramma che oggi vivono migliaia di uomini e donne alla ricerca di un futuro diverso per loro e le loro famiglie e che vuole “sensibilizzare al tema della mobilità” che richiede “sicuramente il parlare ai cuori e nulla può, come le poesie, riuscire a porsi alla stessa altezza del sentimento umano”, scrive il direttore generale della Fondazione Migrantes, Don Giovanni de Robertis: il tema dell’arrivo di tanti uomini e donne via mare che sfuggono alla guerra si dipana attraverso fotogrammi, pennellate donate da parole semplici, dirette, oserei definirle nude”. E alle parole si accompagnano immagini che il fotografo Romano Siciliani ha messo al “servizio delle poesie, testi e immagini che per un lettore di fede possono trasformarsi in preghiere”. La lettura politica delle migrazioni, nonostante il tema sia di estrema attualità e segno dei tempi, “sembra essere guidata – scrive De Robertis – con sempre più miopia: si respingono le persone in fuga da crisi e da conflitti che arrivano via mare permettendo di fatto, attraverso le leggi approvate, un ingresso solo irregolare in Italia”. (R.Iaria)