22 Settembre 2020 - Savona - Domenica prossima 27 settembre ricorre la 106ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato sul tema, scelto dal Papa Francesco, “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. La diocesi di Savona-Noli la celebrerà con la Messa presieduta dal vescovo, Mons. Calogero Marino, alle 15.30 sul campo sportivo di via san Pietro a Valleggia.
Alcuni passi del messaggio di Papa Francesco sono esplicativi per comprendere meglio la tematica scelta. “Alla luce dei tragici eventi che hanno segnato il 2020 estendo questo messaggio, dedicato agli sfollati interni, a tutti coloro che si sono trovati a vivere e tuttora vivono esperienze di precarietà, di abbandono, di emarginazione e di rifiuto a causa del Covid-19”.
“Il forte interesse della comunità internazionale nella migrazione forzata attraverso le frontiere ha, talvolta, distolto l’attenzione da chi è costretto a migrare senza, tuttavia, lasciare il proprio paese, aumentando così la vulnerabilità degli sfollati interni e il loro bisogno di tutela dei diritti umani e di assistenza umanitaria – commentano i condirettori dell’Ufficio pastorale diocesano per le missioni e Migrantes Davide Carnemolla e don Michele Farina – un elevato numero di sfollati interni è spesso intrappolato in situazioni disperate, nel mezzo di combattimenti o in aree remote e inaccessibili, isolati da aiuti o soccorsi in caso di emergenza. Le persone potrebbero essere costrette a vivere lontano dalle loro case per anni, privi dell’accesso all’educazione, alle loro proprietà, al lavoro e al supporto che necessiterebbero per avere mezzi di sussistenza sostenibili e una speranza per il loro futuro. Anche se sono spesso costretti a fuggire allo stesso modo e per le medesime ragioni, gli sfollati interni non rientrano nel sistema di protezione previsto dal diritto internazionale dei rifugiati”. L’Ufficio pastorale missioni e Migrantes si è riunito più volte per organizzare la Giornata ma soprattutto per riprendere un cammino che coinvolga le comunità cattoliche straniere presenti nel territorio nonché le realtà missionarie e i vari gruppi di stranieri non rappresentati da una associazione, si legge in una nota della diocesi. L’intento è quello di riprovare a tessere le fila di una “rete della Mondialità”. Così i contatti con l’Unione solidarietà ecuadoriani in Italia e con il suo presidente Antonio Garcia, con la comunità indiana di rito siro-malabarese rappresentata da don Agi Chungan e con la comunità ucraina cattolica di rito greco bizantino rappresentata da padre Vitaliy Tarasenko.