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Mons. Perego: “far risplendere la luce della vita” anche nelle periferie e nelle frontiere

6 Febbraio 2023 - Ferrara – “La nostra vita e non solo le nostre parole possono dare il gusto per la vita e illuminare le strade familiari, sociali e politiche, per alimentare ‘un dibattito profondo volto al rinnovamento delle normative e al riconoscimento della preziosità di ogni vita’: dei bambini non nati, degli anziani o malati gravi lasciati morire, delle donne e dei bambini vittime di violenza, dei migranti e rifugiati respinti e abbandonati”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego nell’omelia della liturgia in occasione della Giornata nazionale per la Vita promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. Per il presule “siamo chiamati a far risplendere la luce della vita nel buio di alcuni ospedali, di alcune case per anziani, in alcune famiglie, nelle periferie e nelle frontiere, dappertutto e per tutti”. La Giornata della vita, giunta alla 45ma edizione, “ci aiuta – ha detto mons. Perego - a ricordare “i drammi della vita: dall’aborto, all’eutanasia, al suicidio assistito, ma anche da chi muore solo in casa o in fondo al mare. La vita è sempre da accogliere e da tutelare, da soccorrere e da promuovere. Come cattolici siamo chiamati a smascherare la cultura della morte per riaffermare e promuovere concretamente la cultura della vita”. Per questo, “la morte non è mai una soluzione” è il titolo del Messaggio indirizzato dai Vescovi italiani in occasione di questa Giornata. (R.Iaria)

Cei: “dare non la morte ma la vita”

16 Novembre 2022 -

Roma - “Dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita”. È l’invito dei vescovi italiani, nel Messaggio per la prossima Giornata per la vita, in programma il 3 febbraio prossimo sul tema: “La morte non è mai una soluzione. ‘Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte’ (Sap 1,14)”. Un imperativo, questo, che secondo la Cei “ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa”: “Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri”. Di qui l’omaggio ai “tanti uomini e le donne, credenti di tutte le fedi e non credenti, che affrontano i problemi producendo vita, a volte pagando duramente di persona il loro impegno. A queste persone e alle tante organizzazioni schierate su diversi fronti a difesa della vita va la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento”.