Tag: Giornata Mondiale del Rifugiato

Unhcr: oggi tavola rotonda su integrazione rifugiati

20 Giugno 2022 - Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, l'Unhcr celebra il coraggio, la forza e la resilienza dei milioni di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni, e ribadisce il loro diritto di essere protette e di ricostruire la propria vita in dignità, chiunque siano e da qualsiasi luogo provengano, sempre. "Non esiste protezione reale senza l'accesso effettivo ai diritti, l'integrazione e l'inclusione sociale, ed essi sono compito e responsabilità di tutta la società nel suo complesso", spiega Chiara Cardoletti, Rappresentante Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino: "solo lavorando insieme - governo, società civile e settore privato - possiamo fare la differenza". E questa mattuna si parlerà di protezione e integrazione durante una tavola rotonda sul tema ""Rifugiati, dall'asilo all'integrazione: partnership e soluzioni innovative per una crisi senza precedenti"che si tiene Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, a Roma con rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore, del mondo accademico, rifugiati e del settore privato. Alla tavola rotonda interverranno Abdullahi Ahmed (Comune di Torino), Yasmien Abdul Azeem (Le Gelsomine Siriane), Simone Bemporad (Generali), Chiara Cardoletti (UNHCR), Carlo Giovanni Cereti (Sapienza Università di Roma), Fabrizio Curcio (Dipartimento Protezione Civile), Daniela Di Capua (Soka Gakkai), Marco Impagliazzo (Comunità di Sant'Egidio), Alessandro Ramazza (Assolavoro), Filippo Rodriguez (Enel Cuore Onlus), Marina Sereni (Ministero degli Esteri), Alidad Shiri (UNIRE), Marinella Soldi (RAI). Durante la mattinata, inoltre, avverrà la consegna ufficiale della Maglia Rosa del Giro Donne 2022 dedicata a UNHCR.

Mattarella: accogliere rifugiati rispecchia i valori della Costituzione Italiana

20 Giugno 2022 -
Roma - "La cronaca internazionale ci presenta costantemente la drammatica attualità della condizione dei rifugiati. Il diritto internazionale e la nostra Costituzione prevedono forme specifiche di protezione per quei milioni di donne, uomini e bambini costretti da conflitti armati, discriminazioni, violazioni e abusi dei loro diritti e libertà fondamentali, a fuggire dal proprio paese alla ricerca di un presente e di un futuro migliori". Lo crive oggi il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra oggi. Per Mattarella l’Italia "contribuisce con responsabilità al dovere morale e giuridico di solidarietà, assistenza e accoglienza dei rifugiati, assicurando pieno sostegno all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e promuovendo nelle sedi europee un impegno incisivo e solidale in materia di migrazioni e asilo. L’azione a favore dei rifugiati va rafforzata ora, nei momenti di accentuata crisi, secondo quell’approccio multilaterale, del quale l’Italia è storica e convinta sostenitrice". Il Capo dello Stato manifesta la "riconoscenza della Repubblica" a quanti – personale delle Pubbliche Amministrazioni e operatori della protezione internazionale e dell’accoglienza – si "adoperano per alleviare le sofferenze e garantire l’accesso dei profughi ai servizi di base" aggiungendo che un "attestato di riconoscenza che va anche ai moltissimi concittadini che con grande umanità e dedizione hanno fornito, soprattutto nelle settimane successive all’aggressione russa all’Ucraina, un contributo fondamentale nell’assistenza e accoglienza dei rifugiati. Nel loro operato si rispecchiano i valori della nostra Costituzione". (Raffaele Iaria)
 

Migrantes, Giornata Mondiale del Rifugiato, “dalla politica alcuni passi avanti e molti indietro”

19 Giugno 2022 - Roma - Quest’anno, probabilmente, il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto degli ultimi 50 anni: ormai 100 milioni nel mondo. Le guerre, anche l’ultima in Ucraina con sei milioni e mezzo di rifugiati e altrettanti profughi interni, i 34 conflitti in corso nel mondo, i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento stanno costringendo sempre più persone e famiglie a lasciare la propria terra per chiedere protezione e asilo altrove. Di fronte a questo fenomeno epocale, la politica continua a fare passi avanti, ma anche molti passi indietro. Se da un lato è apprezzabile la proposta europea che finalmente impegna ogni Paese, seppur in forma diversa, diretta o volontaria, alla solidarietà nei confronti di richiedenti asilo e rifugiati, dall’altra non si può non denunciare il ritorno alle deportazioni di ucraini in Russia e di migranti, per lo più asiatici, dall’Inghilterra in Rwanda, nonostante le condanne della Corte europea dei Diritti umani; l’aumento del numero dei morti nel Mediterraneo, sebbene siano diminuiti gli arrivi; la diversa attenzione prestata a richiedenti asilo e rifugiati di diversi Paesi; i respingimenti in mare e in terra senza identificazione e tutela; la crescita di violenze nei campi profughi di Libia, Sud Sudan, Ciad. L’auspicio è che la Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra domani, 20 giugno, accenda i riflettori sulla imprescindibile esigibilità dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, senza i quali non si può immaginare un futuro e un mondo fraterno. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Cemi e Fondazione Migrantes)

Il mondo al crocevia si lasci guidare dai rifugiati

16 Giugno 2022 - Roma - Si avvicina il 20 giugno, l’anniversario dell’approvazione nel 1951 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e, proprio per questo, la giornata che la comunità internazionale ha scelto di dedicare a chi è costretto a migrare dal timore di subire persecuzioni nel proprio Paese d’origine. Le iniziative per celebrarla sono già cominciate ovunque. A Roma, il Centro Astalli ha avviato una riflessione sugli interrogativi e sulle opportunità che queste persone mettono di fronte all’Europa, e l’ha coronata con il dialogo che si è tenuto martedì 14 giugno presso la Pontificia Università Gregoriana. Il messaggio era già nel titolo: “con i rifugiati” – accanto a loro, lì dove il papa, scegliendo il tema per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato celebrata dalla Chiesa il prossimo 25 settembre, ha significativamente collocato il futuro – “ai crocevia della Storia”. In un momento in cui ci sentiamo tutti in bilico su un confine, sull’orlo di crisi – quella climatica, energetica, alimentare e naturalmente quella bellica – che paiono ad un passo dal diventare irrecuperabili. I confini sono i luoghi in cui queste sfide si materializzano: ciò avviene in modo teatrale alla frontiera ucraina, scenario di già oltre cento giorni di una sanguinosissima guerra territoriale, ma avviene a ben vedere lungo ogni confine che divide le nazioni tra di loro e al loro interno. È sui confini che si fanno visibili le profondissime disuguaglianze di risorse, di opportunità, di prospettive di futuro. Per questo, quest’anno in modo speciale, è importante volgere lo sguardo a chi sull’attraversamento del confine ha costruito la propria intera esperienza di vita, a chi ha reso questi crocevia della Storia dei crocevia di esistenza individuale. Ai rifugiati, nell’anno in cui i dieci milioni di ucraini si sono aggiunti ai profughi di altre origini, segnando il massimo storico di cento milioni. Il Centro Astalli restituisce loro voce e la fa risuonare nell’Aula Magna della Gregoriana: voci da Mali, Bielorussia, Congo, Iraq, che raccontano di vite interrotte dall’irruzione della violenza o dalla vendetta di un potere autoritario, sradicate e costrette altrove, alla povertà, allo sfruttamento. Il loro personale crocevia, dicono, è stato l’arrivo in Italia, l’incontro con persone disposte ad aiutarle, l’abbraccio di un sistema che, per quanto imperfetto, le ha fatte sentire per la prima volta rispettate e al sicuro. Le democrazie, ha spiegato la politologa Nadia Urbinati, risolvono la propria contraddizione intrinseca, tra la necessaria limitazione territoriale e l’aspirazione universalistica alla tutela della dignità di ciascuno, proprio aprendo i confini e mettendosi in contatto tra loro: a questo l’Europa ha educato i propri cittadini, ad una concezione del confine che non è barriera ma luogo di incontro. Ma allora perché di recente ha praticato l’opposto? Perché ha prima inaugurato politiche escludenti e poi, pur di non vedere i propri confini trasformarsi in muri, ha cercato di allontanarli da sé, esternalizzando la gestione della migrazione in Turchia e in Libia? Il corso di formazione organizzato dal Centro Astalli in preparazione alla Giornata del rifugiato è stato dedicato all’“Europa ferita”: anch’essa oggi ad un crocevia, tra il volto nuovo mostrato alle famiglie in fuga dall’Ucraina e il pronto riemergere di tendenze che devono tristemente chiamarsi razziste, in quei criteri  per l’applicazione della protezione temporanea che distinguono, come ha ricordato il Direttore di Avvenire Marco Tarquinio, i cittadini ucraini dai profughi della stessa guerra ma di origine straniera. Questa ambiguità non è più accettabile. Al crocevia in cui ci troviamo occorre fare una scelta e aprire gli occhi sulle ingiustizie e sulle odiose disparità. Andare a vedere le regioni della povertà: le periferie delle città e del mondo, come ha proposto mons. Paul Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, o i fronti di guerra. Come ha fatto lui in Ucraina, messaggero della solidarietà della Santa Sede, ma anche promotore del dialogo e garante di un contatto da mantenere vivo, per evitare di distrarsi e di stancarsi. Ne ha riportato la sensazione che l’inverno che ci aspetta non lo dimenticheremo mai. Come prepararci, come rimediare? È ancora possibile evitarlo? Una bella proposta sta nel messaggio lanciato dal Centro Astalli: facciamoci guidare da chi ha già svoltato il crocevia della propria vita, da chi ha vissuto la guerra – generale o personale – e ha maturato un profondissimo, radicale desiderio di pace. “Costruiamo il nostro futuro con i rifugiati”: insieme a loro, seguendoli, varchiamo il confine dal lato giusto, entriamo nel mondo che loro sognavano quando sono partiti, nella dimensione di libertà, diritti e dignità per tutti che chiede anche il Papa, che è l’aspirazione di ogni democrazia e la condizione indefettibile per la pace. (Livia Cefaloni)  

Giornata Mondiale del Rifugiato: le iniziative a Trento e Rovereto

16 Giugno 2022 - Trento - L' emergenza ucraina ha riaperto il dibattito sull' accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Secondo l' ultimo aggiornamento di Unhcr Italia, sono 7.363.623 i rifugiati che, dall'Ucraina, hanno attraversato i Paesi vicini in cerca di sicurezza dal 24 febbraio, giorno in cui è scoppiata la guerra, mentre 8 milioni sarebbero gli sfollati interni. Il titolo della Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, che siu celebra lunedì 20 giugno, recita "Chiunque, ovunque, sempre". L' Unhcr con questo tema sottolinea la necessità di trattare con dignità le persone costrette a fuggire dai loro luoghi d' origine, chiunque esse siano; che le persone costrette a migrare devono essere accolte da qualsiasi luogo provengano; e, infine, che chiunque scappi dalla guerra deve essere accolto sempre. In Trentino saranno due le giornate di riflessione, approfondimento e dibattito - ma anche teatro, musica e gioco - dedicate alla Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, come riferisce "Vita Trentina". Venerdì 17 giugno alle 20.45, al Vigilianum di Trento, un dibattito sul tema della Giornata, "Chiunque, ovunque, sempre". Partecipano Ester Gallo, docente del master Dirpom (Diritto e Politiche delle Migrazioni) dell' Università di Trento e responsabile del progetto Scholars at Risk (Sar), Angelica Villa, project manager e community organiser di Refugees Welcome Italia, e Sara Zanatta della Fondazione Museo Storico del Trentino. Sabato 18 giugno, dalle 16.30, al Parco Color io/Amico, nel quartiere Brione di Rovereto, un pomeriggio di gioco, musica e teatro dedicato al tema delle migrazioni. Si parte con giochi di ruolo, laboratori creativi e manuali, letture animate, pitture e origami a cura delle associazioni. Alle 18.45 ci sarà il saluto delle autorità, mentre alle 19.30 spazio alla performance teatrale "Persona singolare. Chi racconta la mia storia?" di Maura Pettorruso con Stefano Pietro Detassis, Sherif Diallo e Andrea Visibelli. Alle 20 cena conviviale; i partecipanti sono invitati a portare le proprie stoviglie da casa, del cibo e delle bevande da condividere con gli altri. Seguiranno, in conclusione, il concerto di Fela Beat alle 20.45 e il concerto di Nana Motobi & the Abe Pe Show crew alle 21.30. L'iniziativa è promossa, fra gli altri,  dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Trento, dal Centro Astalli Trento, dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Atas Onlus, dalla Fondazione Comunità Solidale, Master Dirpom, dal Comune di Rovereto.

Rifugiati: una marea umana in fuga. In 100 milioni chiedono protezione

16 Giugno 2022 - Roma - Più di una volta e mezzo la popolazione dell' Italia. Dodici volte quella della città di New York e quasi cinque volte di Pechino. Secondo i dati di maggio 2022, sarebbero oltre 100 milioni gli esseri umani in fuga nel mondo «a causa di persecuzioni, guerre e violazioni dei diritti umani». A mettere nero su bianco l' allarme, per un fenomeno in crescita esponenziale nell' ultimo decennio, è il secondo report annuale dell' Acnur (Unhcr), 'Global Trends', relativo in particolare al 2021, che Avvenire ha letto in anteprima. Numeri che non riescono a raccontare le storie, le valigie di chi fugge, piene di drammi e speranze. Alla fine dello scorso anno, la marea umana costretta a scappare dal proprio Paese si attestava attorno agli 89,3 milioni. Di questi, 27 milioni sono rifugiati, 53 milioni sfollati interni, 4,6 milioni richiedenti asilo e 4,4 milioni i venezuelani fuggiti all' estero. Dal Paese governato da Nicolàs Maduro sono fuggite in totale 6 milioni di persone, circa un quinto della nazione. Per quanto riguarda le richieste di asilo, aumentate dell' 11%, invece, gli Stati Uniti sono il Paese che ha ricevuto il numero più alto di domande (188.900). In un anno, scrive l' Agenzia Onu per i rifugiati, c' è stato «un aumento dell' 8%», che ha visto più che raddoppiare, rispetto al 2011, i numeri di chi è fuggito. A imporre un' accelerazione forzata al trend, paragonabile solo agli esodi causati dal secondo conflitto mondiale, l' invasione russa in Ucraina dello scorso febbraio e, prima ancora, il riacutizzarsi di altri conflitti ed emergenze globali. Basti pensare che, secondo la Banca mondiale, nel 2021, 23 Paesi sono stati teatro di guerra. Oltre ai conflitti armati, tra le cause di emigrazione forzata ci sono «carenze alimentari, inflazione ed emergenza climatica». Ogni tre persone che hanno lasciato la propria casa nel 2021, perché in pericolo di vita, almeno due scappavano dalla guerra in Siria (6,8 milioni), dalla povertà del Venezuela (4,6 milioni), dalla violenza dei taleban in Afghanistan (2,4), o dai conflitti e dalle persecuzioni in Sud Sudan (2,4) e Myanmar (1,2). Se i minori costituiscono il 30% della popolazione mondiale, il 42% della popolazione globale che fugge è composta da bambini e ragazzi fino ai 17 anni. Tra i rifugiati su scala globale, 3,8 milioni sono accolti nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che più di una volta ne ha fatto arma politica contro l' Europa. Mentre il Libano risulta essere il Paese che ha accolto il numero più elevato di rifugiati pro capite, 1 ogni 8 cittadini libanesi. Il 72% del totale, invece, compresi i rifugiati, venezuelani, è accolto in Paesi confinanti con scarse risorse. Dunque, l' incremento costante delle fughe supera le soluzioni a disposizione dei migranti. Dai dati del report, però, in uno scenario estremamente cupo, anche qualche barlume di speranza. «Mentre registriamo sgomenti il succedersi di nuovi esodi forzati - ha dichiarato l' Alto commissario dell' Onu per i rifugiati, Filippo Grandi - dobbiamo riconoscere gli esempi di quei Paesi che lavorano insieme per individuare opportunità a favore di chi fugge». Il numero di rifugiati e di sfollati interni che hanno fatto ritorno a casa nel 2021, infatti, è aumentato, tornando ai livelli pre-pandemia, «con un incremento del 71% dei casi di rimpatrio volontario». Quasi sei milioni di persone «hanno fatto ritorno ai propri Paesi di origine nel 2021», e 57.500 rifugiati sono stati reinsediati, due terzi in più rispetto al 2020. (Agnese Palmucci - Avvenire)  

Nei crocevia della storia: ieri il Colloquio sulle Migrazioni del Centro Astalli

15 Giugno 2022 -  Roma – “Credo che i rifugiati siano storicamente uno dei fenomeni più comuni e costanti delle vicende umane. Basta scorrere le prime pagine della Bibbia per rendersene conto. Quindi non è qualcosa di straordinario. Straordinarie sono invece le cause che lo provocano e le risposte che si danno per gestirlo”. Lo ha detto ieri pomeriggio il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Richard Gallagher, intervenuto al Colloquio sulle Migrazioni promosso dal Centro Astalli sul tema “Con i rifugiati ai crocevia della storia” in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il prossimo 20 giugno. All’incontro, moderato dal direttore di Avvenire. Marco Tarquinio, è intervenuta anche la politologa Nadia Urbinati. Ad introdurre i lavori il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti, che ha sottolineato “come milioni di persone in fuga, a cavallo di confini, ci dicono che proprio lì siamo di fronte a snodi centrali per il futuro”.  Per mons. Gallegher “abbiamo un bisogno urgente di trovare vie legali per evitare abusi e sfruttamento ma anche di porre le basi per politiche che non costringano più le popolazioni a lasciare la loro terra e anzi favoriscano la permanenza e la possibilità, non imposta, di restare.

Centro Astalli: domani Colloquio sulle Migrazioni

13 Giugno 2022 - Roma - “Con i rifugiati ai crocevia della Storia”: questo il tema del Colloquio sulle migrazioni, promosso dal Centro Astalli, che si svolgerà domani, martedì 14 giugno, all’Università Gregoriana a Roma, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno. All’incontro interverranno la politologa Nadia Urbinati e mons. Richard Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede moderati da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano “Avvenire”. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea la particolare rilevanza che ha in questo momento celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato per tenere alta l’attenzione sul tema dei migranti e sulle loro storie sempre più trascurate da politiche e narrazioni emergenziali. “I rifugiati, vengono ridotti sempre più a flussi migratori, statistiche, numeri senza nome e senza volto, al fine di allontanarli dalla sensibilità e dall’incontro con i cittadini europei. Siamo convinti che l’unico futuro possibile è un futuro comune. Oggi accompagnare i rifugiati ed essere con loro ai crocevia della Storia è il modo più pieno di vivere la nostra cittadinanza”.

Vescovi cattolici e anglicani di Francia e Regno Unito per migranti di Calais: “sono nostri fratelli e meritano di essere aiutati”

21 Giugno 2021 - Roma - Dal nord e dal sud della Manica, sei vescovi cattolici e anglicani di Francia e Regno Unito, da Dover a Calais, hanno unito le voci pubblicando una dichiarazione comune in occasione della Giornata mondiale del rifugiato delle Nazioni Unite, che si è celebrata ieri. I migranti, scrivono nel testo pubblicato sul sito della diocesi di Lille e ripreso dal Sir, “sono nostri fratelli e sorelle in umanità e meritano di essere aiutati a trovare luoghi dove possano vivere con dignità e contribuire alla società civile”. Questo nuovo appello a favore dei rifugiati arriva a pochi giorni dal salvataggio di 80 migranti da parte dei servizi francesi mentre tentavano di attraversare la Manica. Secondo l’Afp, nel 2020 si sono verificati più di 9.500 tentativi di questo tipo per raggiungere il Regno Unito, quattro volte di più rispetto al 2019. A marzo, il vescovo di Arras (Calais), mons. Olivier Leborgne, si era unito, a Véronique Fayet, presidente del Secours Catholique, per denunciare la gravissima situazione dei migranti a Calais in attesa di attraversare il canale. Lanciando un appello a “porre fine alla negazione della realtà” e creare una vera base umanitaria. Appello al quale poi hanno aderito i vescovi inglesi e francesi per la Giornata mondiale del rifugiato. “Con tristezza osserviamo la mancanza di speranza che spinge le persone in difficoltà a essere sfruttate dai trafficanti e ad aumentare così i profitti del loro commercio illegale. Siamo incoraggiati da tutti coloro che, indipendentemente dal loro credo religioso, offrono generosamente sostegno finanziario e materiale, tempo e capacità, riparo e alloggio. Queste persone ignorano la retorica del pregiudizio e della paura che impedisce la creazione di nuove politiche costruttive e alternative alla chiusura delle frontiere e al rafforzamento della sicurezza. Le storie di tutti dovrebbero essere ascoltate prima di prendere decisioni sul loro futuro. Esortiamo tutti coloro che si riuniscono nei luoghi di culto lungo i confini degli Stati europei a pregare e a offrire un migliore trattamento a tutte le donne, gli uomini e i bambini vulnerabili. Noi, incoraggiamo gli abitanti delle nostre regioni a creare un clima di accoglienza e comprensione per questi esuli che condividono speranze e bisogni di tutta l’umanità”. A firmare l’appello sono i vescovi cattolici mons. Lode Aerts (Bruges), mons. Olivier Leborgne (Arras),  mons. Laurent Ulrich (Lille), mons. John Wilson (Southwark) e i vescovi anglicani Rose Hudson Wilkin (Dover), Robert Innes (Gibilterra in Europa).  

Scalabriniane: anche l’esperienza di Dante Alighieri insegna l’importanza delle “porte aperte”

21 Giugno 2021 -
Roma - “Settecento anni. Tanti sono passati dalla morte di Dante Alighieri, il poeta della Divina Commedia. Dante era un rifugiato, e questo suo essere esule ricorda tutti quei rifugiati che ancora oggi sono costretti a muoversi da una parte all’altra del mondo. Per l’edizione 2021 della Giornata mondiale del rifugiato - che si è celebrata ieri - ricordiamo anche attraverso lui, padre della lingua italiana, quelle tantissime persone che chiedono aiuto e vengono accolte”. E’ quanto afferma in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Scalabriniane: “davanti a un particolare contesto dell’epoca, Dante trovò ospitalità all’estero, fuggendo praticamente per larga parte della sua vita". Dall’esilio iniziò a scrivere i canti di Inferno, Purgatorio e Paradiso, producendo "un’arte senza tempo. Se non ci fosse stata l’accoglienza forse non avremmo mai avuto una delle opere letterarie più belle e straordinarie. La vita di Dante ci conferma che aprire le porte ai rifugiati e coloro i quali migrano è un gesto, che un giorno potrebbe renderci testimoni di storie integrate, potremmo incontrare uno scrittore che ha abitato l'esilio".