Tag: Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

GMMR: la Migrantes di Roma in Piazza San Pietro per dire “grazie” a papa Francesco

24 Settembre 2020 - Roma – Domenica alcuni rappresentanti delle comunità etniche cattoliche di Roma parteciperanno all’Angelus in Piazza San Pietro. L’iniziativa è dell’Ufficio Migrantes diocesano. “Ci saranno dieci delegati per comunità con le bandiere dei Paesi di provenienza. Non vogliamo che il Covid ci impedisca di essere vicini al Papa”, dice il direttore Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo: “vogliamo ringraziarlo perché non perde occasione per ribadire costantemente l’attenzione e il sostegno della Chiesa verso il mondo della mobilità umana che non è solo quello dei migranti ma ci sono rifugiati, richiedenti asilo, apolidi, migranti lavorativi. Questi ultimi non sono da trascurare perché cercano di lavorare onestamente per aiutare i familiari rimasti a casa”. Il papa quest’anno, con il suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato invita ad impegnarsi non più “per” i migranti ma “con” i migranti, dice mons. Felicolo. “Si è convinti di conoscere i migranti, ma in realtà sempre più spesso ci si sofferma sui numeri senza ricordarsi che si parla di persone. Se conoscessimo davvero le motivazioni che hanno spinto migliaia di uomini e donne a lasciare il loro Paese, se ci fermassimo ad ascoltare le loro storie, potremmo comprendere i bisogni di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla povertà. Se comprendessimo – spiega ancora il sacerdote -  il nostro atteggiamento cambierebbe e riusciremmo a farci prossimi mettendoci a servizio di queste persone che affrontano viaggi massacranti per mettersi in salvo”.

GMMR: un convegno su “Emigrazione di ieri, immigrazione di oggi”

18 Settembre 2020 -  

Migrantes Gaeta: lunedì un webinar con il Direttore Migrantes don Giovanni de Robertis

11 Settembre 2020 - Gaeta - Si intitola “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni“. E’ il webinar organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali e Ufficio Migrantes della diocesi di Gaeta in vista della Giornata Mondiale del prossimo 27 settembre. Andrà in onda lunedì 14 settembre alle ore 19.30 sulla pagina Facebook della diocesi. I lavori saranno introdotti da  don Maurizio Di Rienzo, direttore Ucs Gaeta, e saluterà gli ospiti Mons. Luigi Vari, arcivescovo di Gaeta. Modera il webinar Maria Giovanna Ruggieri, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes. Due saranno gli ospiti che dialogheranno insieme: don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes, e Angela Caponnetto, giornalista Rai e autrice del libro “Attraverso i tuoi occhi” (edizioni Piemme).  

Migrantes Asti: per la GMRR il festival “Sconfinare”

11 Settembre 2020 - Asti - In occasione della 106ª Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 27 settembre, l’Ufficio Migrante di Asti promuove il “Migrantes Festival”, una rassegna culturale “diffusa” che, dal 18 al 27 settembre, animerà diversi angoli del centro storico di Asti per riflettere su alcuni aspetti del fenomeno della mobilità umana. Il titolo “Sconfinare. Viaggio alla ricerca dell’altro e dell’altrove” si ispira all’omonimo saggio della scrittrice Donatella Ferrario, ospite della serata inaugurale, il 18 settembre, alle ore 21, in piazza Cattedrale. Il tema del superamento dei confini, non solo geografici, ma anche mentali e culturali, costituirà infatti il filo conduttore dei numerosi eventi in programma e sarà declinato attraverso lo sguardo multidimensionale e multidisciplinare di scrittori, artisti, studiosi, gente comune: persone che hanno vissuto l’esperienza dello “sconfinare” o che hanno raccolto le storie dei testimoni per conservare e trasmettere la memoria di passaggi spesso drammatici, dagli esiti incerti e mai scontati. Dopo la serata di apertura dove Donatella Ferrario dialogherà con la docente e scrittrice Laurana Lajolo, il Festival proseguirà sabato 19, alle ore 21 sempre in piazza Cattedrale, con la tavola rotonda “Un mondo senza confini? Globalizzazione e migrazione” alla quale prenderanno parte gli scrittori Kossi Komla-Ebri e Pap Khouma, la mediatrice culturale Sabina Darova e l’antropologa Dennis Marcela Bejarano, moderati da Marco Castaldo. Lunedì 21 settembre, alle 18, il cortile del Vescovado ospiterà il dibattito “Quale linguaggio per le migrazioni? Giornalisti astigiani a confronto”, coordinato da Michelino Musso, Responsabile delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Asti.  Giovedì 24 settembre 2020, alle ore 21.00, il Festival si sposterà in periferia, presso la chiesa di San Domenico Savio, dove si svolgerà lo spettacolo “Differente-mente. Musica e parole”, con: Jane Plumbini (voce solista), Aba Rubolino (violino), Leonard Plumbini (violoncello e piano), Nuccia Scoglia (arpa e percussioni), Lorenzo Morosino (chitarra).  Venerdì 25 settembre, alle ore 21.00, presso il Foyer delle famiglie di via Milliavacca, 5, il sindacalista Mamadou Seck intervisterà il giornalista e sociologo Eurispes Marco Omizzolo, autore del libro “Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana”. Sabato 26 settembre 2020, alle ore 16, la Biblioteca vivente “Sconfinare insieme” animerà il cortile della Casa del Giovane di via Giobert, 20. Per questo evento si richiede la prenotazione inviando un messaggio whatsapp al n° 3516358141 oppure scrivendo a migrantespoint@gmail.com. Sempre il 26 settembre, alle ore 18.15, presso il Foyer delle famiglie, il sociologo Luigi Berzano intervisterà Gabriele Proglio storico e ricercatore presso l’Università di Coimbra, autore del libro “Bucare il confine. Storie dalla frontiera di Ventimiglia”. La rassegna si concluderà domenica 27 settembre con la proiezione del film “Torna a casa, Jimi”, in programma alle ore 21 presso il Foyer delle famiglie. Il 25, 26 e 27 settembre, presso gli spazi del Foyer, in concomitanza con gli eventi in programma, sarà inoltre possibile visitare la mostra “Sconfin-Arte” Il Migrantes Festival è realizzato con il contributo del CSVAA, il patrocinio della Provincia e del Comune di Asti e la collaborazione di: Noix de Kola, Foyer delle famiglie, ACLI, Ufficio Missionario, Comunicazioni sociali Diocesi di Asti, AssoAlbania, ASIAP, Comunidade brasileira de Asti, Associazione Gambiani Asti, Associazione Maliani di Asti, Associazione Guineani Asti  

GMMR: il Piemonte e la Valle d’Aosta nel solco dei «santi sociali»

10 Settembre 2020 -

Torino - Non è casuale che la Fondazione Migrantes abbia scelto le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta come sedi principali per la celebrazione italiana della 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma il 27 settembre. Nella Cattedrale di Torino in diretta su Rai 1 alle 11 monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, che il Papa nel suo messaggio diffuso il 13 maggio ha intitolato “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire: accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. "La scelta delle diocesi subalpine da sempre terre d’immigrazione – ha sottolineato ieri Sergio Durando, direttore dell’Ufficio pastorale migranti di Torino e coordinatore Migrantes del Piemonte – ci sprona ad andare avanti nel solco dei santi sociali come don Bosco e Murialdo che accoglievano i contadini e i giovani dalle campagne, dell’emigrazione dal Sud Italia nel Dopoguerra ed ora delle nuove migrazioni dal Sud del mondo e dai Paesi in guerra". Oggi infatti Torino e le diocesi del Piemonte – aggiunge Durando – "con 429.375 stranieri (il 50% nel capoluogo, con età media 30-39 anni) sono la quinta regione d’Italia con provenienze da 172 paesi diversi e 12 comunità etniche molto numerose". "Presenze e bisogni – ha ribadito monsignor Nosiglia – che, grazie alle sollecitazioni di questa Giornata devono attraversare la coscienza e la vita delle nostre comunità per stimolare la ricerca di vie e impegni concreti di accoglienza e solidarietà verso tutti gli immigrati e gli sfollati presenti nel nostro territorio: una realtà importante che nel mondo coinvolge 50 milioni di persone, compresi i nostri connazionali sfollati ad esempio dai recenti terremoti". "Far leva sull’allarmismo e sull’invasione, come già è avvenuto in passato – ha aggiunto Nosiglia – non aiuta ad affrontare seriamente il problema ma suscita solo paura e timore che, collegato al coronavirus, suscita ancora di più rifiuti e scelte drastiche che nulla hanno a che vedere con l’accoglienza delle persone ma ne fanno dei capri espiatori di ben altre situazioni». Dal canto suo monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti, incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta con un passato da fidei donum in Kenya, ribadendo che occorre un cambiamento di mentalità nel considerare gli stranieri "non come capo espiratorio di tutti i nostri problemi ma come risorsa" (in Italia sono 52 mila gli imprenditori immigrati) ha presentato il documento che il coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d’Aosta "terra di santi sociali che hanno saputo rispondere alle sollecitazioni del loro tempo tra cui l’immigrazione" diffonderà in occasione della Giornata. È intitolato “Mi avete ospitato”. "Il motivo per cui la comunità cristiana in primis non può sottrarsi all’accoglienza – ha aggiunto Prastaro – sta nelle parole di Gesù: 'Ero forestiero e mi avete ospitato'". 

In preparazione alla Giornata, la Fondazione Migrantes ha promosso nei giorni scorsi a Villa Lascaris di Pianezza (Torino) il Corso di Alta formazione sulle sfide dell’emigrazione. Ai lavori, presieduti dal direttore generale della Fondazione don Giovanni De Robertis, hanno partecipato 60 tra direttori della Pastorale migranti delle diocesi della Penisola e collaboratori laici. Tra i relatori, l’inviato di Avvenire, Nello Scavo. Fitto il calendario degli appuntamenti piemontesi di qui al 27 settembre: da spettacoli e presentazioni di libri e mostre, ai cineforum, al Meeting tra giovani italiani e immigrati sul messaggio del Papa, sabato 12 settembre dalle 14 alle 18, (in via Cottolengo 24/a). I giovani, su un testo raccolto da Marco Laruffa e musicato da fratel Ettore Moscatelli, hanno anche composto l’inno della Giornata che verrà inviata a papa Francesco. La stessa composizione, il calendario completo della Giornata e il messaggio del Coordinamento Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta si trovano sul sito www.migrantitorino.it. (Marina Lomunno - Avvenire)

GMMR: il Piemonte si prepara a celebrare la giornata a livello nazionale

8 Settembre 2020 -
Torino -  La regione ecclesiastica Piemonte e Valle d'Aosta è stata scelta dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per le iniziative centrali della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre.
Domani mattina a Torino una conferenza stampa per presentare le iniziative. Parteciperanno l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, il vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte/Valle d'Aosta (CEP), mons. Marco Prastaro, e il direttore della Migrantes di Torino, Sergio Durando.
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”, sarà presentato da mons. Nosuglia mentre mons. Pastaro presenterà il messaggio del Coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, composto da 17 diocesi, dal titolo "'...mi avete ospitato'. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti".
Oltre alla Santa Messa di domenica 27 settembre in diretta Rai dal Duomo di Torino, Sergio Durando illustrerà il ricco programma di eventi che si terranno nel mese di settembre in tutta la regione, e in particolare nel capoluogo. Inoltre sarà presentato l'Inno ufficiale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020, composto a Torino da un gruppo di giovani musicisti volontari della Migrantes.
Raffaele Iaria

Cagliari : al Lazzaretto la Giornata mondiale di migranti e rifugiati

7 Settembre 2020 - Cagliari – « Mediterraneo, mare di meticciato e frontiera di pace”. Sarà il tema al centro della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra a Cagliari il 26 e 27 settembre, in due momenti. Sabato 26 alle 17.30, al Lazzaretto di Sant'Elia un convegno che ha come relatori Oliviero Forti, della Caritas Italiana, che propone una relazione sul tema: « Immigrazione e Mediterraneo. Oltre la crisi», e            mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari, che invece proporrà il tema «Mediterraneo, frontiera di pace», già presentato nell’incontro di Bari del 19-23 febbraio scorsi. Gli interventi saranno preceduti dai saluti dell'arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi e dalle autorità civili ed istituzionali del territorio. L'incontro terminerà con la preghiera comunitaria, presieduta dal mons. Baturi, in memoria delle vittime nel Mediterraneo e omaggio floreale in mare. Domenica 27 invece alle 11.30, nella basilica di Nostra Signora di Bonaria, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Francesco Cacucci e concelebrata dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, alla quale sono state invitate le comunitàà etniche, le associazioni di volontariato, i volontari Caritas e Migrantes e gli insegnanti di religione. Nel corso della due giorni, organizzata dall'Ufficio diocesano Migrantes e dalla Caritas, verrà anche presentato il Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale: «Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni». Un tema che se trova maggiore attinenza nei continenti di emigrazione, come Africa, Asia e America, in Europa viene declinato con quella necessaria attenzione di cui anche il conduttore televisivo, Piero Angela, ha parlato in una recente trasmissione. Uno studio sul Dna degli antichi romani ha infatti mostrato  come la capitale dell'Impero sia stato crocevia di etnie. Secondo quanto individuato dagli studiosi la varietà genetica presente a quei tempi a Roma era decisamente ampia: individui provenienti da Nord Africa, Vicino Oriente, e regioni del Mediterraneo europeo, sono il segno di un continuo spostamento da e verso la capitale dalle diverse parti dell'Impero. Una commistione di popoli che conferma come la mobilità sia da sempre una caratteristica dell'umanità: ieri come oggi, il Mediterraneo è luogo di incontro di popoli di diverse etnie, capaci di costruire ponti e dialogo. Tema più che mai attuale quello dei migranti, alla luce della situazione dei giorni nostri.  In particolare da tempo si registrano tragedie del mare, con decine di persone morte nel Mediterraneo, specie nel canale di Sicilia, così come è continuo l'afflusso di migranti che sbarcano nelle coste sud occidentali della Sardegna. Le rotte algerine e tunisine sono particolarmente battute e per questo occorre che l'Europa si faccia carico dei problemi che bloccano lo sviluppo dell'intero continente africano. La mobilità umana è parte della storia del mondo, come dimostrano gli studi presentati di recente. Occorre governare il fenomeno. (Migrantes Cagliari)

Papa Francesco: un video per “coinvolgere” sugli sfollati interni

4 Settembre 2020 -
Città del Vaticano “Coinvolgere per promuovere”. Si intitola così il quinto video realizzato dalla sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale in vista della 106ª Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, che si celebra domenica 27 settembre. Nel video, Papa Francesco “ci esorta a coinvolgere le persone per renderle protagoniste del loro riscatto”, si legge in un comunicato dei promotori dell’iniziativa. Il nuovo video, inoltre, offre la testimonianza di vita vera di uno sfollato interno che, grazie alla sua esperienza, ha scoperto la sua vocazione e ora può comprendere gli sfollati più di altri. Nel messaggio per la Giornata di quest’anno, con il titolo “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”, il Papa  esorta a scoprire la realtà degli sfollati interni in modo più profondo. Ogni mese, un nuovo video di Papa Francesco e altri materiali multimediali hanno approfondito i sotto-temi presenti nel testo: i sotto-temi trattati finora sono stati “Conoscere per comprendere”, “Farsi prossimo per servire”, “Ascoltare per riconciliarsi” e “Condividere per crescere”.

GMMR: “Migranti. Quando a partire eravamo noi” apre il calendario delle Giornata a Torino

4 Settembre 2020 - Torino - Gli eventi per la prossima Giornata  Mondiale del Migrante e del Rifugiato sono cominciati! Lunedì 31 agosto lo spettacolo-concerto “Migranti. Quando a partire eravamo noi” ha dato avvio al calendario di iniziative per celebrare la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Cinque artisti del Teatro Regio di Torino – Cristiana Cordero, Daniela Valdenassi, Giancarlo Fabbri, Davide Motta Fré e Giulio Laguzzi -, "ci hanno guidati in un viaggio nel tempo e nello spazio, nella storia della musica e del popolo italiano. Per la verità, un viaggio che è soprattutto nell’animo umano: attraverso gli occhi e le orecchie dei circa 30 milioni di italiani emigrati all’estero, infatti, rivivendone le speranze, le delusioni, le sofferenze, le angosce, le ingiustizie subite, le fatiche e il desiderio di una vita migliore, ci hanno fatto riscoprire i sentimenti di tutti i migranti, di ogni tempo, nazione e condizione sociale", spiega l'Ufficio Migrantes di Torino. Si è trattato di uno spettacolo intelligente – come lo ha definito uno spettatore – perché capace di fare vera cultura e di alta qualità, accessibile e fruibile a tutti con semplicità e leggerezza. Ha saputo infatti parlare del tema delle migrazioni in modo molto efficace e coinvolgente, con serietà e ironia, intercettando una cultura popolare diffusa, risvegliando ricordi diretti o di racconti ascoltati, perché l’emigrazione è storia di ogni famiglia. Gli italiani non hanno mai smesso di partire. Anche oggi, secondo i dati più recenti; tanto che il numero degli italiani all’estero e quello degli stranieri residenti in Italia si assestano entrambi intorno ai 5,3 milioni. Un’esperienza collettiva di tale portata, che ha segnato così profondamente l’identità del popolo italiano, non poteva che produrre una ricchissima eredità in ambito di espressioni artistiche, e specialmente musicali: i canti dell’emigrazione italiana, di origine popolare o scritte da autori più o meno famosi, sono in grado ancora oggi di riproporcene il vissuto, comunicando sentimenti, nostalgie e aspirazioni. Ogni brano musicale è stato introdotto da una breve presentazione che lo ha contestualizzato, a volte suscitando un po’ di sorpresa nel pubblico, invitato a ricomprenderlo sotto un’altra luce. "È stato uno spettacolo estremamente emozionante: portandoci indietro di 150 anni agli anni della cosiddetta Grande Emigrazione degli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, transitando per gli spostamenti connessi alle guerre e le colonizzazioni, passando per la ripresa dell’emigrazione nel secondo dopoguerra e le migrazioni interne degli anni 50-70, fino ai giorni nostri, le voci degli artisti ci hanno condotto sulle banchine delle stazioni e dei porti, sui bastimenti transatlantici, nelle città della Svizzera, tra le vie di New York e Buenos Aires, nelle miniere di carbone di Marcinelle, tra gli alloggi torinesi che non si affittavano ai meridionali, tra le onde del mediterraneo e le sponde agognate dell’Europa".  La parabola percorsa nello spettacolo la si ritrova nell’evoluzione storica della stessa iniziativa della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, istituita da Pio X nel 1914 come Giornata Nazionale dell’Emigrante, raggiunge quest’anno la sua 106ª edizione. A riflettere il mutare dei flussi migratori che lo spettacolo ha ripercorso è anche la stessa Fondazione Migrantes che ebbe come primo nucleo il Pontificio Collegio per l’Emigrazione Italiana, sorto proprio in concomitanza con la Giornata.  L’opportunità di ricordare “quando a partire eravamo noi” ci chiede di "prendere posizione rispetto al presente e propone cammini per orientare la propria comprensione e le proprie relazioni con coloro che partono oggi e da altri paesi giungono nelle nostre città".

GMMR: l’inno della Giornata

28 Agosto 2020 - Torino - "Popoli tutti migranti nel mondo./ Noi coloriamo la terra di gioia./ Nubi e nebbie disperde l'amore./ Sopra di noi splende il sole di pace./ Non rimaniamo distanti al sicuro, con pregiudizi e paure nel cuore./ Grande è colui che si china a servire, corre il rischio di farsi vicino". Inizia così il testo dell'inno per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato composto dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Torino che ospiterà la prossima giornata a livello nazionale il 27 settembre prossimo. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, l'arcivescovo della città, mons. Cesare Nosiglia, presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata. Il testo e la musica dell'inno saranno presentati a Torino durante una conferenza stampa sui principali eventi che verranno promossi in vista della GMMR. L'inno è nato dall’idea di mettere in musica le provocazioni sulle quali papa Francesco invita a riflettere e a lavorare nel suo Messaggio per la Giornata. Nelle strofe dell’inno si possono rintracciare tutte le sei coppie di verbi indicate dal papa: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire.

Raffaele Iaria

 

Migrantes: a Torino il Corso di Alta Formazione

18 Agosto 2020 -
Roma – Si svolgerà a Pianezza (Torino), dal 31 agosto al 4 settembre,  la prima edizione del Corso di alta formazione organizzata dalla Fondazione Migrantes  in collaborazione con il SIMI (Scalabrini International Migration Institute).
Si tratta di un novità, creata dopo che molti direttori diocesani Migrantes avevano manifestato la volontà di occasioni per continuare ad incontrarsi e a formarsi. Secondo le previsioni il Corso si terrà ogni anno nella regione italiana scelta per la celebrazione solenne della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in modo anche da valorizzare le buone pratiche presenti nei nostri uffici territoriali, spiega la Migrantes. Quest'anno la regione ecclesiastica scelta per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è Piemonte-Valle d'Aosta. Il 27 settembre la celebrazione eucaristica principale si terrà a Torino, presieduta dall'arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia e sarà trasmessa, alle ore 11, da Rai Uno.

R.I.

 

GMMR: il quarto video di Papa Francesco in preparazione alla Giornata

14 Agosto 2020 - Città del Vaticano - Domenica 27 settembre 2020, si celebrerà la 106° Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati (GMMR). Quest’anno, con il titolo “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”, Papa Francesco invita a scoprire la realtà degli sfollati interni in modo più profondo. Ogni mese, un video di Papa Francesco e altri materiali multimediali approfondiscono i sotto-temi presenti nel Messaggio. Il tema di questo mese, il quarto, il Papa esplora il sotto-tema “Condividere per crescere”. Il video offre la testimonianza di vita vera di una persona sfollata interna che spiega come come la condivisione ci rende più umani, ci fa credere di più in Dio e sente che siamo i Suoi figli. Nel video, Papa Francesco esorta a condividere per crescere insieme, senza escludere nessuno (Il video si può scaricare dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale).

GMMR: in distribuzione la rivista MigrantiPress dedicata alla Giornata

10 Agosto 2020 - Roma - “Come Gesù Cristo costretti a fuggire: accogliere, proteggere, programmare, integrare gli sfollati interni”: questo il tema della 106ma Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Alla Giornata è dedicato il numero di Migranti-Press, mensile della Fondazione Migrantes, in distribuzione in questi giorni per permettere alle diocesi e alla parrocchie di poter preparare adeguatamente la Giornata. Il giornale di apre con il messaggio di Papa Francesco per la Giornata e il commento del presidente della Fondazione Migrantes, mons. Guerino di Tora e del Direttore generale dell'organismo pastorale della Cei, don Giovanni De Robertis e una scheda informativa sul tema della Giornata: gli sfollati interni. Nel numero anche diversi sussidi per le famiglie, i giovani, gli adulti, una preghiera affidata a  don Francesco dell’Orco e una riflessione biblica di sr. Elizangela Chaves Dias. La rivista, alcuni sussidi online e altro materiale si può trovare sul sito www.migrantes.it.

R.I.

 

Migrantes Torino: la GMMR con i giovani

30 Luglio 2020 - Torino – “Tutti noi abbiamo un sogno, perché non provare a condividerlo e a realizzarlo insieme?”. Marco, educatore, parteciperà all’incontro di giovani per i giovani “Grow up together - Per convivere da cittadini del mondo”, promosso dall’Ufficio pastorale Migranti (Migrantes) della Diocesi di Torino in occasione della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato. Quest’anno la Fondazione Migrantes ha scelto le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta come sede principale in Italia per la Giornata fissata di domenica 27 settembre. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, mons. Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, sui temi del messaggio di Papa Francesco “Costretti a fuggire come Gesù Cristo”. “Sabato 12 settembre, dalle 14 alle 18, nei giardini del Distretto sociale Opera Barolo, in via Cottolengo a Torino, sono attesi 300 giovani di diverse provenienze”, precisano i promotori di “Grow up together” (in inglese “Cresciamo insieme”) “molti fanno riferimento all’Ufficio Pastorale Migranti e alle diverse Cappellanie etniche presenti in diocesi. Sono giovani volontari che operano a sostegno delle persone più fragili raccogliendo cibo nei mercati, distribuendo pacchi viveri o impegnati nelle attività dell’Ufficio”. “Abbiamo sentito l’urgenza di rendere concrete le parole del Papa - prosegue Giada, tra gli organizzatori - che nel suo messaggio sottolinea la necessità di stimolare il cambiamento di mentalità nell’accoglienza dei migranti”. Per partecipare alla Giornata occorre scrivere a: prenotazioni@upmtorino.it. (M.LOM. -. La Voce e il Tempo”

GMMR: nuovi video e materiali della Sezione Migranti e rifugiati della Santa Sede

21 Luglio 2020 - Città del Vaticano - Continua la pubblicazione, da parte della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano ed Integrale della Santa Sede di video e materiali in preparazione alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, dedicata agli sfollati interni, che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Ogni mese i sotto temi proposti da papa Francesco nel suo messaggio, vengono approfonditi attraverso video inediti e altro materiale multimediale. Il primo sotto-tema è stato “Conoscere per comprendere” e il secondo “Farsi prossimo per servire”. Adesso il terzo video, appena pubblicato, in cui Papa Francesco esplora il sotto-tema “Ascoltare per riconciliarsi”. Il video offre la testimonianza di vita di una sfollata interna che spiega come il lavoro di squadra e l’accettazione reciproca possono creare un futuro più luminoso e una coesistenza pacifica tra persone di diverse religioni. Nel video, il Papa invita a un ascolto attento e umile, mediante il quale possiamo veramente riconciliarsi.  

Migrantes Cerignola-Ascoli Satriano: parte il “Laboratorio delle Migrazioni

6 Luglio 2020 -     Cerignola – L’Ufficio Migrantes della diocesi di Cerignola– Ascoli Satriano, in occasione della 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, il prossimo 27 settembre inaugurerà, nel Seminario vescovile di Cerignola e nella sede distaccata della parrocchia di San Giuseppe a Carapelle il “Laboratorio delle migrazioni – San Giuseppe”. Non si tratta di uno sportello informativo o d’intervento caritativo, bensì di un osservatorio e di uno spazio di studio, come punto di formazione e informazione per approfondire il fenomeno migratorio, occupandosi di emigrati, immigrati, rom, sinti e circensi. Sarà una sfida pastorale a cui siamo chiamati per rispondere, come èquipe diocesana, a partire dallo statuto che ci è stato consegnato dal vescovo Luigi Renna e che riprende i quattro verbi che papa Francesco ha indicato nel Messaggio per la Giornata nel 2018: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ad essi, per il messaggio del 2020, Come Gesù Cristo, costretti a fuggire – Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni, il Papa ha aggiunto sei coppie di verbi che diventeranno le linee guida del “Laboratorio” e che corrispondono ad azioni concrete, legate tra loro in una relazione di causa-effetto: conoscere per comprendere (quando si parla di migranti e di sfollati troppo spesso ci si ferma ai numeri); farsi prossimo per servire (avvicinarsi significa essere disposti a correre dei rischi e a servire, superando paure e pregiudizi); ascoltare per avere l’opportunità di riconciliarci con il prossimo, con tanti scartati, con noi stessi e con Dio, che mai si stanca di offrirci la sua misericordia (attraverso un ascolto umile e attento possiamo arrivare a riconciliarci); crescere insieme per condividere quello che abbiamo con tutti (per imparare a crescere insieme, senza lasciare fuori nessuno); coinvolgere per promuovere (per trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati, permettendo nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà); imparare a collaborare per non lasciarci tentare da gelosie, discordie e divisioni (per impegnarci a garantire la cooperazione internazionale, la solidarietà globale e l’impegno locale).

Claudio Barboni

Migrantes Cosenza-Bisignano: celebrazione multietnica e festa delle migrazioni

3 Ottobre 2019 - Cosenza - “È proprio durante questi appuntamenti che è doveroso ricordare quanto sia importante aprirci verso quei nuovi orizzonti che Gesù ci ha indicato”. È iniziata con questa esortazione di don Giacomo Tuoto la celebrazione eucaristica multietnica per la Giornata del Migrante e del Rifugiato svoltasi nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù e Madonna di Loreto a Cosenza. Insieme a don Giacomo - per la messa animata dalle diverse comunità di migranti presenti in città– anche Don Michel Fortino, Don Damian Dobrydnio, Don Patrick Amadi e Don Ruben Cruz Almonte. Una celebrazione dal sapore multietnico con lettura del Vangelo in diverse lingue, così come i canti e le preghiere dei fedeli. La riflessione di don Giacomo durante l’omelia ha posto l’accento su tre parole negative del Vangelo di domenica scorsa: indifferenza che genera ingiustizia; individualismo che ci fa pensare di poter bastare a noi stessi e avidità che ci spinge a bramare anche ciò di cui non abbiamo bisogno. “A queste tre parole negative - sottolinea don Giacomo - dobbiamo rispondere con tre atteggiamenti positivi, trasformando l’indifferenza in attenzione per il prossimo, soprattutto se è svantaggiato o povero perché chi vuole imitare il Signore non può essere indifferente verso i fratelli; all’individualismo dobbiamo rispondere con la comunione e la relazione, perché dentro di noi è impressa l’immagine di Dio che è relazione; e infine l’antidoto  all’avidità che si trova ascoltando la parola di Dio, aprendo il cuore e imparando ad essere figli degni di questo  mondo”. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione eucaristica della mattina, si è svolta nella piazza antistante la chiesa del Sacro Cuore di Gesù e Madonna di Loreto la Festa delle migrazioni coordinata dall’Ufficio Migrantes della diocesi con canti, danze, musica e cibo dal Mondo con le comunità Ucraina, Polacca, Siriana, Russa, Bielorussa, Senegalese, Africana, Cubana, Ecuadoregna, Marocchina, Romena, Bulgara, Nigeriana e Filippina. Tanti i partecipanti alla festa che hanno potuto apprezzare oltre ai piatti tipici anche le esibizioni canore e i balli messi in scena dalle diverse comunità. Tra gli stand delle diverse comunità straniere anche quello degli scout Agesci della Zona Terra dei Bruzi per la firma del documento pro-accoglienza “Siamo figli della luce”. (Roberto De Cicco)

Piacenza: con “Humans” una mostra e un reading sul tema della GMMR

1 Ottobre 2019 -
Piacenza - "Humans: non si tratta solo di migranti: si tratta della nostra umanità”. Riprendendo le parole di Papa Francesco le suore scalabriniane hanno dato questo nome a un evento che si terrà nella Casa provinciale delle sorelle, in piazzetta San Savino 29 a Piacenza, sabato 5 e domenica 6 ottobre. "Humans" è una mostra fotografica e un reading musicale a cui prenderanno parte la fotografa Alice Asinari e la cantautrice Antonella Mattei. La mostra sarà visitabile sabato 5 dalle 19 alle 22.30 e domenica 6 dalle 10 alle 17.30. Il reading musicale, invece, è previsto alle 20.30 di sabato: si tratta di un momento in cui la musica si alterna ad alcune riflessioni con un tema centrale, quello dell’accoglienza e della migrazione. Le letture riguarderanno proprio le storie dei migranti fotografati.
"Le parole dette da Papa Francesco nel corso della Giornata mondiale per i migranti e i rifugiati di domenica scorsa sono per noi uno sprone per fare di più e sempre meglio - ha detto suor Milva Caro, superiora provinciale - Non possiamo restare indifferenti perché deve vincere, sempre, il concetto di umanità nella vita. Questo piccolo evento ha un grande valore simbolico. Noi suore teniamo aperta la porta della nostra casa a tutta la comunità, a chi accoglie e a chi viene accolto".

Camera Deputati: presentato il film “Mother Cabrini” dedicato alla Santa “Patrona degli emigranti”

1 Ottobre 2019 - Roma – Nei giorni scorsi, in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata domenica 29 settembre, è stata ricordata, nel corso di un incontro alla camera dei Deputati,  Madre Francesca Cabrini, fondatrice della Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù  e patrona dei migranti. A lei è dedicato il film “Mother Cabrini” di Daniela Gurrieri, presentato nell’Aula dei gruppi parlamentari alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico e di Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione. Fico ha ricordato che è dal 1914 che la Chiesa cattolica celebra la Giornata del Migrante e del Rifugiato per ricordare tutte le persone che lasciano il proprio Paese per “scappare dalla guerra, dalla fame, dalla violenza e dalle persecuzioni e cercano altrove una esistenza dignitosa ed una prospettiva per il loro futuro. La figura di Santa Francesca Cabrini, protagonista del film – ha aggiunto - ha un fortissimo valore simbolico e presenta una grande attualità non soltanto per i cattolici ma anche per i laici e non credenti”. Il presidente della Camera dei Deputati ha quindi ricordato l’opera della religiosa a favore degli italiani che partivano per le Americhe: fra il 1880 e il 1915 quattro milioni di italiani approdarono negli Stati Uniti, mentre ulteriori 5 milioni emigrarono verso altri Paesi delle Americhe. “Questi nostri connazionali lasciavano spesso alle loro spalle miseria e fame; affrontavano viaggi lunghi e faticosi attraverso l'Oceano e, una volta sbarcati, erano sottoposti a controlli medici e amministrativi severissimi e umilianti”, ha sottolineato ricordando che essi “vivevano ammassati in stanze sovraffollate e sfruttati, in gran parte con impieghi precari e massacranti, in fabbrica o nei cantieri. Molti erano i morti sul lavoro e migliaia gli orfani abbandonati a sé stessi. Gli italiani erano poi considerati "gente indesiderata" dalla popolazione locale e vittime di pregiudizi e stereotipi secondo cui essi erano sporchi, ignoranti, criminali e mafiosi, non integrabili in alcun modo nella società americana. Spesso, quando si affronta oggi il tema della immigrazione, dimentichiamo le sofferenze e umiliazioni cui eravamo sottoposti noi appena cento anni fa. E dimentichiamo quanti sforzi ha richiesto l'integrazione dei nostri connazionali negli Stati Uniti e negli altri Paesi di destinazione”.  

Una barca in piazza San Pietro per non dimenticare

1 Ottobre 2019 - Città del vaticano - Erano tutti presenti: migranti arrivati in Europa e che si sono inseriti nella società, rifugiati scampati alle guerre, perseguitati costretti ad abbandonare le loro case e a cercare un futuro altrove. Ma idealmente in piazza San Pietro — dove il Papa ha presieduto la messa per la 105ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato — c’erano anche i tanti che stanno per lasciare i loro Paesi di origine o che, dopo una traversata spesso lunga e difficile, si preparano a sbarcare sulle coste europee. Quarantamila persone si sono strette intorno al Pontefice domenica mattina, 29 settembre. Un’assemblea vivace e variopinta, un miscuglio di razze e di culture, dove era possibile vedere, gli uni accanto agli altri, i discendenti degli indios dell’America latina, con i caratteristici copricapi di mille colori, uomini e donne in costume tradizionale africano o sudamericano, famiglie di europei. Tutti uniti in nome di Cristo e della solidarietà e dell’accoglienza. Anche il coro multietnico — i cui membri indossavano una maglia con la scritta: “Non si tratta solo di migranti”, tema della Giornata — ha voluto sottolineare l’importanza di sentirsi cittadini del mondo, dove nessuno è estraneo in nessun luogo. Le maglie dei cantori erano di cinque colori: blu, verde, rosso, giallo e bianco, a ricordare i cinque continenti e il rosario missionario. Provenivano da vari Paesi: Romania, Congo, Messico, Sri Lanka, Filippine, Italia, Indonesia, India e Perú. Il coro, coordinato da Antonella Mattei, è stato diretto da Jurij Gianluca Ricotti. Anche i protagonisti dell’offertorio erano di varie nazionalità: famiglie provenienti da Italia, Nigeria, Siria, Filippine e Slovacchia. Gli stessi canti scelti per la celebrazione hanno espresso l’universalità della Chiesa e il bisogno di non costruire barriere. Alla preghiera dei fedeli sono state elevate intenzioni in cinese, per riaccendere il desiderio di tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla penitenza e alla mitezza; in italiano, per i governanti; in arabo, per i migranti, i forestieri, i prigionieri; in francese, per i cristiani perseguitati; in swahili, per i defunti. Un altro elemento della liturgia ha assunto il valore di un segno di solidarietà con i migranti: l’incenso. Proveniva dal campo profughi di Bokolmanyo, nell’Etiopia meridionale, che ospita quarantamila rifugiati. L’impiego di questo incenso di alta qualità vanta una tradizione antica che risale a 600 anni fa. È grazie alla sua raccolta e alla sua vendita che i rifugiati riescono a emanciparsi economicamente, andando ben oltre la condizione di mera sopravvivenza. L’incenso è stato donato al Papa dal principe Jaime de Bourbon de Parme, già ambasciatore dei Paesi Bassi presso la Santa Sede. Attualmente collabora con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Al momento della consacrazione sono saliti all’altare i cardinali Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Angelo De Donatis, Vicario generale per la Diocesi di Roma, Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, e il vescovo Guerino Di Tora, Presidente della Fondazione Migrantes. Insieme con Francesco hanno concelebrato undici porporati e sedici presuli, tra i quali l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Erano presenti l’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, e monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura. Al termine della celebrazione eucaristica, il cardinale Bassetti ha rivolto un breve saluto al Pontefice, nel quale ha sottolineato come in questa occasione si siano riuniti intorno all’altare uomini e donne di ogni luogo e di ogni razza. “Questa piazza vivace e colorata — ha detto — ha raccolto gente di ogni dove, unita nello spirito di lode al Signore, padre di tutta l’umanità. La fede e la potenza del risorto ci fanno sentire fratelli e ci spingono ad amare tutti, come Lui ci ha amati e ha dato se stesso per noi”. Il Presidente della CEI ha poi sottolineato come la Chiesa che è in Italia si senta “interpellata dal mondo delle migrazioni. Milioni di uomini e donne, bambini, giovani e anziani ogni anno lasciano la propria terra in cerca di una vita migliore, di un luogo di pace o di progresso dove poter trovare rifugio e dignità”. Si tratta, ha aggiunto, “di un vasto movimento di popoli tormentati dalla violenza, dalla fame, dalla disperazione, che cerca aiuto presso i paesi più ricchi e capaci. Essi stendono la mano come il povero Lazzaro, chiedendo almeno le briciole del pane per sfamarsi. Ma il ricco epulone della parabola non vuole vedere né sentire, la sua ricchezza lo ha reso povero di sentimento e gli ha inaridito il cuore. Egli non vuol condividere con altri le sue ricchezze e la prosperità la considera cosa privata”. Eppure il Signore, con la sua Parola e il suo esempio di amore, “ci invita a essere solidali, a non assecondare le ingiustizie e l’empietà. I poveri che bussano alla nostra porta, i migranti che cercano una vita migliore sono il nostro prossimo nel bisogno. La mensa condivisa è compassione, amore, gioia. In questa eucaristia abbiamo condiviso il sacramento che ci fa figli e ci rende fratelli”. Il porporato ha concluso assicurando che la Chiesa italiana, attraverso Caritas e Migrantes, “cerca di dar corpo al Vangelo della carità e della gioia. Preghiamo ogni giorno per lei — ha detto al Papa — e la sosteniamo con il nostro affetto. Pregano per lei i poveri da noi accolti, la cui voce sale al cielo con maggior vigore”. Dopo il giro della piazza in papamobile, il Pontefice ha inaugurato il monumento dedicato ai migranti allestito sul lato sinistro del colonnato. La scultura intitolata Angels unware (“Angeli inconsapevoli”), realizzata in bronzo e argilla dall’artista canadese Timothy Schmalz, è stata promossa dalla Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, tramite uno dei due sottosegretari, padre Michael Czerny, che verrà creato cardinale nel prossimo Concistoro. Come spiega l’artista al nostro giornale, il tema dell’opera rimanda al passo della Lettera agli Ebrei (13, 2): «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli». La scultura, racconta Schmalz, raffigura una barca a grandezza naturale in cui trovano posto migranti di ogni epoca, religione, razza e cultura. Al centro svettano due ali di angelo per mostrare che dietro ogni migrante c’è una realtà che lo trascende. Secondo l’artista, ognuno di noi almeno per una volta è stato migrante nella storia. Per realizzare la scultura Schmalz ha impiegato un anno, lavorando ogni giorno dalle 4 alle 17. È toccato a una famiglia originaria del Camerun alzare il telo che copriva il monumento. All’inaugurazione, oltre al cardinale Turkson e a padre Czerny, erano presenti il cardinale Giuseppe Bertello e il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, rispettivamente presidente e segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e padre Rafael García de La Serrana Villalobos, direttore della Direzione delle infrastrutture e servizi del Governatorato. (Nicola Gori – Osservatore Romano)