Tag: Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Migrantes Albano: le celebrazioni nella diocesi di Albano

27 Settembre 2020 - Albano -  Sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”, scelto da papa Francesco per il suo messaggio annuale, la Chiesa celebra oggi la 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: per l’occasione il responsabile diocesano di Migrantes di Albano, don Luis Fernando Lopez, ha inviato una lettera ai parroci della diocesi per sottolineare l’evento. «È un tema – ha scritto don Luis Fernando Lopez – che sta molto a cuore a papa Francesco ed è un fenomeno al quale noi cristiani non possiamo essere indifferenti, anzi, dobbiamo essere la voce di chi non ha voce». Dal 1914 la Giornata è occasione per dimostrare la preoccupazione della Chiesa per persone vulnerabili in movimento e pregare per loro: l’invito è quello di non far mancare, nelle Messe di oggi, un pensiero per i migranti. «Il messaggio del Santo Padre – ha aggiunto don Lopez – quest’anno è particolarmente significativo, perché viene arricchito con altre coppie di verbi, che ci fanno riflettere sul fatto che la Chiesa non può essere ferma davanti a questa realtà, ma in movimento»

Migrantes Gaeta: oltre stereotipi e superficialità

27 Settembre 2020 - Gaeta - Quando la Chiesa Italiana istituì Migrantes aveva in mente tante famiglie e comunità coinvolte dal fenomeno della mobilità umana, e in modo particolare: gli immigrati stranieri, i migranti interni italiani, i rifugiati, i profughi, gli apolidi e i richiedenti asilo, gli emigrati italiani, la gente dello spettacolo viaggiante, i Rom, Sinti e nomadi. Insomma, fratelli e sorelle da accogliere, proteggere, promuovere e integrare: sono i verbi che papa Francesco indicava già nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del rifugiato e del migrante del 2018. Oggi Migrantes vuole sostenere le comunità ecclesiali nella conoscenza, nell’opera di evangelizzazione e nella cura pastorale dei migranti, italiani e stranieri, anche per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi. Il Papa nel messaggio per la 106ª Giornata del rifugiato e del migrante di quest’anno, che cade oggi, ci ricorda che i migranti sono «come Gesù costretti a fuggire». Per mettere in atto la fraterna accoglienza il pontefice indica una serie di verbi che possono permettere di accogliere: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire. Conoscere significa andare oltre le urla, le invettive, per leggere, ascoltare, approfondire, non accontentarsi dei talk show che troppo spesso sono più attenti a fare audience che ai contenuti. Ascoltare spinge ad andare oltre gli stereotipi, il pregiudizio, la superficialità. «Quando si parla di migranti e di sfollati troppo spesso ci si ferma ai numeri. Ma non si tratta di numeri, si tratta di persone. Se le incontriamo arriveremo a conoscerle. E conoscendo le loro storie riusciremo a comprendere. Le paure e i pregiudizi – tanti pregiudizi – ci fanno mantenere le distanze dagli altri e spesso ci impediscono di “farci prossimi” a loro e di servirli con amore». Se superiamo questi ostacoli ci accorgiamo che, per esempio, in Italia gli immigrati sono l’8,3% della popolazione italiana, pari a circa 5 milioni di persone; con il loro lavoro contribuiscono per 127 miliardi al prodotto interno lordo italiano, ovvero l’8,6% del Pil totale; versano tasse Irpef per 7 miliardi e contributi previdenziali per 11 miliardi, pagando di fatto 640 mila pensioni agli italiani. Sotto il profilo economico la presenza degli immigrati porta dei benefici garantendo forza lavoro, consumi e anche nuovi investimenti. Analizzando le principali nazionalità, esse rispecchiano sostanzialmente la distribuzione delle presenze in Italia: quattro delle prime dieci sono nazionalità europee (Romania, Albania, Ucraina e Moldavia), quattro sono asiatiche (Cina, Filippine, India e Bangladesh). Sud America e Africa sono rappresentate rispettivamente da Perù e Marocco. Con loro dobbiamo collaborare per costruire, il Papa ci esorta nel messaggio a non «lasciarci tentare da gelosie, discordie e divisioni. E nel contesto attuale va ribadito: Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone. Per preservare la casa comune e farla somigliare sempre più al progetto originale di Dio, dobbiamo impegnarci a garantire la cooperazione internazionale, la solidarietà globale e l’impegno locale, senza lasciare fuori nessuno. La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca. Ritrovarci ad avere preoccupazioni e timori comuni ci ha dimostrato ancora una volta che nessuno si salva da solo. Per crescere davvero dobbiamo crescere insieme, condividendo quello che abbiamo. Dobbiamo trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà. Per preservare la casa comune e farla somigliare sempre più al progetto originale di Dio. Senza lasciare fuori nessuno». (Giovanna Maria Ruggieri - direttrice Ufficio Migrantes Gaeta)

GMMR: a Taranto celebrazione nella Chiesa di San Francesco di Paola

27 Settembre 2020 - Taranto - "A volte lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze. Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto". Così Marisa Metrangolo, direttrice dell'Ufficio Migrantes di Taranto nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. A Taranto la Giornata si celebrerà alle 11,30 nella Chiesa di San Francesco di Paola e sarà presieduta dal parroco, p. Alessandro Chiloiro dei Frati Minimi. Al termine è prevista una testimonianza di una donna colombiana fuggita dalle persecuzioni per il suo impegno contro le tossicodipendenze nel suo paese. La direttrice Migrantes sottolinea che nei volti dei migranti "rivediamo gli emigrati italiani: sono le due facce della stessa medaglia, in processi avvenuti in epoche diverse ma con le medesime sofferenze e le stesse  sempre attuali ingiustizie".

GMMR: Migrantes Milano, leggere in chiave cristiana il tema dell’accoglienza

27 Settembre 2020 - Milano - Papa Francesco "da sempre nel suo magistero si fa voce dei migranti, dei rifugiati, dei dimenticati; di coloro che dalle periferie geografiche ed esistenziali si mettono in cammino verso un’esistenza migliore, alla ricerca di vita". Lo dice don Alberto Vitali, responsabile diocesano Migrantes di Milano nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quale il significato di questa giornata? "La sua specificità - spiega don Vitali a Milano Sette, l'inserto domenicale di Avvenire - è leggere in chiave propriamente cristiana il tema dell’accoglienza di migranti e rifugiati. Un argomento che comunque riguarda  tutti gli uomini di buona volontà, nel nome della solidarietà umana. Il cristiano, però, ci suggerisce il Papa, deve fare un passo in più, deve abbracciare una dimensione contemplativa. Esattamente quello che ci invitava a fare anche l’arcivescovo con il Sinodo Chiesa dalle genti". Nell’episodio della fuga in Egitto, citata da papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata,  "tocchiamo con mano come Gesù si identifichi con gli ultimi e questo ci obbliga, come cristiani, a considerare il tema delle migrazioni non solo dal punto di vista sociale, politico ed economico, ma a contemplarlo alla luce della Parola", spiega don Vitali:  "noi cristiani non possiamo fermarci alla semplice filantropia. Possiamo anche arrivare a pensare che l’accoglienza sia insostenibile, dal punto di vista razionale, ma la fede ci obbliga comunque a scelte coraggiose. Ce lo suggerisce anche l’episodio evangelico dei cinque pani e due pesci: se anche avessimo così poco (e non è così), Gesù ci invita a fidarci e a condividere, contro ogni apparenza, quello che abbiamo, certi che Dio lo moltiplicherà. Questa è la sfida della fede, sulla quale ci giochiamo tutto". Nella diocesi ambrosiana non ci saranno iniziative specifiche ma l'Ufficio Migrantes ha inviato una lettera ai parroci per sensibilizzarli a ricordare la ricorrenza. Inoltre, la Giornata sarà l’occasione per commemorare don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como ucciso recentemente. Un ricordo che" faremo anche in occasione del primo incontro tra tutti i responsabili delle Pastorali Migrantes delle diocesi lombarde che si terrà l’1 ottobre: "rifletteremo - spiega il sacerdote che è anche referente regionale Migrantes - su come sia stato autentica incarnazione, fino a pagare con la vita, di quella dimensione contemplativa a cui ci chiamano papa Francesco e il nostro arcivescovo".

R.I.

GMMR: a Cremona il pellegrinaggio al santuario di Caravaggio

27 Settembre 2020 - Cremona - La diocesi di Cremona celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio all’inizio dell’anno pastorale. Celebrarne la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - scrive il direttore Migrantes Maurizio Ghirlandi - è un modo per "porre davanti ai nostri occhi situazioni che da un punto di vista legale e sociale vanno affrontate con equilibrio e con una sana verità". Nella diocesi uffici  Migrantes e Caritas, seppur con ruoli e competenze diversi, avviano in questi giorni il progetto "Apri" che ha proprio come obiettivo quello di "creare delle migliori condizioni di integrazione dei migranti sensibilizzando le comunità all’accoglienza", spiega il direttore Migrantes

GMMR: oggi messa internazionale promossa da Migrantes nella diocesi di Tivoli

27 Settembre 2020 - Tivoli - Oggi, alle 12.30, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2020, l’Ufficio per la pastorale Migrantes della diocesi di Tivoli, propone la celebrazione di una Messa, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti a Villalba di Guidonia (Via Napoli 14). Il tema per questa 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra oggi, domenica 27 settembre, indicato da papa Francesco nel suo messaggio è “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Siamo tutti invitati a partecipare a questa celebrazione diocesana di preghiera e di riflessione sulla situazione che vivono attualmente i migranti e rifugiati nel mondo intero, seguendo le normative emanate dalle autorità a seguito dell’emergenza sanitaria Covid–19.

GMMR: coperte termiche sulle porte della Basilica di San Francesco ad Assisi

27 Settembre 2020 - Assisi - In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, anche la comunità dei frati del Sacro Convento di Assisi fa sentire la sua voce sul tema delle migrazioni e dell'accoglienza istallando sulle porte della Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi, oltre 20 metri di coperte termiche. Il progetto “Eldorado” ha preso il via nel giugno del 2018 dalle porte dell'Abbazia fiorentina di San Miniato al Monte; è stato realizzato sulle chiese di settanta chiese cattoliche, valdesi, metodiste e luterane e di alcuni luoghi comunitari simbolici come il Maschio Angioino e il Palazzo delle Aquile (sedi del Comune di Napoli e di quello di Palermo), il carcere di Venezia e l’Aula Magna dell’Università di Bologna. Si è unita al progetto anche l’unione delle comunità islamiche d'Italia (UCOII) e da settembre saranno realizzate le porte d'oro di 5 moschee. L’obiettivo dell’istallazione è quello di promuovere una riflessione profonda sull'accettazione del diverso da sé, sulle terre promesse e sull’aspirazione a un mondo diverso, costruito oltre l'idea di confine e capace di essere nuovamente umano.  “Quello di Eldorato è un messaggio importante - ha detto Padre Mauro Gambetti, superiore del Sacro Convento -  - che ci fa interrogare su cosa veramente dà ricchezza. L'oro abbellisce, ma la vera ricchezza sta nella gioia che noi possiamo portare o avere nel cuore, non è legata a un metallo. La gioia vera sta in quest'oro dei poveri, dove c'è la possibilità di stringere relazioni, stringersi insieme e sperimentare la gioia. Il messaggio è evocativo, simbolico, ma è anche reale. Indica il vero oro. È una tappa di avvicinamento al viaggio del Papa ad Assisi, si sposa molto bene con la prossima enciclica che Papa Francesco ci regala, firmandola ad Assisi. Il titolo è evocativo, Fratelli Tutti, ci dà un orizzonte di universalità entro il quale, senza distinzioni, siamo abbracciati”. Padre Enzo Fortunato, portavove della Sacro Convento, ricorda il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale del Migrante: “La pandemia non faccia dimenticare gli sfollati - esorta Papa Francesco - una tragica condizione, spesso invisibile, quella degli sfollati. Nei loro volti si riflette quello di Gesù profugo. Non dimentichiamo gli sfollati e coloro che vivono esperienze di precarietà, abbandono, emarginazione e rifiuto: come Gesù, sono costretti a fuggire. Gli sfollati interni nel mondo sono 40-50 milioni: sono provocati da guerre, conflitti, disastri ambientali e ora anche dalla pandemia. Un'installazione che ci pone una domanda che inquieta e orienta: vogliamo prenderci cura dell'altro o girarci dall'altra parte?”.

R.Iaria

Migrantes Cosenza-Bisignano: rinviato Meeting Comunità accoglienti”

26 Settembre 2020 - Cosenza "A malincuore dobbiamo annunciare lo spostamento del 'Meeting Comunità Accoglienti: Liberi dalla Paura' previsto per Domenica 27 Settembre all’interno della Celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020". LO si legge in un post pubblicato su facebook dalla Migrantes di Cosenza Bisignano.Le previsioni meteorologiche non sono positive e, dato che l’incontro si sarebbe dovuto svolgere all’aperto nel cortile della Parrocchia Sant’Antonio, a Cosenza, "avendo come priorità il rispetto delle misure anti-contagio, non vogliamo costringerci in spazi chiusi". La nuova data sarà quella del 4 ottobre dalle 16 alle 18.

Papa Francesco: una donazione per i migranti in Bosnia

26 Settembre 2020 - Roma - In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domani, 27 settembre, Papa Francesco ha deciso di inviare, attraverso la Nunziatura apostolica in Bosnia Erzegovina, un “segno concreto di sostegno e vicinanza ai migranti”, e ai loro accompagnatori, che attualmente vivono in diversi campi del Paese, riferisce l'agenzia Sir.  “Nel 2019 – si legge in un comunicato della Nunziatura apostolica di Sarajevo – circa 30.000 migranti sono transitati per la Bosnia, divenuta tappa fondamentale della cosiddetta rotta balcanica, sempre più frequentata dai migranti che dall’oriente tentato di entrare nell’Unione europea. Con questa donazione – si legge ancora nella nota – il Papa sosterrà l’istituzione di due servizi: accoglienza, animazione e supporto psicologico nei centri di transito di Ušivak (vicino a Sarajevo) e Sedra (vicino a Bihać), dove al momento sono ospitate numerose famiglie con bambini e minori non accompagnati”. Il secondo servizio prevede, invece, “la fornitura di indumenti, coperte, cibo e articoli sanitari, tra questi anche presidi anti-Covid”.Sulla situazione e sulla Giornata del migrante e del rifugiato, è intervenuto anche il nunzio apostolico in Bosnia, mons. Luigi Pezzuto: “Paure e numerosi pregiudizi ci tengono lontani dai migranti e spesso ci impediscono di essere loro vicini e di servirli con amore”. “Abbiamo accolto con grande felicità il gesto di Papa Francesco – dichiara al Sir Daniele Bombardi, coordinatore dei progetti Caritas Italiana nei Balcani – per noi è anche un grazie e un riconoscimento del lavoro che da tanti anni Caritas sta portando avanti in tutta la rotta balcanica. Un gesto che ci offre la possibilità di continuare sentendo ancora di più la vicinanza e il sostegno del Pontefice di tutta la Chiesa”. (D.R.)

GMMR: mons. Satriano, “in una rinnovata e profonda visione della vita ritroveremo uno sguardo umano e attento

26 Settembre 2020 - Rossano - Domenica 27 settembre la Chiesa celebra la 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il titolo scelto da Papa Francesco è “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Il messaggio del Pontefice si concentra sulla pastorale degli sfollati interni, entro i confini del proprio Paese, che oggi nel mondo sono oltre 50 milioni. Sono fra le persone più vulnerabili al mondo, hanno abbandonato la propria casa per ragioni simili a quelle dei rifugiati, ma restano sotto la protezione del loro governo, anche quando proprio quel governo è la causa delle situazioni che li hanno costretti alla fuga. "L’aspetto più grave è che la maggior parte degli sfollati interni non riceve protezione internazionale", scdive in una nota la diocesi di Rossano-Cariati. “Chiediamoci perché tutta queste persone - sottolinea  Giovanni Fortino, direttore della Migrantes di Rossano-Cariati - si mette in cammino per migliaia di chilometri, senza sostegni, umiliati, maltrattati, ridotti in schiavitù e di questo sono vittime anche i bambini e le donne addirittura violentate. Siamo ancora nel numero di quanti credono di avere il diritto di proibire loro un futuro decente? Possiamo continuare a non fare nulla per loro? Il desiderio di una vita migliore è diritto di ogni persona”. L’arcivescovo, mons. Giuseppe Satriano, dal canto suo sottolinea che è "solo in una rinnovata e profonda visione della vita, capace di non lasciarci scivolare sulla superficie delle cose, che ritroveremo uno sguardo umano e attento, capace di rilanciare legami e relazioni che sappiano ridare il gusto di essere parte della comunità degli uomini”.

GMMR: domani a Torino la celebrazione nazionale con mons. Nosiglia

26 Settembre 2020 - Torino –Domani, domenica 27 settembre nella Cattedrale di Torino in diretta su Rai 1 alle 11 mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta, presiede la celebrazione eucaristica della Giornata del Migrante e del Rifugiato, sui temi del messaggio del Papa “Costretti a fuggire come Gesù Cristo” che ha scritto il 13 maggio scorso. Partecipano e animano l’eucarestia le comunità etniche e i rappresentanti Migrantes del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il coro eseguirà l’inno della Giornata pensato dai giovani impegnati nella pastorale migranti, su un testo raccolto da Marco Laruffa e musicato da Ettore Moscatelli, dei Fratelli della Sacra Famiglia. Intanto volge al termine il ricco calendario di appuntamenti proposto dalla pastorale Migrantes della diocesi di Torino. Ieri presso la Sala conferenze dell’Ufficio Migrantes la presentazione del il libro “Passi di Pietra” e inaugurata la mostra “Lib(e)ri in Cammino” che propongono le straordinarie creature dell’artista siriano Nozar Ali Badir. Mercoledì 30 settembre alle 21 (ingresso alle 20.30) nel Giardino del distretto sociale Barolo (via Cottolengo 20.30) il cineforum sui temi dell’immigrazione con il film “Spaccapietre” di Gianluca e Massimiliano De Serio. (M.Lom)

La Chiesa del XX secolo attenta alla mobilità umana.

25 Settembre 2020 - La condizione dei “migranti” - cioè delle persone che, per tutta la vita o per una parte di essa, non hanno una dimora stabile - è ben presente nella Sacra Scrittura ed anzi ha rappresentato, se così si può dire, la “normalità” in diverse fasi della storia del popolo ebraico. Nell’Antico Testamento questa condizione può essere considerata come una condanna ma anche avere il valore di una missione o di un incarico. Nel Nuovo Testamento la vita pubblica del Signore e l’invio dei discepoli per l’Annuncio ci vengono descritti come la scelta di una condizione mobile. Tuttavia, è solo in tempi recenti che la Chiesa ha iniziato ad avere un’attenzione pastorale specifica per le persone che si trovano in questa particolare condizione. Per secoli l’atteggiamento nei loro confronti è consistito da un lato in una generica attività caritativa – e in una certa misura anche pastorale – verso chi non aveva un domicilio fisso a causa di circostanze sfortunate e indipendenti dalla sua volontà, e dall’altro lato in una diffidenza profonda e radicata verso chi era sospettato di aver scelto volontariamente uno stile di vita ritenuto pericoloso dal punto di vista morale. Una vera e propria cura pastorale specifica e meditata nei confronti di famiglie e persone “in movimento” si è sviluppata solo dopo gli sconvolgimenti della seconda metà dell’800, quando l’Europa cristiana subì un’emorragia di milioni di lavoratori diretti verso le Americhe in cerca di fortuna, e più ancora dopo quelli della prima metà del ‘900, quando due conflitti bellici con dimensioni e caratteristiche del tutto nuove crearono masse di profughi e sfollati mai viste prima. Il primo documento magisteriale sulla cura pastorale degli emigranti – ma oggi useremmo probabilmente il termine “migranti” – risale solo al 1952: si tratta della Costituzione apostolica Exsul familia, emanata il 1° agosto di quell’anno da papa Pio XII. Il titolo del documento fa riferimento alla fuga della Sacra famiglia in Egitto, che è diventata l’emblema della Fondazione Migrantes, ma è anche un invito a non considerare le persone mobili come soggetti isolati, che hanno perso tutti i loro legami, come purtroppo accadeva spesso ai profughi ed anche agli emigranti. La Chiesa ha sempre voluto sottolineare come la sollecitudine verso queste persone debba essere estesa ai loro legami familiari, visti anch’essi come un bene prezioso da tutelare, sia nel caso di famiglie che si muovono assieme, sia in quello dove la mobilità forzata o volontaria di alcuni componenti ne causa la separazione fisica dal resto del nucleo. Questo è stato anche un impegno primario per luminose figure di pastori come il beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, che hanno dovuto affrontare il problema delle grandi migrazioni transoceaniche partite dall’Italia nei decenni successivi all’Unità. Si tratta di eventi che hanno toccato in particolare le nostre terre del Nord-Est italiano (Veneto, Friuli e Trentino), causando gravi sofferenze a tante persone. L’emigrazione, la condizione mobile e lo “spaesamento” da essa causato fanno quindi parte della nostra storia. Anche per questo motivo oggi non possiamo distogliere la nostra attenzione dai nuovi “emigranti” o “migranti” che hanno raggiunto la nostra terra, divenuta meta di flussi di immigrazione. Questo è un dovere ancora maggiore nei mesi che stiamo vivendo, segnati da un’altra forma di “spaesamento”, dovuta al radicale cambiamento di abitudini e stili di vita in seguito all’epidemia causata dal Covid-19. Tante persone attorno a noi, provenienti da paesi diversi e lontani, ci domandano di essere considerati nostri fratelli nella comune condizione umana e, se condividono la nostra fede, nostri fratelli in Gesù Cristo. Giornate come quella di domenica 27 settembre ci devono servire per imparare a conoscerli meglio e per riflettere su come corrispondere a questa loro legittima richiesta. Don Mirko Dalla Torre (Collaboratore dell’Ufficio diocesano Migrantes Vittorio Veneto)    

GMMR: Migrantes e Tv2000 presentano il docuWeb ‘Sfollati’

25 Settembre 2020 -

 

Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020 la Fondazione Migrantes e Tv2000 in collaborazione con Caritas Italiana e Centro Astalli presentano il docuWeb 'Sfollati', con le testimonianze di alcuni protagonisti del messaggio di Papa Francesco per la Giornata dedicata a migranti e rifugiati: dai terremotati del Lazio e delle Marche agli sfollati del Congo e del Kurdistan iracheno.

“Spero che la voce di queste persone – dice don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes - possa arrivare a tutti, smuovere le intelligenze e i cuori e aiutarci a comprendere che solo insieme si possono superare i drammi della vita e costruire un futuro di pace”.

“Il grido di aiuto di migranti e rifugiati – aggiunge il Direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante – non può e non deve lasciarci indifferenti o insensibili. Quegli sguardi scuotono le nostre coscienze. E il nostro lavoro di comunicatori, su questi temi, assume ancora di più un valore fortemente umanitario”.

Il video è scaricabile qui https://youtu.be/b71RpGqvMc8

GMMR: una mostra fotografica sulla facciata della Curia a Trento

25 Settembre 2020 -

Trento - Si celebrerà domenica 27 settembre la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. La Diocesi di Trento propone per l’occasione una mostra fotografica che troverà spazio a partire da oggi sulla facciata del palazzo della Curia: vi saranno esposti sedici ritratti di migranti, alternati a stralci del messaggio di Papa Francesco per la giornata (vedi qui). I pannelli rimarranno esposti fino al 3 ottobre. Così la diocesi di Trento − si legge in un comunicato diffuso oggi − celebrerà la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, “nell’impossibilità di organizzare un evento come poteva essere la tradizionale Festa dei Popoli”. La Giornata – scrive la diocesi – è “un’occasione per richiamare l’attenzione sulle diverse categorie di persone vulnerabili in movimento e sulle molteplici sfide connesse al tema delle migrazioni”. All'incontro di questa mattina davanti al palazzo della Curia i pannelli fotografici saranno illustrati agli operatori dei media. Interverranno don Cristiano Bettega, delegato dell’Area Testimonianza e impegno sociale della diocesi, e Roberto Calzà, referente diocesano Migrantes.

GMMR: il messaggio dei vescovi del Regno Unito

25 Settembre 2020 -

Londra -  “I rifugiati come risorsa che migliorano la nostra vita e che ci rendono persone più ricche e più vicine a Dio”. Queste le parole usate da quattro cattolici impegnati in prima linea ad aiutare chi arriva da terre lontane e si deve integrare, in un messaggio diffuso dai vescovi di Inghilterra e Galles in occasione della Giornata Mondiale dei Migranti e Rifugiati che ricorre domenica prossima. Parlano via Zoom con il vescovo Paul McAleenan l’arcivescovo iracheno Nathanael Nizar Semaan, della diocesi di Hadiab Erbil, nel nord dell’Iraq; Sarah Teather, direttrice del Servizio per i rifugiati dei Gesuiti nel Regno Unito; il richiedente asilo Ben dell’organizzazione “I rifugiati chiedono un cambiamento”; il frate Johannes Maertens che ha lavorato per anni nel “Campo Giungla” di Calais nel nord della Francia. Oggetto della conversazione il messaggio diffuso da Papa Francesco. “Mi ha colpito come il Santo Padre abbia descritto i migranti come risorsa”, spiega la responsabile del Servizio per i rifugiati dei Gesuiti, “e come li consideri persone che ci arricchiscono. Questa è certo l’esperienza della nostra comunità”. Le fa eco frate Johannes che racconta come si senta profondamente grato per quelle ore trascorse al servizio di chi viene mantenuto ai margini e che rappresenta, invece, un tesoro per la nostra società.

GMMR: messa dei popoli a Carpi

24 Settembre 2020 - Carpi - "Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni". E' questo il titolo del messaggio che Papa Francesco ha pensato per la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Da quest' anno la Giornata liturgicamente sarà celebrata l'ultima domenica di settembre, che quest' anno cade dunque il 27, e sarà vissuta nella nostra Diocesi con la Messa dei Popoli, celebrata nella parrocchia di San Bernardino Realino alle ore 17.30, presieduta dal vescovo Erio Castellucci. Seguendo l'invito di don Erio ad una collaborazione stretta tra gli Uffici delle Diocesi di Carpi e quelli di Modena, tale celebrazione sarà unica per le due Diocesi, con la previsione di anno in anno di un alternarsi delle sedi della celebrazione, partendo per l'appunto nel 2020 da Carpi, con un impegno organizzativo e pastorale congiunto, come già da anni in particolare gli Uffici Migrantes hanno di fatto portato avanti. Il tutto è stato resto più complesso dalle difficoltà dovute al Covid-19, e l'eco di quanto accade nel mondo a causa del Coronavirus non poteva non risuonare anche nel messaggio di Papa Francesco per la Giornata, come sempre ricco di riflessioni e forti spunti pastorali. Il Papa dedica questo messaggio agli sfollati interni. Situazioni che possiamo far risalire per noi alla nostra memoria nei tristissimi tempi della Seconda Guerra Mondiale e che sono purtroppo comuni e attualissime in tanti, troppi luoghi del nostro martoriato mondo. I dati, infatti, ci parlano di circa cinquanta milioni di sfollati nel mondo. Gli sfollati interni (in inglese Internally Displaced People, o IDP), come definiti dall'UNHCR "sono persone o gruppi di individui che sono stati costretti a lasciare le loro case o luoghi di residenza abituale, in particolare a causa di situazioni di violenza generalizzata, violazioni dei diritti umani o naturali, o per conflitti armati, che non hanno attraversato un confine internazionale. La Chiesa intende farsi prossima di queste persone vulnerabili che sono tra le più dimenticate e trascurate dei nostri tempi. Per questo, il Papa riprende quanto indicava nel messaggio del 2018, dove invitava i fedeli a compiere in questo ambito azioni concrete seguendo quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Nel messaggio di quest' anno, di cui riportiamo alcune sue frasi per offrirne una sintesi, il Papa ci suggerisce sei coppie di verbi, legate tra loro in una relazione di causa- effetto, declinandole in modo chiaro e concreto per orientare l'azione pastorale nell'affrontare questa sfida comune: - conoscere per comprendere: quando parliamo di questi temi, a non fermarci ai numeri, in quanto si tratta di persone. "Se le incontriamo arriveremo a conoscerle. E conoscendo le loro storie riusciremo a comprendere". - farsi prossimo per servire: "Avvicinarsi al prossimo spesso significa essere disposti a correre dei rischi, come ci hanno insegnato tanti dottori e infermieri negli ultimi mesi. Questo stare vicini per servire va oltre il puro senso del dovere; l'esempio più grande ce lo ha lasciato Gesù quando ha lavato i piedi dei suoi discepoli" - ascoltare per riconciliarsi: "è solo attraverso un ascolto umile e attento che possiamo arrivare a riconciliarci davvero. Durante il 2020, per settimane il silenzio ha regnato nelle nostre strade. Un silenzio drammatico e inquietante, che però ci ha offerto l'ocdere casione di ascoltare il grido di chi è più vulnerabile, degli sfollati e del nostro pianeta gravemente malato. E, ascoltando, abbiamo l'opportunità di riconciliarci con il prossimo, con tanti scartati, con noi stessi e con Dio" - condividere per crescere: "Dio non ha voluto che le risorse del nostro pianeta fossero a beneficio solo di alcuni. No, questo non l'ha voluto il Signore! Dobbiamo imparare a condivi- per crescere insieme, senza lasciare fuori nessuno. La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca". - coinvolgere per promuovere: "A volte, lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze. Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto. La pandemia ci ha ricordato quanto sia essenziale la corresponsabilità". - collaborare per costruire: "Per preservare la casa comune e farla somigliare sempre più al progetto originale di Dio, dobbiamo impegnarci a garantire la cooperazione internazionale, la solidarietà globale e l'impegno locale, senza lasciare fuori nessuno". Con questo spirito e volendo fare tesoro prezioso di queste indicazioni le Migrantes di Carpi e Modena invitano i fedeli a partecipare alla Messa dei Popoli, per proseguire insieme con rinnovato impegno il percorso pastorale.(Migrantes Diocesana Carpi).  

Migrantes: domenica 27 settembre la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato

24 Settembre 2020 - Roma - Domenica 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il tema scelto da Papa Francesco per questa 106° edizione è: “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Ad ospitare le celebrazioni principali sono le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, terre di forte emigrazione tra Ottocento e Novecento, e di immigrazione, prima interna (proveniente dal Sud Italia, durante il boom economico degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo scorso) e poi dai Paesi del Sud del mondo. La Santa Messa, presieduta dall’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, Presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta, sarà trasmessa in diretta su RaiUno dalla Cattedrale di Torino alle ore 11. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato coinvolge strutture e associazioni in tutto il mondo. In Italia sono numerose le diocesi che, attraverso gli uffici Migrantes, promuovono iniziative sul territorio. Alla Giornata, istituita in Italia da San Pio X dietro sollecitazione dei vescovi Scalabrini e Bonomelli, è dedicato il volume di Simone Varisco “Il giorno di chi è in cammino”, voluto dalla Fondazione Migrantes ed edito da Tau. Il libro (in cui per la prima volta si ricostruiscono i rapporti e gli scambi, anche epistolari, fra i Pontefici, gli organismi della Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana e le Chiese locali) evidenzia come il fenomeno della mobilità umana sia stato costantemente al centro della sollecitudine pastorale della Chiesa: “un impegno costante – scrive nella presentazione il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei – per l’integrazione dei migranti e per la promozione della pace”. In occasione della Giornata, la Fondazione Migrantes e l’emittente TV2000, in collaborazione con Caritas Italiana e il Centro Astalli, presentano un docuweb dal titolo “Sfollati”, che in 16 minuti raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti del messaggio di Papa Francesco: dai terremotati del Lazio e della Marche agli sfollati del Congo e del Kurdistan iracheno.

GMMR: la riflessione della Migrantes di Vicenza

24 Settembre 2020 - Vicenza - Il fenomeno della mobilità umana continua, anche a seguito dei continui e recenti sbarchi di profughi, a essere percepito come una emergenza di cui pare non vedersi la fine. Il dibattito politico ha influenzato e non poco questa percezione alimentando inoltre una reazione negativa che buona parte dell'opinione pubblica ha assunto di fronte alla presenza di immigrati sul nostro territorio nazionale. Le migrazioni partono da contesti segnati da conflitti, mancanza o negazione dei diritti umani, da situazioni di disagio economico per cui la mobilità umana va analizzata e vista oltre le situazioni di emergenza. Uno degli aspetti poco presente all'attenzione pubblica e al dibattito politico è la presenza dei figli di immigrati, un indice che conferma una relativa stabilità dei migranti in Italia. I numeri non sono irrilevanti: 1 milione 316 mila sono i minori di seconda generazione pari al 13% della popolazione da 0 a 17 anni. Di questi 777.940 sono nati in Italia. La loro capacità di integrazione e di adattamento al contesto socio-culturale è indubbiamente maggiore rispetto ai loro genitori diventando in tal senso promotori di integrazione ma, al tempo stesso, si ritrovano chiusi tra il contesto familiare e quello sociale subendo pressioni da entrambe le parti con evidente disagio per una loro armonica integrazione. Non ultimo pesano su di loro le difficoltà socio-economiche della famiglia quali il difficile mercato del lavoro, il dissolversi della rete sociale, la precarietà abitativa o addirittura il fallimento del progetto migratorio dei genitori. Tali frustrazioni vengono proiettate sui figli i quali possono assumere comportamenti di rifiuto della società ospitante o di reazione negativa nei confronti della cultura familiare stessa. Posti di fronte a situazioni e processi che non hanno scelto e di cui non hanno il controllo, il disagio, lo scoraggiamento e l'insicurezza incidono non poco nel loro processo di crescita con rilevanti ripercussioni anche nell'ambito scolastico. L'abbandono scolastico e le ripetenze pari al 27,3% rispetto al 14,3% degli alunni italiani ne sono la prova. Le nuove generazioni non si avvertono appartenenti esclusivamente alla cultura del loro gruppo familiare come pure non si sentono parte integrante della cultura in cui crescono e vivono e nondimeno appartengono ad entrambi. Si trovano tuttavia nella condizione di poter apprezzare la ricchezza e al tempo stesso far emergere i limiti di entrambi i contesti culturali in cui vivono. La ricerca di una loro identità e di relazioni sociali costruttive evidenzia l'importanza di modelli di riferimento dove anche i valori del gruppo etnico di appartenenza possano trovare accoglienza. L'azione pastorale della Chiesa non può sottrarsi al compito di una sana crescita umana e di fede che i figli di migranti richiedono. Si impone pertanto un accompagnamento umano e spirituale mediante un contesto sociale e pastorale dove le differenze non diventano né uno strumento di rivendicazione né di esclusione ma un ambiente dove l'essere riconosciuti nella propria identità è la condizione per mettersi in relazione con l'altro e costruire una società culturalmente diversificata e integrata. Non possiamo negare il rischio che anche le nostre comunità cristiane rimangano su posizioni conflittuali anche nei confronti dei figli di migranti ma non possiamo al tempo stesso dimenticare che queste sono chiamate in virtù della loro stessa vocazione ad offrire modelli di incontro e di comunione. (p. Domenico Colossi - Delegato vescovile Ufficio Migrantes).  

GMMR: le iniziative della Migrantes di Cagliari

24 Settembre 2020 - Cagliari - Nei giorni 26 e 27 settembre 2020, in occasione della 106esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato promossa dalla Chiesa cattolica, l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Cagliari, in collaborazione con la Caritas diocesana di Cagliari, con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna, con l’UCSI Sardegna e con l’Ordine degli avvocati di Cagliari, organizza l’iniziativa Mediterraneo, mare di meticciato e frontiera di pace. L’obiettivo dell’evento, "è quello di promuovere, alla luce del messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata, una riflessione sul fenomeno migratorio - spiega padre Stefano Messina, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes - con particolare attenzione alla dimensione mediterranea e alle prospettive emerse dall’incontro dei vescovi del Mediterraneo svoltosi a Bari lo scorso febbraio, sul tema, appunto Mediterraneo, frontiera di pace. Si tratta di un evento organizzato in sinergia dai due uffici diocesani in prima linea nel garantire l’accoglienza e l’integrazione dei migranti che arrivano nel nostro territorio". "L’iniziativa - aggiunge il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai - si colloca nell’impegno a costruire una società inclusiva, aiutando anche i nostri contesti locali a percepire la mobilità umana non come un’emergenza, ma come un fenomeno antropologico che ci appartiene e come un diritto universale, andando a recuperare quella dimensione di umanità, fratellanza e indignazione di fronte alle tragedie vissute da chi è costretto a lasciare il proprio paese. La Giornata vedrà, inoltre, un’attenzione specifica alla mediterraneità intesa come scoperta di origini, cultura e tradizioni comuni, in una prospettiva di dialogo e di pace". L’iniziativa si aprirà sabato 26 settembre alle 17.30 presso il Lazzaretto Sant’Elia, a Cagliari, con i saluti dell’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi, a cui sarà affidata anche l’introduzione, e delle autorità civili. Seguiranno le relazioni di Oliviero Forti (responsabile dell’Ufficio immigrazione di Caritas Italiana) sul tema Immigrazione e Mediterraneo. Oltre la crisi e di mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto sul tema “Mediterraneo, frontiera di pace”. Messaggio e prospettive dell’incontro di Bari (19-23 febbraio 2020). Coordinerà i lavori Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Saranno presenti anche il direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes padre Stefano Messina e il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai. Domenica 27 settembre alle 11.30 nella Basilica di N.S. di Bonaria, si svolgerà la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Cacucci, con la partecipazione delle comunità etniche, associazioni di volontariato, operatori Caritas e insegnanti di religione.

GMMR: la Migrantes di Massa Carrara scrive alle parrocchie

24 Settembre 2020 - Massa Carrara - In occasione della 106esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si terrà il prossimo 27 settembre la Migrantes di Massa Carrara-Pontremoli ha inviato a tutti i parroci della diocesi una lettera da leggere durante la celebrazione liturgica. La lettera è stata scritta in collaborazione con l’ufficio Missionario diocesao e la e Caritas. Nel messaggio per queta giornata - si legge -  Papa Francesco "ci esorta ancora una volta a prestare attenzione a coloro che, per varie ragioni, sono costretti ad abbandonare la terra natia, per trovare rifugio in luoghi lontani e sconosciuti, in cui rischiano di non essere accettati, protetti, integrati". Il Pontefice ha dato particolare risalto alla situazione degli “sfollati interni” che, nonostante nel mondo abbiano superato quota 50 milioni, vivono “un dramma spesso invisibile, che la crisi mondiale causata dalla pandemia COVID-19 ha esasperato. Questa crisi, infatti, per la sua veemenza, gravità ed estensione geografica, ha ridimensionato tante altre emergenze umanitarie che affliggono milioni di persone, relegando iniziative e aiuti internazionali, essenziali e urgenti per salvare vite umane, in fondo alle agende politiche nazionali”. Alla luce dei tragici eventi che hanno segnato il 2020, Papa Francesco ha esteso il Messaggio anche a tutti coloro che tuttora vivono esperienze di precarietà, di abbandono, di emarginazione e di rifiuto a causa del COVID-19. "Per vivere dal vivo l’esperienza dell’accoglienza in tutte le sue sfaccettature", l’ufficio Migrantes diocesano, in collaborazione con l’ufficio Missionario e Caritas diocesani,  invita le comunità parrocchiali di Massa Carrara - Pontremoli ad "aprire le porte, durante il periodo natalizio o in altre occasioni, a chi, probabilmente, trascorrerebbe la festività in solitudine, lontano dai propri affetti, dal proprio Paese.  In tal modo si potrà instaurare - scrive la direttrice dell'ufficio Migrantes, Ivonne Tonarelli -  quella condivisione auspicata da Papa Francesco, che favorirà l’accoglienza, la protezione, la promozione umana, l’integrazione del diverso, dell’emarginato, del dimenticato!"