Tag: Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
GMMR, Mons. Maffeis: “la Parola del Signore ci aiuta nella ricerca della vera patria”
GMMR, Migrantes Crema: ieri messa internazionale presieduta da mons. Gianotti
GMMR, mons. Erbì: i migranti “non sono i destinatari della nostra carità ma hanno un contributo importante da dare alla nostra società e alla Chiesa”
GMMR, Migrantes Frosinone-Veroli-Ferentino: sussidio per la riflessione e la preghiera
Papa Francesco: impegniamoci a mettere al centro i rifugiati
GMMR, mons. Perego, da Matera e dalla tavola eucaristica un messaggio forte per costruire il futuro con i migranti.
GMMR, Migrantes Acireale: celebrazione a Randazzo
GMMR, Papa Francesco: i migranti vanno accolti e integrati
GMMR, Migrantes La Spezia-Sarzana-Brugnato: oggi celebrazione con il vescovo mons. Palletti
La Spezia - «Costruire il futuro con i migranti e con i rifugiati»: è questo il tema dell’odierna giornata mondiale dedicata alle persone migranti ed ai rifugiati, che la Chiesa celebra in ogni parte del mondo. L’intera umanità, del resto, è ormai direttamente interessata a fenomeni anche profondi di migrazioni e di spostamenti di popoli, per le ragioni più diverse. Anche l’Italia lo è, e la provincia della Spezia, in particolare nella sua città capoluogo, è divenuta ormai da anni luogo di accoglienza e di integrazione. Per questo motivo saranno numerose le comunità di origine non italiana che si ritroveranno, oggi pomeriggio alle 17, per la celebrazione diocesana della giornata, fissata quest’anno nella chiesa parrocchiale salesiana di Nostra Signora della Neve, in viale Garibaldi.
L’iniziativa è promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi affidato alla guida di padre Gianluigi Ameglio, superiore del convento francescano di Gaggiola e parroco della parrocchia del porto mercantile, e dalla Caritas, con il suo responsabile don Luca Palei. Alla celebrazione, presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti, parteciperanno come concelebranti anche altri sacerdoti, a cominciare da quelli della comunità salesiana, e saranno presenti anche diaconi permanenti. Tra i sacerdoti concelebranti ancora una volta sarà alla Spezia padre Volodymir Lyupak, cappellano della comunità ucraina da tempo presente in città ed ora accresciuta di numero in seguito all’arrivo di vari profughi da un Paese tuttora martoriato dalla guerra. Tra le altre comunità presenti, che animeranno la Messa con canti e preghiere delle loro tradizioni, ci saranno quelle dei dominicani, degli albanesi, dei senegalesi e di altri paesi africani, oltre a migranti che interverranno a titolo personale. (fonte Avvenire)
GMMR, Lamorgese: occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati”
GMMR: una rete di inclusione nelle diocesi italiane attraverso gli uffici Migrantes
Mons. Ambarus: il processo di integrazione richiede il “con”
GMMR, Migrantes Savona-Noli: domani messa nelle lingue straniere
GMMR, Migrantes Crema: costruiamo il futuro insieme
A livello diocesano abbiamo raccolto l’esortazione del Papa mettendo in programma due iniziative: La prima è una CELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal vescovo mons. Daniele Gianotti – domenica 25 alle 18.30 in Cattedrale – a cui sono invitate le comunità etniche. Sarà una Messa “internazionale” in cui letture, canti, intenzioni… verranno pronunciate in più lingue. Un’attenzione particolare, anche nella preghiera, sarà per i fedeli Ucraini e per il difficile momento che sta vivendo il loro Paese. La seconda sarà un CONVEGNO organizzato dagli Uffici Migrantes della Lombardia che si svolgerà il 15 ottobre presso l'Auditorium Manenti (chiesa di San Bernardino dentro le mura) dal titolo DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE: CONFERME O RIVOLUZIONI? La sfida aperta delle cosiddette "seconde generazioni". |
GMMR, Migrantes Ravenna-Cervia: domenica messa con il vescovo
GMMR, Migrantes Vicenza: costruire il futuro “con” i migranti e i rifugiati
Vicenza - La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato viene celebrata questo fine settimana in tutta la Chiesa. Papa Francesco nel messaggio per la giornata ha dato un titolo: costruire il futuro con i migranti: una preposizione che dà il senso e la motivazione.
La condizione dei migranti, i rifugiati, i richiedenti asilo continua ad attirare l’attenzione. La cronaca parla di una diminuzione del numero di attraversamenti ma anche, il bilancio delle vittime in forte aumento. L’anno scorso sono stati registrati circa 3.231 morti o dispersi in mare nel Mediterraneo e nell’Atlantico nord-occidentale. Nel 2020 il numero registrato corrispondeva a 1.881, 1.510 nel 2019 e oltre 2.277 nel 2018. Questo numero potrebbe essere ancora più elevato con morti e dispersi lungo le rotte terrestri attraverso il deserto del Sahara e zone di confine remote.
Le agenzie, le organizzazioni umanitarie che si occupano delle vittime esprimono la preoccupazione e l’urgenza di interventi mirati, soprattutto il soccorso e l’aiuto. Denunciano infatti anche l’aumento degli abusi diffusi nei Paesi di origine e di transito. Coloro che sopravvivono e tentano la traversata vengono abbandonati dai trafficanti, altri vengono intercettati e riportati nel Paese di partenza, dove vengono successivamente detenuti. Ogni anno, migliaia di persone muoiono o scompaiono in mare senza lasciare traccia.
L’Unhcr ha costantemente richiamato l’attenzione sulle terribili esperienze e sui pericoli affrontati dai rifugiati e dai migranti che intraprendono le rotte per giungere a un altro Paese. Molti di loro sono individui in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. La rappresentazione grafica dei dati si concentra in particolare sulla rotta che va dall’Est e dal Corno d’Africa al Mediterraneo centrale.
I migranti delle caravanas de migrantes centroamericanos, delle rotte dei Balcani o dei deserti africani si devono affidare ai trafficanti (“di carne umana”, come affermava Scalabrini), esponendosi a un rischio molto alto di abusi e di sfruttamento, consegne alle forze dell’ordine e rimpatri forzati.
Papa Francesco insiste: «il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace». Mario Draghi a Firenze nel febbraio scorso, ricordava che «la stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nelle città perché è lì il contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza ». Anche la nostra realtà di Chiesa locale può costruire un mondo con i migranti coniugando il locale con il globale, superando una egemonia mono-culturale per arrivare alla condivisione di una fede multiculturale e interculturale. Ogni realtà può contribuire, in questo senso, affinchè i migranti possano ‘custodire le proprie radici senza restarne prigionieri’, ad ‘aprirsi al nuovo e accoglierne tutte le ricchezze’.
I migranti, infine, possono, se noi glielo ‘permettiamo’, essere “soggetti” attivi nelle nostre comunità ogni qualvolta sono chiamati ad essere parte specifica e attiva dei progetti nei vari ambiti portando una nota inter-culturale, non “per loro” ma, finalmente, ‘con loro’. (Sergio Durigon - Direttore Migrantes Vicenza)
GMMR, Migrantes Verona: un futuro da costruire insieme
GMMR, Migrantes Brescia: inaugurata ieri la mostra “Corpi Migranti” e le iniziative di domenica
La mostra sarà aperta da oggi al 15 ottobre. L’accesso è libero e gratuito dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. I gruppi e le classi scolastiche possono prenotare la visita
guidata, scrivendo a migranti@diocesi.brescia.it . Il Reportage fotografico di lunga durata, “Corpi migranti” documenta un lato del fenomeno migratorio poco raccontato, permettendo di guardare al fenomeno da una prospettiva inusuale. Un lavoro nato da queste parole che un giovane camerunese in transito a Bamako disse a Max Hirzel,
l’autore: “Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, e mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e sorelle sapessero che la loro bimba è là”.
Era il 2015 quando l’autore cominciò a documentare la gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere l’Italia. “Il mio lavoro – racconta Hirzel – è testimoniare, documentare la realtà. Ma come contribuire a una narrazione collettiva di senso? Me lo chiedo costantemente, soprattutto su un soggetto così politicizzato. Così è nato questo lavoro, cercando quella zona d'ombra che sta oltre il racconto mediatico abituale a cui siamo un po' assuefatti. Ho pensato potesse essere dopo l'annuncio dell'ennesimo naufragio, per questo ho iniziato dai cimiteri, volevo sapere dove fossero sepolti questi corpi, e come. Poi ho solo seguito le tracce”.
La solitudine di un corpo, il lavoro di identificazione, la relazione con le famiglie di origine, un lutto collettivo spesso impossibile; il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. “Incontrando una sepoltura dopo l’altra, è stata un’esigenza naturale e professionale – continua –
cercare di sapere tutto il possibile di quelle salme, senza nome anche solo i dati autoptici riportano dai numeri alla dimensione individuale, quindi il tema dell'identità e del lavoro di identificazione si è imposto come centrale. Ho intuito che tutto questo contesto, il destino dei corpi e ciò che vi ruota attorno, fosse in qualche modo emblematico di tutto il fenomeno, rappresentava perfettamente la realtà che definisco anomalia”.
Per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a livello diocesano sono state curate tre celebrazioni eucaristice: domenica 25 settembre alle 10 con la presenza della comunità filippina e latinoamericana nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita; alle 10.30 nella parrocchia di Sant’Alessandro la S. Messa è presieduta dal Vicario Generale, mons. Gaetano Fontana ed è animata dalle comunità srylankese, ucraina e africana di lingua francese; alle 11 nella parrocchia della Stocchetta con le comunità africane di lingua inglese e con la comunità polacca.