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Vescovi e sindaci insieme a Firenze: missione fraternità

6 Luglio 2021 - Firenze - Un evento «che il Signore ci ispira per i nostri tempi». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha definito ieri mattina il secondo incontro dei vescovi del Mediterraneo che seguirà l’appuntamento di Bari del 2020 e che si terrà fra febbraio e marzo del 2022 a Firenze. «La Provvidenza – ha aggiunto – ha un suo disegno specifico su questa area e noi siamo chiamati a farcene interpreti». Il saluto del porporato ha aperto i lavori del comitato scientifico che si è riunito a Roma e assemblerà il nuovo G20 ecclesiale che radunerà i pastori di venti Paesi nella città del sindaco “santo” Giorgio La Pira che ha ispirato l’iniziativa con la sua profezia di pace fra le nazioni. Di fatto si è già messa in moto la macchina organizzativa della Cei che preparerà il forum. Al centro dell’evento fiorentino ci sarà la questione della cittadinanza. È quanto stabilito nell’incontro online che a metà giugno ha riunito alcuni vescovi del bacino, in rappresentanza delle macro-aree del Mediterraneo, ossia di Europa, Balcani, Medio Oriente e Nord Africa. La scelta del tema non è casuale. Infatti il summit “religioso” del 2022 sarà affiancato da un incontro dei sindaci di cento città del Mediterraneo organizzato da Palazzo Vecchio. A invitarli il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Saranno due appuntamenti in contemporanea ma paralleli e distinti che si concluderanno con un momento comune e, forse, con un documento condiviso sulle emergenze e le sfide dell’area intorno alle quali la comunità ecclesiale e quella civile possono convergere. «Cittadinanza implica osservare la reciproca interazione fra la città, con le autorità e le componenti di essa, e le Chiese», ha sottolineato il vicepresidente della Cei, Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e coordinatore organizzativo. A fare da comune denominatore la fraternità, cara al magistero di papa Francesco. In particolare, la fraternità sarà declinata guardando ai credenti di altre fedi (sulla scia del Documento di Abu Dhabi), al versante sociale (in particolare alle povertà e al fenomeno migratorio) e alla cura dell’ambiente. In agenda anche l’intenzione di rilanciare alcune intuizioni scaturite a Bari: dai gemellaggi fra le Chiese del Mediterraneo (che coinvolgano non solo sacerdoti ma anche laici e famiglie da inviare in alcune zone) alla volontà di promuovere momenti di preghiera per la pace nell’intero bacino. (G.Gamb.- Avvenire)