19 Ottobre 2021 - Roma - A 31 anni dalla morte del grande poeta toscano viene pubblicata integralmente quella che ormai diventa, a tutti gli effetti, l’ultima intervista rilasciata da Giorgio Caproni. Nel volume “Boccadasse” - scritto dal giornalista e producer europeo Paolo Alberto Valenti (Edizioni Cofine, Roma) - che viene presentato il pomeriggio del 28 ottobre alla Fondazione Murialdi di Roma dallo storico Luciano Zani e dal Segretario Generale della Fondazione Giancarlo Tartaglia, non si rintracciano solo le storie di 4 generazioni di emigranti italiani verso il Nordafrica, le Americhe e la Francia ma si ripercorre il profilo tragico della storia nazionale italiana che la grande poesia ligure e in parallelo i cantautori genovesi hanno declinato in arte.
Nonostante la sua copertina che riproduce una cartolina postale dell’anno 1900 della Compagnia di Navigazione Italiana Florio e Rubattino (spedita da un emigrante di 12 anni partito da solo per Montevideo), “Boccadasse” non è un volume patinato che ripropone le carrellate fotografiche del pittoresco quartiere degli innamorati a Genova, piuttosto entra nelle viscere della città, entra a Staglieno, entra nelle parole di Gino Paoli, di Camillo Sbarbaro, di Fabrizio De André, di Dino Campana, di Eugenio Montale, di Francesco Biamonti rivelando la morte e la resurrezione di quelle stagioni che si sono fuse in seno a una sola matrice letteraria e musicale. Il denominatore comune di un racconto autobiografico che diventa storia collettiva parte da quei paradisi lirici, dolenti e sublimi, che il poeta dell’esistenzialismo parigino André Frénaud (“Il silenzio di Genova”) e lo stesso Giorgio Caproni (“Stanze della funicolare”) hanno consegnato alla poesia immortale, quella che Montale avrebbe condotto fino al Nobel.