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L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e oggi: Un convegno INPS e Fondazione Migrantes

5 Ottobre 2023 - Roma - “L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e oggi”. Sarà questo il titolo del convegno promosso dall’INPS  e dalla Fondazione Migrantes che si svolgerà martedì 10 ottobre, dalle 9,30, a Roma (Palazzo Wedekind, piazza Colonna 366). Sono previsti interventi sull’andamento dei trasferimenti all’estero e degli anziani che emigrano, sulle pensioni pagate all’estero, sul rientro in Italia da pensionati dei nostri emigranti oltre ad una tavola rotonda su “Quale futuro per le italiane e gli italiani che invecchiano? Tra pensione e mobilità”. Interverranno, nell'ordine, Delfina Licata della Fondazione Migrantes; Vito La Monica, Direttore centrale pensioni dell’INPS; Susanna Thomas, Direzione centrale Pensioni dell’INPS; Toni Ricciardi, storico delle migrazioni all’Università di Ginevra; Daniele Russo, Dirigente Direzione centrale Pensioni dell’INPS e Mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes al quale sono affidate le conclusioni prima della tavola rotonda. A quest'ultima interverranno, moderati da Fabio Insenga, vice direttore Adn Kronos, Micaela Gelera, Commissario Straordinario dell’INPS, Mons. Gian Carlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes e Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.  

Lontano da casa, essere a casa

5 Ottobre 2023 - Francoforte - Voglio parlarvi di un tema che tocca profondamente il cuore e l'anima di molti di noi: l'emigrazione in Germania. È una storia di persone che lasciano la propria terra d'origine in cerca di nuove opportunità e di una vita migliore. E mentre intraprendono questo viaggio, una presenza costante li accompagna ovunque vadano: la Chiesa e nel modo specifico della Germania le Missioni/Comunità cattoliche italiane. In Germania, una delle nazioni più influenti d'Europa, l'emigrazione dall'Italia è stata una costante per molti decenni. Le ragioni possono essere molteplici: lavoro, studio, o semplicemente una nuova avventura. Indipendentemente dalla motivazione, chi emigra spesso si trova a dover affrontare sfide immense, che vanno dalla lingua e dalla cultura diverse all'adattamento a una nuova realtà. Ma una delle cose più notevoli nell'esperienza di chi emigra in Germania è il ruolo importante che le Missioni cattoliche italiane hanno svolto nel fornire sostegno spirituale, sociale ed emotivo. Le Missioni e le Comunità cattoliche italiane hanno offerto e offrono tutt'oggi un rifugio per coloro che cercano un senso di appartenenza in un ambiente nuovo e sconosciuto. Il Convegno Nazionale (Palermo 03-06 ottobre) che la Delegazione delle Missioni Cattoliche italiane in Germania ha organizzato in collaborazione con la Fondazione Migrantes e la Cesi (Conferenza episcopale siciliana), rappresenta un'occasione importante per riflettere su come la Chiesa affronta le sfide dell'emigrazione e come continui a svolgere un ruolo cruciale nel supportare le comunità italiane all'estero. Questo convegno offre l'opportunità di condividere esperienze, apprendere dalle testimonianze di chi ha vissuto l'emigrazione e trovare modi innovativi per continuare a sostenere coloro che sono lontani da casa. Le Comunità non si limitano a fornire solo assistenza spirituale; sono un punto di riferimento per coloro che cercano aiuto materiale e sociale. Molte Missioni/Comunità organizzano iniziative di beneficenza, offrono corsi di lingua e aiutano nella ricerca di alloggio e lavoro. In questo modo, la missione cattolica diventa un faro di speranza per coloro che cercano un nuovo inizio in Germania. Inoltre, le missioni svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione interculturale e il dialogo religioso. Alle quattro giornate di Palermo, volte a far conoscere la realtà delle comunità cattoliche all'estero, in particolare in Germania, sono presenti 150 persone, e giornalisti della stampa cattolica seguiranno il convegno. Molti saranno i presuli presenti, così come un Vescovo, due referenti pastorali e il direttore nazionale della Conferenza Episcopale Tedesca. Indipendentemente da dove ci troviamo, La Chiesa è con noi, pronta a offrire conforto, guida e un senso di appartenenza. E questo è un messaggio di speranza che vale la pena condividere. (Licia Linardi - Corriere d'Italia, mensile delle Missioni cattoliche Italiane in Germania)

Mci Germania: la seconda giornata dei lavori del Convegno nazionale

5 Ottobre 2023 - Palermo - Per affrontare il tema della seconda giornata del convegno nazionale delle Missioni cattoliche Italiane in Germania – in corso fino a domani a Palermo - si sono posti a confronto e in dialogo le istituzioni della Chiesa italiana con quelli della Chiesa tedesca. Confronto e dialogo che si è sviluppato su tre livelli. Un primo livello è quello che ha posto uno di fianco all’altro due responsabili delle comunità di altra madre lingua di due diocesi tedesche: sono Hans-Paul Dehm, referente diocesano per le comunità di altra madrelingua a Fulda, e Sebastian Schwertfeger, vice-referente diocesano per le comunità di altra madrelingua dell’arcidiocesi di Berlino. “L’idea era quella di ascoltare le loro esperienze – spiega don Gregorio Milone, delegato nazionale delle Mci in Germania–, ma anche  cercare di prospettare il futuro delle nostre comunità”. Per il secondo livello la parola è passata a due vescovi, entrambi legati alle Commissioni per le migrazioni: mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente Migrantes e CEMI della Conferenza episcopale italiana, e mons. Peter Birkhofer, vescovo ausiliare di Friburgo, membro della Commissione Migrantes  della Conferenza episcopale tedesca. “Una sorta di mutuo soccorso tra due Chiese sorelle e su come la Chiesa italiana può essere di supporto e di aiuto alle missioni di lingua italiana in Germania, come ad esempio la sofferenza che esse vivono per la mancanza di personale”. Il confronto, nel pomeriggio, si è spostato sul terzo ed ultimo livello dando la parola ai due direttori: il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Paolo Felicolo, e il direttore nazionale della Germania della pastorale per gli stranieri, Lukas Schreiber. In serata la messa nella Cattedrale di Palermo, presieduta dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice, delegato Cesi per le Migrazioni, con l’animazione del coro “Arcobaleno di popoli”. A chiudere la seconda giornata, la cena a cura del ristorante “Moltivolti” nel quartiere Ballarò.  

Migrantes e Caritas: il 17 ottobre la presentazione del Rapporto Immigrazione

3 Ottobre 2023 - Roma - Sarà presentato il prossimo 17 ottobre 2023 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso NH Hotel – The Church Palace il XXXII Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, sul tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”. A fare da sfondo alla nuova edizione del Rapporto Immigrazione è la scelta di lasciare il proprio Paese di origine: le ragioni della partenza, le insidie del viaggio, le sfide dell’inclusione, le ricchezze di una società plasmata da molteplici apporti sociali, culturali, spirituali ed economici. L’evento si svolgerà esclusivamente in presenza.

Il Mediterraneo, teatro di vite spezzate e sogni infranti

22 Settembre 2023 - Marsiglia - Papa Francesco a Marsiglia ha rivolto lo sguardo al Mediterraneo e ha richiamato “la tragedia di chi non c’è l’ha fatta, di chi è morto in mare”. E ha ricordato alla nostra coscienza che “sono vite spezzate e sogni infranti”. Il mare ricorda in questo porto di Marsiglia che la morte chiede solo ‘silenzio’ ha detto. In fondo al mare ci sono le speranze di tanti migranti. Così commenta mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, presente a Marsiglia agli “Incontri del Mediterraneo”. L’intervento di papa Francesco è stato pronunciato davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare nel corso di un momento di raccoglimento con i leader religiosi e i 65 Vescovi presenti a Marsiglia e provenienti dalle sponde del Mediterraneo. Lo splendido mare è diventato ‘un cimitero ‘ ha detto ancora papa Francesco ricordando “che siamo di fronte a un bivio: o scegliamo la cultura della fraternità o la cultura dell’indifferenza. Soccorrere chi è in mare è un dovere di civiltà”, ha detto. Abramo – spiega mons. Perego riprendendo le parole di papa Francesco - con la sua ospitalità è a “fondamento di tutte le religioni del Mediterraneo. Il suo esempio deve diventare per le religioni motivo di collaborazione  di fronte ai drammi del Mediterraneo. Oggi occorre scegliere la via dell’incontro, a partire dalle religioni. Marsiglia è stata esempio di Dialogo interreligioso e deve continuare ad essere un esempio per l’Europa. Non facciamo naufragare la speranza”. Il presidente di Migrantes sottolinea che una parola di solidarietà il Papa “l’ha avuta per  coloro che soccorrono in mare e trovano alcuni ostacoli segno di ingenerosità e di fratellanza”. Un discorso, quello di papa Francesco – ha concluso mons. Perego “appassionato e al tempo stesso addolorato, fermo nel riaffermare la centralità della tutela dei migranti in fuga e che chiedono accoglienza”. Un discorso che accompagnerà l’azione pastorale e sociale della Chiesa a favore dei migranti.

Card. Montenegro a Lampedusa: “accogliamo sorridenti Gesù nei fratelli che vengono dall’altro continente”.

9 Luglio 2023 - Lampedusa - “Sono passati dieci anni dal primo viaggio apostolico di papa Francesco. Viaggio, secondo me, iniziato a Lampedusa ma non ancora concluso. Venne per piangere le vittime della migrazione, della cultura dello scarto e dell’indifferenza”. Lo ha detto questa mattina il card. Francesco Montenegro, nella celebrazione eucaristica, nella parrocchia di Lampedusa, a conclusione di tre giorni in ricordo del X° anniversario della visita nell’Isola, di papa Francesco. L’iniziativa – promossa dall’Apostolato del Mare della Cei, dalla Fondazione Migrantes e dalla diocesi di Agrigento – si inserisce nelle celebrazioni per la Domenica del Mare che si celebra oggi. Molto spesso, “voi di Lampedusa e Linosa – ha detto il porporato -  avete visto queste donne e uomini piangere e avete pianto con loro, e non solo il 3 ottobre di dieci anni fa; li avete soccorsi ravvisando in loro fame e sete di speranza e desiderio di vita migliori; avete persino aperto le vostre case perché avessero il ristoro di una doccia, il tepore di un tè… e la consolazione di un abbraccio. Avete condiviso il pesce pescato da voi stessi con loro, coi quali lo avete arrostito e mangiato. Avete pregato insieme, pur nel rispetto di altre fedi e altri riti. E, con i loro sguardi ricchi di speranza ma carichi di orrore, avete ascoltato le loro storie di persecuzioni, di stupri e vessazioni, di percosse violente e molestie di ogni genere… insieme alla struggente nostalgia di casa e degli affetti più cari”. Per il card. Montenegro la fraternità è “la festa della paternità di Dio. Invochiamo lo Spirito perché ciò avvenga. È vero che la fraternità la vogliamo e costruiamo noi, ma è vero che è dono dello Spirito. Senza lo Spirito che è Pace, Giustizia, Amore, Libertà, Verità, la fraternità rischia di essere semplice velleità.  Continuiamo perciò con Papa Francesco il viaggio della speranza, cominciato da qui; non stanchiamoci; il Crocifisso sopra l’altare che il Papa ci ha regalato ce lo ricordi; osiamo come Papa Francesco, non lasciamolo solo ma soprattutto accogliamo sorridenti Gesù nei fratelli che vengono dall’altro continente”. (Raffaele Iaria - www.migrantesonline.it)

Papa Francesco: “morte di innocenti è grido assordante”

  8 Luglio 2023 - Lampedusa – “In questi giorni in cui stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti. La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. E' la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l'altro". Dieci anni fa papa Francesco compiva il suo primo viaggio apostolico. In occasione di questo anniversario il Pomtefice ha inviato un messaggio dicendosi "vicino con l'affetto, la preghiera e l'incoraggiamento", all'arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano, che ne ha dato lettura alla “Porta d’Europa” in occasione dell’incontro promosso nell’Isola delle Pelagie promosso dall’Ufficio Nazionale per l’Apostolato del Mare della Cei, dalla Fondazione Migrantes e dala diocesi di Agrigento. "Sono trascorsi 10 anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balia del mare, è approdato sulle vostre coste”, si legge nel testo: “il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze. Dio ci chiede: 'Adamo dove sei? Dov'è tuo fratello?'. Vogliamo perseverare nell'errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l'armonia costitutiva tra lui e noi? Bisogna cambiare atteggiamento. Il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura. E' un fratello che, come me, è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione". In tale contesto per papa Francesco “tutti siamo chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione. È necessario quindi che la Chiesa, per essere realmente profetica, si adoperi con sollecitudine per porsi sulle rotte dei dimenticati, uscendo da sé stessa, lenendo con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo”. L’esortazione del Papa è quella di “non restare imprigionati nella paura o nelle logiche di parte”, ma essere “cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo codesta Isola, posta nel cuore del Mare Nostrum, affinché ritorni a splendere nella sua originaria bellezza”. (Raffaele Iaria - www.migrantesonline.it)

Card. Montenegro: “Sogniamo che si scelga la civiltà dell’amore e non il suo naufragio”

  8 Luglio 2023 - Lampedusa - “Immigrati morti in mare”. Dieci anni fa papa Francesco, “pellegrino a Lampedusa, iniziava così la sua omelia, tracciando poi una linea di distinzione tra le acque della morte e quelle della vita. Se dovesse tornare, purtroppo, ripeterebbe le stesse parole”. Lo ha detto, questa mattina, il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, davanti alla “Porta d'Europa” nel decimo anniversario della visita, la prima del suo pontificato, papa Francesco a Lampedusa l'8  luglio 2013. A Lampedusa, ieri, l’inizio di una tre giorni in occasione dell’anniversario del viaggio e della Domenica del Mare che l’ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare della Cei ha voluto celebrare nell’Isola delle Palagie. Un serie di eventi, promossi insieme alla Fondazione Migrantes e alla diocesi di Agrigento,  sul tema “Chi di noi ha pianto? Il mare luogo di vita”. Nel Libro dell’Esodo – ha detto il card. Montenegro - la libertà degli oppressi “non prevede la costruzione dei lager, o dei container adibiti a luoghi di inumana detenzione. Invece, nelle acque delle tante Lampeduse politiche, prima che fisiche, si assiste all'opera malefica di smarrimento, di cancellazione della memoria dei ‘nomi’ - sono solo migranti non esseri umani - trasformando la nostra in una civiltà senza memoria e una società senza dolore”. Così nelle Lampeduse che sono Cutro, Lesbo, Lampedusa…naufragano insieme il nome di Dio e i nomi delle sue figlie e dei suoi figli, delle sue bambine e dei suoi bambini…naufraga la civiltà”. La “Porta d'Europa” di Lampedusa, come il molo Favarolo, sono “testimoni silenti del processo che va contro la creazione di Dio. Sono testimoni di una guerra non meno fratricida della guerra in Ucraina e delle altre guerre che insanguinano il mondo solo che qui gli arsenali sono costituiti  non da armi dai corpi dei migranti. Corpi che la politica esibisce come numeri, se restano vivi; corpi di reato, che non meritano neppure di essere contati, se muoiono per annegamento nel Mediterraneo o  nell'Egeo e/o di stenti nella rotta balcanica, di sete nel deserto del Niger, di stupri e violenze nei lager della Libia”. Per il porporato, nella “triste vicenda delle migrazioni questo nostro porto da luogo di vita è diventato approdo di salme e/o di esseri ‘mezzi vivi’: avamposto della tumulazione per i primi, primo luogo di ‘trattenimento’ per i secondi, considerati subito stranieri irregolari”. Un porto, questo di Lampedusa, “testimone tanto del transito pietoso di numerosi morti,  quanto delle vite estratte dalla morsa della morte. Vite salvate, nutrite, curate… da sanitari, forze dell'ordine, volontari, cittadini e cittadine mossi, non importa se dalla fede o dal senso del dovere,  certamente da compassione e tenerezza che sottraggono i corpi dei migranti defunti al ludibrio e allo scempio custodendoli prima nella pietà e poi nei loculi dei cimiteri”. “Sogniamo” qui con tutti, perché “si scelga la civiltà dell’amore e non il suo naufragio”, ha concluso il porporato. Questa mattina, prima dell’arrivo alla “porta d’Europa”, il percorso commemorativo dal sagrato della chiesa parrocchiale di Lampedusa con interventi, durante il percorso, di Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa, di mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento e di don Bruno Bignami, direttore nazionale dell’Apostolato del mare della Cei. Alle 21.00 è prevista inoltre una tavola rotonda a cui prenderanno parte mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, don Stefano Nastasi, già parroco di Lampedusa, Enzo Riso, pescatore, e i rifugiati Fardusa Osman Ahmed e Moussa Modibo Camara del Centro Astalli. Domani una celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale presieduta dal card. Montenegro. All'incontro è presente anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. (Raffaele Iaria- Migrantesonline)  

Mons. Perego: decreto flussi “non basta senza politiche”

8 Luglio 2023 -
Roma - «Il decreto flussi triennale di 452.000 lavoratori stranieri - circa 150mila lavoratori annualmente - va certamente incontro a esigenze di settori sempre più diversi del mondo del lavoro italiano. Ci sono però alcuni aspetti non considerati e che chiedono assolutamente una attenzione per evitare tempi lunghi di irregolarità e irregolarità diffuse». Lo sottolinea l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, analizzando il decreto flussi. Il presule segnala in particolare criticità da superare. «I tempi lunghi di irregolarità - spiega mons. Perego - sono dettati da almeno sei mesi di attesa dalla domanda all'appuntamento in Questura e altri tre mesi per avere il permesso: nove mesi di attesa per un permesso stagionale di un anno. L'irregolarità che continua a diffondersi riguarda un impianto strutturale che non considera l'incontro fra domanda e offerta di lavoro. Anche le conversione dei permessi che valgono per stagionali e studenti universitari e tirocinanti sono positivi, ma non considerano anche la necessità degli alloggi per chi lascia uno studentato universitario o appartamenti affittati annualmente per studenti: il tema casa non è affrontato». L'irregolarità si diffonde «perché non è prevista una conversione in permesso per lavoro per chi ha un permesso di protezione temporanea o ha fatto una richiesta d'asilo. In altre parole - sottolinea il presidente della Migrantes - non basta aumentare i flussi se la struttura burocratica di esame delle domande non funziona e se manca una politica migratoria che coniughi casa, lavoro, ricongiungimenti familiari e inserimento sociale».

Cei: una tre giorni a Lampedusa nel X° anniversario della visita di papa Francesco

4 Luglio 2023 - Roma -

Roma – L’8 luglio di dieci anni fa, papa Francesco raggiungeva l’isola di Lampedusa per piangere gli oltre 20mila morti, donne uomini e bambini, nella tomba del Mediterraneo. Il primo viaggio apostolico del nuovo Papa ha raggiunto quest’isola delle Pelagie che è diventata approdo, casa, ponte per migliaia di persone in fuga da drammi, povertà, guerre, spesso legati a politiche internazionali in Africa, nel Medio Oriente in Asia. Per ricordare questo viaggio l’Ufficio dell’Apostolato del Mare della Cei, dalla Fondazione Migrantes e dalla diocesi di Agrigento hanno promuovono, da venerdì 7 a domenica 9 luglio, tre giornate nell’Isola sul tema “‘Chi di noi non ha pianto’. Il mare luogo di vita”. Il programma prevede per venerdì sera, nella chiesa parrocchiale di S. Gerlando di Lampedusa un concerto sul tema “Musiche e parole dal mare” e una riflessione sul tema “Chi di noi ha pianto?“ curata dall’attore  Michele La Ginestra. Sabato un percorso commemorativo dal sagrato della Chiesa parrocchiale S. Gerlando alla Porta d’Europa dove sono previsti interventi di Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa e mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento. Seguirà, davanti al porto, una riflessione sul tema “Il mare è vita” affidata a don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale CEI dell’Apostolato del Mare. Davanti, poi, Porta d’Europa una riflessione affidata al card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento e che nel 2013 accolse Papa Francesco. In serata, sul sagrato della parrocchia  di Lampedusa, una tavola rotonda con testimonianze e gli interventi del giornalista di Avvenire Nello Scavo, mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes; don Stefano Nastasi, già Parroco di Lampedusa; Enzo Riso, pescatore; Fardusa Osman Ahmed e Moussa Modibo Camara, rifugiati del Centro Astalli di Roma. Domenica la celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal card. Montenegro. (Raffaele Iaria)