Londra - La storia si è fermata per un momento, ha trattenuto il respiro per poi riprendere il suo percorso. E’ questa la sensazione che gli abitanti del Regno Unito hanno avuto nel pomeriggio dell’otto settembre 2022 quando Buckingham Palace comunica: “La Regina è deceduta serenamente questo pomeriggio presso Balmoral”.
La morte della Regina Elisabetta II, lascia un vuoto incommensurabile nel cuore dell’intero Regno Unito, dei 14 Regni del Commonwealth e certamente nel cuore di tante persone di ogni Nazione e di ogni credo che ne ammiravano la sua rettitudine morale, la sua determinazione, la sua eleganza, la sua riservatezza e, per noi cristiani, soprattutto la sua fede.
La Regina Elisabetta II, oltre ad essere la figura istituzionale più alta del Paese è stata per tutti i suoi sudditi il cardine, il punto fermo in mezzo agli umori instabili della politica e ai molteplici e rapidi cambiamenti epocali di questi ultimi settant’anni.
La sua vita è stata e rimane un grande esempio di dedizione e di servizio per il bene comune. Si può affermare con certezza che la promessa fatta nel 1947 al compimento del suo ventunesimo compleanno - “Dichiaro davanti a voi tutti che tutta la mia vita, lunga o breve che sia, sarà dedicata al vostro servizio”. - è stata ampiamente mantenuta.
Sin dallo Scisma dalla Chiesa Cattolica voluto da Enrico VIII, tra i titoli posseduti dal regnante del Regno Unito vi è anche quello di Fidei Defensor, Difensore della Fede e Capo della Chiesa nella Gran Bretagna. In Elisabetta questo titolo non è rimasto sulla carta. La fede, infatti, è stata una caratteristica costante del suo Regno e negli ultimi vent’anni ne ha parlato sempre di più, diventando una "missionaria" per il cristianesimo, così come l’ha definita l'ex editore di The Tablet, Catherine Pepinster.
Anche il Cardinale di Westminster Vincent Nichols nel suo messaggio di cordoglio, ha messo in evidenza che “la fede cristiana era impressa in ogni giorno della sua vita e in ogni attività”. Nel suo messaggio di Natale al termine del Millennio Elisabetta ha dichiarato: “Per molti di noi, le nostre credenze sono di fondamentale importanza. Per me gli insegnamenti di Cristo e la mia personale responsabilità davanti a Dio forniscono una cornice entro la quale io cerco di condurre la mia vita. Io, come tanti di voi, hanno ottenuto grande conforto in tempi difficili dalle parole e dall’esempio di Cristo”. Uno dei suoi stretti collaboratori ha dichiarato: “Ogni sua decisione era informata dalla fede”.
La Regina era fermamente convinta che la Chiesa, intrecciata nel tessuto del Paese, avesse contribuito a costruire una società migliore”.
Da un punto di vista più privato e personale, la Regina Elisabetta ha sempre avuto una fede profonda. Ogni domenica, ovunque si trovasse - inclusa la cappella privata a Windsor, nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Sandringham, nella Crathie Kirk nella residenza scozzese di Balmoral - partecipava alla santa Messa. Racconta uno dei suoi ex cappellani reali, Robin Woods, che quando nel 1966 le venne presentato per l’approvazione un nuovo libro di preghiere per la Church of England, la Regina disse: “Non dovrei approvare qualcosa che cambierà la liturgia almeno non prima di averci pregato su”.
Al di là del suo ruolo ufficiale di “Difensore della Fede e Supremo Governatore della Chiesa di Inghilterra”, sancito nel Prefazio di uno dei documenti fondativi della Church of England, Elisabetta II ha sempre accolto con favore nel suo Regno anche le altre fedi. In un discorso tenuto ad Incontro interreligioso presso il Palazzo Lameth, il 15 Febbraio 2012, la Regina disse: “La fede gioca un ruolo chiave nell'identità di milioni di persone, fornendo non solo un sistema di credenze ma anche un senso di appartenenza. Può fungere da stimolo per l'azione sociale. In effetti, i gruppi religiosi hanno una storia di orgoglio nell'aiutare i più bisognosi, inclusi i malati, gli anziani, i soli e gli svantaggiati. Ci ricordano le responsabilità che abbiamo al di là di noi stessi”.
La numerosa Comunità Italiana presente nel Regno Unito partecipa in prima persona al cordoglio per la morte di una donna, di una moglie, di una madre, di una governante che non ha avuto, e probabilmente non avrà eguali nella Storia. Dopo 70 anni di Regno Elisabetta II cede il trono a suo Figlio, Re Carlo III, ma l’eredità che lascia dietro di sé è così profonda che la Storia non potrà fare a meno di soffermarsi con orgoglio per ammirare una delle figure più sublimi che abbiano attraversato e intessuto la trama di cui essa è composta. (don Antonio Serra - Coordinatore Nazionale della Missioni Cattoliche Italiane in UK)