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Liguria e Sardegna unite dai racconti degli emigrati italiani

16 Novembre 2024 - Nuovo appuntamento con “I mercoledì del Mei – Cisei” il prossimo 20 novembre al Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova. Durante l’incontro – in programma dalle 16.30 a pizza Commenda 2 – verrà presentato il volume E Dante sbarcò in America di Maria Teresa Cannizzaro e Fiorella Operto, realizzato grazie alla Fondazione Migrantes. Nell’America del 19mo secolo, la Divina Commedia fu fatta conoscere dai letterati italiani in esilio e dal Dante Club fondato da H.W. Longfellow. A loro volta, benché analfabeti, tantissimi degli immigrati italiani in USA alla fine del 1800 conoscevano Dante grazie alle traduzioni della Divina Commedia nei vari dialetti. Simbolo di identità nazionale e di quanto di meglio l’Italia aveva prodotto nei secoli, orgogliosamente ne onorarono il genio dedicandogli in tutto il continente americano monumenti, parchi, piazze e persino pizzerie. L’incontro del 20 novembre sarà aperto dal Presidente Cisei, Fabio Capocaccia. Oltre alle autrici, interverranno anche gli studenti della scuola di Santa Maria Coghinas che proporranno brevi intermezzi tratti dalla drammatizzazione di alcuni passi della Divina Commedia in onore di Padre Casu, che tradusse l’opera di Dante in gallurese.

(Fonte: Aise)

La copertina di "... E Dante sbarcò in America".

Tau Editrice e Fondazione Migrantes presentano la graphic novel “4 vite che sono la mia” al Lucca Comics & Games 2024

25 Ottobre 2024 - Tau Editrice e Fondazione Migrantes presentano la graphic novel “4 vite che sono la mia - Percorsi dei minori stranieri non accompagnati in Italia”, il 31 ottobre alle ore 14:30 presso la Chiesa di San Cristoforo, all’interno dello spazio UELCI, durante il festival internazionale Lucca Comics & Games a Lucca 2024. Il volume prosegue l'esperienza di In fuga. Una potente narrazione sulle esperienze reali dei minori stranieri non accompagnati in Italia, una realtà complessa e troppo spesso determinata dal caso. Attraverso il linguaggio visivo del fumetto, essa racconta la storia di Abdel, un giovane che fugge dal Gambia e affronta momenti cruciali nella sua vita: dal riconoscimento della sua età all’ottenimento del permesso di soggiorno, dall’inserimento in un sistema di accoglienza alla presenza o meno di adulti disposti a camminare con lui in questo difficile percorso. Presenteranno il volume Cristina Molfetta, co-autrice in rappresentanza della Fondazione Migrantes, Valerio Chiola, il fumettista che ha dato vita alle immagini dell’opera, ed Emanuele Bissattini, lo sceneggiatore che ha contribuito a intrecciare le diverse vite di Abdel in una narrazione avvincente e toccante. Al termine della presentazione, il pubblico potrà partecipare a un laboratorio creativo condotto dallo stesso Valerio Chiola ed Emanuele Bissattini, aperto a tutti e senza necessità di prenotazione.

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4 Vite che sono la mia è un fumetto interattivo, dove il lettore diventa parte integrante della narrazione. A ogni bivio importante, sarà chiamato a tirare una moneta: testa o croce? Ogni risultato conduce a una svolta diversa nella vita di Abdel, invitando il lettore a saltare avanti o indietro nel fumetto, a esplorare le infinite possibilità che il destino potrebbe riservare. L’opera sarà disponibile in versione cartacea e online, corredata di materiali di approfondimento e testi musicali, scaricabili tramite QR code.

Per ulteriori informazioni: Tau Editrice 3384113785 stampa@taueditrice.it

La copertina della graphic novel "4 vite che sono la mia"

“Sulla porta del mondo”. Storie di emigranti italiani

26 Settembre 2024 - “Dolorosa e straziande è stata la spartenza” scriveva Tommaso Bordonaro, contadino illetterato di un piccolo paese in provincia di Palermo, emigrato in America nel 1947 all’età di 38 anni. “Spartenza” è una parola che deriva dal dialetto siciliano. Indica il dividersi l’uno dall’altro con pena. La “spartenza” è straziante, divide ciò che era unito e allontana. È sradicamento, sofferenza del corpo e dell’anima, racchiude in sé tutta l’amarezza e la lacerazione di chi è costretto a separarsi dagli affetti e dai luoghi familiari per partire verso terre sconosciute e una vita piena di incognite. Se partire è un po’ morire, “spartire” è peggio. “Se Dante avesse conosciuto ciò che erano le terze classi dei transatlantici nel 1885, per certo ne avrebbe descritta una e l’avrebbe allogata nell’inferno e vi avrebbe inchiodato i peccatori de’ più neri peccati – scriveva Edmondo De Amicis dopo aver salpato da Genova nel 1884 per arrivare a Buenos Aires a bordo del piroscafo Nord America, insieme a 1.600 emigranti italiani – O miseria errante del mio paese, povero sangue spillato dalle arterie della mia patria, miei fratelli laceri, mie sorelle senza pane”. Storie di emigrazione affiorano dagli album fotografici di ogni famiglia italiana, eppure si tratta di ricordi spesso collettivamente rimossi. La copertina di "Sulla porta del mondo" di Luigi Dal Cin (Terre di Mezzo ed.) Per aiutarci a comprendere e sentire la realtà in cui viviamo, e poter quindi immaginare insieme una società del futuro Luigi Dal Cin, insieme a Fondazione Migrantes, ha voluto fornire ai giovani lettori un quadro esaustivo della storia dell’emigrazione degli italiani nel mondo narrando, nel contempo, una storia emblematica per ciascuna regione italiana. L’Italia è talmente variegata, infatti, che ogni regione ha avuto motivi propri e destinazioni specifiche d'emigrazione, e ha portato nel mondo la propria caratteristica cultura. Un progetto che mancava nella scuola italiana, impegnata da tempo a valorizzare la cultura di chi arriva nelle classi, a volte da lontano. Per un’integrazione accogliente, Dal Cin ha portato l’attenzione anche all’altro piatto della bilancia, all'altra faccia: se si comprende che anche la nostra storia di italiani è fatta di generazioni che hanno vissuto la miseria e la fame e che, per sopravvivere e mantenere i figli, sono emigrate anche molto lontano, e che se i nostri alunni possono oggi acquisire a scuola strumenti per realizzare i propri sogni è anche grazie al viaggio, al coraggio e ai sacrifici di chi un tempo è emigrato, allora lo sguardo verso chi arriva può cambiare. Poi è un attimo percepire una connessione tra la nostra storia di emigranti e ogni migrazione dei nostri tempi. “Perché non c’era qualche donna dal cuore tenero che si prendesse pena di tante miserie, di tante lacrime? – scrive Ernestine Branche, emigrante valdostana, raccontando del suo sbarco a New York nel 1912, ventiduenne – Erano considerati come dell’immondizia umana, e le grida continuavano senza tregua”.
Sulla porta del mondo – Storie di emigrati italiani di Luigi Dal Cin illustrazioni di Cristiano Lissoni Terre di mezzo Editore, Milano, 2024 in collaborazione con Fondazione Migrantes Il volume verrà presentato giovedì 3 ottobre 2024 ore 15-17  c/o la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati in via del Seminario, 76, Roma