16 Gennaio 2023 - Roma - Sarà presentato venerdì 20 gennaio al Senato il quarto Rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’Assocoiazione Domina, utile a fotografare la realtà e le tendenze del lavoro domestico in Italia. Oltre all’analisi dei dati, il Rapporto offre piste di riflessione per la riforma del settore e per garantire un maggiore sostegno alle famiglie italiane nella gestione della cura e dell’assistenza. Nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domestico - si legge in una nota - è nettamente al comando della triste classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%. I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre 4 milioni di soggetti. Le ragioni della diffusione del lavoro informale in ambito domestico sono molteplici di varia natura. La sfida per il settore è di ridurre quegli elementi che rendono più conveniente per le famiglie il lavoro informale rispetto a quello in regola. Per comprendere questi meccanismi, nel Rapporto sono presentati i risultati dell’indagine condotta da Domina con il supporto tecnico dell’Ufficio ILO per l’Italia e San Marino e con la collaborazione delle parti sociali.
Grazie all’analisi della banca dati fornita dall’Inps a Domina, è stato possibile analizzare in modo puntuale i dati sui datori di lavoro, che nel 2021 superano quota 1 milione (108 ogni 100 lavoratori). Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. Numeri che peraltro sono destinati a crescere, visto l’inverno demografico ormai inarrestabile che determina un aumento costante della popolazione anziana. Alla fine del 2021, i lavoratori domestici sono oltre 960 mila, in aumento rispetto all’anno precedente (e addirittura +12% rispetto al 2019). Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza straniera (70% del totale), soprattutto dell’Est Europa, e da una prevalenza femminile (85%), anche se negli ultimi anni si è registrato un aumento sia degli uomini che della componente italiana. Nell’ultimo anno sono aumentati soprattutto gli uomini immigrati (+22,1%), generalmente i primi beneficiari della “sanatoria”.
Ampio spazio viene dato, infine, alle schede regionali, che offrono una panoramica sui dati e sugli strumenti di sostegno alle famiglie. Se a livello nazionale possiamo calcolare un impatto sul PIL pari all’1,1% del totale, in alcune realtà territoriali il contributo incide in misura ancora maggiore: Umbria (1,51%), Sardegna (1,48%) e Lazio (1,4%).