25 Marzo 2022 - Padova - Appuntamento domenica 27 marzo, alle ore 16, a Padova, nella Cattedrale, con la Festa delle comunità. Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, celebrerà la santa messa con la presenza delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in diocesi. Concelebreranno i rispettivi sacerdoti che seguono le comunità cattoliche: cinese, africana francofona, africana anglofona, sri-lankese, filippina, indiana, polacca, romena, ispano-americana, ucraina.
La festa si colloca nella quarta domenica di Quaresima, “domenica della gioia”: «in questa domenica le comunità cattoliche che dal mondo hanno trovato casa nella Diocesi di Padova, ringraziano il Signore con il vescovo Claudio e si incaricano di dare un messaggio di unità e di pace», commenta don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Migrantes che coordina le diverse realtà. «È un momento di festa – prosegue – per dare rilievo a questa pluralità di tradizioni, riti e devozioni particolari: è la ricchezza della diversità. Il significato di questa festa è di fare di tutti i popoli un’unica grande famiglia dove nessuno è indifferente all’altro».
Tag: Diocesi di Padova
Padova: veglia di preghiera contro la tratta presieduta dal vescovo Cipolla
8 Febbraio 2022 - Padova - "La forza della cura – Donne, economia e tratta di persone" è il tema dell’VIIIa Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi, 8 febbraio, nel giorno in cui la Chiesa ricorda santa Giuseppina Bakhita. Un tema in continuità con l’anno precedente in cui si è avviata "la riflessione sulla connessione tra economia e tratta di persone. L’edizione 2022 propone di mettere al centro le donne. Sono loro, infatti, a essere maggiormente colpite dalla violenza della tratta. Allo stesso tempo, hanno un ruolo fondamentale e importante nel processo di trasformazione dell’economia di sfruttamento in un’economia della cura", spiega la diocesi di Padova che propone per l’occasione una veglia di preghiera presieduta dal vescovo, mons. Claudio Cipolla, che si terrà in una doppia modalità: in presenza a partire dalle ore 20.30 nella chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova e on line (dalle ore 21) sul canale You Tube della chiesa dei Servi e sul sito della Diocesi di Padova, all’indirizzo www.diocesipadova.it
I migranti misurano la nostra umanità: la rifessione per la GMMR del vescovo di Padova
23 Settembre 2021 - Padova - Mi rivolgo a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici, in occasione della 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra domenica 26 settembre.
Viviamo un tempo complesso e spesso contraddittorio, ma carico di attese, perché lascia intravedere soluzioni nuove, punti fermi a cui non avevamo prestato la giusta attenzione, e ci sentiamo
convocati a mettere insieme le forze migliori per giungere non solo a delle soluzioni, ma a un ulteriore sviluppo positivo.
Papa Francesco già nella lettera enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, con il titolo Fratelli tutti, indica in modo molto convincente un punto fermo: la «dimensione comunitaria dell’esistenza», così spiegata in modo molto comprensibile: «Nessuno può affrontare la vita isolato. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti». In altro modo aveva espresso la medesima idea all’inizio della pandemia con l’espressione «siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo».
Questa stessa considerazione decisiva viene ripresa dal papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, quando scrive che «in realtà siamo tutti sulla stessa barca e siamo
chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità». Da qui il titolo programmatico del Messaggio: “Verso
un noi sempre più grande”. È evidenziato il valore dello stare insieme, di cui abbiamo sentito la nostalgia e la mancanza con il distanziamento indotto dalla pandemia; si rimarca il valore della
comunità, della solidarietà, del bene comune, della dignità di ogni persona, del «rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza».
L’individualismo, l’egoismo personale, sociale, nazionale, che induce a scartare persone considerate “altri” da noi, estranee a noi, è un virus subdolo di cui è necessario prestare attenzione. L’antidoto, cui ciascuno può attingere, si trova dentro la parte migliore del proprio cuore.
Trova conferma e forza nel rapporto con Dio, Padre di tutti. È ratificato da norme di diritto sia internazionale – prima tra tutte la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – sia nazionale.
I migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa. Veniamo
interpellati da crisi umanitarie: quella dell’Afghanistan, la più recente. Non possiamo restare indifferenti, quando intere famiglie che cercano accoglienza trovano invece la morte nel Mediterraneo,
il “più grande cimitero d’Europa”.
Fanno parte di noi intere comunità etniche, per le quali è chiesto un maggiore impegno all’inclusione sia sociale sia ecclesiale, nella consapevolezza che la partecipazione, il dialogo interculturale
e le diverse modalità di espressione della fede sono una ricchezza e una benedizione per tutti.
Impegniamoci, facciamo in modo che questi valori trovino sempre più spazio per “un noi sempre più grande”. (Mons. Claudio Cipolla - Vescovo di Padova - La Difesa del Popolo)