Bergamo - Il nome è evocativo, scava nell’etimologia greca e porta in sé l’essenza del progetto: Fileo. E cioè amore dell’amicizia e della fraternità, la passione per una missione strettamente cucita con le sfide del presente. Fileo, il centro di studi e formazione sull’intercultura promosso da diocesi di Bergamo, Ufficio per la Pastorale dei migranti (Migrantes,ndr), Caritas Bergamasca, Centro missionario diocesano e Fondazione Adriano Bernareggi, spalanca ulteriormente le porte ai cittadini con un fine settimana di incontri all’Abbazia di San Paolo d’Argon – la sua sede, un incantevole complesso edificato a partire dal 1079 – e con l’inaugurazione della «Biblioteca dell’intercultura». Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre le proposte di «InAbbazia» offriranno un importante ventaglio di iniziative dedicate alla formazione, alla creatività e alla socialità. Appuntamento centrale, sabato alle 10, l’inaugurazione di una biblioteca – intitolata a Fulvio Manara, pedagogista dell’Università di Bergamo scomparso nel 2016 – con oltre seimila volumi sui temi delle migrazioni, e la presentazione del progetto Fileo con il vescovo di Bergamo Francesco Beschi: un’importante occasione per condividere una riflessione sul tema del rapporto tra la Chiesa di Bergamo, le migrazioni e la mobilità umana.
Ieri la conferenza di presentazione del progetto e delle iniziative. «La Chiesa di Bergamo – ha sottolineato in apertura monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia diocesana – ha scelto di essere protagonista all’interno di questo movimento sociale ed ecclesiale». Fileo diventa così un luogo di formazione e di azione, di edificazione di competenze e di incontro tra realtà per la costruzione di progetti concreti attorno ai temi della mobilità umana e dell’integrazione interculturale, in raccordo tra enti pubblici e privati, associazioni e cittadini. «Bergamo è un territorio ricco di competenze, qui è possibile dar vita a ponti e connessioni – riflette don Sergio Gamberoni, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei migranti –. Dobbiamo cogliere le sfide e le opportunità di un mondo che cambia. Questo è un luogo in cui si offre formazione e si creano competenze per operare, in un contesto plurale. Ma non è solo teoria: Fileo è anche un luogo in cui vogliamo dare concretezza con incontri, laboratori, momenti di condivisione. Vorremmo che le comunità straniere si sentano a casa».
Per don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca, «qui la Chiesa di Bergamo ha fatto un investimento importante pensando al tema dell’intercultura e delle migrazioni. Vogliamo mettere a disposizione un ambiente così straordinario, con potenzialità altissime, per un tema bellissimo e delicato». «La nostra missione è fuori dai nostri confini, e per questo abbiamo a cuore il tema della cooperazione – ricorda don Massimo Rizzi, direttore del Centro missionario diocesano –. E proprio per questo vogliamo stare dentro anche a questo progetto, perché c’è un filo comune».
Alle spalle c’è un lavoro lungo e solido. Le proposte di questo fine settimana, spiega Francesco Bezzi, coordinatore della struttura, sono «un momento in cui raccontare Fileo e l’Abbazia, uno scrigno da scoprire passo dopo passo. Al centro c’è la riflessione del vescovo, sabato mattina, e l’inaugurazione della biblioteca, e nei tre giorni proponiamo molte attività, dai laboratori per bambini alle riflessioni su pedagogia e insegnamento, dalle visite guidate a momenti dedicati a musica e teatro». Il programma completo di «InAbbazia» è disponibile su www.abbaziasanpaolodargon. org. Altre settimane tematiche sono in programma già sino all’estate 2023: l’Abbazia benedettina, con i suoi meravigliosi chiostri e le sale affrescate, diventerà un luogo d’incontro per confrontarsi su inclusione e politiche d’integrazione, religione al servizio della fraternità, pregiudizi e discriminazione, i viaggi come via all’interculturalità, e ospiterà anche attività legate ai centri ricreativi estivi e agli oratori. (Luca Bonzanni)