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Conferenza Episcopale Calabra: “Naufragio di umanità”

26 Febbraio 2023 -

Catanzaro - "Come Vescovi delle diocesi della Calabria esprimiamo il profondo dolore e lo sconcerto per l’ennesima tragedia che si è consumata nel mare della nostra regione e invitiamo tutte le comunità cristiane a manifestare con la preghiera e la solidarietà, una concreta vicinanza alle vittime". E' quanto si legge in una nota della Conferenza Episcopale Calabra dopo il naufragio sulle coste di Cutro. "Di fronte alla dolorosa cronaca di queste ore, nessuno può rimanere indifferente di fronte a tanti fratelli e sorelle fra cui bambini, che hanno perso la vita in questo dramma, ultimo di tanti, troppi che hanno funestato le coste della nostra Calabria", sottolineano i presuli della regione. Domani, lunedì 27 febbraio, il vescovo di Cassano allo Jonio, vice presidente della Cei e delegato Migrantes della Conferenza episcopale Calabrese mons. Francesco Savino, si recherà sul luogo della tragedia in rappresentanza della Conferenza episcopale italiana per un momento di preghiera e per esprimere la prossimità e la vicinanza di tutta la Chiesa italiana. "In questo momento come Vescovi della Calabria - si legge nella nota -  ci sentiamo di elevare un invito accorato rivolto a tutti, a non rimanere inerti, a immaginare nuove strade solidali che possano permettere al nostro Mediterraneo di non essere più uno scenario di morte. È il momento del dolore, ma anche del risveglio: tutti facciano la loro parte, tutti facciano di più, con rinnovata responsabilità: l’Europa deve fare di più, l’Italia deve fare di più, le nostre Comunità cristiane devono fare di più… sentendosi tutti sulla stessa barca, su quella stessa barca che non deve naufragare perché sarebbe il naufragio della civiltà. Per salvarci da questo tragico naufragio, con Papa Francesco invitiamo tutti a comportarsi con più umanità, 'Guardando le persone non come dei numeri, ma per quello che sono, cioè dei volti, delle storie, semplicemente uomini e donne, fratelli e sorelle'", come ha detto il Pontefice. (Raffaele Iaria)

Vescovi Calabria: regolarizzazione “segna un passo avanti”

22 Maggio 2020 - Catanzaro - La crisi dovuta alla pandemia, colpendo l’economia reale del Paese, ha fatto “riesplodere nodi cruciali e problematiche che si trascinano da anni”. Lo scrivono oggi, in una nota i vescovi calabresi evidenziando tra le problematiche quella della situazione dei braccianti agricoli, tra cui molti migranti, “sfruttati, calpestati nella loro dignità, vittime soprattutto del fenomeno del caporalato”. I vescovi calabresi intendono ancora una volta “alzare” la voce ed esprimere la “ferma condanna di tutte le situazioni di sfruttamento nella filiera agroalimentare e soprattutto del fenomeno del caporalato. Un male antico e sempre presente, magari sotto forme diverse nel tempo e – si legge nella nota -  spesso ignorato pur di non prendere la giusta posizione, la corretta scelta tra il bene e il male. Oltretutto il caporalato è nelle mani delle organizzazioni criminali, le quali utilizzano metodi mafiosi per il controllo del territorio. La nostra condanna del fenomeno è forte e netta”. In diverse circostanze i presuli hanno definito la mafia “l’antivangelo”, perché “nega la libertà e la verità che ci sono state consegnate dal mistero pasquale della risurrezione di Cristo Gesù. Un’autentica opera di conversione e di liberazione dei territori dalle mafie passa, quindi, pure dal superamento della piaga del caporalato, che rappresenta senza dubbio una delle vie di adorazione del male”, di cui ha parlato papa Francesco durante la sua visita a a Cassano all’Jonio nel 2014. Aver dato spazio ai migranti nel recente Decreto Rilancio, adottato dal Governo pochi giorni fa, per i vescovi della Calabria – “segna un passo avanti nella definizione della problematica, sotto il profilo della tutela della salute e della lotta all’illegalità. Limitazioni delle misure a determinate categorie, procedure non sempre semplificate e la breve durata dei permessi rendono evidenti la necessità di una svolta ancor più radicale, come testimonia del resto anche lo sciopero degli invisibili, indetto proprio per la giornata di oggi nei campi della Piana di Gioia Tauro”. “Resta – conclude la nota -  la fiduciosa speranza che il cammino intrapreso possa essere irreversibile, sostenuto in chiave locale dai segnali di attenzione lanciati anche dalla Regione, attraverso l’attivazione di progetti dedicati alla definizione dell’emergenza sanitaria e di quella abitativa”. Nella “consapevolezza inscalfibile che molto vi sia da fare per giungere ad una piena tutela dei diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori”, la Chiesa di Calabria ribadisce “la necessità dell’affermazione dei principi della dignità della persona umana e della sacralità del lavoro per liberare tanti uomini e donne dalla loro condizione di sostanziale schiavitù, condannando ogni forma di sfruttamento come attentato alla dignità dell’uomo, che, in quanto peccato sociale, grida vendetta al Cielo”.

R.Iaria