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Centro Astalli: cordoglio per ultimo naufragio

11 Maggio 2021 - Roma - Il Centro Astalli esprime “profondo cordoglio” per le vittime dell’ultimo naufragio in cui hanno perso la vita 5 persone, tra cui un bambino, e “forte preoccupazione” per “le circa 700 persone che nelle ultime ore sono state riportate in Libia dove corrono il serio pericolo di subire violenze e abusi”. “L’Europa affronta da anni le migrazioni come se si dovesse difendere da una costante minaccia alla propria sicurezza”, dice il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti, in una nota: “si sente vulnerabile davanti a chi privo di tutto, disperato, è realmente in pericolo di vita e ci chiede salvezza e giustizia. Ogni giorno sempre più indifferenti e assuefatti al dolore altrui continuiamo a respingere e lasciar morire”. Il Centro Astalli chiede un segnale di discontinuità al governo: “Si attivi un’operazione navale nel Mediterraneo con la missione di intercettare e salvare i naufraghi. L’Europa venga richiamata alle proprie responsabilità: si aprano vie legali di ingresso e canali umanitari. Si evacui la Libia e si ponga fine al traffico di esseri umani”.  

Centro Astalli: “contrastiamo l’indifferenza facendo da “scorta mediatica alle vittime”

3 Maggio 2021 - Roma - È di poche ora fa la notizia che 50 migranti sono morti nel naufragio della loro imbarcazione davanti alla costa della città libica di al Zawiya. Precedentemente, l’Oim aveva riferito che almeno 11 persone erano morte dopo che il gommone su cui viaggiavano era affondato. A bordo di quest’ultimo vi erano in tutto 24 migranti. La Guardia Costiera libica ne ha riportati indietro 12. Il Centro Astalli esprime “cordoglio per le vittime e profondo dolore per le famiglie cui viene negato persino di piangere e dare degna sepoltura ai loro cari” si legge in una nota. Per p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: è “uno dei mali del nostro tempo che sempre più spesso passa sotto silenzio e nel disinteresse generale, una vergona come ci ha ricordato recentemente Papa Francesco e per questo Il Centro Astalli ritiene doveroso non smettere di dare notizia di ogni naufragio che avviene. Vogliamo essere una sorta di scorta mediatica che accenda una luce su ogni vittima di ogni naufragio nel Mediterraneo. È il nostro modo – aggiunge - di farci voce dei tanti migranti che non hanno diritto di parola in Europa. Vogliamo ricordare e chiedere per ciascuna delle vittime, un cambio radicale di politiche e visione che rimetta l’Europa dei diritti e della libertà al centro di un mare che oggi stiamo lasciando a trafficanti che vendono a esseri umani disperati una speranza travestita da morte”.  

Centro Astalli: “profondo dolore” per la morte di 130 persone in mare

23 Aprile 2021 - Roma - Il Centro Astalli esprime profondo cordoglio e dolore per la morte 130 persone in mare nel tentativo di arrivare salve in Europa. A loro si aggiungono una donna e un bimbo trovati, poche ore prima, senza vita su una barca con altre 100 persone riportate indietro in Libia. "Siamo sgomenti davanti all'orrore e all'indifferenza dei governi nazionali e dell'UE", sottolinea p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: "ci si ostina a definire politiche migratorie, quelli che sono accordi stipulati con governi antidemocratici, spendendo capitali che potrebbero essere utilizzati per gestire le migrazioni in maniera sicura, legale e a beneficio di tutta la comunità. Non possiamo tollerare che vite perse in mare non suscitino reazioni e risposte umanitarie. La politica democratica e le istituzioni che la decidono - conclude p. Ripamonti - hanno come compito principale di garantire una vita degna e libera a ogni essere umano sulla terra".  

Centro Astalli: l’accoglienza dei rifugiati: i tempi si allungano le risposte si fanno più complesse

20 Aprile 2021 - Roma - Accompagnare i migranti forzati in un contesto di per sé già non facile e aggravato dalla pandemia ha rappresentato una sfida che nel 2020 si è fatta più complessa. A partire dal permesso di soggiorno, molte delle persone che abbiamo incontrato ci hanno manifestato la difficoltà di ottenerlo o rinnovarlo (per mancanza di requisiti tra i quali spicca l’iscrizione anagrafica). L’abolizione della protezione umanitaria (che veniva riconosciuta a molti richiedenti con vulnerabilità sanitarie o sociali), si aggiunge a criticità e difficoltà pregresse. Più in generale - sottolinea oggi il Centro Astalli presentando il Rapporto 2021 - il moltiplicarsi di ostacoli burocratici, uniti alla situazione di emergenza ingenerata dalla pandemia con molti uffici chiusi al pubblico, il rallentamento dell’attività delle commissioni territoriali e delle procedure di ricorso, la digitalizzazione di molti servizi, hanno finito per escludere un numero crescente di migranti dall’accoglienza e dai servizi territoriali aumentandone incertezza e disorientamento. Quanto all’accoglienza le realtà della Rete territoriale nel 2020 hanno dato ospitalità complessivamente a 882 persone (soprattutto in convenzione Siproimi/SAI), secondo un modello di intervento che mette al centro la promozione della persona e che costruisce integrazione da subito. Il nuovo decreto immigrazione convertito in legge a dicembre 2020 pur allontanando la logica di un sistema di accoglienza pubblico che rimanda le opportunità di inclusione a una “seconda fase” accessibile a pochi rimane ancora largamente insoddisfacente per numeri di posti messi a disposizione sul territorio nazionale e di Comuni che aderiscono alla rete di accoglienza del Ministero dell’Interno. Le conseguenze dei decreti sicurezza sono ancora ben visibili. Il 36% delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio del Centro Astalli Palermo non risultava iscritta al Servizio Sanitario Nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di migranti che vivono in Italia da tempo, ma che per difficoltà relative alla residenza o al titolo di soggiorno non sono riusciti ad accedere o hanno perso l’accesso all’assistenza sanitaria pubblica. In tale contesto diventa più difficile motivare le persone a investire tempo in percorsi di integrazione: molte hanno fretta di trovare un’occupazione qualsiasi (anche in nero o sottopagata), per non rischiare di perdere il permesso di soggiorno. Questa situazione andrà rapidamente a scapito della qualità del loro futuro in Italia e priverà la società italiana del contributo che persone giovani e motivate potrebbero dare alla società.  

Centro Astalli: l’emergenza dimenticata: dove sono i migranti che non riescono a raggiungere l’Europa?

20 Aprile 2021 - Roma - I primi esclusi dalla protezione internazionale sono gli sfollati interni che rimangono bloccati nei confini degli Stati da cui scappano, sempre più invisibili, non riescono a raggiungere un Paese sicuro, in cui chiedere protezione. L’aver bloccato gli ingressi a causa della pandemia (durante il primo picco, 90 Paesi hanno chiuso completamente le frontiere anche ai richiedenti asilo), la mancanza di azioni di soccorso e ricerca nel Mediterraneo centrale da parte di governi e Unione europea, l’aver fortemente limitato le azioni delle ONG, finanziando invece attività di ricerca e respingimento da parte della guardia costiera libica, non ha bloccato i flussi irregolari di migranti ma ne ha reso solo meno visibili le conseguenze. Lo sottolinea oggi il Centro Astalli che ha presentato il Rapporto annuale. Nel 2020 sono stati oltre 11.000 i migranti soccorsi o intercettati nel Mediterraneo, riportati in Libia e lì detenuti in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili. A questi si aggiungono le oltre 1.400 vittime accertate di naufragi nel corso del 2020. Anche quest’anno molte delle persone che si sono rivolte al centro SaMiFo (Salute Migranti Forzati) sono state vittime di gravi violenze in Libia. Riferiscono di essere state torturate, ma anche di aver subito percosse e abusi indiscriminati. Nel 2020 il SaMiFo si è trovato a certificare inoltre le violenze inferte nei Balcani dalle forze di polizia e quelle causate dai respingimenti alla frontiera tra Italia e Slovenia. Gli sforzi – scrive il Centro Astalli -  per impedire l’accesso dei rifugiati al territorio e le loro condizioni una volta giunti in Europa sono oggetto di un monitoraggio continuo da parte del JRS Europa. In particolare nel 2020 il Centro Astalli ha collaborato alla redazione di due report sulle condizioni dei migranti nella pandemia.​  

Centro Astalli: l’emergenza sanitaria si abbatte sulle vite precarie dei rifugiati

20 Aprile 2021 - Roma - Il 2020, l'anno segnato dallo scoppio della pandemia da Covid-19, dal lockdown e dalle misure restrittive per arginare la diffusione dei contagi, ha registrato un aumento degli arrivi via mare di migranti in Italia (34mila), dopo due anni di diminuzione (23mila nel 2018 e 11mila nel 2019). Per molti migranti forzati la pandemia “non è quindi il peggiore dei mali da affrontare. Violenze, dittature, profonde ingiustizie sociali ed economiche costringono quasi 80 milioni di persone nel mondo a mettersi in cammino verso un paese sicuro”. E’ quanto sottolinea il Centro Astalli nel Rapporto Annuale presentato questa mattina.  Allo stesso tempo – scrive il centro per i rifugiati dei Gesuiti - però sono diminuite le richieste d'asilo in Italia: 28mila (contro le 43.783 del 2019). “Nonostante numeri decisamente bassi di arrivi rispetto al recente passato, il sistema di protezione fatica a rispondere efficacemente ai bisogni delle persone approdate nel 2020 o già presenti sul territorio”, evidenzia il Rapporto: in un anno di accompagnamento dei migranti forzati, complice la pandemia, il Centro Astalli ha registrato “un aumento degli ostacoli frapposti all’ottenimento di una protezione effettiva, un intensificarsi del disagio sociale e della marginalizzazione dei rifugiati”. Molte situazioni, già in equilibrio instabile, si sono trasformate in condizioni di grave povertà. Persone rese fragili da viaggi spesso drammatici che durano mesi o anni, si scontrano con normative e prassi dei singoli uffici non di rado discriminatorie, rendendo spesso le questioni burocratica un potenziale vicolo cieco. Non pochi davanti all’ennesima difficoltà rinunciano a far valere i loro diritti, convinti di non avere alcuna possibilità di vederli riconosciuti. La richiesta di servizi di bassa soglia (mensa, docce, pacchi alimentari, medicine) è forte su tutti i territori: si calcolano 3.500 utenti alla mensa  del Centro Astalli di Roma (tra cui 2.198 richiedenti o titolari di protezione) di questi più del 30% è senza dimora, in stato di grave bisogno e tra loro, per la prima volta dopo molti anni, hanno chiesto aiuto anche italiani. Più di 2.600 utenti si sono rivolti al centro diurno a Palermo. A Trento si è avuta la necessità di trasformare un dormitorio notturno per l’emergenza freddo in un servizio di accoglienza di bassa soglia con uno sportello di assistenza dedicato ai richiedenti asilo senza dimora. A Bologna è stato dato in gestione al Centro Astalli uno spazio in cui realizzare un dormitorio per richiedenti e rifugiati.  

Centro Astalli: oggi la presentazione del Rapporto 2021

20 Aprile 2021 - Roma - Il Centro Astalli presenterà oggi il Rapporto annuale 2021, un anno di attività e servizi in favore di richiedenti asilo e rifugiati. Presenta i dati del rapporto P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, con David Sassoli, presidente Parlamento Europeo, il card. Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Seguiranno testimonianze di p. Stanko Perica, direttore JRS Europa Sud Est, e di Umba Mpemba, rifugiata congolese in Italia. Il Rapporto annuale del Centro Astalli, il secondo che esce nella pandemia, descrive un anno, il 2020, al fianco di oltre 17mila rifugiati e richiedenti asilo, con dati su servizi offerti, nazionalità e status. Ne emerge un quadro in cui l’onda lunga dei decreti sicurezza e le politiche migratorie, di chiusura – se non addirittura discriminatorie – che hanno caratterizzato la normativa su immigrazione e asilo fino a fine 2020, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità. Il Rapporto si presenta come uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo; quali le principali difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione. Ne emerge una fotografia in cui la pandemia ha messo in evidenza le lacune del sistema sanitario e del welfare territoriale, su cui per troppi anni non si è investito e si è continuato a tagliare risorse, indebolendo tutele e misure di sostegno alla popolazione più fragile di cui i rifugiati fanno parte. Il Rapporto annuale 2021 descrive il Centro Astalli come una realtà che, grazie agli oltre 400 volontari che operano nelle sue 8 sedi territoriali (Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Trento, Vicenza, Padova), si adegua e si adatta ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che fa fatica a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia. Ad arricchire la pubblicazione un inserto fotografico dedicato ai 40 anni del Jesuit Refugee Service. Un racconto di come si sia continuato ad accompagnare i rifugiati in 56 paesi nel mondo durante la pandemia: nelle aree urbane, nei campi profughi, in zone di guerra, investendo sull’educazione e sulla formazione dei giovani e delle donne rifugiate. Ad introdurre le foto i testi inviati al Centro Astalli nel corso del 2020 da Papa Francesco, Filippo Grandi e S.Em. Cardinal Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria. In appendice al rapporto il colloquio sulle migrazioni “In ognuno la traccia di ognuno” tra il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il Prefetto della Comunicazione della Santa Sede Paolo Ruffini, il card. Matteo Zuppi e la filosofa Donatella di Cesare.  

L’Alto Commissario Onu per i Rifugiati in visita al Centro Astalli

15 Aprile 2021 - Roma - L’alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha visitato la mensa del centro Astalli, la scuola di italiano e il centro d’accoglienza per donne rifugiate sole o con bambini. “Siamo grati a Filippo Grandi di essere venuto a trovare i rifugiati. Ha incontrato uomini e donne di varie nazionalità (Congo, Iraq, Siria, Mali, Nigeria, Azerbaigian, Tagikistan, Venezuela, Camerun) che gli hanno raccontato storie personali, progetti e speranze di chi in Italia cerca protezione, diritti e giustizia”, ha detto P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli. Durante la visita è emerso che anche nella pandemia l’integrazione in Italia rimane “uno dei nodi fondamentali da sciogliere su cui le istituzioni devono impegnarsi per superare la logica dell’emergenza e arrivare a misure strutturali di lungo termine che diano opportunità concrete di inclusione, necessarie non solo ai rifugiati ma all’intero paese”. In particolare, sottolinea p. Ripamonti: “ascoltando la voce dei rifugiati sappiamo che Filippo Grandi porterà con sé l’urgenza di un’Italia che deve investire in integrazione anche nella pandemia, per uscirne più coesa. Temi come tempi ragionevoli per l’ottenimento del permesso di soggiorno, la formazione, l’inclusione lavorativa, la conversione dei titoli di studio, i ricongiungimenti familiari e l’accesso al credito, sono la via da percorrere con decisione per rendere l’Italia un paese unito, solidale e prospero”.

 

Papa Francesco dona vaccini gratuiti ai rifugiati del Centro Astalli

1 Aprile 2021 - ROMA - Sabato mattina, sabato santo,  un gruppo di rifugiati del Centro Astalli, accompagnati dagli operatori della mensa, riceverà la prima dose di vaccino contro il coronavirus in Vaticano, per volere di papa Francesco. «Si tratta di un segno importante per la vita dei rifugiati che accogliamo, tra cui tanti vulnerabili, vittime di tortura e violenze intenzionale», commenta il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti: «un segno di vicinanza agli ultimi, a coloro che la pandemia ha reso invisibili e per questo più fragili e più esposti al rischio di ammalarsi. Quello di Papa Francesco è un gesto che riconosce nel povero, nell’emarginato, nel migrante il senso di un agire che mette al centro i più fragili perché solo così l’intera comunità diventa più forte, più solida, più al sicuro. Un dono che si riempie di significato alla vigilia della seconda Pasqua nella pandemia». Il Centro Astalli chiede alle istituzioni italiane di «moltiplicare» il gesto del Pontefice e «inserire nella strategia nazionale per le vaccinazioni, i senza fissa dimora, i migranti che vivono in insediamenti spontanei o in edifici occupati e in centri di accoglienza di medie e grandi dimensioni». (R.Iaria) —​

Centro Astalli: al via corso di formazione on line “La lezione della pandemia”

2 Marzo 2021 -
Roma - Prende il via domani pomeriggio un corso di formazione on line rivolto a scuole e insegnanti sui temi delle migrazioni e del dialogo interculturale, organizzato dal Centro Astalli. Già 200 i docenti iscritti promosso dal Centro Astalli che, con i progetti Finestre e Incontri, è al fianco di centinaia di scuole, docenti e alunni in tutta Italia nell’affrontare la sfida di trasformare la didattica interculturale e interreligiosa fatta di presenza e condivisione di spazi ed esperienze, in un una didattica on line cercando di modellare strumenti e contenuti per dialogare con i ragazzi in una sorta di scuola “diffusa”. Ad aprire il ciclo di tre incontri “La lezione della pandemia” , in collaborazione con CeFAEGI – Centro di Formazione per l’Attività Educativa dei Gesuiti d’Italia e la Fondazione MAGIS, nell’ambito del progetto europeo CHANGE, domani interverranno Chiara Tintori e p. Camillo Ripamonti. Gli autori de “La trappola del virus” (Edizioni Terra Santa, 2021) dialogheranno con Eleonora Camilli, giornalista dell'agenzia "Redattore Sociale", sui temi contenuti nel nuovo libro del Centro Astalli che vuole essere anche uno strumento per insegnanti e studenti. “L’incontro quotidiano con i rifugiati - dice il presidente del Centro Astalli, p. Ripamonti -  nella pandemia ci ha mostrato che siamo davanti a una sfida che oltre che sanitaria è anche sociale, culturale ed educativa. La formazione e l’istruzione sono diritti inalienabili di ogni ragazzo, sono via democratica per la realizzazione personale di ciascuno in una comunità plurale in cui la cittadinanza sia un diritto che si trova nei banchi di scuola e non più un privilegio di discendenza”.

Centro Astalli: “lasciar morire persone in mare o all’addiaccio ai confini d’Europa senza far nulla è la nostra peggior sconfitta”

26 Gennaio 2021 -

Roma - Il Centro Astalli rivolge «un appello ai rappresentati politici nazionali e sovranazionali, alle organizzazioni internazionali e umanitarie, alle comunità religiose in Europa, ai giovani e a tutta la società civile affinché si reagisca all’indifferenza». L’appello dopo la morte di 17 migranti morti al largo della Libia come riportato Alarm Phone e l’OIM - Organizzazione internazionale delle migrazioni.

«Lasciar morire persone in mare o all’addiaccio ai confini d’Europa senza far nulla è la nostra peggior sconfitta», sottolinea il Centro dei Gesuiti Italiani.

Centro Astalli: “altri 43 morti in mare, inerzia intollerabile degli Stati e della Ue”

21 Gennaio 2021 - Roma - Il Centro Astalli esprime cordoglio per le vittime e profonda preoccupazione per le condizioni dei migranti che cercano di arrivare in Europa senza possibilità di accedere a vie legali di ingresso. “Ogni giorno ascoltiamo di torture e violenze nei racconti dei migranti che incontriamo al Centro Astalli – ricorda padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli –. Dalla Libia le persone non hanno altra possibilità che tentare di fuggire: la situazione che descrivono è di un clima generalizzato di violenza e terrore”. È evidente, prosegue, “che c’è un problema molto serio di gestione delle frontiere da parte degli Stati europei e di un’inerzia intollerabile da parte delle istituzioni nazionali e sovranazionali. Le isole greche, i Balcani, la frontiera della Spagna e il Mediterraneo centrale, pur essendo contesti giuridicamente diversi, sono sempre più luoghi di morte. Non è possibile continuare a ignorare l’ecatombe che si consuma alle porte di casa nostra”. Il Centro Astalli dopo la morte di altri 43 migranti chiede con forza a chi ricopre ruoli di responsabilità “che si compia immediatamente un atto politico di discontinuità: si evacui la Libia così come le isole greche e i Balcani. Si trovino soluzioni dignitose per tutti, senza derogare mai al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali su migranti e rifugiati”.  

Oim e Centro Astalli: profughi nei boschi della Bosnia

29 Dicembre 2020 - Roma - Ci sono tremila persone nei boschi della Bosnia-Erzegovina, vagano all’aperto e esposti al freddo sotto zero. Sono migranti provenienti dalla cosiddetta 'rotta orientale' (su cui il quotidiano  Avvenire ha svolto numerosi reportage) e in attesa di trovare un varco per passare la frontiera con la Croazia e proseguire verso l’Europa occidentale. Si tratta di una «catastrofe umanitaria» secondo Peter van der Auverart, capo missione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Bosnia. Un migliaio di profughi sono sfollati dal campo di Lipa, presso Bihac, devastato da un incendio appiccato nei giorni scorsi dagli stessi migranti dopo la notizia della chiusura della tendopoli per ristrutturazione. Anche il Centro Astalli dei gesuiti si unisce all’allarme «per le condizioni di estremo pericolo, indigenza e sofferenza» in cui versano «migliaia di persone in fuga da contesti di guerra e crisi umanitarie come Iraq, Siria e Turchia. È una situazione di violazione dei diritti umani. L’Europa deve farsi carico di attivare ora piani di ricollocamento in tutti gli Stati membri per portare in salvo migranti forzati che hanno diritto ad essere accolti e protetti. Non è possibile abbandonare degli esseri umani nella neve».

Centro Astalli: “muoiono davanti ai nostri occhi, eppure nessuna reazione né indignazione”

12 Novembre 2020 -
Roma - “Questo naufragio avviene letteralmente davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove, in questo azzeramento delle distanze sarebbe normale un’immediata reazione da parte dell’Europa e dei governi nazionali per cercare di salvare quante più vite possibile”. A parlare è padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, che sta seguendo “con apprensione” le notizie dei 100 migranti finiti in mare, a causa del cedimento dell’imbarcazione su cui erano alla deriva da giorni nel tentativo di raggiungere l’Europa e fuggire da una Libia sempre più pericolosa. I soccorritori della Open Arms aggiornano in tempo reale sulla situazione delle operazioni di salvataggio: 5 i corpi senza vita recuperati ma il bilancio pare purtroppo destinato a salire. “Sarebbe ovvio attivare canali umanitari e piani di evacuazione dalle principali aree di crisi come è oggi la Libia – afferma padre Ripamonti –. Si tratta tra l’altro di misure già sperimentate che bisognerebbe mettere in atto in maniera strutturale e sistematica”. “Ogni naufragio – conclude – ci mostra il paradosso di questa epoca in cui il fatto che degli esseri umani muoiano in mare non suscita reazioni e non provoca indignazione. Serve un sussulto di umanità, unico vaccino possibile al male dell’indifferenza”.

Il Centro Astalli premia i vincitori del concorso “La scrittura non va in esilio”

28 Ottobre 2020 - Roma - Migliaia di studenti delle scuole superiori di 15 città italiane saranno i protagonisti de “La scrittura non va in esilio”, evento realizzato dal Centro Astalli in collaborazione con Rai Cultura (Media Partner della manifestazione), dedicato alla cultura, ai libri, all'educazione e alla scuola come vie per una società solidale e inclusiva delle diversità. La manifestazione, che si svolgerà online nel rispetto delle misure per il contenimento della pandemia da Coronavirus, sarà l’occasione per premiare gli studenti vincitori della XIV edizione del concorso letterario “La scrittura non va in esilio” riservato alle scuole medie superiori e della VI edizione del concorso letterario “Scriviamo a colori” per le scuole medie inferiori. Sono stati oltre 200 i racconti inviati negli scorsi mesi per partecipare ai due concorsi letterari promossi dal Centro Astalli nell’ambito dei progetti didattici “Finestre-Storie di rifugiati”, parte del programma europeo CHANGE, e “Incontri-Percorsi di dialogo interreligioso”, attraverso i quali rifugiati e fedeli di altre religioni incontrano ogni anno oltre 25.000 studenti di oltre 100 istituti italiani. La giuria di esperti composta da scrittori, giornalisti e rappresentanti di organizzazioni internazionali ha riconosciuto una menzione speciale alla poesia "Fosse giganti" di Elisa Fraschetti Giolito, studentessa del Liceo Tito Lucrezio Caro di Roma. La poesia introdotta da un commento di Melania Mazzucco è contenuta nella raccolta dei racconti “La scrittura non va in esilio”, curata dal Centro Astalli. L’evento, domani mattina alle 10,30,  sarà anche l’occasione per riconoscere il titolo di Scuola amica dei rifugiati e di Student Ambassadors Programme del progetto europeo CHANGE agli istituti che hanno promosso iniziative di sensibilizzazione e di cittadinanza attiva realizzate dagli studenti con l’obiettivo di creare una società più giusta, più aperta e più accogliente.

Centro Astalli: “non usiamo la pandemia per coprire i mali del mondo di cui siamo responsabili”

22 Ottobre 2020 - Roma - Ieri almeno 15 migranti sono annegati nel naufragio dell’imbarcazione sulla quale cercavano di raggiungere l’Europa. Il naufragio è avvenuto al largo della costa libica, all’altezza di Sabrata. I sopravvissuti sono stati tratti in salvo da pescatori. Sempre ieri, più di settanta profughi sono stati intercettati dalla Guardia costiera libica e riportati indietro in Libia. Il Centro Astalli esprime “cordoglio” per le vittime e allarme per coloro che sono stati riportati indietro, in un paese in cui corrono il serio pericolo di morire. Da giorni, nell’indifferenza totale dell’Europa, muoiono migranti in mare. In Libia imperversano scontri bellici e per i migranti si pratica la tortura sistematica e la detenzione illegale. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli lancia un appello: “La pandemia va combattuta con ogni mezzo e con tutte le risorse a nostra disposizione, evitiamo di usarla come anestetizzante per i mali del mondo di cui dobbiamo sentirci responsabili e per cui urgono risposte”. Per il Centro Astalli “l’apertura di vie legali di ingresso è la soluzione che garantisce la sicurezza di chi chiede protezione e di chi accoglie. Evacuare immediatamente la Libia è atto di civiltà che i paesi UE possono compiere senza esporre la popolazione europea a rischi di contagio. Agire per salvare vite umane e garantire il rispetto dei diritti fondamentali è precisa responsabilità di Stati democratici che non si può derogare neanche ora, nell’emergenza che riguarda tutti”.  

Centro Astalli: “bene le modifiche, ora un atto di coraggio

7 Ottobre 2020 - Roma - “Finalmente siamo arrivati a modifiche che vanno nella direzione di una continuità rispetto alla situazione precedente ai decreti sicurezza. L’auspicio è di avere ora uno sguardo d’insieme con una prospettiva sul futuro. Piuttosto che continuare a mettere piccole pezze è il momento di rivedere nel complesso la legge Bossi-Fini, che ha un impianto vecchio di 20 anni”. È il commento al Sir di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati con sede a Roma, a proposito delle modifiche ai cosiddetti “decreti sicurezza”, approvate ieri dal Consiglio dei ministri. Padre Ripamonti esprime parere favorevole ai cambiamenti, anche se “con il rammarico di aver visto, in questi due anni, la sofferenza di molte persone che, dopo aver già sofferto nei loro Paesi e durante il viaggio, hanno trovato ostacoli veri e difficoltà d’ingresso in Italia”. Ora il compito più importante, a suo avviso, spetta al Parlamento: “Non credo si debbano fare le pulci ai decreti sicurezza. Migliorie si possono ancora fare ma è giunto il momento di un atto coraggioso da parte del Parlamento, perché affronti il tema immigrazione, compreso il diritto d’asilo, nella sua globalità”. Durante il lockdown, prosegue, “ci siamo resi conto delle difficoltà causate dalla mancanza di manodopera nei territori e della necessità di regolarizzare i lavoratori stranieri, ma così si procede un pezzo alla volta. Invece credo sia importante avere il coraggio, ora, di fare dei cambiamenti importanti con uno sguardo verso il futuro, visto che in Parlamento sono depositate proposte di legge come quella della campagna ‘Ero straniero’”.  

Centro Astalli: “fermare l’ecatombe nel Mediterraneo è dovere europeo”

28 Settembre 2020 - Roma - Il Centro Astalli esprime “profondo cordoglio” per i 200 migranti morti nel Mediterraneo “nel tentativo di fuggire dagli orrori della Libia e ottenere protezione in Europa”. “Vicini al dolore delle famiglie delle vittime, vogliamo ribadire che lasciar morire in mare uomini, donne e bambini, nell’indifferenza di governi, istituzioni e società civile è inaccettabile male del nostro tempo”, denuncia il Centro Astalli in una nota. “A pochi giorni dalla presentazione del patto sulle migrazioni della Commissione europea arriva l’ennesima tragica prova che chiudere l’Europa attraverso accordi con Paesi in guerra, respingere i migranti e concentrarsi su come trincerarsi dentro le proprie frontiere acuisce problemi, aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani”, precisa la nota. Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ricordando che “ieri la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2020″, che ha avuto per tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”, sottolinea: “Siamo chiamati a considerare l’altro un fratello, da accogliere e proteggere. I migranti non sono numeri, sono persone con storie da ascoltare e conoscere. Lasciarli morire in mare senza soccorsi è abominio da fermare subito”. Per questo il Centro Astalli chiede “l’apertura di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e l’attivazione di quote per l’ingresso di migranti lavoratori” perché “solo queste misure sono un reale deterrente al traffico di esseri umani”; “l’attivazione immediata di operazioni europee di ricerca e soccorso in mare volte al salvataggio di migranti che rischiano di morire”; “l’impegno di governi nazionali e sovranazionali a gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di ogni essere umano che chiede protezione”. Infatti, “le convenzioni internazionali impongono ciò come presupposto della sussistenza stessa dell’Unione europea e della tenuta democratica degli Stati membri”.

Centro Astalli: “non c’è solidarietà nell’impedire il diritto a migrare”

24 Settembre 2020 -
Roma - Il Centro Astalli esprime preoccupazione rispetto alle misure contenute nel Migration pact presentato ieri dalla Commissione europea: “Ci si aspettava un nuovo corso su politiche di accesso alla protezione e accoglienza per i migranti forzati”, afferma, “ma il testo presentato purtroppo in gran parte disattende le dichiarazioni che lo hanno preceduto”. L’esigenza primaria, osserva, “rimane per l’Unione europea di chiudere le frontiere, limitare e gli ingressi e favorire i rimpatri”. Il Centro Astalli osserva che “la ricollocazione obbligatoria dei migranti per il superamento del trattato di Dublino, che da tempo le organizzazioni umanitari e gli enti di tutela chiedono, non è stata inserita tra le misure”. In particolare preoccupa che la procedura rapida alla frontiera “vada a detrimento delle persone vulnerabili: sappiamo infatti che l’emersione della vulnerabilità durante la procedura di asilo può richiedere tempi e modi tali da configgere con una valutazione rapida in frontiera”. Il testo, inoltre, “non stabilisce l’istituzione di canali umanitari che invece è misura urgente per evitare il traffico e la morte di esseri umani”. “Ci sembra che la parola solidarietà, molte volte usata riferendosi al Migration Pact – sottolinea –, sia stata svuotata di significato: non c’è solidarietà nell’impedire l’esercizio del diritto a migrare a chi rischia la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa”. Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali “uno sforzo nella direzione di una maggiore corresponsabilità nella gestione dei flussi migratori ispirata al rispetto dei diritti umani e della dignità dei migranti. Per questo ci sembrano necessari significati correttivi al testo proposto”. (Sir)

Centro Astalli: “Ue trasferisca subito i migranti dal campo di Moria”

9 Settembre 2020 -
Roma - Il Centro Astalli esprime seria preoccupazione per il grande incendio scoppiato a Moria, sull’isola di Lesbo in Grecia. I 12.500 migranti presenti nel campo, che ha una capienza massima consentita di 3mila persone, sono fuggiti nella notte per scampare alle fiamme.  “Da tempo i migranti e le organizzazioni umanitarie chiedono l’evacuazione del campo, denunciando il grave stato di degrado e abbandono – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli -. Bambini nati nel fango, suicidi in età giovanissima, abusi e violenze ai danni delle donne sono purtroppo situazioni che vi sussistono da anni. Migliaia di migranti, soprattutto in fuga da Afghanistan e Siria, sono costretti in un limbo senza prospettive e senza diritti”. “È il momento che l’Unione europea si mostri solidale: agisca per l’evacuazione immediata dei migranti da Lesbo, attraverso una redistribuzione negli Stati membri”, chiede padre Ripamonti: “Mai come in questo momento il rispetto della dignità e dei diritti dei migranti è strettamente connesso al contenimento della diffusione del Coronavirus. Eliminare luoghi in cui contenere migliaia di persone e gestire invece la distribuzione controllata di piccoli numeri di migranti tra gli Stati membri è misura necessaria per salvaguardare la sicurezza di tutti”.