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Card. Bassetti:: “Chiesa sa disturbare i governanti”

24 Maggio 2022 -
Fiumicino - "Se la Chiesa si fa davvero inondare dallo Spirito può diventare anche la coscienza critica della società e subirne quindi l’ostilità”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che nell’introduzione alla 76ma Assemblea dei vescovi italiani ha esortato, questa mattina, così i suoi confratelli: “Pur nella piena distinzione dei ruoli, anche noi Pastori non manchiamo di far sentire la nostra voce, quando riteniamo che siano minacciate le persone, soprattutto le più deboli”. “In questo preciso momento sono tante e delicate le questioni su cui la politica è chiamata a decidere, come il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in corso in Ucraina, l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, la questione del Mezzogiorno, l’ambiente, l’immigrazione, il fine vita”. “Una Chiesa in ascolto dello Spirito è anche una Chiesa che, quando necessario - ha detto il porporato - sa disturbare i governanti, chiedendo di tenere alto il livello della discussione, di uscire dalle logiche esclusivamente economiche e di mettere al primo posto la dignità della persona, di ogni persona”. Il Card. Bassetti ha quindi citato l'accoglienza degli ucraini nelle diocesi italiane: 11mila persone in 148 diocesi con 5000 minori.

Ucraina: veglia di preghiera a Perugia con gli ucraini

7 Marzo 2022 - éerugia - «Carissimi fratelli e sorelle ucraini, voi tutti che vivete a Perugia e in Italia e anche a coloro che in questi giorni stanno arrivando da noi, mi preme a nome della nostra Chiesa di assicurarvi che proprio questa Chiesa perusino-pievese vi è madre e si sente madre in condivisione con il vostro arcivescovo maggiore di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, capo della Chiesa greco-cattolica. È madre anche di tutti gli ucraini lontani, i vostri parenti. Qualcuno ha i genitori, qualcuno ha i fratelli in guerra, richiamati alle armi. Di tutti voi la Chiesa perusino-pievese si sente madre e il vescovo si sente di tutti padre e pastore». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti al termine della veglia di preghiera diocesana con l’adorazione eucaristica per la pace in Ucraina, tenutasi, nella serata del 4 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Numerosi i fedeli che hanno partecipato, diversi dei quali ucraini residenti nel capoluogo umbro. Non pochi i volti segnati dalle lacrime e dalla commozione per quanto sta accadendo di orribile in Ucraina. Una sofferenza manifestata con grande dignità da persone duramente provate, che vivono con immensa angoscia e preoccupazione il presente e il futuro del loro Paese. «Nonostante tutto non dubitate, sentitevi davvero accolti – ha ripetuto loro il cardinale Bassetti –. Questa nostra terra, l’Umbria, benedetta dai santi Francesco e Benedetto, possa essere per ciascuno e per ciascuna di voi, fratelli e sorelle ucraini, una terra di speranza. Noi ci impegneremo a tenere viva questa vostra speranza, sostenendovi, pregando per voi e augurandovi pace». Il cardinale, prima di impartire la benedizione al termine della veglia, rivolgendosi ancora una volta agli ucraini, ha detto: «Ci separiamo fisicamente, ma spiritualmente rimaniamo uniti e comunione profonda». Nell’omelia il presule ha parlato «di dramma e di incertezza che tutti avvolge in questi giorni», avvertendo «ancor più la necessità di raccoglierci dinanzi al Signore per invocare la tanto desiderata pace. Pace tra gli uomini e tra le nazioni. L’immane sciagura cui stiamo assistendo ci lascia sgomenti. Su case, ospedali, scuole e intere città avanza la distruzione, e sembra spento in alcuni anche il senso dell’umana pietà: dinanzi a questo ci possiamo sentire fisicamente inermi. Ma abbiamo un’arma potentissima ed è la preghiera, insieme al digiuno e alla penitenza. Se fatta con animo puro e con insistenza, arriva al cuore di Dio, l’unico in grado di agire sulla volontà dei potenti. Di fermare questa follia che miete vittime innocenti e ignare, distrugge famiglie e comunità; costringe ad un esodo forzato donne e bambini, con il terrore negli occhi (molti profughi sono accolti anche qui a Perugia); riaccende la fiamma dell’odio in quelle terre che, già nel secolo scorso, sono state bagnate da tanto sangue e bruciate dal fuoco della violenza scatenata da ideologie devastanti». «Ho ancora impresse le immagini della grande celebrazione che tre anni fa ho avuto la grazia di presiedere al Santuario della Santissima Vergine di Zarvaniza, nel centro dell’Ucraina – ha proseguito Bassetti nel ricordare il suo recente viaggio –. Decine di migliaia di persone si erano raccolte da ogni angolo del Paese ai piedi della veneratissima immagine della Madre di Dio. Ho nel cuore quei luoghi di fede e di serenità, che oggi sono teatro di scontri violentissimi e di stragi. Non posso credere alla tanta crudeltà che sta trasformando uomini in belve. La follia sta prevalendo sul dialogo, sul senso di umanità e sulla fraternità. La pace che invochiamo stasera è quella che viene dal Signore: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace…”. Questa pace, infatti, supera ogni nostro meschino interesse. Ci invita prima di tutto a guardare dentro noi stessi, a mettere da parte gli egoismi quotidiani, le piccole vanità, le rivalità negli ambienti di lavoro, il desiderio di potere in ogni ambito in cui viviamo, persino nella Chiesa. La pace del Signore, se accolta con verità, è capace di rinnovarci, di cambiare tutto il nostro essere, di renderci uomini e donne migliori. È capace di cambiare il cuore delle persone e le sorti degli Stati. Mentre iniziamo il cammino di Quaresima, il Signore ci doni la grande virtù dell’umiltà. È l’umiltà, dice Papa Francesco, “il segreto che porta in Cielo”: è “l’unica strada, non ce n’è un’altra”». «Mai come in questo momento la preghiera – ha evidenziato il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione – è la nostra vera “arma” contro la guerra. Giorgio La Pira diceva che «la preghiera è la forza motrice della storia». Lui aveva ben conosciuto la guerra e poi aveva lottato e lavorato per la ricostruzione morale e sociale: tutto il suo impegno è stato una sintesi di contemplazione e azione. E questa è un’eredità importante anche per il mondo di oggi. Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di profeti di pace per rompere il muro di iniquità che gli uomini avidi hanno costruito».

Perugia: il card. Gualtiero Bassetti, Mercoledì delle Ceneri, con gli ucraini perugini

28 Febbraio 2022 - Perugia - “Sono qui per testimoniare la vicinanza della nostra Chiesa diocesana a tutti voi, al popolo ucraino, alla Chiesa martire già soppressa al tempo dello stalinismo per poi risorgere da quelle macerie. E sono qui con voi per gridare il nostro grande disappunto di fronte all’atrocità della guerra, ma gridare anche verso Dio che sappia fermare questa immane tragedia, questa violenza e che cambi il cuore”. Lo ha detto il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi incontrando, nel pomeriggio di ieri, domenica 27 febbraio, la comunità ucraina di rito greco-cattolico del capoluogo umbro, nella chiesa della Madonna delle Grazie dove questa comunità si ritrova per le sue liturgie e attività pastorali. Si tratta di una comunità numerosa (nell’intera Umbria conta circa 5mila persone), che sta soffrendo per la guerra. Mons. Salvi ha portato il saluto del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, a Firenze per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, che visiterà la comunità ucraina perugina, sempre presso la chiesa della Madonna delle Grazie, Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, alle ore 16, un giorno particolarmente significativo per tutti i cristiani, perché segna l’inizio della Quaresima. Quella ucraina perugina è una comunità messa a durissima prova, come si è colto dalle parole accorate del suo cappellano, don Basilio Hushuvatyy. Nell’introdurre l’intervento del vescovo ausiliare, don Basilio ha parlato di familiari e amici di ucraini perugini morti perché militari e di quanti non si hanno più notizie da alcuni giorni, come nel caso di suo padre. Si percepisce nei loro sguardi, oltre che nelle loro parole, l’immensa sofferenza e preoccupazione. C’è speranza e coraggio di andare avanti anche per la vicinanza e la solidarietà espressa dalle autorità civili perugine, ha annunciato lo stesso don Basilio, che non faranno mancare il loro sostegno concreto in caso di bisogno. Negli ambienti ucraini umbri si parla dell’arrivo, nei prossimi giorni, di almeno 12 mila persone che si trovano attualmente in Polonia e in Romania, la gran parte di loro si ricongiungerà con familiari e amici residenti in Umbria. “E’ un intero popolo messo nuovamente alla prova come anche la sua Chiesa – ha commentato mons. Salvi –. All’Ucraina è chiesta un’altra grande prova, la prova di una possibilità di verità di fronte alla pazzia di questo mondo, perché la guerra è una pazzia e non guarda in faccia a nessuno. Soprattutto la fragilità umana è presa di mira, non i potenti, ma le persone anziane, i bambini, le famiglie più indifese”. A sostegno in particolare dei più fragili, vittime principali del conflitto, ha ricordato il vescovo ausiliare, “oggi abbiamo indetto in tutte le chiese della nostra diocesi una preghiera per l’Ucraina e per la pace: “molte parrocchie stanno organizzando veglie di preghiere per voi, per i vostri familiari e amici rimasti in Ucraina, testimoniando la vicinanza a tutti voi non solo come sentimento, ma con la capacità di offrire con gratitudine quello che può servire al vostro momento di martirio, perché si tratta di un vero martirio subito dalla vostra Ucraina”.  

Incontro sul Mediterraneo: card. Bassetti, “ponti e non muri”

27 Febbraio 2022 -
Firenze -  “Ponti e non muri”. Con queste parole, pronunciate a braccio, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha concluso l’incontro dei 60 vescovi, provenienti da 20 Paesi, e dei 65 sindaci delle principali città del Mediterraneo, a Palazzo Vecchio. “Non costruire muri, ma ponti, anche perché se è vero che il Mediterraneo è un continente di acqua, i muri nell’acqua si fanno male, sono meglio i ponti per congiungere i vari punti del mare”. Il presidente della Cei ha poi ricordato che parole che, a 14 anni, ha sentito dire a 14 anni da mons. Bartoletti, davanti alla tomba di San Romualdo, fondatore dei Camaldolesi: “Morendo, San Romualdo diceva ai suoi monaci: ‘Ego vobis et vos mihi’, vogliamo rimanere per sempre uniti”. “Che davvero di questo incontro rimanga il desiderio di un’amicizia stabilita, e che questa amicizia possa portare, se Dio non vuole, dei grandi frutti”. Il card. Bassetti presiederà anche la liturgia eucaristica nella Basilica di Santa Croce, a cui parteciperà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel suo intervento iniziale il presidente della Cei aveva sottolineato che "non possiamo rimanere indifferenti rispetto al grande flusso migratorio che ormai da tempo caratterizza il Mediterraneo”: “dobbiamo perciò soccorrere e aiutare”,ma dobbiamo anche "capovolgere il paradigma e la narrazione delle migrazioni: esse vanno viste non solo come un problema ma come una grande opportunità. Un’occasione per trasformare le nostre città in luoghi di accoglienza e di ospitalità”. “Il Mediterraneo, infatti, come ha ricordato papa Francesco, è diventato il più grande cimitero d’Europa”, ha detto Bassetti: “Negli ultimi anni, migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita solcando questo mare in cerca di una vita migliore o in fuga da una guerra. Questa emergenza drammatica ci interpella profondamente come cristiani e come persone umane”. (R.I.)

Incontro sul Mediterraneo: card. Bassetti, “vicinanza al Papa”

25 Febbraio 2022 -
Firenze - A nome dei Vescovi del Mediterraneo, convenuti a Firenze, il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, esprime "vicinanza" a Papa Francesco  che, a causa di un’acuta gonalgia, non potrà essere presente nel capoluogo toscano domenica 27 febbraio, né presiedere le celebrazioni del 2 marzo, mercoledì delle Ceneri.
"Sappiamo - dice il porporato - quanto tenesse a questo incontro. Sin dall’inizio, abbiamo condiviso con lui questo importante progetto verso il quale ha sempre espresso parole di sostegno e di incoraggiamento a proseguire sulla strada tracciata. Il Pontefice "ci accompagna in questo processo di ascolto, di conoscenza reciproca, di spiritualità, di fratellanza e di pace. E noi Gli assicuriamo la nostra preghiera. Domenica saremo tutti uniti spiritualmente; pregheremo insieme per la pace, con il nostro pensiero rivolto all’Ucraina". (R.I.)

Card. Bassetti: “auspichiamo che al più presto taccia il fragore delle armi”

25 Febbraio 2022 -

Firenze - “Auspichiamo che al più presto in Ucraina taccia il fragore delle armi”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, salutando questa mattina, a Palazzo Vecchio, i sindaci dei paesi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l'incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, promosso dalla Conferenza episcopale italiana. “Sindaci e vescovi – ha aggiunto Bassetti – hanno una missione simile, pur con compiti diversi, ed è quello di creare su tutto il bacino del Mediterraneo una tenda di pace nel segno del rispetto reciproco perché tutti ritrovino le radici della loro fraternità”. “Sono fermamente convinto che insieme dobbiamo promuovere processi di liberazione pace, fratellanza, giustizia”, ha concluso il cardinale: “questo, a suo tempo, fece il sindaco di Firenze Giorgio La Pira e per questo noi, insieme, vogliamo dialogare insieme in questi giorni”.

Card. Bassetti: impegni concreti dall’Incontro sul Mediterraneo

24 Febbraio 2022 - Firenze - «I rappresentanti delle comunità ecclesiali e civili si ritrovano uniti nella città di Giorgio La Pira per riaffermare i valori di riconciliazione, concordia e fraternità». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un editoriale che compare sul numero di "Famiglia Cristiana" da oggi in edicola. «Tutti ci sentiremo e saremo coinvolti. In una parola, tutti ci sentiremo impegnati a far crescere segni concreti di speranza», prosegue il presidente dei vescovi italiani. Di seguito il testo del suo intervento.     «Ecco l’opera che il Signore vi affida per questa amata area del Mediterraneo: ricostruire i legami che sono stati interrotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi, infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortare chi è chiuso in se stesso a non temere il fratello. E guardare questo, che è già diventato cimitero, come un luogo di futura risurrezione di tutta l’area”. Questa consegna affidataci da papa Francesco al termine del primo incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, tenuto a Bari nel febbraio del 2020, mi ha segnato nel profondo. In questi due anni l’eco di quelle parole ha continuato a risuonare nelle mie orecchie, ma soprattutto nel mio cuore, indicando un percorso da dover proseguire. Non nascondo che mi sono sentito accarezzato e sostenuto dal sindaco “santo” Giorgio La Pira. Dalla sua ispirazione e accogliendo anche le condivisioni dei vescovi del Mediterraneo, ho pensato di dover convocare un nuovo incontro, questa volta a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, per riprendere il filo di una riflessione che continua a essere centrale per le nostre città. Ne è testimonianza il fatto che il sindaco Dario Nardella abbia rimotivato l’intuizione iniziale, sposandola e facendosi promotore di un evento con i suoi colleghi rivieraschi. Le due anime – ecclesiale e civile – si ritroveranno, si confronteranno e assumeranno anche impegni concreti, nello stile del Documento di Abu Dhabi. è urgente, infatti, far emergere un bene comune del Mediterraneo, costruendo il quale si pone un tassello determinante e imprescindibile per l’intera famiglia umana. Il sigillo ai nostri desideri verrà posto da papa Francesco che sarà con noi domenica 27 febbraio. Che vivremo un evento storico è anche testimoniato dalla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, alla giornata di apertura dell’incontro dei vescovi, e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, domenica 27. Sono certo che, come avvenne a Bari, i vescovi porteranno a Firenze la vita di comunità cristiane che vivono la loro comunione ecclesiale come germe dell’unità dell’intera famiglia umana: una realtà sacramentale e quindi fatta di grazia e di materia, una storia di liturgia, teologia, vita cristiana vissuta e orientata alla riconciliazione e alla fraternità nel segno profetico, così chiaro a La Pira e sancito dal Concilio Vaticano II e dalla Fratelli tutti di Francesco. I sindaci mediterranei porteranno certamente la storia di comunità provate dalla pandemia, dalla lunga crisi economica e dalle crisi migratorie; presenteranno il volto autentico di città in cui sono tuttora le macerie delle guerre. Tutti ci sentiremo e saremo coinvolti. In una parola, tutti ci sentiremo impegnati a far crescere segni concreti di speranza. (Card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei)

Che il respiro mediterraneo pervada il mondo intero: la prolusione del card. Bassetti all’apertura del Convegno di Firenze

(foto Livia Cefaloni) 23 Febbraio 2022 - Firenze - Ai piedi della facciata di Santa Maria Novella illuminata dal sole del primo pomeriggio, parlando tra loro tante lingue diverse, i Vescovi sfilano uno dopo l’altro e"spariscono" nel chiostro. È ora ufficialmente aperto il Convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, un 'sinodo' mediterraneo, proseguimento del percorso avviato a Bari due anni fa, che dovrà accostare preghiera e iniziativa, il binomio lapiriano di contemplazione e azione, per rilanciare il ruolo delle città e delle Chiese davanti alle sfide che mettono in crisi il nostro presente. Per recuperare, come ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana,  in apertura della sua prolusione, il “respiro mediterraneo”: lo spirito dei popoli mediterranei, il modo in cui essi, storicamente e naturalmente, affrontano e superano le difficoltà, attraverso il dialogo, la comunione, la solidarietà, verso la costruzione e la difesa della pace mondiale. Pace, appunto. È ironicamente tragico che un convegno sulla pace si apra proprio in questo momento, mentre un turbinio di annunci e smentite pare spingere il mondo sull’orlo di una guerra di dimensioni che non si osservavano da tempo. Perché è vero che subito dopo il crollo del muro di Berlino, dal 1991 con la prima guerra del Golfo, i focolai di crisi si sono accesi uno dopo l’altro, costringendo le nuove generazioni di tanti popoli a non conoscere altro che violenza. Ma la forza distruttrice della Seconda guerra mondiale e della Guerra fredda, con l’incombente minaccia nucleare, parevano un capitolo chiuso. Non è così, la pace non è mai data per sempre. E ci ritroviamo di nuovo sull’orlo della fine. I Vescovi sono a Firenze per mettersi in ascolto dei venti di guerra e delle invocazioni di pace. Lo dimostra il gesto del card. Bassetti, che apre il suo intervento leggendo la lettera inviatagli dall’arcivescovo di Kiev, Svjatoslav Ševčuk. Si scusa di non essere a Firenze, dov’era atteso, ma, dice, ha sentito il dovere di rimanere accanto al suo popolo, nella sua terra “martoriata” che rischia di trasformarsi in un “campo di morte”. Chiede che la speranza non si spenga. Non si può smettere di sperare quando la posta in gioco è la salvezza dell’umanità, perché, nell’era atomica, è questo il bene che una guerra mette in pericolo. Come evitarla, dunque? La risposta sta tutta nell’ideale realista di Giorgio La Pira, nel cui spirito si svolge il Convegno di questi giorni , in continuità con i Colloqui mediterranei che egli ideò. Occorre un cambio di passo, “dal paradigma del più forte a quello cooperativo e della solidarietà”, dallo sforzo di sopraffazione, prima causa di tutte le sofferenze, all’integrazione reciproca, che non è poi null’altro che un ritorno alla natura profonda dell’essere umano. L’ascolto e l’aiuto reciproco sono le guide che conducono fuori dalla crisi. Ce lo ha mostrato anche la pandemia, quando a fianco, e spesso all’ombra, di divisioni e disparità, si sono moltiplicate le espressioni di amicizia sociale. È il fiore della speranza che nasce nella scarpata. E appunto un germoglio di speranza vuole essere l’incontro di Firenze. L’auspicio, proclamato a Bari da Papa Francesco all’inizio del cammino che prosegue oggi, è di ricostruire i legami interrotti e rialzare le città distrutte. Quando gli Stati sembrano non riuscire a superare la logica del predominio, ripartire da qui, dalle comunità mediterranee, attraverso il lavoro comune dei loro riferimenti spirituali, per cercare rimedi alle tante crisi che oggi increspano le acque del nostro mare e offrire modelli ben al di là di questa piccola, fondamentale regione. (Livia Cefaloni)  

Card. Bassetti: “i nostri fratelli schiacciati dalle guerre, dalla fame, dal freddo o annegati sono i primi destinatari dell’annuncio evangelico”

23 Febbraio 2022 -
Firenze - “I nostri fratelli schiacciati dalle guerre, dalla fame, dal cambiamento climatico, alcuni dei quali muoiono di freddo ai confini di Europa o annegano nel Mediterraneo, sono i primi e privilegiati destinatari dell’annuncio evangelico”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che aprendo a Firenze l’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo ha esortato i presenti a raccogliere l’invito di Papa Francesco a dar corpo ad una “teologia del Mediterraneo”. Punto di partenza: l’umanesimo, “che questa culla fiorentina ha fatto crescere proprio grazie alla presenza dei padri e dei loro seguiti in città. Noi cristiani siamo ancora divisi, ma possiamo e dobbiamo offrire al mondo una visione condivisa dell’uomo nella sua integralità e nella sua integrazione in un creato che ha bisogno della sua cura e della sua custodia”.

Incontro sul Mediterraneo: un volume del card. Bassetti su La Pira donato agli ospiti

23 Febbraio 2022 - Firenze - In occasione dell’Incontro “Mediterraneo frontiera di pace” che si apre oggi a Firenze viene presentato in anteprima il volume scritto dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dedicato a Giorgio La Pira che ha influenzato profondamente il porporato quando era prete a Firenze e che lo ha ispirato per ideare il forum ecclesiale nel 2020 a Bari e l’appuntamento di questa settimana lungo l’Arno. Il libro si intitola "Il pane e la grazia (Libreria Editrice Vaticana) riprendendo due parole care al sindaco “santo”. Al centro della riflessione di Bassetti «la profezia di La Pira per la Chiesa e il mondo di oggi», spiega il sottotitolo. La pubblicazione verrà donata dal cardinale a tutti i vescovi del Mediterraneo che partecipano alle giornate toscane. «Il diritto al pane si intrecciava visceralmente con la fame di Dio – nota il presidente della Cei –. Da questo punto di vista, l’incontro spirituale e umano con il cattolicesimo fiorentino e con la figura di Giorgio La Pira è stato decisivo. Quest’uomo minuto, di origini siciliane, che si era fatto povero tra i poveri, che scrutava il mondo con lo sguardo lungo del profeta, “aveva il senso dei fini”, come disse Paolo VI, e “sapeva dove andare”».

Card. Bassetti: una via certa tra drammi e attese  con umiltà e fiducia

24 Dicembre 2021 - Papa Francesco, nel suo discorso ai membri del collegio cardinalizio e della Curia romana, ha invitato a percorrere la «via dell’umiltà» perché in essa è custodita la «lezione del Natale»: l’umiltà, infatti, rappresenta «la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità». Cristo è venuto nel mondo attraverso questa via e ci ha mostrato «una meta», che non si raggiunge con la forza della volontà, ma attraverso la partecipazione, la comunione fraterna e lo spirito missionario. Parole stupende che sono valide, ovviamente, per la Chiesa universale e ci restituiscono appieno il senso profondo del cammino che abbiamo intrapreso. La Chiesa italiana, oggi, sta percorrendo la strada della sinodalità in un momento storico che è avvolto dalle tenebre della pandemia. Eppure all’orizzonte c’è la grande luce del Natale, che riscalda, ispira e rischiara il percorso. Un Bambino che si dona e che, con il suo atto d’amore, diventa criterio con cui rileggere gli avvenimenti. Non è un caso, dunque, che il tempo di Natale sia anche occasione per fare il bilancio dell’anno e per considerare i rapporti con i propri familiari, con gli amici, i colleghi e con quanti abitano le nostre giornate. Ancora una volta, purtroppo, siamo in grande apprensione per la nuova ondata pandemica. Il Censis, nel suo ultimo rapporto, parla di «un’Italia irrazionale»: per alcuni milioni di italiani, che pretendono «di decifrare il senso occulto della realtà», il Covid addirittura non esiste e il vaccino è inutile. In nome di un diritto soggettivo di scegliere per la propria vita in totale autonomia, molte persone finiscono per dimenticarsi dei fragili, degli anziani e dei poveri, rompendo, in questo modo, i legami alla base della solidarietà umana. Mai come oggi è dunque necessaria l’umiltà: nel giudizio, nei rapporti interpersonali, nell’amore verso il prossimo. Anche per questi motivi, non possiamo e non dobbiamo abituarci allo stillicidio, praticamente quotidiano, di morti sul lavoro e alle tragedie immani che continuano a compiersi, nell’inerzia colpevole della comunità internazionale, tra coloro che sono costretti a lasciare la loro terra per sfuggire alle violenze e alla fame. Il loro dramma ricorda che anche quest’anno il mondo è stato segnato da tensioni e da guerre e che alla maggioranza dell’umanità è ancora precluso il diritto a una vita libera e dignitosa. Avremo modo di aprire uno squarcio di speranza durante la seconda edizione dell’Incontro 'Mediterraneo frontiera di pace' che si svolgerà a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022. Convinti, come ricorda il Papa nel Messaggio per la 55ª Giornata mondiale della pace, che «tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico». I l pensiero commosso e la preghiera vanno anche alle vittime di gravi fatti di cronaca che nel 2021 hanno chiamato in causa, direttamente o indirettamente, le responsabilità di alcuni o l’incuria sistematica. Voglio qui ricordare in particolare, unendo il Nord e il Sud d’Italia, i tragici fatti del Mottarone e quelli recentissimi di Ravanusa. A fronte di questo quadro a tinte fosche, però, non bisogna cedere alla tentazione della rassegnazione, come nei giorni scorsi ci ha raccomandato il presidente Mattarella. Nell’imminenza della fine del suo mandato  intendo rinnovargli il ringraziamento per la testimonianza che ha reso al Paese nel corso di questi sette anni. In lui possono riconoscersi tutti gli italiani – e sono la stragrande maggioranza – che anche quest’anno hanno dato prova di responsabilità e di solidarietà, di impegno rigoroso e di fratellanza operosa soprattutto con le persone più bisognose. Quale il messaggio di questo Natale? Si può rispondere senza esitazione: la speranza! Che è bene ricordare non è la realizzazione di un desiderio, quanto di una sorpresa. Un evento che accade e sblocca una situazione che sembra irrisolvibile. Come i magi e i pastori, che si presentano a riverire un piccolo bambino adagiato in una mangiatoia. Mi piacerebbe che all’interno della comunità cristiana fossimo portatori di speranza in questo modo: provando a stupirci reciprocamente, a entusiasmarci l’un l’altro con la sorpresa dell’amore. Nel buio delle paure e dei rapporti per interesse, abbiamo la possibilità di portare un po’ di carità. Il Signore che viene si lascia accogliere da chi ha occhi per stupire i fratelli con l’amore. Così l’amore arriva come la luce nelle tenebre. Se la contemplazione della scena della mangiatoia ci indurrà a diventare portatori di speranza agli altri, allora vorrà dire che l’Avvento è stato un cammino di umiltà che ci permette di vivere il Natale da cristiani. (card. Gualtiero Bassetti – Presidente Cei)