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Card. Bassetti: riconoscere in ogni persona le capacità e i talenti di cui è portatrice

22 Gennaio 2020 -

Roma - I quattro verbi - accogliere, proteggere, promuovere, integrare - utilizzati da Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2018 “declinati” tutti insieme costituiscono “un programma sociale completo”. Lo ha detto oggi pomeriggio il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, intervenendo al Senato all’incontro sul tema “Promuovere ed integrare”. Un programma - ha spiegato il porporato - che c’interpella nel “profondo” e “rappresenta un mandato inderogabile per noi come Chiesa, e per chi, come noi, ambisce non solo a stare vicino a chi è momentaneamente in una situazione di fragilità o disagio, ma vuole comunque riconoscere in ogni persona le capacità e i talenti di cui è portatrice. A ciò si lega - ha spiegato il porporato - il desiderio di mantenere una società e una comunità umane e accoglienti, dove le differenze possano costituire un reciproco arricchimento, e le difficoltà essere una sfida per riuscire a farcela assieme”.

I quattro verbi - ha detto il card. Bassetti - “non rivestono un’importanza solo per i migranti e i rifugiati, ma costituiscono un atteggiamento e una capacità che dovremmo avere per chiunque abbiamo di fronte - e indipendentemente dal luogo in cui sia nato -, nel momento in cui lo riconosciamo semplicemente come una persona in difficoltà e nostro prossimo. A volte pare che in questo Paese, specie negli ultimi anni, si sia rimasti un po’ fermi. A volte non riusciamo neanche a dare compimento ai primi due verbi indicati dal Papa: accogliere e proteggere”. Per il presidente dei vescovi italiani, occorre “non avere timore di ribadire che ogni vita è sacra e, se in pericolo, va salvata sempre, ‘senza se e senza ma’”. Per questo è “doveroso realizzare una condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei, che faccia sì che i compiti non ricadano solo sui Paesi di primo arrivo: questo obiettivo va perseguito in sede politica, e mai può portare al rifiuto del soccorso e della prima accoglienza di chi è in pericolo”. Tuttavia - ha detto ancora il card. Bassetti - “fermarsi a questi due verbi - accogliere e proteggere - senza portare avanti in contemporanea e da subito anche gli altri due, ovvero promuovere e integrare, non ci porta lontano. Perché la tutela immediata della vita è cosa ben diversa da dare la possibilità di ricostruirsi una nuova vita nel Paese di asilo”. Per questo la contrapposizione “porti chiusi - porti aperti” è - ha detto ancora - “un falso dilemma: si tratta piuttosto di capire cosa accade a queste persone una volta arrivate in Italia. È, infatti, proprio il dare seguito al promuovere e all’integrare che rende possibile realizzare il contributo più significativo alla costruzione di un Paese capace di riconoscere e valorizzare le differenze, affermando pari diritti e pari dignità. Prima che giuridica o economica, la questione migratoria è una questione di verità, rispetto e dignità. Occorre - ha quindi proseguito - riallargare lo sguardo e aiutare tutti a capire perché tanta gente sia costretta a fuggire in condizioni così tragiche, e cosa accade loro una volta arrivati in Europa”. Secondo il card. Bassetti il “vero” problema oggi non è il numero dei migranti, che negli ultimi anni non cresce più, ma la “cattiva accoglienza”, che fornisce “sì un tetto e del cibo, ma solo quelli, senza favorire l’incontro con il territorio e senza prevedere almeno una qualche forma d’integrazione, come ad esempio corsi di lingua, corsi professionali ecc”. In tal modo, all’uscita da questa accoglienza “povera”, i migranti, “privi di strumenti per orientarsi nella società, vengono di fatto sospinti verso la marginalità e l’irregolarità, che alimentano la paura e l’ostilità da parte di molti cittadini italiani”.

Per il presidente della Cei il vero problema è “la grande quantità di persone presenti nel nostro Paese senza titolo di soggiorno (si stima siano fra le 600mila e le 700mila), o con un titolo di soggiorno che però non possono più rinnovare anche se hanno, nel frattempo, trovato un lavoro. Persone che non sanno dove andare e cosa fare, diventando così facile preda dello sfruttamento e della criminalità. E, purtroppo, gli ultimi interventi legislativi non sembrano sufficienti a ridurre tale cifra”. D’aquila l’auspicio che si possa trovare “presto una soluzione più appropriata e più equa, tenendo conto delle convenzioni internazionali, del rispetto dei diritti umani e delle chiare indicazioni date dal Presidente della Repubblica. Ma, soprattutto, crediamo nella necessità di ridare al nostro Paese un sistema di accoglienza integrato e diffuso, adeguato alle sfide che abbiamo davanti: non devono esistere parcheggi o ghetti”. Il card. Bassetti auspica anche “percorsi più agevoli di accesso alla cittadinanza, soprattutto per quei minori nati da genitori stranieri in Italia, che frequentano le nostre scuole e abitano le nostre città, già italiani di fatto ma ancora privi degli stessi diritti e doveri dei loro coetanei”. L’incontro di oggi al Senato diventa “segno”:  una na giornata in cui - Stato e Chiesa, insieme - “proviamo a inquadrare due aspetti sostanziali: da un lato, sottolineiamo la ricchezza culturale e religiosa che contraddistingue il nostro Paese; dall’altro, proviamo ad ascoltare e a dare risalto alle esperienze positive che hanno saputo accompagnare i migranti in una maniera non assistenziale, così da metterli in grado di dare il loro contributo alla crescita della società dove vivono”. Da qui l’augurio per “un lungo percorso di scambio e confronto in cui lo Stato e la Chiesa, nel reciproco rispetto di diritti, doveri e competenze, possano sempre più accompagnarsi e stimolarsi a vicenda”. (R.Iaria)

Microcredito: domani convegno al Senato con il card. Bassetti e il ministro Lamorgese 

21 Gennaio 2020 - Roma - Si svolgerà nella Sala Koch di Palazzo Madama, domani, 22 gennaio, a partire alle ore 17, il Convegno promosso dall’Ente Nazionale per il Microcredito dal titolo “Promuovere e Integrare”. Durante l’evento verranno presentati il progetto F.A.S.I. ovvero “Formazione, Autoimprenditoria e Start-up per Immigrati regolari” curato dall’Ente Nazionale per il Microcredito e la ricerca dal titolo “Migranti e appartenenza religiosa” curata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Interverranno il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno. Seguiranno gli interventi di Mario Baccini, Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, e del Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli. L’evento sarà moderato dal giornalista Piero Schiavazzi, coordinatore degli eventi del progetto Fasi.

Card. Bassetti: convocati dalla Parola sarà più facile avvicinare e riconoscere pure i tanti immigrati che vivono accanto a noi

20 Gennaio 2020 - Roma - Riscoprirne la centralità della Parola di Dio è “condizione per dirsi e diventare cristiani: occorre tornare a un incontro personale e comunitario con la Parola”. Alla Parola “sentiamo di appartenere: è all’origine del cammino interiore, risveglia il senso di Dio, l’apertura e la tensione verso il mistero. Della Parola vive ogni discepolo; per la Parola crede; sulla Parola poggia la pietà, la catechesi e la fede vissuta; dalla Parola si riversano sugli altri i gesti della carità e si genera e rigenera la comunità”. A dirlo oggi pomeriggio il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, aprendo i lavori del Consiglio Permanente che si concluderà mercoledì. Attorno alla Parola ci si “ritrova fratelli”, per cui essa è il “luogo” principale in cui vivere anche questa Settimana per l’unità dei cristiani. “Sentiamoci convocati dalla Parola: sarà più facile avvicinare e riconoscere pure i tanti immigrati, che vivono accanto a noi, la maggior parte dei quali è di fede cristiana; la loro presenza porta con sé una serie di implicazioni pastorali che devono trovarci attenti e disponibili. Quando si permette alla Parola di liberare la sua carica profetica, diventano visibili i segni dello Spirito anche in mezzo alle ambiguità e alle contraddizioni del presente. Si diventa, allora, capaci di cogliere ciò che nella vita è vero, giusto, conforme al Vangelo e ciò che non lo è, per discernere e comportarsi di conseguenza”. I lavori del Consiglio Permanente della cei prevedono la scelta del tema principale dell’Assemblea Generale di maggio e l’esame della bozza degli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il quinquennio 2020-2025. All’ordine del giorno del Consiglio, poi, un aggiornamento circa le attività del Servizio Nazionale per la tutela dei minori, le indicazioni per l’elaborazione delle relazioni quinquennali sull’attività delle Commissioni Episcopali e sul rinnovo dei loro Presidenti e i criteri di aggiornamento delle Convenzioni per fidei donum e sacerdoti stranieri in Italia. Il Consiglio si soffermerà, infine, sull’Incontro di riflessione e spiritualità Mediterraneo, frontiera di pace (Bari, 19-23 febbraio 2020): verranno illustrati i contenuti e si farà un punto sulla preparazione e sull’organizzazione dell’evento, che verrà chiuso domenica 23 febbraio dalla celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco. L’incontro di Bari, ha detto il card. Bassetti, “vuol essere l’occasione per dare risonanza, dalle diverse sponde del Mare, a quanto accade e poter avviare un processo di visioni condivise e collaborazioni fattive. L’incontro cade – ha aggiunto - in un momento di crisi, particolarmente drammatico: alcune compagini statali – dalla Libia, alla Siria all’Iraq – sono in frantumi, altre sono attraversate da tensioni fortissime. La guerra, in più punti del Mediterraneo, è l’esito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze. Come Chiese – ha concluso - intendiamo offrire una testimonianza di comunione, che non si rassegna a situazioni violente e a strutture sociali ingiuste”.        

Il vero volto dell’umano: una riflessione del card. Bassetti

24 Dicembre 2019 - Natale. Davanti al mistero di questa notte santa, avverto tutta la responsabilità di rivolgermi a voi, lettori, con una parola che possa raggiungervi personalmente e – se possibile – accompagnarvi per un tratto del vostro cammino. Un cammino spesso non facile. Ho davanti agli occhi le stanchezze e le disillusioni, le incertezze e l’ansietà di tanta gente, provata dalla preoccupazione per il venir meno di un modello di lavoro e di sviluppo e, a un livello ancor più profondo, per la difficoltà a riconoscersi con una propria identità, nell’appartenenza a una famiglia e a una comunità. Ne sono segno la caduta delle nascite, l’invecchiamento demografico del Paese, e la stessa emigrazione di tanti giovani verso l’estero. In un simile contesto, forse anche la voce della Chiesa troppe volte si è fatta flebile, nella fatica a interpretare questa stagione alla luce dell’esperienza e della speranza cristiana. «Siamo un popolo di stressati, perché non abbiamo un traguardo, una prospettiva – riconosceva qualche giorno fa Giuseppe De Rita, a margine della presentazione del Rapporto del Censis –. Ci manca il futuro e per questo il presente diventa faticoso, fastidioso». Alla mancanza di prospettive, si aggiunge spesso l’incapacità di un rapporto di fiducia con gli altri. A ben vedere, si tratta di due facce della stessa medaglia, che dice di uno sfilacciamento personale e sociale: lo sguardo miope sulla realtà rende ciascuno attento e sensibile solamente a quelle che sono avvertite come le proprie urgenze personali, che diventano così il principale – se non l’unico – criterio di valutazione e di scelta. In realtà, come osserva Sergio Belardinelli, sappiamo che «la forza di una cultura sta invece nella capacità di relazionarsi continuamente con ciò che è "altro", senza perdere la consapevolezza della propria identità; nella capacità di tendersi il più possibile verso l’altro, senza spezzare i legami che si hanno con se stessi, con la propria storia e la propria tradizione». Identità, cultura, relazioni, appartenenza. Per non fermarci alla retorica e dare contenuto e orizzonte a queste parole, torniamo a Betlemme, riprendiamo i sentieri che conducono alla Natività. Al nostro cuore inquieto, il Bambino Gesù offre come risposta la sua persona, la relazione con Lui, da cui nasce il volto umano di ciò che siamo, la possibilità di vivere l’esistenza quotidiana in modo nuovo. Davanti all’umiltà del presepe cadono violenza e inganno, odi e calunnie; si avverte la ricchezza di conoscersi meglio per arrivare a guardarsi in modo diverso e tendere a formare comunità. La storia del Natale di Gesù ci insegna a conservare, anche nei momenti più difficili, la fiducia e il coraggio. Fiducia e coraggio con cui guardare la storia dalla parte di chi la soffre davvero; a farlo – come suggeriva papa Francesco nell’omelia natalizia di un paio d’anni fa – con gli occhi di Maria e di Giuseppe: «Il Figlio di Dio dovette nascere in una stalla perché i suoi non avevano spazio per Lui. … In mezzo all’oscurità di una città che non ha spazio né posto per il forestiero che viene da lontano, in mezzo all’oscurità di una città in pieno movimento e che in questo caso sembrerebbe volersi costruire voltando le spalle agli altri, proprio lì si accende la scintilla rivoluzionaria della tenerezza di Dio». Pensiamoci. Le chiusure e le contrapposizioni, oltre che sterili, finiscono per togliere l’aria a tutti. Il subbuglio del mondo non è una tragedia, ma qualche cosa che mormora dentro, che cerca di richiamare la nostra attenzione, la reclama. Non disertiamo le responsabilità che la vita ci ha affidato; torniamo a fare con passione e competenza la nostra parte, sapendo che ricostruire un tessuto identitario e comunitario non è opera che s’improvvisa. La vera felicità – ci insegna il presepe – sta nello spogliarsi di pretese di autosufficienza, nella grandezza di chi sa inginocchiarsi davanti al Mistero e rialzarsi con uno sguardo più attento a capire la realtà e a spendersi con generosità per renderla migliore per tutti. Buon Natale a ciascuno di voi. (Gualtiero Card. Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale Italiana)    

50° anniversario di sacerdozio di Papa Francesco: gli auguri della Chiesa Italiana

13 Dicembre 2019 - Roma - Pubblichiamo il messaggio di auguri del Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale di Papa Francesco.   Beatissimo Padre, nello scorrere dei giorni, ci sono date che non scandiscono solo il passare del tempo, ma acquistano un sapore particolare e diventano preziosa opportunità di gratitudine a una persona amata. Così, in occasione del 50° anniversario della Sua ordinazione sacerdotale, la Chiesa che è in Italia partecipa con la sua preghiera di lode e di ringraziamento al Signore. La Sua testimonianza, i Suoi insegnamenti, le parole e i gesti che ci dona, sono storia che si fa vita. La ringraziamo, Santità, perché non smette di ricordarci l’importanza di vivere «la missione come un servizio a Dio e al suo popolo», nonostante tutte le difficoltà del cammino. È un percorso impegnativo ed entusiasmante che c’impegniamo a seguire con semplicità, umiltà e vigore. Grazie, Padre Santo, perché – in un mondo investito dal vento dell’indifferenza – ripropone la bellezza e la fatica di un «sì», che è adesione e affidamento totale. Quel «sì», maturato nel seno della comunità cristiana, s’incarna nella fede semplice e pura del Santo Popolo di Dio che motiva e sostiene il dare tutto per il Signore e il suo Regno. Grazie, perché con il Suo sguardo attento e amorevole ridona alla Chiesa la gioia del Vangelo. Ci assicura che la chiamata è un dono prezioso da custodire e da far fruttare in una vita piena; è lo sguardo sulla realtà, fondato su un ascolto maturo, che consente di incrociare le sofferenze dell’umanità - fino a sentirle nostre - con la misericordia del Padre. Grazie, perché con parresia ci mette in guardia da un rischio diffuso: l’incapacità di contemplare e ringraziare. Canta il salmista: «Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,13-14). La contemplazione è comprensione del ministero come dono, mai come funzione. Grazie, per la Sua paternità spirituale: non si stanca, Lei per primo, di «prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare». È Pastore di una Chiesa che accorcia le distanze, è vicina alle vicende delle persone, s’incarna nella loro storia, s’inginocchia, fascia e cura le ferite. E sa anche farsi curare nelle sue imperfezioni umane. Grazie, perché dopo cinquant’anni non ha perso la gioia di sentirsi chiamato ogni giorno e, con essa, ci sprona ad andare avanti con umiltà e coraggio; soprattutto, conservando una fiducia sconfinata nella misericordia di Dio e dedicandoci, a nostra volta, con generosità al ministero affidatoci. Padre Santo, nell’assicurarLe la preghiera di tutte le nostre Comunità, Le rinnoviamo l’impegno a vivere con gratitudine e speranza il Suo insegnamento e la Sua testimonianza di vita. (Gualtiero Card. Bassetti - Presidente della CEI) ​  

Card. Bassetti: il dialogo e l’incontro sono la chiave fondamentale per evitare equivoci e conflitti

13 Dicembre 2019 - Messina - “Incontro agli uomini. Il futuro del Mediterraneo” è il titolo della prolusione che il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, terrà oggi pomeriggio alle 16 nell’aula magna dell’Istituto teologico “S. Tommaso” di Messina, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. La CEI dal 19 al 23 febbraio 2020 promuove a Bari un incontro di riflessione e spiritualità sul tema “Mediterraneo, frontiera di pace”, al quale parteciperà anche Papa Francesco insieme a vescovi e patriarchi cattolici dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Il mare è, prima di tutto, un luogo di incontro, di comunicazione e non un confine. Il Mediterraneo, nonostante una storia segnata da conflitti, è anche questo: è il mare della ‘triplice famiglia di Abramo’. È un mare che ha generato cultura e commerci, attraverso il quale si è trasmesso il cristianesimo, che pertanto unisce e non divide. Questa è la sfida dell’incontro di Bari”, ha detto il porporato in una intervista pubblicata oggi da Gazzetta del Sud. Rispondendo ad una domanda il card. Bassetto ha sottolineato che “tutti i poveri, quelli che vivono accanto a noi e quelli forestieri di cui non sappiamo nulla, appartengono alla Chiesa ‘per diritto evangelico’, come disse Paolo VI al Concilio Vaticano II. Oggi siamo invitati a guardare nella direzione indicata dalla Laudato si’ nella quale il Papa afferma che ‘la terra ci precede e ci è stata data’, noi siamo solo i custodi di un dono in cui ‘Egli è presente nel più intimo di ogni cosa”. Per questo alla volontà di potenza occorre sostituire la vocazione del custodire; alla pretesa di dominio sul mondo e sugli uomini, occorre sostituire la vocazione al dialogo, alla pace e alla giustizia”. Parlando poi del tema religioni e immigrazione ha sottolineato che “a causa delle migrazioni il dialogo con le altre religioni è ancora più urgente e doveroso. Il dialogo e l’incontro sono la chiave fondamentale per evitare equivoci e conflitti, e anche per capire le necessità e le urgenze dei migranti” (R.I.)  

Perugia: il card. Bassetti in visita alla comunità cattolica romena di rito greco bizantino

2 Dicembre 2019 - Perugia -     L’Avvento, la Festa nazionale della Romania e il primo anniversario della costituzione della comunità cattolica di rito greco o bizantino dell’Umbria, sono stati i motivi per i quali il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve -  ha fatto visita, nella mattinata di ieri a questa comunità di fedeli (in tutta la regione conta più di 500 famiglie), che si ritrova settimanalmente nella chiesa della Valle, situata tra i centri abitati di Ferro di Cavallo e Olmo del capoluogo umbro, messa a sua disposizione dalla diocesi nell’autunno scorso. Il cardinale Bassetti è stato accolto dal parroco padre Lucian Gheoge Cordis e dal decano di Toscana e Umbria padre Valer Sician, parroco della comunità greca romena di Firenze, e a rappresentare il Clero diocesano don Marco Briziarelli, parroco solidale della vicina Unità pastorale di San Sisto-Lacugnano-Sant’Andrea delle Fratte. Il porporato ha salutato i numerosi presenti soffermandosi sui “tantissimi riti nella nostra Chiesa, che sono un segno della sua ricchezza nel rispetto delle sue tradizioni e delle sue diversità”, ha evidenziato Bassetti: Il ‘denominatore” è unico: “noi siamo della Chiesa cattolica e sentiamo tutti la gioia di appartenere a questa Chiesa nell’obbedienza e nella comunione con il Santo Padre Francesco. La diversità dei riti liturgici con cui noi tutti esprimiamo la nostra lode a Dio viene da Lui ricambiata con il suo dono della salvezza. Dice il Papa: La Chiesa non è un cristallo con una sola facciata; la Chiesa è un poliedro che comunica e trasmette la Luce e il messaggio di salvezza attraverso tante sfaccettature che sono delle ricchezze”. “L’Avvento – ha proseguito il cardinale – ci esorta a riflettere sul mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio e questo0 diventa motivo di speranza anche se abbiamo tanti motivi di preoccupazione che ci accomunano. Basti pensare a chi non ha lavoro, ha chi ha problemi di salute, a chi è lontano dal Paese d’origine, come voi, e anche questa è una sofferenza provata dagli stessi italiani migranti nel mondo, perché l’immigrazione è un fenomeno umano che riguarda tutti i popoli. Vorrei aiutarvi come Chiesa a farvi sentire pienamente inseriti nella nostra comunità e soprattutto nella Chiesa cattolica che è la vostra madre. Vivete con intensità l’Avvento andando incontro al Signore con fede, speranza, gioia e con tanto amore”. Il card. Bassetti si è soffermato anche sul secondo e sul terzo motivo della sua visita: la Festa nazionale della Romania e il primo anniversario della costituzione della comunità cattolica romena con sede nella chiesa della Valle di Perugia. “Anche la Nazione, come la Chiesa – ha evidenziato –, ci è madre e io mi auguro che per nessun popolo della terra una nazione sia matrigna”. Poi, nel ricordare il primo anniversario di questa comunità di fedeli, ha annunciato un suo dono. “A completamento dell’arredo liturgico di questa chiesa – ha detto Bassetti – io vi donerò l’iconostasi, perché voglio che la liturgia la compiate nel rispetto di tutte quelle che sono le norme liturgiche del vostro rito. Questo dono è anche un segno della vicinanza e dell’affetto della Chiesa perugino-pievese che vi è madre come la vostra Chiesa di Romania”. (R.L.)  

Card. Bassetti: i giornali Fisc danno un “contributo essenziale alla promozione e all’inclusione nella storia di questo nostro Paese”

22 Novembre 2019 - Roma –  I settimanali diocesani danno un “contributo essenziale alla promozione e all’inclusione nella storia di questo nostro Paese”. Ne è convinto il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Card. Gualtiero Bassetti che questa mattina ha celebrato una liturgia eucaristica con i partecipanti all’Assemblea della Fisc, la Federazione Italiana Settimanali Cattolici, sottolineando i che “la nostra casa non può che essere costruita attraverso un linguaggio puro e purificato, che sa farsi accoglienza e incontro”. Il Card. Bassetti ha evidenziato che “attualmente, i riferimenti più diffusi, anche nei media, sono l’apparire, il consumare, l’acquistare”. “La stessa informazione viene spesso vista solo come un prodotto da vendere. La conseguenza peggiore di tale mentalità è il progressivo svuotamento di significato di molte parole appartenenti al vocabolario della vita, della fede, della Chiesa”. Nell’omelia del cardinale, anche la constatazione che “le parole, quando sono appesantite da chi ama più raccontare il proprio ‘ego’ che raccontare l’’altro’, rendono difficile la comprensione del messaggio, non consentono la formazione di una corretta opinione pubblica e, nell’informazione religiosa, non riescono a comunicare appieno la vita ecclesiale e civile delle nostre comunità”. Per il presidente della CEI“l’antidoto sta nella ricerca di un linguaggio che consenta al messaggio di essere comprensibile e di ‘insegnare’”. Per il Presidente della Federazione, don Adriano Bianchi nelle “nostre comunità continua l’attenzione per i giornali diocesani, giornali di popolo, del territorio, della Chiesa e della gente che hanno ancora la forza di far crescere le coscienze e alimentare lo sguardo di un Paese reale, attraverso la vicinanza alle persone e alla loro vita”. Per don Bianchi la trasformazione dal cartaceo al digitale “non sempre è facile”, ha detto il sacerdote al Sir auspicando che “il sostegno da parte delle comunità, della Chiesa e dello Stato non venga meno”. I giornali della Fisc “sono il termometro delle comunità per il loro giornalismo di vicinanza. Quello che ci permette di capire cosa pensano davvero le persone e ci aiuta a superare alcuni luoghi comuni, come nel caso del tema dei migranti. Poter raccontare storie di relazione con queste persone è peculiare del nostro modo di fare giornalismo”. Ieri sera alla prima giornata dell’Assemblea Fisc sono intervenuti anche Carlo Verna, Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti che ha evidenziato che oggi “si sta cominciando a invertire una tendenza: non abbiamo bisogno di tagli ma di una nuova legislazione per il giornalismo”, ha detto. “La legge di bilancio ha portato alla sospensione del taglio diretto ai contributi per l’editoria. È solo il primo intervento per i giornali diocesani, che sono i principali beneficiari dei contributi pubblici all’editoria. Seguirà un organico piano di riorganizzazione dei fondi nella prossima riforma della legge per l’editoria”, ha quindi detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Andrea Martella, evidenziando che nel sistema dell’informazione italiana “i settimanali cattolici sono una realtà significativa. Credo – ha detto - che i giornali diocesani rappresentino e siano la testimonianza di un’editoria di prossimità che possa farsi strumento di sussidiarietà orizzontale, quando riesce a farsi voce delle istanze di solidarietà e dell’associazionismo”.

Card. Bassetti: “tanti ritengono sensata la costruzione di nuovi muri ma non c’è altra soluzione che il cercare di conoscersi tutti meglio”

11 Novembre 2019 -

Perugia -  “In questo tempo così difficile, nel quale, pur ricordandosi il trentesimo anniversario dell’abbattimento del doloroso muro di Berlino, tanti ipotizzano come sensata la costruzione di nuovi muri, non vi è altra soluzione che il cercare di conoscersi tutti meglio, il più possibile, nella verità e nella fraternità. Conoscere linguaggi e culture di altri popoli apre la mente e il cuore, permette di accogliere e di amare – in piccolo – la ricchezza e la preziosa alterità che differenzia, in grande, le persone e le nazioni”. Lo ha affermato questa mattina il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nell’omelia pronunciata in occasione della celebrazione per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università per gli stranieri. “Questa storica e sempre nuova istituzione non rappresenta solo un contenitore di nozioni e uno strumento di apprendimento linguistico destinato a stranieri, ma è una struttura di eccellenza nella sua elaborazione di cultura – ha rilevato Bassetti – sempre con l’impronta originale del suo carisma interculturale. È quanto il magistero ecclesiale attuale, in primis Papa Francesco, raccomandano e appoggiano con tutto il cuore”. Il cardinale ha poi aggiunto con l’“ateneo che già nella sua intestazione si presenta come rivolto agli stranieri, è un formidabile ponte, non solo per far apprezzare la nostra bellissima lingua e cultura italiana nel mondo, ma per contribuire alla formazione umana delle tante migliaia di giovani e adulti che hanno l’occasione di frequentare le vostre aule”. Commentando le letture bibliche, in particolare l’inizio del libro della Sapienza, l’arcivescovo ha evidenziato come “la ‘sapienza’ è connessa inestricabilmente con quell’esercizio di giustizia che è il perdono, la misericordia, l’amore fraterno”. “Nulla – ha ammonito – si può costruire senza queste solide fondamenta: non muri, ma le mura di un unico edificio, l’umanità, talmente esteso da poter accogliere tutti. Sono le uniche possibili difese contro il male, che non va estirpato nell’altro, ma, prima di tutto, dentro di noi”.

Il card. Bassetti in visita alle famiglie dei giostrai

6 Novembre 2019 - Perugia - «Spero di ritrovare anche in Cielo un luna park, poi la forma con cui lo ritroveremo la deciderà il Signore». E’ l’auspicio con cui il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha salutato le famiglie dei giostrai del Luna Park di Perugia, visitate ieri nel loro luogo di lavoro, come avviene ogni anno da quando è vescovo, esattamente da 25 anni, prima nella diocesi Massa Marittima, poi ad Arezzo e a Perugia. Nel dire che «anche in Cielo avremo un luna park», il cardinale si è ispirato, come lui ha sottolineato, «a un bellissimo pensiero di Giorgio La Pira quando era sindaco di Firenze, che, in piazza del Duomo, disse: “Sicuramente in Paradiso ritroveremo il campanile di Giotto e la Nona sinfonia di Beethoven”; quindi l’arte e la musica ma anche l’aspetto ludico della vita, perché dicono le Sacre scritture che Dio ama giocare con gli angeli». Alla celebrazione eucaristica presieduta dal porporato, come è tradizione sulla pista di un autoscontro, hanno partecipato alcuni ospiti della “Casa Sereni-Don Guanella”, amici del Luna Park. Ad animare la liturgia è stato il coro di San Giovanni Battista di Ferro di Cavallo, la parrocchia nel cui territorio (Pian di Massiano) viene allestito il Luna Park un mese prima la festività di Ognissanti, il cui parroco don Francesco Medori è l’incaricato diocesano per i fieranti e i circensi della Pastorale dei migranti e degli itineranti. «E’ da 25 anni che sono vescovo anche se gli ultimi sono per me molto movimentati – ha esordito con queste parole il cardinale all’inizio dalla messa –, ma una delle realtà che è rimasta legata alla mia vita è la vostra. Di alcuni di voi conosco le vicende personali e familiari, le sofferenze, i lutti, ma anche le gioie. La vita è fatta di tanti appuntamenti anche per i lavoratori itineranti come voi. Ricordo il nostro primo incontro a Massa Marittima con i sacerdoti don Nando e don Emanuele, che mi dissero: “Venga a dir messa al luna park perché non è un luogo di solo divertimento, ci sono soprattutto le persone, le famiglie, i credenti”. La Provvidenza ci ha fatto rincontrare in altre città grazie anche a dei sacerdoti esemplari: ad Arezzo, con don Carlo e don Angelo, che morì molto giovane, e a Perugia, con il nostro don Francesco che mi dice sempre che il luna park “è la mia parrocchia in movimento”. Con l’aiuto di Dio e di questi sacerdoti siate sempre famiglia, camminate insieme sulla stessa strada, perché la Chiesa è il popolo di Dio che cammina verso la Casa del Padre. Per questo mi chiedo: ma che luna park ci deve essere in Paradiso mentre siamo intenti a camminare su questa strada, verso l’eternità, verso Gesù che ci aspetta. Però attenzione, perché si può camminare sulla stessa strada, essere uniti con le gambe, perché si fanno gli stessi passi, ma non essere uniti con il cuore e con la testa. Non basta camminare insieme, è necessario essere in pace con gli altri nel volergli bene e nel sacrificarci per i fratelli più fragili, che hanno bisogno del nostro sostegno. Camminare insieme uniti nel cuore e nell’anima, perché spesso le distanze più grandi sono quelle fra la testa e il cuore. Se riusciamo a mettere insieme la testa e il cuore daremo il meglio di noi stessi e metteremo a frutto tutti i doni che Dio ci ha fatto». Nell’omelia, soffermandosi ancora sul Paradiso, il cardinale ha detto: «La Vita eterna non è fatta di grandi gesti, come anche il Vangelo che è fatto di piccoli gesti. Un bicchier d’acqua dato a uno che ne ha bisogno diventa meritevole di Vita eterna, come anche una carezza, una parola buona, un sorriso in un mondo oggi così avaro di sorrisi, questa è la vita cristiana in maniera molto semplice come l’ha vissuta Gesù». Al termine della celebrazione è intervenuto il portavoce delle famiglie dei giostrai, Enzo La Scala, rivolgendo al cardinale Bassetti queste parole: «La nostra è una comunità che crea “problemi”, che li vive in ogni città, però è anche una comunità che porta sorriso e soddisfazione. Quello che a noi fa piacere è vedere la gente quando arriva spensierata, ospite delle nostre attività e del nostro divertimento. Oggi, essendo 25 anni dal nostro primo incontro con lei, eminenza, è nostro ospite a pranzo perché tutti noi ci meritiamo la sua presenza, ma prima vogliamo consegnargli un piccolo pensiero come segno del nostro incontro». Si tratta di una targa-ricordo con i simboli del luna park e una dedica che sintetizza il lungo rapporto con il presule: “Per i 25 anni di amicizia che ci legano e ci guidano a Sua Eminenza Cardinale Gualtiero Bassetti, gli operatori del Luna Park di Perugia, 5 novembre 2019”.

Terra Santa: Tv2000-InBlu Radio inaugurano ufficio di corrispondenza alla presenza del Card. Bassetti

22 Ottobre 2019 - Gerusalemme - Tv2000 e InBlu Radio hanno inaugurato ieri a Gerusalemme l’ufficio di corrispondenza in collaborazione con il Christian Media Center della Custodia di Terra Santa. Le due emittenti della Conferenza Episcopale Italiana racconteranno in diretta gli eventi più significativi dal Medio Oriente con approfondimenti e interviste. Una finestra aperta che spazia dalla politica ai conflitti territoriali e internazionali, l’emergenza umanitaria, i grandi appuntamenti religiosi ma anche storie di vita e speranza quotidiana. All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Card. Gualtiero Bassetti in pellegrinaggio con la CEI in Terra Santa; il vicario custodiale di Terra Santa, Dobromir Jasztal; il nunzio apostolico in Israele e Cipro e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina, Mons. Leopoldo Girelli; il console generale d’Italia a Gerusalemme, Fabio Sokolowicz; l’amministratore delegato di Tv2000-inBlu Radio, Massimo Porfiri; il direttore di Tv2000-InBlu Radio, Vincenzo Morgante, e la corrispondente di Tv2000, Alessandra Buzzetti. “Sono grato all’editore per averci permesso di aprire un ufficio di corrispondenza da Gerusalemme – ha detto il direttore di Tv2000-InBlu Radio, Vincenzo Morgante -. Proprio nel periodo in cui altre importanti emittenti televisive nazionali chiudono le loro sedi estere Tv2000 rafforza la propria offerta informativa con una presenza stabile in Terra Santa, area così significativa anche in termini geostrategici. L’accordo che abbiamo stipulato con la Custodia di Terra Santa è per noi di rilievo: offre significative e reciproche opportunità di scambio in termini editoriali. Grazie al card. Bassetti per aver voluto rendere solenne con la sua presenza l’inaugurazione ufficiale dell’ufficio di corrispondenza da Israele affidato ad una professionista del calibro di Alessandra Buzzetti”. “Sono venuto per la prima volta in Terra Santa – ha affermato il Presidente della CEI – nel 1969, esattamente 50 anni fa. Sono lieto di poter inaugurare oggi questo ufficio di corrispondenza della nostra Tv2000. Gerusalemme la sentiamo come la casa comune. È il luogo della crocifissione e resurrezione del Signore. Qui c’è l’unica tomba vuota che esiste sulla terra perché Gesù è risorto. Gerusalemme, per noi ma anche per i fratelli di religione ebraica e islamica, è sempre motivo di unità, comunione e grande gioia. Voglio ringraziare con tutto il cuore Tv2000 e InBlu Radio per tutto quello che stanno facendo per la nostra Chiesa”.  

Card. Bassetti: la Chiesa invoca la pace in Siria

21 Ottobre 2019 - Roma - “Per tutte le guerre si cerca sempre di trovare delle ragioni di Stato, e così anche per la Siria. Ciò non giustifica affatto l’inferno che si è scatenato, le famiglie con i bambini in fuga, la distruzione, si continua a distruggere delle civiltà millenarie. Avremo anche questa responsabilità dinanzi al futuro. Dalla Chiesa non può che elevarsi una invocazione di pace perché ogni guerra è un’inutile strage”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. in una video intervista rilasciata Daniele Rocchi per il Sir (https:/la-chiesa-invoca-la-pace-in-siria/) a margine della assemblea ecclesiale della Chiesa umbra a Foligno. Nella stessa intervista il cardinale ha parlato, tra le altre cose, dell’Incontro di riflessione e spiritualità promosso dalla CEI che a febbraio 2020 porterà a Bari oltre cento vescovi del Mediterraneo e affrontato la questione di un Sinodo per l’Italia.  

Card. Bassetti: la Chiesa italiana, attraverso Caritas e Migrantes cerca di dar corpo al Vangelo della carità e della gioia.

29 Settembre 2019 - Città del Vaticano – “Questa piazza vivace e colorata ha raccolto gente di ogni dove, unita nello spirito di lode al Signore, padre di tutta l’umanità. La fede e la potenza del risorto ci fanno sentire fratelli e ci spingono ad amare a tutti, come Lui ci ha amati e ha dato se stesso per noi. La Chiesa che è in Italia si sente interpellata dal mondo delle migrazioni”. E’ quanto ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana salutando, questa mattina, Papa Francesco al termine della celebrazione eucaristica in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e ringraziandolo per “questa celebrazione che ha unito intorno all’altare uomini e donne di ogni luogo e di ogni razza. Milioni di donne, uomini giovani e anziani ogni anno lasciano la propria terra in cerca di una vita migliore, di un luogo di pace o di progresso dove poter trovare rifugio e dignità. Si tratta – ha detto il cardinale Bassetti - di un vasto movimento di popoli tormentati dalla violenza, dalla fame, dalla disperazione, che cerca aiuto presso i paesi più ricchi e capaci. Essi stendono la mano come il povero Lazzaro, chiedendo almeno le briciole del pane per sfamarsi. Ma il ricco epulone della parabola non vuole vedere né sentire, la sua ricchezza lo ha reso povero di sentimento e gli ha inaridito il cuore. Egli non vuol condividere con altri le sue ricchezze e la prosperità la considera cosa privata. Ma il Signore, con la sua Parola e il suo esempio di amore, ci invita ad essere solidali, a non assecondare le ingiustizie e l’empietà. I poveri che bussano alla nostra porta, i migranti che cercano una vita migliore sono il nostro prossimo nel bisogno”. “La mensa condivisa è compassione, amore, gioia. In questa eucaristia abbiamo condiviso il sacramento che ci fa figli e ci rende fratelli. Grazie, Santo Padre – ha concluso il presidente della Cei - per il suo esempio e la forza della sua parola. La Chiesa italiana, attraverso Caritas e Migrantes cerca di dar corpo al Vangelo della carità e della gioia. Preghiamo ogni giorno per lei e la sosteniamo con il nostro affetto. Pregano per lei i poveri da noi accolti, la cui voce sale al Cielo con maggior vigore”. Al termine al Papa è stato consegnata una copia del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. (R.Iaria)

Card. Bassetti, “la politica deve risolvere i problemi che si presentano e non servirsene”

27 Settembre 2019 -
Roma - “Ditemi voi se non è strumentalizzazione della immigrazione chi è sfruttato e vive a un livello infraumano”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ai giornalisti a margine della presentazione del XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes oggi a Roma. “La politica deve risolvere i problemi che si presentano e non servirsene – ha continuato –. Io non mi devo mai servire dell’altro per un progetto, devo sempre vedere una persona che accolgo e integro. I migranti cittadini italiani non possono soltanto servire per dare dei voti”. In vista della riunione dei vescovi del Mediterraneo, previsto a febbraio 2020, “il Papa ha chiesto soluzioni concrete. Non sarà un convegno – ha assicurato Bassetti –, di convegni se ne fanno tanti. Deve essere un momento di confronto in cui ciascuno porta le proprie prospettive e soluzioni”.

Card. Bassetti: educazione e spirito missionario

27 Settembre 2019 - Roma - Il tema scelto dal Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, “Non si tratta solo di migranti”, ci interroga profondamente sul senso del nostro impegno. Come ha più volte ricordato papa Francesco, è un messaggio che intende richiamare un duplice significato: che i migranti sono anzitutto persone umane, ma anche che, al tempo stesso, sono oggi divenute il simbolo di tutti gli scartati della società dell’indifferenza globalizzata. Da questo punto di vista, il perpetuarsi della distinzione fra “loro” e “noi”, fra i nostri problemi e i loro problemi, fra le nostre aspirazioni e le loro aspirazioni, non ha più senso. «In tutte queste dimensioni di sofferenza non c’è alcuna differenza: italiani o stranieri, tutti soffrono allo stesso modo»[1]. Anche per questa ragione, è sempre più urgente fare nostro l’«appello accorato affinché nelle nostre comunità non abbia alcun diritto la cultura dello scarto e del rifiuto, ma si affermi una cultura “nuova” fatta di incontro, di ricerca solidale del bene comune, di custodia dei beni della terra, di lotta condivisa alla povertà. Invochiamo per tutti noi il dono incessante dello Spirito, che converta i nostri cuori per renderli solleciti nel testimoniare un’accoglienza profondamente evangelica e la gioia della fraternità, frutto concreto della Pentecoste»[2]. Grande importanza riveste l’impegno educativo. La famiglia e la scuola, in quanto luoghi privilegiati della formazione umana e culturale delle nuove generazioni, possono essere gli strumenti per insegnare a leggere secondo verità ed umanità quel “segno dei tempi” che è la mobilità umana. Ma non solo. A starci a cuore sono il futuro dei giovani, il lavoro, le famiglie messe alla prova dalle difficoltà quotidiane, la persona migrante e le molteplici cause che l’hanno spinta a lasciare la propria terra, la custodia del creato come “casa comune”, la testimonianza da offrire ai credenti di altre fedi attraverso la meditazione delle Scritture Sacre e il dialogo ecumenico e interreligioso, così come ai non credenti. La scuola, in particolare, non può essere ridotta ai soli parametri dell’efficientismo, ai programmi da rispettare, ai risultati raggiunti, alla burocrazia da ottemperare. È necessario che la società riconosca al più presto l’elevata dignità sociale dell’educatore. Dobbiamo tornare a ripensare la scuola come bene comune, nel suo significato e nelle sue finalità più profondi, anche come luogo per eccellenza – fra le molte, innegabili, criticità – dell’educazione alla convivenza civile e all’interculturalità. Crescono nuove generazioni, diverse dalle precedenti. Dobbiamo avere piena consapevolezza di abitare un mondo profondamente cambiato, un’Italia molto diversa rispetto al passato e una Chiesa sempre più globale. È inevitabile, perciò, che sorgano nuove domande alle quali fornire, con coraggio, risposte altrettanto nuove. Le facili scorciatoie promesse dalle ideologie oggi dominanti – il sovranismo, il globalismo e la tecnocrazia – offrono soluzioni parziali alle sfide del nostro tempo: il primato dello Stato sulla persona, così come quello del denaro o della tecnologia. Il Cristianesimo propone una via alternativa, che rimette al centro quello stesso pensiero che ha edificato l’Europa e l’Occidente: il personalismo cristiano. Come ho già avuto modo di scrivere, non mi nascondo quanto sia complesso il fenomeno migratorio: risposte prefabbricate e soluzioni semplicistiche hanno l’effetto di renderlo, inutilmente, ancora più incandescente. Crediamo nel diritto di ogni persona a non dover essere costretta ad abbandonare la propria terra e in tale prospettiva come Chiesa lavoriamo in spirito di giustizia, solidarietà e condivisione. Crediamo altresì che la società plurale verso la quale siamo incamminati ci impegni a far la nostra parte sul versante educativo e culturale, aiutando a superare paure, pregiudizi e diffidenze[3]. Una grande lezione, in tal senso, giunge dal mondo della ricerca, del quale il Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes costituisce un esempio di spicco. Uno strumento di lavoro, di informazione e di riflessione che giunge quest’anno alla sua 28a edizione, segnando un passo nuovo lungo il cammino inaugurato nel 1991 da don Luigi Di Liegro. In conclusione, mi preme invitare le nostre comunità ad un rinnovato spirito missionario.  Senza di esso ogni riflessione, ogni elaborazione ed ogni progetto perdono di significato. Siamo chiamati, anzitutto, ad essere Chiesa al servizio di un’umanità ferita. Che significa, senza alcuna distinzione, essere Chiesa missionaria. Molto si fa nelle nostre Chiese, ma questo cammino va accelerato. Lo sguardo rivolto all’uomo passa inevitabilmente attraverso una cultura della carità che si fa sinonimo di una cultura della vita da difendere, sempre: che si tratti di salvare l’esistenza di un bambino nel grembo materno, di un malato grave o di uomo o di una donna venduti dai trafficanti di carne umana. Noi abbiamo il compito, non certo per motivi sociologici o morali, di andare verso i poveri per una missione dichiaratamente evangelica. Recuperando anche quel sentimento di unità che, su alcuni temi, è talvolta mancato anche all’interno della stessa comunità ecclesiale.  Card. Gualtiero Bassetti - Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente Conferenza Episcopale Italiana)   [1] Conferenza Episcopale Laziale, Lettera ai fedeli delle diocesi del Lazio, 9 giugno 2019, solennità di Pentecoste. [2] Ibidem. [3] “I migranti e tutti noi”, «Avvenire», 16 giugno 2018.

Card. Bassetti: “Il mio episcopato sotto la tutela di Maria”

24 Settembre 2019 - Roma - “Rivolgo la mia gratitudine a Maria perché sotto la sua tutela ho messo il mio episcopato con la consacrazione l’8 settembre, la nomina per Arezzo il 21 novembre (festa della presentazione al Tempio), la nomina per Perugia il 16 luglio (festa del Carmine) e oggi festa della Madonna della Mercede”. Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Gualtiero Bassetti, in un’intervista del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, a margine del Consiglio permanente della Cei e di una messa celebrata per il 25° anniversario della sua ordinazione episcopale ha spiegato il significato della sua missione di vescovo. “Maria mi ha insegnato – ha aggiunto il card. Bassetti a Tv2000 - quello che a Cana ha detto ai servi: ‘Fate tutto quello che lui vi dirà. Non lasciate cadere nel vuoto nemmeno una parola di Gesù’. Ho sentito la mia vita in questi 25 anni a servizio del Vangelo, dei poveri e soprattutto dei piccoli”.  

Card. Bassetti: “rischiano di essere capro espiatorio di un malessere sociale che ha cause diverse”

31 Luglio 2019 - Roma -  In vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 29 settembre il Presidente della CEI, il Card. Gualtiero Bassetti ha inviato una lettera a tutti i  vescovi italiani.  “Sappiamo bene – scrive - quanto questo tema oggi sia spesso affrontato in maniera divisiva, persino nelle nostre comunità. Il fenomeno migratorio rischia di essere il capro espiatorio di paure e insicurezze, di un malessere sociale che ha cause ben diverse”. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “riveste una valenza importante per tutti” scrive il porporato invitando i vescovi a partecipare alla messa che il papa Francesco celebrerà in piazza San Pietro. “Un’occasione per stringerci a lui ed esprimergli la nostra gratitudine per il suo coraggioso magistero. Concretamente, se ognuna delle nostre Chiese inviasse a Roma un gruppo, contribuiremmo a offrire un segno di comunione attorno al successore di Pietro”.

Card. Bassetti: il forestiero? Non sia capro espiatorio

6 Maggio 2019 - Roma - L’Europa è attraversata da «grandi sfide» attuali, fra cui quella migratoria, che stanno generando «una preoccupante cultura della paura». Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, chiede di «ripartire dall’uomo» per costruire «una nuova Europa». Lo ha fatto ad Assisi nell’incontro promosso dalla scuola di formazione socio-politica “Toniolo”. Parlando di Giorgio La Pira, il Cardinale mette in guardia dalla «paura dell’altro perché non lo si riconosce più come un nostro simile» e del «forestiero che non solo è costretto a vivere come un apolide in terra straniera, ma che sempre più spesso è diventato una sorta di capro espiatorio di tutti i mali della nostra società». Bassetti invoca un’«Europa dei popoli che possa contrastare i rigurgiti di xenofobia di cui si odono gli strali». E sprona i cattolici: «È il momento di proporre e di agire». Citando Papa Francesco, esorta a «investire nella vita, nella famiglia, nei giovani». Ed evocando il sindaco “santo” di Firenze ricorda che «non c’è Europa senza Mediterraneo e non c’è Mediterraneo senza Europa. E in futuro non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo». Da qui il richiamo all’Incontro di riflessione e spiritualità con tutti i vescovi cattolici dei Paesi rivieraschi che la CEI organizzerà a Bari nel febbraio 2020. «Un’occasione unica – afferma il Cardinale –. Mai prima d’ora era stato organizzato un simile evento» che «valorizzando la sinodalità si prefigge di compiere un piccolo passo verso la promozione di una cultura del dialogo». (Giacomo Gambassi)  

Card. Bassetti (CEI): “le paure e i fantasmi fanno innalzare muri”

2 Maggio 2019 - Palermo -  “Stiamo rischiando: rischiamo di diventare una società di acchiappa fantasmi”. Parlando agli oltre 800 rappresentati di tutte le diocesi d’Italia che in Sicilia stanno partecipando al 16° convegno nazionale di Pastorale giovanile dedicato alle “parole coraggiose del Sinodo dei giovani”, il Card. Gualtiero Bassetti si è detto preoccupato, “come pastore e come Presidente dei vescovi italiani”, per quanto avviene nella società. “Facciamo degli altri spesso soltanto degli stranieri – ha detto, presiedendo la veglia di preghiera al Duomo di Monreale -, li trattiamo come fantasmi che ci fanno paura. Questo è terribile! Abbiamo sempre bisogno di fantasmi per alimentare i fanatismi e rassicurare la nostra identità. Le paure e i fantasmi – ha aggiunto – fanno chiudere i porti, fanno innalzare muri e steccati”. Partendo dalla paura di Pietro quando voleva raggiungere Gesù che camminava sulle acque, ha detto dei rischi che corre che si lascia sopraffare dal timore. “La paura toglie fiato a possibili sogni di fraternità, avvelena i pozzi della fiducia nella propria vita e rende tutti più decisamente individualistici – ha detto – perché obbliga alla concentrazione sui propri esclusivi bisogni, acceca, non fa più vedere il mondo e non ti fa più vedere gli altri, figurarsi se ti fa poi vedere gli ultimi”. Pregando “come Gesù” con i giovani e con chi di loro si occupa per conto della Chiesa, il Card. Bassetti li ha invitati a non fermare “il grande lavoro della ricerca interiore e dell’intimità con Dio”. “Io prego con voi e per voi – ha detto -, prego per il vostro lavoro di educatori perché in Gesù possiate trovare la forza di sollevare prima voi stesi e poi i ragazzi e i giovani che vi sono affidati, perché li sappiate liberare dalle loro paure e dalle loro fragilità. E voi pregate tanto soprattutto per il Santo Padre che ha il compito di guidarci tutti, pregate per me e per i vescovi della Chiesa cattolica”. Per terminare, ha consegnato simbolicamente loro la parte finale dell’esortazione post sinodale di Papa Francesco ai giovani, “che – ha detto – mi colpisce e mi incoraggia”. Ha così letto la conclusione del documento nel quale il pontefice si dice felice nel vedere correre i giovani più velocemente di chi è lento e timoroso, “attratti da quel volto tanto amato che adoriamo nella Santissima Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente”. “Abbiamo bisogno di voi – ha detto il Cardinale –, ne abbiamo tuti bisogno! Andate, dunque, e non dimenticate l’invito del Papa: quanto arriverete dove noi non siamo ancora giunti abbiate la cura e la pazienza di aspettarci”.  

Card. Bassetti: promuovere una cultura del dialogo e della pace

Roma - Un’assise “unica nel suo genere” tra i Vescovi cattolici dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum”. Così il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, parla dell’Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo che si svolgerà a Bari nel febbraio prossimo su iniziativa della Chiesa italiana. Il porporato ha aperto, questo pomeriggio  il Consiglio Episcopale Permanente della CEI che all’ordine del giorno una riflessione in vista dell’Assemblea Generale ordinaria (Roma, 20-23 maggio), che sarà dedicata a Modalità e strumenti per una nuova presenza missionaria e quindi un confronto sugli Orientamenti pastorali della Chiesa in Italia. Per il card. l’incontro di Bari sarà  basato “sull’ascolto e sul discernimento comunitario, che, valorizzando la sinodalità, si prefigge di compiere un passo verso la promozione di una cultura del dialogo e della pace, per un futuro dell’Italia, dell’Europa, dell’intero bacino mediterraneo. Nella sua introduzione il Card. Bassetti si è soffermato sul tema della sinodalità che – ha detto, “non è un vestito esteriore”: “sorge dal basso”, “inizia dall’ascolto, dove ciascuno ha qualcosa da imparare dall’altro, nella volontà di mettersi in sintonia, di accogliersi reciprocamente. Traspare nel linguaggio e nel comportamento, nelle relazioni, nelle scelte, nel modo ordinario di vivere. È generativa la sinodalità. Avvicina – ha aggiunto -  la realtà nella disponibilità ad apprendere e coinvolgersi”. La sinodalità – ha quindi detto - è “una proposta che sentiamo di poter e dover fare anche alla società, a una società slabbrata come la nostra. Non è certo sinodale la modalità con cui la comunicazione viene spesso usata per accendere gli animi, screditare e far prevalere le paure, arrivando a identificare nell’altro non un fratello, ma un nemico. Quanta distanza dal dialogo che abbiamo visto in atto in questi giorni con la visita del Santo Padre in Marocco…”. Purtroppo – è ancora il cardinale a parlare -  “quando manca questo sguardo, riusciamo a dividerci su tutto, a contrapporre le piazze”. (R.Iaria)