18 Febbraio 2020 - Bari - “Sì, si può diventare insensibili alla sofferenza altrui, si può banalizzare il male, voltarsi dall’altra parte nel vedere centinaia di profughi nei viaggi della disperazione, nella speranza di un futuro onesto e migliore, di una terra di pace e di convivenza serena e operosa. Il Vangelo è chiaro e non può essere cambiato secondo le mode o le convenienze: chi specula, per qualunque motivo, sulla miseria e la paura altrui perde la propria umanità”. È l’ammonimento del Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova che in qualità di Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), parteciperà da domani a Bari all’incontro della CEI sul Mediterraneo.
In una intervista al Sir, il Cardinale si sofferma a parlare dei disperati in mezzo al mare, dei salvataggi nel Mediterraneo e dei porti chiusi. “L’Europa – argomenta – deve individuare una vera politica per il fenomeno migratorio, senza ipocrisie e interessi nascosti: ogni uomo ha dignità in sé, non può essere considerato perché “conveniente” per qualcosa”. E aggiunge: “L’Europa non deve perdere la sua anima. Se l’Europa oscura la fede cristiana perde se stessa. Lo si vede! I valori più elementari di sempre come il rispetto dell’altro, l’attenzione al bisognoso, il primato della persona a prescindere, la promozione della vita umana sempre, della famiglia, la serietà educativa, la gratuità, non reggono a lungo se staccati dalla loro fonte che è Dio”.
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Card. Bagnasco, “non è ancora decollata una politica europea sulla immigrazione, ma è decisiva”
4 Ottobre 2019 - Santiago de Compostela - “La situazione dei migranti e le difficoltà emerse in questi anni indicano che la via di uscita è quella di una politica dei migranti veramente europea che a nostro avviso non è ancora decollata forse perché non è chiara”. Così il card. Angelo Bagnasco, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, risponde ai giornalisti a Santiago de Compostela dove è iniziata ieri l’Assemblea plenaria del Ccee. “Si è passati da una certa indifferenza verso il processo immigratorio come se i Paesi sul Mediterraneo fossero gli unici deputati a gestire questa situazione, ad una fase di contributi economici che l’Unione europea ha dato ai Paesi di confine con il mare ma bisogna passare però ad una terza fase, decisiva che è quella di affrontare come si fa in famiglia e quindi insieme, una questione che comporta delle difficoltà oggettive. Insieme, non delegare. Mi pare da alcuni segnali ci si stia finalmente incamminando verso questa direzione”.
Riguardo ai populismi che, strettamente legati ai flussi migratori, stanno dilagando in Europa, il cardinale ha risposto: “Questi fenomeni chiamano in causa la responsabilità di chi ha governato in questi anni nei singoli Paesi e a livello europeo. Mi pare ovvio che chi governa debba non solo registrare i fenomeni del proprio popolo ma debba interpretarli senza snobbarli perché mostrare sufficienza rispetto a ciò che emerge dalla storia non risolve il problema. Bisogna entrarci dentro, capire perché e affrontare il problema. Questo a nostro parere non è stato fatto e questi fenomeni sono cresciuti”. Per combattere questi fenomeni, “i vescovi come sempre rilanciano i principi fondamentali del Vangelo, e che il Papa ha riassunto in questi anni in due parole, accoglienza e integrazione, stando attenti che nessuna realtà sfrutti la disperazione di questa gente che cerca un futuro di giustizia e di pace. Nessuno deve sfruttare queste situazioni per altri interessi”. (Sir)
Migrantes Genova: Messa con il card. Bagnasco per la GMMR
29 Settembre 2019 - Genova - Santa Messa in Cattedrale San Lorenzo a Genova oggi pomeriggio alle 16,20 presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra oggi. Il tema del messaggio di Papa Francesco per quest'anno è: "non si tratta solo di migranti" .
Il Papa, alla luce del Vangelo , ci ricorda che si tratta anzitutto delle nostre paure, della nostra capacità di accogliere, nel nostro saper trovare e aiutare l'ultimo nella nostra vita, dell'imparare a servire gli ultimi, del non fare differenza tra persone per il loro stato sociale o economico.
“È vero non si tratta solo di migranti Ma in questi giorni e si sono l'emblema degli ultimi e dei poveri della terra”, sottolinea una novità dell’Ufficio Migrantes di Genova presieduto da mons. Giacomo Martino: “il Papa ci indica come negli ultimi e verso gli ultimi noi siamo capaci di dare il meglio di noi stessi. Sono gli ultimi che ci danno la chiave di interpretazione della nostra vita e ci fanno capire che le fortune che abbiamo vanno condivise con l'intera umanità sofferente”.
Alla celebrazione parteciperanno tutti i residenti di Genova rappresentanti dei popoli della terra con i loro vestiti tradizionali e le bandiere delle loro Nazioni per “esaltare la bellezza della diversità che non è differenza”. Inoltre saranno presenti le massime autorità della città.