11 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - «Non solo ha commiserato i profughi, ma anche si è adoperato con ogni mezzo, anche presso i responsabili civili, perché non si sentissero abbandonati a un triste destino». È uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata ieri nell’Aula Paolo VI dal vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, per rievocare la figura
del neocanonizzato vescovo di Piacenza e fondatore della Congregazione dei missionari e missionarie di San Carlo, Giovanni Battista Scalabrini.
La Messa di ringraziamento del porporato è stata l’occasione di rendere grazie al Signore per questa figura che nacque a Fino Mornasco e divenne presbitero per la diocesi di
Como il 30 maggio 1863 e della cui Chiesa particolare fu rettore del Seminario minore.
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Canonizzazione Zatti: la Messa con il card. Sandri
11 Ottobre 2022 - Roma - «Un santo» il cui scopo e «ragione della sua esistenza è stata la carità». È il ritratto scelto dal prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, il cardinale argentino Leonardo Sandri, per tracciare la cifra di grandezza del nuovo santo, il coadiutore salesiano Artemide Zatti. La Messa di ringraziamento si è svolta ieri – presieduta dal
porporato argentino - nella chiesa di Santa Maria Addolorata nel quartiere Trieste a Roma: da tutti conosciuta come la chiesa nazionale argentina.
All’Eucaristia era presente tra gli altri, il rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime.
Papa: i due nuovi santi ci invitano a camminare insieme
9 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - I due Santi oggi canonizzati, il vescovo Giovanni Battista Scalabrini e il laico Artemide Zatti, "ci ricordano l’importanza di camminare insieme e di saper ringraziare". Lo ha detto papa Francesco oggi nell'omelia per la canonizzazione dei due santi in piazza San Pietro. Il Vescovo Scalabrini, che fondò una Congregazione per la cura degli emigrati, affermava - ha detto il Papa - che "nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza: 'Proprio a causa delle migrazioni forzate dalle persecuzioni – egli disse – la Chiesa superò i confini di Gerusalemme e di Israele e divenne cattolica; grazie alle migrazioni di oggi la Chiesa sarà strumento di pace e di comunione tra i popoli' (L’emigrazione degli operai italiani, Ferrara 1899). Scalabrini guardava oltre, guardava avanti, verso un mondo e una Chiesa senza barriere, senza stranieri". Da parte sua, il "fratello salesiano Artemide Zatti - ha spiegato - è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalle il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo 'grazie' facendosi carico delle ferite degli altri". Il pontefice ha poi ricordato l'emigrazione di oggi e soprattutto quella degli ucraini con l'invito a pregare per questo Paese. (Raffaele Iaria)
Papa Francesco: Zatti fu migrante in Argentina
9 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - Papa Francesco ha incontrato, ieri mattina, i salesiani in occasione della canonizzazione di Artemide Zatti. Nato a Boretto (Reggio Emilia) fu "migrante" in Argentina dove conobbe appunto i missionari di don Bosco. "I salesiani - ha detto il papa - giunsero in Argentina nel 1875 e in un primo tempo svolsero il loro apostolato, a Buenos Aires. A Buenos Aires non sono andati nel quartiere più importante, sono andati alla Boca, dove c’erano i comunisti, i socialisti, i mangiapreti! Lì sono andati i salesiani, e in altri luoghi, soprattutto a favore degli emigrati italiani. Artemide conobbe i salesiani a Bahía Blanca, dove nel 1897 con la sua famiglia era giunto dall’Italia. Purtroppo, molti migranti perdevano i valori della fede, tutti presi dal lavoro e dai problemi che incontravano. Ma gli Zatti, grazie a Dio, fecero eccezione. La partecipazione alla vita della comunità cristiana, i rapporti cordiali con i sacerdoti, la preghiera comune in casa, la frequenza dei sacramenti non vennero meno. Artemide crebbe in un ottimo ambiente cristiano e, grazie alla guida di padre Carlo Cavalli, maturò la scelta per la vita salesiana". "Quando ero Provinciale - ha detto ancora - dei Gesuiti dell'Argentina, conobbi la vicenda di Artemide Zatti, ne lessi la biografia e affidai a lui la richiesta al Signore di sante vocazioni alla vita consacrata laicale per la Compagnia di Gesù. Da quando cominciammo a pregare per sua intercessione, aumentarono sensibilmente i coadiutori giovani; ed erano perseveranti e molto impegnati. E così ho reso testimonianza di questa grazia che abbiamo ricevuto".
Santi mons. Scalabrini e il laico Zatti
9 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - Papa Francesco ha proclamato santi i beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, pronunciando la formula di rito all'inizio della messa a Piazza San Pietro.
Giovanni Battista Scalabrini nacque l’8 luglio 1839 a Fino Mornasco, in provincia di Como (Italia). Nel 1863 fu ordinato sacerdote. Nominato parroco nella periferia della città, sviluppò una peculiare sensibilità per i problemi sociali e l’educazione dei giovani.
Giunse nel 1876, all’età di 36 anni, la sua nomina a Vescovo di Piacenza. Gli inizi rivelarono subito i tratti caratteristici di tutto il suo ministero episcopale: attenzione al clero e ai seminaristi, vicinanza alla gente, preoccupazione per l’insegnamento del catechismo, carità verso i bisognosi. Con zelo e lungimiranza straordinari raccolse la sfida pastorale dell’emigrazione di famiglie e lavoratori locali verso gli Stati Uniti e il Sud America, così da ideare e realizzare il progetto di un’adeguata assistenza religiosa dei migranti. Con l’approvazione di Papa Leone XIII ebbe inizio nel 1887 a Piacenza la Congregazione dei Missionari di San Carlo, che egli fondò. Scalabrini istituì anche un’associazione laicale, la “San Raffaele”, per l’aiuto ai migranti nei porti di imbarco e sbarco. Diede poi vita, nel 1895, alla Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. Fra il 1901 e il 1904 visitò i missionari nei luoghi del loro apostolato. Tornato dal Brasile, il disturbo di salute, di cui soffriva da tempo, si aggravò e il 1° giugno 1905 rese l’anima a Dio. Lo zelo pastorale del Vescovo di Piacenza, vero uomo di fede, fu espressione di una carità ardente, che lo spinse a riconoscere l’importanza e la complessità del fenomeno migratorio nelle società moderne. Il suo insegnamento anima ancora oggi i cattolici all’impegno verso i migranti e rifugiati, per la costruzione della fratellanza universale. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997.
Artemide Zatti nacque a Boretto, in provincia di Reggio Emilia (Italia), il 12 ottobre 1880. Costretta dalla povertà, la famiglia emigrò in Argentina quando Artemide era adolescente, e si stabilì a Bahía Blanca. Il giovane frequentava la parrocchia retta dai Salesiani e si accese in lui il desiderio di farsi religioso. All’età di 20 anni partì quindi per Bernal come aspirante. Assistendo un sacerdote malato, contrasse la tubercolosi; di conseguenza venne trasferito a Viedma, dove si trovava un ospedale missionario. Artemide, su suggerimento del Padre Evasio Garrone, promise che, se fosse guarito, avrebbe dedicato la vita ai sofferenti. Per intercessione di Maria Ausiliatrice, guarì.
Il 18 febbraio 1911 emise la professione perpetua come salesiano laico e subito si mise al lavoro con i malati, prima distribuendo i farmaci, poi nella gestione di tutto l’ospedale di Viedma. Soprattutto vi lavorò come infermiere, stimato da pazienti e medici. Per assistere gli ammalati a domicilio girava in bicicletta per la città e oltrepassava anche il Rio Negro per raggiungere Patagones. Vestito del grembiule e portando la borsa con medicine e strumenti, teneva con una mano il manubrio e con l’altra sgranava il Rosario. Amava servire quelli che non avevano niente, nei tuguri della periferia. Con la sua fedeltà e letizia, conquistava tutti. Incarnò quanto don Bosco aveva detto ai suoi primi missionari partiti per l’America: «Abbiate cura speciale degli infermi, dei bambini, degli anziani, dei poveri, e vi guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini».
Nel 1950 comparvero in lui i segni di una grave malattia, che visse con eroismo fino alla morte, avvenuta il 15 marzo 1951. Primo salesiano coadiutore non martire, Artemide Zatti è stato beatificato il 14 aprile 2002.
Lo sguardo di umanità del Vescovo Scalabrini nei confronti dei migranti
9 Ottobre 2022 - Il Vescovo Giovanni Battista Scalabrini è Santo. Una santità che nasce dal suo impegno sacerdotale e parrocchiale, nella catechesi e nella predicazione, nell’insegnamento e nella cura dei presbiteri, ma ha al centro il suo impegno pastorale e sociale a favore degli emigranti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Allora dal nostro Paese, a causa della povertà in campagna e in collina partivano fino a un milione di italiani l’anno: metà verso le Americhe e l’altra metà verso i Paesi dell’Europa, del Nord Africa e del Medio Oriente. Un impegno condiviso con un altro Vescovo amico, Geremia Bonomelli, di due diocesi vicine - Piacenza e Cremona – che alla fine si divideranno il lavoro pastorale con i migranti: Scalabrini, con i suoi missionari, in America e Bonomelli, con i preti diocesani, in Europa. L’impegno pastorale sarà soprattutto nel condividere il viaggio e la vita con gli emigranti italiani, perché avessero la possibilità di continuare un cammino di fede, con le celebrazioni e la catechesi in lingua italiana e l’assistenza spirituale. Il clero autoctono, infatti, non solo non curava la vita religiosa degli emigranti, ma talora ostacolava l’attività dei missionari. Il Vescovo Scalabrini aveva compreso che abbandonare gli emigranti e le loro famiglie che partivano avrebbe generato l’abbandono anche della fede e della pratica religiosa, oltre che l’adesione a movimenti socialisti e anarchici. L’impegno sociale sarà diretto a promuovere la tutela dei migranti, contro gli agenti e mediatori di manodopera approfittatori, contro i datori di lavoro sfruttatori, per la promozione dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie e dei minori, sensibilizzando l’opinione pubblica e la politica in diverse occasioni – all’ Expo di Torino del 1898, al Convegno dell’Opera dei Congressi di Ferrara del 1899, ad esempio – e formulando anche proposte di legge. A questo proposito, in una relazione alla Congregazione di Propaganda fide del 4 settembre 1889 il Vescovo Scalabrini scriveva: “Nelle fazendas gli emigranti lavoravano in condizioni durissime, come braccianti salariati, in genere a cottimo, alle dipendenze di fazendeiros in gran parte dispotici e sfruttatori, con conseguenze negative sia sul piano morale che religioso”. Bella è poi l’amicizia per quasi quarant’anni tra i due Vescovi, Scalabrini e Bonomelli, testimoniata dal fitto Epistolario, dove si respira la passione per la cura degli emigranti che per Scalabrini sfocerà nella fondazione della Congregazione degli Scalabriniani e per Bonomelli nella creazione dell’Opera di assistenza per gli italiani emigrati in Europa. Esemplari sono le parole del Vescovo Bonomelli commemorando l’amico Scalabrini nella Chiesa di S. Bartolomeo a Como, nel 1913: “La Provvidenza mi pose in contatto con molti uomini collocati in alto nella Chiesa di Dio per ufficio, per scienza e pratica di affari, conoscitori della società; ma posso affermarlo con tutta coscienza: non ne trovai uno o ben pochi che conoscessero al pari di lui le condizioni nostre vere, sociali e religiose, e i bisogni relativi dei nostri tempi!... Il suo sguardo spaziava al di là della sua diocesi, dell’Italia e dell’Europa”. Questo sguardo di Scalabrini è carico di santità perché esperto di umanità, capace di dialogare con le istituzioni, di “uscire dal tempio”. Ed è questo sguardo pieno di umanità che la santità del Vescovo Scalabrini ci sollecita, perché “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini, soprattutto dei poveri e dei malati” (G.S. 1) non ci lascino indifferenti, abbattino i muri dell’indifferenza e della prepotenza, spingano all’impegno e alla condivisione. È uno sguardo, quello del Vescovo Scalabrini, che ha una preferenza per i poveri, che allora erano i salariati sfruttati, costretti a partire per le Americhe. È uno sguardo che coinvolge oggi noi, le nostre comunità per educarci alla prossimità nei confronti dei migranti, in questo tempo in cui – come scrive Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti – “riappare “la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità” (F.T. 27).
Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes
Scalabrini Santo: le iniziative
9 Ottobre 2022 -
Roma - Sono tante le iniziative messe in campo in occasione della beatificazione di mons. Giovanni Battista Scalabrini. Il 29 settembre a Roma una Veglia di preghiera mentre ieri il musical «Per terre lontane». Domani la messa di ringraziamento e il 12 ottobre a Piacenza - dove Scalabrini è morto il 1 giugno 1905 - su iniziativa della diocesi, un beve percorso che parte dalla casa delle Missionarie Scalabriniane e si concluderà con un momento di preghiera nel duomo della città. Il 13 ottobre sarà la diocesi di Como a promuovere iniziative a Fino Mornasco, dove Scalabrini è nato l’8 luglio 1839.
Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela: due notti in pullman per la canonizzazione di mons. Scalabrini
8 Ottobre 2022 - Messina - E' partita ieri sera alle 20 la rappresentanza dei migranti dell’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, con destinazione Roma, per pregare e ringraziare il Signore per la canonizzazione del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, apostolo del catechismo e "padre dei migranti". L’arrivo a Roma è previsto per le ore 7 di domani domenica mattina, dove in piazza S. Pietro, nel corso della solenne celebrazione eucaristica che avrà inizio alle ore 10.15, Papa Francesco proclamerà santo mons. Scalabrini assieme al laico salesiano Artemide Zatti.
Saranno 90 i pellegrini, 40 della Cappellania srilankese e 50 di quella filippina, che da Messina si uniranno ai tanti fedeli che raggiungeranno Roma. Due notti in pullman! "Un sacrificio affrontato nella gioia di volerci essere, perché da domani agli onori degli altari ci sarà un 'uomo di Dio' che dell’amore ai migranti ha fatto lo scopo del suo ministero, lasciando un esempio che rimarrà attuale e forte per quanti sono costretti a mettersi in viaggio e per i tanti operatori che nel mondo si mettono a servizio della mobilità umana", spiega una nota della Migrantes diocesana che ringrazia la Fondazione Migrantes che con il suo contributo ha permesso di rendere "ancora più accessibile, a livello economico, la partecipazione all’evento".