8 Agosto 2021 - Roma - 262 morti, 136 italiani. E’ il bilancio della tragedia che ha colpito 65 anni fa l’ex miniera di Marcinelle, in Belgio. E’ l’8 agosto 1956. Ogni anno in questa data, dal 2001, anche il ricordo dei lavoratori italiani nel mondo con la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita per celebrare, ricordare e onorare i tanti lavoratori italiani e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere.
E anche questa mattina, alle 8,05, ora della tragedia, la benedizione a Marcinelle, della Campana “Maria Mater Orphanorum” e duecentosessantadue rintocchi della stessa in memoria delle vittime seguita da discorsi ufficiali, la deposizione di fiori dalle Associazioni di ex minatori presso il Monumento “Alle Vittime” e la visita al cimitero di Marcinelle dove si è svolto un momento di raccoglimento e deposizione di fiori presso i monumenti “Ai Minatori” e “Sacrificio dei Minatori Italiani”. Ieri sera l’inizio delle commemorazioni una celebrazione eucaristica presso il sito del Bois du Cazier presieduta da padre Daniel Procureur, decano della regione di Charleroi ."In varie città italiane diverse iniziative per ricordare le vittime della tragedia mineraria di Marcinelle. Una tragedia che listò a lutto come ricorda lo storico Toni Ricciardi nel volume “Marcinelle, 1956. Quando la vita valeva meno del carbone” (Donzelli), più di un terzo delle province italiane, ben 32 tra Nord e Sud. Tra i tanti borghi colpiti, Manoppello (Pescara), che contava appena settemila abitanti e che proprio in Belgio aveva esportato, a partire dal 1946, 325 uomini: quel giorno morirono in 23.
E ogni giorno a ricordali è l’unico sopravvissuto, oggi 86enne: Urbano Ciacci, matricola 709 che porta ben visibile sul petto. E ad ogni manifestazione è li, davanti a quella miniera, con una lampada sempre accesa legata alla sua cintura, un caschetto con un piccolo lume, la camicia e il pantalone del minatore: “li conoscevo tutti e non posso dimenticarli”, ci dice commosso. Luì, originario di Fano, scampò a quella tragedia perché in Italia per sposarsi. Seppe dello scoppio e della morte dei suoi compagni la mattina successiva alla stazione di Milano: insieme alla moglie stava prendendo il treno per fare ritorno in Belgio e seppe la notizia leggendo il giornale: “non ho detto nulla a mia moglie altrimenti lei non sarebbe salita su quel treno”, ci dice raccontandoci di aver lavorato in miniera dal 1954 ai primi anni ottanta. In Belgio è arrivato all’età di 18 anni compiuti ed ha subito lavorato a Marcinelle a oltre 1000 metri di profondità insieme “ai miei compagni che sono morti e ogni giorno vengo a trovare e salutare uno per uno. Lo devo alla loro amicizia”. Ogni mattina prima di andare al lavoro – ci racconta ancora al telefono Urbano invitandoci a visitare il museo nato in quella miniera – davo un bacio ai miei figli. Mi chiedevano il perché, e io rispondevo: non so se ci rivedremo stasera”. (Raffaele Iaria)
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Marcinelle: per Di Maio “resta fortemente impresso nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga
8 Agosto 2021 - Roma – “Il sacrificio di Marcinelle resta fortemente impresso nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga, e anche dell’Europa tutta, considerate anche le diverse nazionalità delle vittime dell’incidente minerario”. Lo scrive oggi, in un messaggio, il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in occasione del 65° anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle, nella quale l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 minatori, di cui ben 136 erano cittadini italiani. Il 2021 – ricorda Di Maio – segna anche il 75° anniversario dell’accordo “uomini contro carbone”, siglato nel 1946 tra l’allora neonata Repubblica Italiana e lo Stato Belga. Come ricorda, con “forte impatto, il nome stesso con il quale questo accordo è passato alla storia, si tratta di un’intesa in base alla quale il Belgio si impegnava a cedere all’Italia carbone in cambio di manodopera italiana da impiegare nelle miniere belghe, garantendo così la forza lavoro necessaria. La stessa forza lavoro vittima della tragedia che oggi commemoriamo”. E rivolgendosi al popolo belga il capo della Farnesina esprime vicinanza per la recente alluvione che ha causato 36 vittime: “una tragedia diversa, ma pur sempre un disastro inaspettato, cui l’Italia con altri Paesi europei ha risposto attraverso aiuti della Protezione Civile, e che ci induce a riflettere sulle conseguenze del nostro comportamento sull’ambiente, la grande scommessa del futuro, così come la ricerca del lavoro era la scommessa del popolo italiano uscito dal Secondo conflitto mondiale”. Per Di Maio il ricordo di Marcinelle è “così sentito e attuale perché rappresenta l’emblema delle conquiste sociali dei lavoratori italiani, così come di quelli europei e di tutto il mondo. La promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere oggi più che mai al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali determinate dalla pandemia da COVID-19, risposta che viene fornita dai vari Piani di rilancio nazionali adottati sulla base dei fondi europei, grazie allo sforzo congiunto dei 7 Stati membri che hanno deciso di affrontare uniti l’emergenza globale”.
Il sacrificio di quanti, in Italia e all’estero, a Marcinelle o altrove nel mondo, hanno perso la vita “intenti nello svolgere la loro professione o impegnati nelle attività di volontariato e di sostegno, in ogni epoca storica – prosegue il ministro degli esteri italiano - e quindi anche e con più forza oggi che siamo alle prese con gli effetti di una devastante pandemia, non sarà stato vano se, proprio in questa fase di ripresa, saremo capaci di trasformare le nostre economie e creare opportunità e posti di lavoro per un’Italia e per un’Europa di cui vogliamo sentirci davvero partecipi e orgogliosamente cittadini. Da sempre, il valore del lavoro è stato esaltato da tutti gli italiani che sono emigrati e continuano ad espatriare alla ricerca di nuove e migliori occasioni: per questo, tale altissimo valore costituzionale merita di essere celebrato ogni giorno dalle istituzioni, italiane ed europee, attraverso la garanzia delle giuste tutele e dei giusti riconoscimenti per tutti, tanto a livello economico, che sociale e personale”. Di Maio poi rivolge un pensiero a tutti i familiari delle vittime di Marcinelle, ai familiari di tutte le vittime italiane cadute sul lavoro, ai cari di quanti hanno reso onore all’immagine dell’Italia nel mondo con “il loro impegno e con il loro sacrificio, e continuano quotidianamente a farlo: a tutti costoro rivolgo il mio profondo rispetto, la mia gratitudine e un genuino senso di compartecipazione e vicinanza”.
Marcinelle: il ricordo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella
8 Agosto 2021 - Roma – “Desidero rendere omaggio al sacrificio di 262 minatori, tra cui 136 italiani, che sessantacinque anni or sono persero la vita nella tragedia di Marcinelle". Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto rivolgere un messaggio in occasione del 65° anniversario della tragedia di Marcinelle e della 20ª Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Il Capo dello Stato ricorda l’8 agosto 1956 con la tragedia che colpì particolarmente l’Italia: da qui “tragici eventi” l'Europa ha “appreso l'importante lezione di dover porre diritti e tutele al centro del processo di integrazione continentale. Oggi – scrive Mattarella - viviamo una nuova fase di ripresa e ripartenza. L'Unione Europea - edificata sulla base di valori condivisi e di norme e istituzioni comuni - ha saputo trovare in sé energie per aiutare i popoli degli Stati membri nel difficoltoso cammino di uscita dalla pandemia. Gli ambiziosi traguardi che ci siamo prefissati nei piani di rilancio e resilienza non potranno essere raggiunti senza un responsabile sforzo, individuale e collettivo. Quella responsabilità esercitata dai tanti lavoratori italiani che hanno percorso le vie del mondo”.
Il pensiero “rispettoso” e di “vicinanza” di Mattarella, in questo giorno, va “innanzitutto ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro, emblematicamente rappresentati dai parenti delle vittime di Marcinelle” e si augura che questo messaggio raggiunga tutti gli italiani che vivono all’estero per “ragioni professionali, con sentimenti di viva riconoscenza per il loro contributo e il loro impegno”. (Raffaele Iaria)