Primo Piano

Papa Francesco: gli auguri della Presidenza CEI

13 Marzo 2024 -

Roma - Pubblichiamo il Messaggio di auguri della Presidenza CEI a Papa Francesco  in occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio.     Buonasera, gioia, Vangelo, misericordia, amore, famiglia, giovani, fratellanza, Creato, riforma, Chiesa Beatissimo Padre, quelle sopra sono undici parole con cui vogliamo rileggere i Suoi undici anni di pontificato e rivolgerLe gli auguri delle Chiese in Italia. Buonasera è il primo saluto rivolto al mondo intero, segno di immediatezza e familiarità. Gioia è invito costante a testimoniare con il sorriso la radicalità della fede. Vangelo è incontro, ancora oggi e sempre, con il Signore che si dona. Misericordia è esperienza continua del perdono di Dio. Amore è il punto di congiunzione del nostro rapporto con Dio e con gli altri. Famiglia è il luogo dove s’impara ad amare e a uscire da sé stessi. Giovani: non una categoria, ma il presente della nostra storia. Fratellanza è la via da seguire per un futuro di pace e convivenza. Creato è la nostra Casa comune da salvaguardare contro le logiche predatorie. Riforma è la conversione missionaria cui siamo tutti chiamati. Chiesa è la comunità dei discepoli missionari che vivono il Vangelo. Beatissimo Padre, ogni anniversario è occasione preziosa per testimoniare l’affetto verso le persone care, ma anche il momento in cui esprimere la propria gratitudine per i doni ricevuti nel tempo. Nel fare memoria di quel 13 marzo 2013 rinnoviamo dunque l’impegno ad annunciare il Vangelo in questa nostra storia. Siamo convinti che questo sia il regalo più bello che possiamo donarLe: Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo! Vogliamo essere, con la Sua paterna guida, sempre più una Chiesa sinodale che cammina “in compagnia del Risorto, preoccupata non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale”. RinnovandoLe la gioia della nostra disponibilità, Le assicuriamo la preghiera delle Chiese che sono in Italia. Auguri, Santità.  

Ala: dal Sudan in Italia dove ha trovato una famiglia e una scuola

13 Marzo 2024 - Milano - Ala Adine ha 18 anni e come tanti ragazzi della sua età pensa al futuro. A Torino frequenta un corso di formazione in meccanica industriale che gli darà un lavoro garantito. Il passato lo vuole lasciare alle spalle. Il dolore preferisce non raccontarlo. «La sua strada è ben segnata», si augura Davide Dentico, 57enne, impiegato nel commerciale. Insieme alla moglie Beatrice Zampieri, grafica di 54 anni, e alle figlie Chiara di 28 e Francesca di 23, ha accolto in casa Ala Adine quando di certezze sul futuro non ne aveva affatto. A 17 anni il giovane è andato in affido in questa famiglia grazie a “Pagella in tasca”, un progetto dell'associazione Intersos, realizzato con il sostegno della Conferenza episcopale italiana (nell'ambito della campagna “Liberi di partire - Liberi di restare”), della Fondazione Migrantes, di Acri e della Fondazione Compagnia di San Paolo. Adesso il percorso è a carico del Comune di Torino. Ala Adine e altri 34 minori non accompagnati, scappati dalle persecuzioni in Sudan e rifugiati in un campo in Niger gestito da Unhcr, sono arrivati in Italia attraverso un canale di ingresso regolare con un visto per studio. È il progetto virtuoso dei corridoi umanitari. «L'avvicinamento ad Ala Adine è stato graduale. All'inizio era molto teso, si sentiva un ospite. Più avanti, un ospite gradito. Adesso è parte della famiglia, anche se rimane un ragazzo timido e sulla nostra storia preferisce lasciar parlare noi», spiega Davide Dentico. Quella di Ala Adine e della sua famiglia affidataria è una parabola che mostra un'integrazione possibile , ma non ancora abbastanza praticata. In fuga da quando aveva 14 anni, Ala Adine ha attraversato il deserto fino alla Libia, dove ha lavorato come bracciante. Intercettato dai membri dell'Unhcr, è entrato nel campo per rifugiati di Agadez, in Niger. Grazie alla sua forte motivazione allo studio, qui è stato selezionato per il progetto “Pagella in tasca”. In Italia, in un anno, Ala Adine non ha appreso solo la lingua e il mestiere di meccanico, ma aspetti di sé che prima non avrebbe potuto neppure esprimere . «A casa ho sempre tele, pennelli e colori. Era curioso, così gli ho spiegato un po' di tecniche e l'ho portato a vedere musei e mostre. Si è innamorato di Mirò — ricorda orgogliosa la madre affidataria —. Lo scorso Natale, ha voluto riprodurre i quadri dell'artista per donarli ai nostri amici e parenti. Ha un grande talento artistico». Ora che sono maggiorenni, «i ragazzi possono prolungare l'affido e studiare con un sostegno economico di 550 euro al mese fino ai 21 anni», precisa Elena Rozzi, responsabile del progetto per Intersos. Hanno ottenuto lo status di rifugiati e dopo cinque anni (anziché 10 come per gli altri immigrati residenti) potranno chiedere la cittadinanza. In quanto rifugiati, non dovranno presentare il certificato di nascita né quello penale, difficili da recuperare nel loro Paese. «Per parlare con loro di cittadinanza è ancora presto — aggiunge Rozzi —. Non so cosa decideranno, ma la cittadinanza dà diritti in più che in realtà tutti vogliono». Le ragioni della fuga dal Sudan si capiscono dalle loro storie. C'è per esempio Said (nome di fantasia), nato nel Darfur e cresciuto in un campo per sfollati interni. Da bambino aiutava già un medico in ospedale. Quando aveva 13 anni, le milizie janjaweed (i miliziani filogovernativi impegnati nella guerra civile del Darfur, ndr ) hanno ucciso e torturato alcuni membri della sua famiglia. Said è scappato in Libia, dove è stato detenuto per cinque mesi. Nel 2020, è riuscito a fuggire in Niger. Quando Intersos lo ha intercettato ad Agadez, Said non aveva mai avuto la possibilità di frequentare regolarmente la scuola. In Italia, spera di poter diventare un medico. All'arrivo dei miliziani, Abdoul (un altro nome di fantasia) aveva invece 14 anni. Al villaggio, in cui abitava con la sua famiglia, reclutavano forzatamente i ragazzi. Così è andato in Libia. Ha lavorato per otto mesi in un ristorante, ma se chiedeva una paga veniva picchiato. Prima di avere asilo in Niger, aveva potuto frequentare solo la scuola coranica. Oggi sogna di diventare un informatico. Sono desideri comuni, che adesso possono diventare realtà. Sullo sfondo, un percorso di integrazione che sarebbe auspicabile per tutti quei minori ancora in viaggio, alla ricerca di un posto da chiamare casa. (Elena Campisi - Avvenire)      

Comunità francofone Emilia Romagna: oltre 300 persone a Codifiume

12 Marzo 2024 - Ferrara - Lo scorso 10 marzo la chiesa di Santa Maria Codifiume ha ospitato il Ritiro spirituale delle comunità francofone dell'Emilia-Romagna, con S. Messa mattutina animata dal coro liturgico multietnico francofono regionale. Tanti i presenti, circa 300, con oltre 200 partecipanti delle comunità francofone provenienti da Parma, Bologna Carpi, Forlì, Faenza, Rimini e Ferrara. Presenti 18 sacerdoti e 2 accoliti. Sabato 16 marzo, invece, dalle 8.30 alle 15.30 in Seminarioa Ferrara il Ritiro spirituale delle comunità linguistiche dei migranti in Diocesi, con S. Messa alle ore 12.30 animata dal coro liturgico multietnico di Ferrara. Infine, sabato 11 maggio, dalle 6.30 alle 11.00, con Santa Messa alle ore 9.00 al Santuario del Poggetto, Pellegrinaggio a piedi della Migrantes diocesana, dal Santuario del Ss. Crocifisso di San Luca (Ferrara), al Santuario del Poggetto.

Tratta: il 14 marzo un convegno sulle “nuove schiavitù”

12 Marzo 2024 - Roma - Giovedì prossimo, 14 marzo, alle 10, il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, interverrà in apertura al convegno “Le nuove schiavitù” organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, presso la sua sede di Palazzo Borromeo, insieme all’inviato speciale del Governo per la libertà religiosa, Davide Dionisi. All’incontro, che si propone come occasione di confronto e riflessione sul tema della tratta di esseri umani e dello sfruttamento – informano i promotori dell’iniziativa – parteciperanno suor Abby Avelino, coordinatrice internazionale della rete Talitha Kum; don Aldo Buonaiuto, fondatore dell’associazione Pace in Terra e direttore editoriale di In Terris, madre Marilena Pagiato delle Figlie della Carità Canossiane, Nadia Cersosimo, dirigente penitenziario presso il Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà personale, don Benedetto Labate, missionario del Preziosissimo Sangue e parroco della chiesa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Modererà l’evento Davide Dionisi.

Italiani nel Mondo: a New Castle una piazza dedicata al popolo italiano e una statua in onore di Padre Pio

12 Marzo 2024 -
Roma - Una statua di padre Pio in preghiera è stata  inaugurata sabato  nella chiesa di Santa Maria dello Spirito Santo, nella città di New Castle, nello Stato della Pennsylvania insieme alla  piazzetta della chiesa  dedicata “al popolo italiano”. Prima dell’ inaugurazione, il vescovo di Pittsburgh, mons. David Zubik, ha celebrato una messa in onore di san Pio. L’iniziativa celebra il 125° anniversario dell’arrivo in questo Stato del padre di padre Pio da Pietrelcina, Grazio Forgione, che emigrò per far studiare il proprio figlio affinché diventasse sacerdote. Grazio, infatti, iniziò a lavorare a New Castle nel marzo del 1899. Intitolata “Ti abbraccio”, la statua è l’unica replica a grandezza naturale dell’originale, creata dall’artista cattolico Timothy Schmalz collocata nel 2021 a Pietrelcina. Per l’iniziativa sono arrivati messaggi ai promotori dall’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, e dal sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone. (R.Iaria)

Ue: a gennaio 4,3 milioni di rifugiati dall’Ucraina

12 Marzo 2024 - Roma - «Al 31 gennaio 2024 4,3 milioni di cittadini extracomunitari, fuggiti dall'Ucraina a seguito dell’invasione russa del 24 febbraio 2022, godevano dello status di protezione temporanea nell’Ue». Lo riporta Eurostat. I principali Paesi che hanno ospitato i rifugiati sono stati la Germania (1.270.150 persone; il 29,5% del totale dell'Ue), la Polonia (951.560; il 22,1%) e la Repubblica Ceca (381.190; l'8,9%). Rispetto alla fine di dicembre 2023, i maggiori aumenti assoluti del numero di rifugiati sono stati osservati in Germania (+18 905; +1,5%), Repubblica Ceca (+8 155; +2,2%) e Spagna (+2 830; +1,5%). Il numero di rifugiati è invece calato in Italia (-18 125 persone; - 11,2%), Polonia (-3 235; -0,3%), Estonia (- 225; -0,6%), Francia (- 205; -0,3%) e Lussemburgo (-10; -0,2%).

Gioia Tauro: nella parrocchia di san Francesco la festa delle nazionalità

12 Marzo 2024 - Gioia Tauro - Si è svolta, domenica scorsa nella parrocchia di San Francesco da Paola di Gioia Tauro - guidta da don Natale Ioculano - la “2° Festa della Nazionalità”, organizzata con la collaborazione dei ragazzi dell’Oratorio – Centro Giovanile parrocchiale “Don Bosco”. Vari i gruppi etnici presenti che hanno dato vita a momenti musicale ed hanno offerto assaggi delle loro tradizioni gastronomiche argentine, camerunensi, italiane, marocchine, moldave, nigeriane polacche, ucraine, etc. "É importante conoscerci per annullare le distanze affinché ognuno nella sua diversità, diventi ricchezza e tenda alla costruzione di un mondo più umano", ha detto don Ioculano spiegando il senso dell'iniziativa. (R.Iaria)

Migrantes: oggi a Trieste la presentazione del Rapporto sul Diritto d’Asilo

12 Marzo 2024 -  Roma – Il Rapporto sul Diritto d’Asilo2023 della Fondazione Migrantes sarà presentato oggi a Trieste. Interverranno il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, Mariacristina Molfetta, curatrice del report per la Fondazione Migrantes, Gianfranco Schiavon autore di un capitolo del volume moderati da p. Luciano Lavriera, direttore del Centro Culturale “Veritas”. Il Report della Migrantes è stato presentato anche ieri a Zugliano.

Mci Annecy: ieri la celebrazione per il primo secolo di storia

11 Marzo 2024 - Annecy - Con una solenne liturgia eucaristica la Missione Cattolica Italiana di Annecy ha celebrato il suo primi secolo di storia. A presiedere, ieri mattina, la liturgia nella parrocchia italiana di San Francesco di Sales il vescovo della diocesi di Annecy, mons. Yves Le Saux  insieme al presidente della Fondazione Migrantes, l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego e il missionario italiano don Pasquale Avena. Il presule francese ha incoraggiato la Mci di Annecy a continuare questa missione in spirito di vera missionarietà e prossimità in un tempo in cui c’è molto bisogno di dare risposte concrete alle sfide di oggi. Ricordando poi i i cento anni mons. Yves Le Saux ha sottolineato il ruolo che la Missione Cattolica Italiana di Annecy ha avuto aiutando i tanti emigranti italiani arrivati sul territorio dell’Alta-Savoia, spesso spaesati e soli. La comunità cattolica italiana, attraverso i missionari che si sono succeduti, hanno risposto a queste necessità, aprendo loro la porta della Missione. Il vescovo commentando le letture del giorno, ha parlato della gioia e della luce, quella "gioia" e quella "luce" che i migranti hanno ricevuto bussando alla porta della Missione e di questa chiesa dedicata a un Santo, San Francesco di Sales, che qui in Francia si è fatto prossimo annunciando "il Vangelo dell’amore di Dio". La comunità italiana, di fronte alle difficoltà dell'emigrazione, ha sempre trovato conforto, aiuto e sostegno nella Missione Cattolica Italiana e nei Missionari che si sono succeduti in Alta Savoia, ha detto il parroco, don Avena che ha ringraziato la chiesa locale che "con il Vescovo e tutti i suoi preti, mi ha accolto come uno dei suoi preti e mi ha dato la fiducia per aprire me stesso e i miei amici italiani ai problemi dell'emigrazione globale, per eliminare insieme, se possibile, le cause e le realtà dell'emarginazione dell'uomo, creatura amata dell'unico Dio". "Siamo felici e festeggiamo - ha detto il sacerdote italiano - perché "questa chiesa è il nostro Memoriale. Ci ricorda quello che hanno passato i nostri compatrioti prima di noi: hanno chiesto aiuto, hanno pianto, hanno pregato, si sono incontrati, si sono sposati, hanno battezzato i loro figli e nipoti. Non dimentichiamolo! I tempi sono cambiati, ma non dobbiamo dimenticare!". Sabato sera, a presiedere la liturgia con la comunità italiana, è stato mons. Perego che nella sua omelia ha sottolineato che sono stati cento anni di "vita, di gioie e sofferenze, di tristezze e angosce di un popolo, quello italiano, che, dopo il biennio rosso, viveva l’inizio di una dittatura fascista che l’avrebbe portato alla distruzione e anche a una nuova stagione di migrazione soprattutto per motivi politici, che si aggiungeva alla migrazione economica che al cavallo dei due secoli, Ottocento e Novecento, e, in particolare, nel ‘900 porterà migliaia di italiani a cercare e trovare lavoro in questa terra". "Evangelizzazione e promozione umana - ha aggiunto mons. Perego -  hanno sempre camminato insieme nella pastorale dei migranti in questa terra". In cento anni di storia la missione cattolica di Annecy ha visto "passare molte persone, ha vissute ore drammatiche dopo una guerra e durante una guerra europea fratricida, ha visto la ricostruzione, fatta anche dalle mani degli emigranti, le contestazioni, l’abbandono della fede, ma Dio è sempre stato realmente presente, il Signore ha accompagnato nel bene e nel male questi cento anni di storia. Una storia di fede popolare di persone lontane da casa, ma che si sono sentite a casa nella casa del Signore".  (Raffaele Iaria)  

Cei: nota della Presidenza dopo la nomina del nuovo nunzio apostolico in Italia

11 Marzo 2024 -

Roma - Pubblichiamo la nota della Presidenza della CEI a seguito della nomina di Monsignor Petar Rajič a Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino.

Ringraziamo Papa Francesco per l’attenzione continua e costante verso le Chiese in Italia. La nomina del Nunzio Apostolico è espressione del particolare vincolo di comunione che si rinnova tra la Sede Apostolica e le comunità ecclesiali. In questo momento desideriamo esprimere la nostra gratitudine al Cardinale Emil Paul Tscherrig per il servizio svolto, in questi sette anni, a favore delle nostre Chiese. È stato un tempo intenso, contraddistinto da profondi cambiamenti che stanno interessando i territori e condizionato anche dalla pandemia. Abbiamo davvero avuto modo di sperimentare la sua preziosa azione e il suo consiglio nel rendere sempre più saldi ed efficaci i vincoli di unità con la Sede Apostolica e nel tessere le relazioni con le Autorità dello Stato. Con gli stessi sentimenti, accogliamo oggi Monsignor Petar Rajič ringraziandolo sin d’ora per il ministero che svolgerà tra di noi. Affidiamo la sua missione ai nostri Patroni San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena.

Novità al cinema: da giovedì “Memory” e “La terra promessa”

11 Marzo 2024 -

Roma - Al cinema nella prima metà di marzo due titoli importanti da Venezia80. Il primo è il dramma sentimentale “Memory” (Academy Two) del regista messicano Michel Franco, con la Premio Oscar Jessica Chastain e Peter Sarsgaard, Vincitore della Coppa Volpi alla Mostra. È la storia, nella New York di oggi, di Sylvia e Saul, due solitudini in cerca di conforto e tenerezza: lei è una madre sola, con lavori precari e con un difficile percorso di elaborazione di abusi subiti in famiglia che l’hanno portata all’alcolismo; lui è un uomo sulla cinquantina, dalla sicura posizione sociale, che però precipita in una vertigine di disperazione nel momento in cui gli viene diagnosticato l’Alzheimer precoce. Sylvia e Saul sono due ultimi, due feriti dalla vita, che insieme provano a non arrendersi e ad affrontare l’incerto domani. Insieme sperimentano una nuova primavera di sentimento. Si innamorano.

Film dolente, bellissimo, per adulti. 

Ancora, La terra promessa. Bastarden (Movies Inspired) del danese Nikolaj Arcel, che con il solidale Mads Mikkelsen – insieme hanno realizzato già A Royal Affair (2012) – ha composto un affresco storico-epico con incursioni nel western esistenziale. Il film racconta l’impresa dell’ex capitano militare Ludvig Kahlen, che ottiene dal re il permesso di coltivare le algide terre del Nord. Molte le difficoltà da fronteggiare: dall’invidia dei nobili locali ai bracconieri, compresa la natura aspra e inospitale, che non fa sconti. A motivare la sua marcia, non solo la determinazione (a tratti cieca), ma anche due incontri che cambieranno corso alla sua esistenza. Un’opera struggente, di grande fascino e sostanza. In uscita con Medusa “Race for Glory. Audi vs Lancia” di Stefano Mordini, prodotto e interpretato da Riccardo Scamarcio. Il film, su cui torneremo, racconta la gara tra le scuderie Audi e Lancia nel campionato di rally del 1983. Nel cast Daniel Brühl, Volker Bruch e Gianmaria Martini.

Virzì torna a Ventotene. Una lunga esitazione, durata quasi tre decenni: dal 7 marzo è nei cinema con 01 Distribution “Un altro ferragosto”, atteso sequel della commedia amara, amarissima, “Ferie d’agosto” (1995) di Paolo Virzì. Il regista livornese fa ritorno all’isola di Ventotene insieme a quasi tutti gli storici interpreti – Sabrina Ferilli, Silvio Orlando e Laura Morante –, omaggiando gli amici scomparsi troppo presto: Piero Natoli ed Ennio Fantastichini. Insieme a loro alcune new entry: Christian De Sica, Vinicio Marchioni ed Emanuela Fanelli. Con “Un altro ferragosto” Virzì mostra le disavventure di due famiglie, i Molino e i Mazzalupi, espressione di un’Italia sciatta e allo sbando. Un affresco umano, politico-sociale, marcato da miseria e povertà valoriali. A funzionare sono soprattutto le scene corali: lì c’è ritmo, coinvolgimento e trasporto. E in questo Virzì è maestro, bravissimo, proprio come in “Siccità”. Al di là di qualche debolezza o furbizia nell’impianto narrativo, il film funziona per soprattutto per lo sguardo di Paolo Virzì, così acuto, irresistibile e “feroce”, mai banale. Un autore che onora la tradizione della commedia all’italiana. (Sergio Perugini)

Scegliamo la luce

11 Marzo 2024 -
Città del Vaticano - Agli abitanti di Efeso Paolo scrive di un Dio ricco di misericordia; e Giovanni, nel dialogo tra Gesù e Nicodemo, ci dice che Dio “ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito”. Ci avviciniamo alla Pasqua, siamo a metà del tempo liturgico, e l’invito che ci giunge dalle letture – anche dal libro delle Cronache, di fronte alle infedeltà di fedeli e sacerdoti Dio non dimentica il suo popolo e lo salverà – è messaggio di speranza. Non mancano certo le difficoltà, ieri come oggi, non mancano i problemi, ma la Pasqua che ci accingiamo a celebrare ci ricorda che la storia non si ferma al venerdì, c’è la domenica, la pietra rotolata, il sepolcro vuoto, la vittoria della vita sulla morte. Vittoria che deve risuonare ovunque in particolare in quelle regioni i cui popoli sono vittime di guerre e violenze, e dove vivono poveri, persone sole e abbandonate. Così Francesco nel dopo Angelus dice di seguire “con preoccupazione e dolore” quanto sta accadendo a Haiti e invita a pregare perché “perché cessi ogni sorta di violenza e tutti offrano il loro contributo per far crescere la pace e la riconciliazione nel Paese, con il sostegno rinnovato della Comunità internazionale”. Preghiere anche per l’Ucraina e la Terra Santa: “cessino al più presto le ostilità che provocano immani sofferenze nella popolazione civile”. Parole che fanno seguito a quanto pronunciato nell’intervista alla Radiotelevisione svizzera con le quali chiedeva il “coraggio” del negoziato per uscire dal conflitto russo-ucraino e bollava come “irresponsabili” coloro che fanno la guerra. Messaggio di speranza, dunque, e la pagina di Giovanni ci aiuta a comprendere il messaggio centrale del Vangelo. Nicodemo, un fariseo, va a trovare Gesù di notte, forse per non essere visto dopo la cacciata dei mercanti dal tempio, critica esplicita ai sadducei che avevano il compito di governare gli accessi dei fedeli. Forse anche per cercare di portare il giovane e famoso rabbi dalla sua parte; in qualche modo crede ma non ha ancora il coraggio di andare fino in fondo, di fare la scelta radicale e allora sceglie la notte: è un uomo in ricerca ma è ancora nell’oscurità, nella notte, appunto. “Il Signore lo accoglie, dialoga con lui e gli rivela di essere venuto non a condannare ma a salvare il mondo” afferma Papa Francesco all’Angelus, che ricorda come spesso nel Vangelo Gesù svela “le intenzioni delle persone che incontra, a volte smascherandone atteggiamenti falsi, come con i farisei, o facendole riflettere sul disordine della loro vita, come con la Samaritana”. Il Signore legge nei nostri cuori ma non usa “giudizi privi di misericordia”. Siamo tutti peccatori, tutti sbagliamo, ma Gesù non usa “la conoscenza delle nostre debolezze per condannarci”, non se ne serve “per puntarci il dito contro, ma per abbracciare la nostra vita, per liberarci dai peccati e per salvarci”. A Gesù “non interessa farci processi o sottoporci a sentenze” afferma ancora il Papa, e il suo sguardo “non è un faro accecante che abbaglia e mette in difficoltà, ma il chiarore gentile di una lampada amica, che ci aiuta a vedere in noi il bene e a renderci conto del male, per convertirci e guarire con il sostegno della sua grazia”. Cosa che invece facciamo noi, afferma il Papa, quando sparliamo, condanniamo l’altro, e facciamo pettegolezzi. “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini – leggiamo nella pagina del Vangelo – hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvagie”. Infine, il pensiero di Francesco va alla donna – la Giornata internazionale dell’8 marzo – alle quali esprime vicinanza “specialmente a quelle la cui dignità non viene rispettata”. C’è ancora tanto lavoro da fare “perché sia riconosciuta concretamente la pari dignità delle donne”. E questo vale per ognuno di noi ma soprattutto per le istituzioni: “hanno il dovere fondamentale di proteggere e promuovere la dignità di ogni essere umano, offrendo alle donne, portatrici di vita, le condizioni necessarie per poter accogliere il dono della vita e assicurare ai figli un’esistenza degna”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Papa Francesco: “cessino le ostilità in Ucraina e Terra Santa” e appello per R. D. Congo e Haiti

11 Marzo 2024 -
Città del Vaticano - “Accolgo con affetto la comunità cattolica della Repubblica Democratica del Congo a Roma”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’Angelus di ieri in piazza San Pietro. “Preghiamo per la pace in questo Paese, come pure nella martoriata Ucraina e in Terra Santa”, ha proseguito Francesco: “cessino al più presto le ostilità che provocano immani sofferenze nella popolazione civile”. “Seguo con preoccupazione e dolore la grave crisi che colpisce Haiti e i violenti episodi avvenuti negli ultimi giorni”, ha poi aggiunto il Papa: “Sono vicino alla Chiesa e al caro popolo haitiano, che da anni è provato da molte sofferenze. Vi invito a pregare, per intercessione della Madonna del Perpetuo Soccorso, perché cessi ogni sorta di violenza e tutti offrano il loro contributo per far crescere la pace e la riconciliazione nel Paese, con il sostegno rinnovato della comunità internazionale”. Infine la “vicinanza” ai “fratelli musulmani”, all’inizio del Ramadan.

Viminale: da inizio anno sbarcate 4.979 migranti sulle coste italiane

8 Marzo 2024 -
Roma - Sono 4.979 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il datodel ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 1.206 sono di nazionalità bengalese (24%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Siria (764, 16%), Tunisia (698, 14%), Egitto (511, 10%), Pakistan (251, 5%), Eritrea (248, 5%), Etiopia (187, 4%), Sudan (149, 3%), Guinea (109, 2%), Gambia (66, 1%) a cui si aggiungono 790 persone (16%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Servizio Civile: a Scampia il XVIII Incontro nazione del Tavolo Ecclesiale

8 Marzo 2024 - Roma - Si svolgerà a Scampia a Napoli il prossimo martedì 12 marzo il XVIII Incontro dei giovani in servizio civile del TESC (Tavolo ecclesiale sul servizio civile) nel ricordo di san Massimiliano di Tebessa, giovane martire cristiano per obiezione di coscienza al servizio militare. Come avvenuto per le precedenti edizioni, il tema è quello indicato da Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio scorso: “Intelligenza artificiale e pace”. Alla vigilia dell’incontro, lunedì 11 marzo, si svolgerà a Casal di Principe (CE) l’iniziativa “Per amore del mio popolo”, a 30 anni dall’uccisione di don Peppe Diana. Dal 2003 il TESC organizza ogni anno il 12 marzo, nella ricorrenza liturgica del martirio del giovane obiettore del 295 d.C., un incontro nazionale dei giovani in servizio civile. Lo scorso anno l’appuntamento si era tenuto a Barbiana (FI) a 100 anni dalla nascita di don Lorenzo Milani. Ad accogliere gli oltre 600 partecipanti sarà il complesso a Scampia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Tra gli interventi previsti quelli del Rettore, Matteo Lorito, di Laura Massoli (Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale), Marta Bertolaso (Università Campus Bio-Medico di Roma), Davide Dattoli (Talent Garden), Guglielmo Tamburrini (Università degli Studi di Napoli Federico II), moderati da don Alessio De Fabritiis. Sono inoltre previste testimonianze di giovani in servizio civile in Italia e all’estero. Nel pomeriggio, dopo una visita a Scampia, concluderà l’incontro la Celebrazione eucaristica presso la chiesa “San Giuseppe Moscati” presieduta da S.E. Mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli. Il TESC, costituitosi nel 2003, attualmente riunisce 18 organismi, associazioni ed enti cattolici impegnati su questo ambito. Vi aderiscono: Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Azione Cattolica Italiana, ACLI, AGESCI, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro Sportivo Italiano, Volontari nel mondo-FOCSIV, G.A.V.C.I., Salesiani per il Sociale APS, CDO Opere Sociali, Anspi, Unitalsi.

Forum delle Migrazioni: oggi mons. Perego sulle cause delle migrazioni che impediscono la libertà di restare

8 Marzo 2024 - Agrigento - “Fermare  la   corsa   agli  armamenti,   il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune”. Secondo  l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, deve essere questo l’impegno prioritario che può consentire realmente la possibilità di scegliere se essere 'liberi di partire o di restare'....”  . Monsignor Perego è intervenuto questa mattina  in collegamento alla seconda giornata del IX Forum sulle migrazioni organizzato dall’Accademia di Studi Mediterranei, l’appuntamento che l’ Istituto di Alta Cultura fondato da Assuntina Gallo Afflitto e presieduto dal vescovo Enrico dal Covolo, promuove ogni anno per riflettere sul tema delle migrazioni.  Con un approccio, anche questa volta,  chiaro: perché  “etica  e diritto si possono distinguere, ma non disgiungere”. Oltre alle guerre note e dimenticate è “il neocolonialismo economico: la razzia delle risorse altrui”- come ricordato anche da Papa Francesco- “che impedisce alle persone di restare nel proprio Paese”. "Assistiamo  non solo a  un impoverimento delle risorse dei Paesi dell’Africa, ma a un vero e proprio furto legalizzato delle loro risorse, su cui poi le multinazionali e alcuni Paesi speculano”, ha spiegato Perego.  E ha aggiunto: “Anche l’Italia attraverso il cosiddetto ‘Piano Mattei ’vuole ricercarsi ‘un posto al sole’ in nove Paesi Africani (Marocco, Tunisia, Egitto, Algeria, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico), ma anche in Angola e Ghana, per ‘lo sviluppo italiano in Africa’ – con le briciole lasciate ai Paesi africani, non coinvolti nel piano”. Ma “siamo lontani dal vero e unico ‘Piano Mattei’ del dopoguerra, preparato in Università Cattolica di Milano in quasi dieci anni prima e dopo il ’48 e che aveva visto oltre a Mattei, protagonisti i grandi economisti Vanoni e Vico, Fanfani e la Pira, Saraceno e altri e che pensavano alla cooperazione allo sviluppo dei popoli africani seguendo l’invito di Pio XII”. Tra gli interventi di ieri al convegno anche quelli dell’arcivescovo di Agrigento,  Alessandro Damiano, di Angela Ales Bello, presidente del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche di Roma  dedicato al tema della fratellanza universale, di Stefano Pasta, docente all’ Università Cattolica  che è intervenuto sui “nuovi italiani” e la necessità “ di riconoscere il cambiamento demografico italiano”, del saggista Marco Roncalli  e di don Aldo Sciabbarrasi, direttore dell'Ufficio Migrantes dell'Arcidiocesi di Agrigento che fra storia e attualità hanno  raccontato e interpretato l’attenzione della Chiesa  al fenomeno migratorio nella sua evoluzione  a partire dalle origini sino al pontificato di Papa Francesco.  I lavori del convegno - ospitati nella Sala delle Conferenze di Casa Sanfilippo, al Parco Archeologico nella Valle dei Templi - dopo l’ultimo contributo di oggi, presentato da Luca Alteri, docente all’ Università “La Sapienza” di Roma  sui migranti e il tema della “povertà come condanna”,  si concluderanno domani con alcuni approfondimenti specifici di don Alessandro Andreini,  Alfonso Cacciatore, Giulia Sfameni Gasparro, Anna Maria Samuelli, Antonio Romano e don Carmelo Mezzasalma.

Cei: in 10 anni 307 i progetti in favore delle donne

8 Marzo 2024 -
Roma - Negli ultimi 10 anni sono stati 307 i progetti in favore delle donne in più di 40 Paesi per quasi 33 milioni di euro. Dalla formazione al supporto alle donne vittime di violenza, dall’avvio di attività generatrici di reddito alla promozione di un’agricoltura sostenibile, la Chiesa italiana – grazie ai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica – continua a favorire partecipazione e opportunità. “Lavorare insieme aiuta a rafforzare i legami, a ridarci speranza. Finalmente qualcuno ci è stato accanto, ci ha dato ascolto, ha capito i nostri bisogni. Ci sentiamo anche noi protagoniste”, sottolinea Jeanine che a Ruyigi, in Burundi, ha beneficiato di un programma per l’accesso all’acqua potabile. Un desiderio di riscatto e di riprendere in mano la propria vita che emerge nelle testimonianze di tante altre donne, dal Madagascar al Congo, dall’India alla Colombia, dal Kosovo alla Terra Santa, che hanno trovato nell’aiuto della Chiesa cattolica un seme da cui far nascere il futuro. Come accade in Costa Rica dove un gruppo di donne ha generato partecipazione e cooperazione in un territorio impervio. “Tempesta e calma. Dopo la tempesta c’è la calma che fa venir fuori dalla terra l’aroma di caffè e come lo senti inizi a sognare e si rafforza il legame con questi campi e la soddisfazione per ciò che siamo riuscite a realizzare”, racconta Margot, che a La Legua de Aserrí, nell’arcidiocesi di San José, ha fondato Asiprofe, un’associazione di donne imprenditrici che producono e commercializzano “Aromas de La Legua”, un caffè puro al 100%. Tutto è iniziato con un piccolo contributo che nel 2016 ha permesso l’acquisto di una macchina per tostare i chicchi di caffè e un mulino. Da lì ha preso il via un cambiamento duraturo che continua ancora oggi, grazie a Margot, a Lorena, a Maria e a tante altre donne. “In Costa Rica – aggiunge Margot – le donne coltivatrici di caffè guadagnano il 40% in meno rispetto agli uomini e devono affrontare notevoli difficoltà nell’accedere a una formazione e a informazioni adeguate che aiutino a migliorare la produttività, la qualità e il reddito dei loro raccolti. Nonostante tutto questo noi abbiamo dimostrato che insieme possiamo farcela”. Mai come oggi il mondo ha bisogno della mente, del cuore, delle mani delle donne. Della loro creatività e delle loro competenze. Fondamentale è dunque il loro sostegno verso una prospettiva di pari dignità e opportunità. Papa Francesco ricorda infatti che “l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio” (Fratelli tutti, 23). A livello mondiale, l’uguaglianza di genere è tornata ai livelli pre-Covid19, ma il cambiamento segna il passo a causa delle crisi sociali, economiche ed energetiche che continuano a susseguirsi in un contesto segnato dai conflitti. Secondo il Rapporto globale sulla disparità di genere 2023 del World Economic Forum le donne continuano a sostenere il maggior peso di queste crisi, sotto tutti i profili. Sul fronte della salute, perché più esposte nei servizi di cura e quindi a contagi, sul piano occupazionale e finanziario, anche perché spesso hanno contratti atipici, in relazione alla divisione dei compiti familiari, alla fruizione di strumenti digitali e all’accesso ed esercizio di discipline Stem vale a dire le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna. Con gli interventi finanziati, la Chiesa cattolica sostiene le donne, i bambini e i più poveri. Tra gli ambiti più significativi, infatti, figurano l’accompagnamento dei giovani in situazione di marginalità, l’accesso alle cure sanitarie, il dialogo intercomunitario e interreligioso, la formazione e l’istruzione. Specifica attenzione viene data alla sostenibilità dei progetti, con l’obiettivo di un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione locale. Negli ultimi 10 anni la Conferenza episcopale italiana, attraverso il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli e il quotidiano impegno del Servizio, e grazie ai fondi dell’8xmille, ha sostenuto 4138 progetti in 108 Paesi, per 708.8 milioni di euro. Dietro ai numeri ci sono persone, comunità, relazioni. Come dice il nome è un Servizio, che chiede di essere sensibili, attenti, pronti a raccogliere tutti gli stimoli, le richieste di aiuto e le opportunità che il contesto nel quale viviamo è capace di offrire, con un atteggiamento di umiltà e gratitudine. È per gli interventi di carità, una carità che è reciprocità e opportunità per riconoscere le proprie povertà. È per lo sviluppo, uno sviluppo integrale, reale, sostenibile che prende forma attraverso progetti concreti e processi aperti alla partecipazione di ogni persona e di tutti i popoli. A partire dalle nostre comunità, si promuovono così stili di vita e azioni che aiutano a pensare globalmente e a riconoscersi parte dello stesso mondo, fratelli tutti. (Ferruccio Ferrante)

Pace, memoria, disarmo i temi dell’edizione 2024 di Medì a Livorno

8 Marzo 2024 - Livorno - Pace, memoria, disarmo e la voce delle donne, per un’alternativa delle Città del Mediterraneo alla “logica” dello scontro: sono i temi al centro del nuovo incontro internazionale di Medì, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Livorno, al teatro Goldoni oggi, e alla Goldonetta domani. Apre la manifestazione l’intervento di Andrea Riccardi, storico e fondatore di Sant’Egidio. “Le città vogliono vivere e dire la loro in questo tempo violento - spiegano gli organizzatori -, Barcellona, Marsiglia, Genova, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Siracusa, Trieste, Salonicco, Smirne, Istanbul, Beirut, Haifa, Tel Aviv, Alessandria, Tunisi, Tangeri, Malta, Lesbo, Lampedusa si riuniscono ogni anno  a dispetto delle ondate divisive che le investono».  

“La memoria degli oggetti. Lampedusa, dieci anni dopo: una mostra all’Eremo di Santa Caterina del Sasso

8 Marzo 2024 - Roma - La mostra “La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo” è stata inaugurata all’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Ad aprire la rassegna, che sarà poi visitabile fino a martedì 9 aprile, una visita guidata con i curatori.  Una rassegna che nasce da un progetto di Carta di Roma e Zona e gode del patrocinio del Comune di Leggiuno e Musa e ha il supporto di Archeologistics, impresa sociale impegnata nella valorizzazione dei beni culturali. La mostra raccoglie e presenta gli oggetti appartenuti alle persone migranti decedute nel naufragio. Una bussola, una macchinina rossa, una boccetta di profumo, uno specchietto, un telefono cellulare. La forza di quegli oggetti è che - si legge in una nota - "ci costringono a riconoscere che la nostra vita è piena delle stesse cose. Che solo il caso ci ha consentito di non aver bisogno di afferrare quegli oggetti e lasciare per sempre il nostro mondo. Dare dignità a quegli oggetti significa fare un passo verso la costruzione di una memoria condivisa, una memoria comune, quella degli esseri umani".  

Viminale: 4789 migranti sbarcate sulle coste italiane

7 Marzo 2024 -

Roma - Sono 4.789 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 1.206 sono di nazionalità bengalese (25%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Siria (764, 16%), Tunisia (698, 15%), Egitto (511, 11%), Pakistan (251, 5%), Eritrea (248, 5%), Etiopia (187, 4%), Sudan (149, 3%), Guinea (109, 2%), Gambia (66, 1%) a cui si aggiungono 600 persone (13%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.