Milano - «Ognuno di noi pensava che sarebbe stato il prossimo a morire, eppure abbiamo visto delle navi avvicinarsi a noi, ma non ci hanno voluto salvare». Famiglia Cristiana da domani in edicola pubblica il racconto dell’ultima tragedia del Mediterraneo, affidato alla testimonianza dei sopravvissuti all’inferno di quel gommone della morte partito alle due di notte di giovedì 7 marzo dalla spiaggia di Zawiya, in Libia. Sette giorni in mare, senza cibo e senza acqua. Un diario di viaggio dove ogni giorno qualcuno dei compagni moriva e in cui man mano i corpi venivano gettati in mare. «Venerdì abbiamo visto una nave bianca e rossa avvicinarsi e allontanarsi da noi ripetutamente, credevamo che quella potesse essere la barca della nostra salvezza e invece se n’è andata, non l’abbiamo più vista. Non aveva delle scritte, almeno noi non riuscivamo a vederle», dicono i sopravvissuti. «Il mare era agitato, le persone in preda al panico, non c’era cibo e chi riusciva beveva l’acqua del mare. Bruciava e non tutti potevano farlo. Avevamo fame e sete, eravamo senza forze. C’erano tanti ragazzi della mia età, quattro donne e un bambino. Sono tutti morti nel gommone. Ogni ora che passava moriva qualcuno, facevamo una preghiera veloce e lo gettavamo in mare», racconta uno dei ragazzi intervistati al centro di raccolta di Catania. Struggente anche la testimonianza del padre di un bimbo di un anno e tre mesi morto insieme alla madre per gli stenti.
“Un mondo a parte”
Il suo primo film, “Auguri professore” (1997), era dedicato al mondo del liceo. Quasi trent’anni dopo, tra 15 lungometraggi e serie Tv di successo, Riccardo Milani torna a raccontare l’universo scolastico, rivolgendo il suo sguardo alle elementari nelle realtà montane, avamposti di comunità e speranza. Parliamo del film “Un mondo a parte”, nei cinema con Medusa dal 28 marzo. Protagonisti, Antonio Albanese e Virginia Raffaele.
La storia. Roma, oggi. Michele Cortese è un insegnate infelice: non sopporta più nessuno, tanto meno il suo lavoro e la vita nella Capitale. Un giorno riceve una comunicazione dal ministero che gli accorda il trasferimento in istituto scolastico nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo. Con ritrovata speranza Michele arriva nel paesino in pieno inverno, dove trova prevalentemente neve, neve, neve. Superato l’impaccio iniziale, si fa subito benvolere dal piccolo gruppo di bambini e colleghi, soprattutto dalla vicepreside Agnese. L’equilibrio però vacilla quando arriva la minaccia della chiusura della scuola per mancanza di iscritti…
Milani firma un film politico, di impegno civile, non rinunciando però alla sua consueta vis comica – tra i suoi titoli “Benvenuto Presidente!” (2013), “Come un gatto in tangenziale” (2017, 2021) e “Grazie ragazzi” (2023) –, nel solco della nobile tradizione della commedia italiana. Il suo è un cinema che strappa sorrisi e lancia suggestioni acute, che aiutano nella lettura del nostro complicato presente. “Un mondo a parte” corre agilmente su tale binario, forte di un cast affiatato – molto bene l’intesa tra Albanese e la Raffaele – e di copione ben calibrato a firma dello stesso Milani e di Michele Astori; qua e là, però, si registra qualche scivolata di troppo nel politicamente corretto. Nell’insieme, il film funziona tra risate e riflessioni di senso.
“I bambini di Gaza”
Sempre in sala dal 28 marzo l’opera prima del regista italo-americano Loris Lai, “I Bambini di Gaza. Sulle onde della libertà”, che prende le mosse dal romanzo di Nicoletta Bortolotti (Mondadori), una produzione Jean Vigo Italia ed Eagle Pictures. Nel cast Marwan Hamdan, Mikhael Fridel e Tom Rhys Harries. Il film si pone come intensa suggestione a favore della pace e soprattutto della custodia della felicità, del futuro, dei bambini che abitano i territori in agitazione tra Israele e Palestina. I bambini tutti. Non a caso l’opera ha ricevuto parole di incoraggiamento da papa Francesco: “Questo film con le voci piene di speranza dei bambini palestinesi e israeliani sarà un grande contributo alla formazione nella fraternità, l’amicizia sociale e la pace”.
La storia. Nel 2003, al tempo della seconda Intifada, il palestinese Mahmud e l’israeliano Alon, due preadolescenti, si trovano sulla spiaggia di Gaza per imparare ad andare sul surf e a costruire un dialogo possibile…
Concepito molto tempo prima dei tragici avvenimenti dell’autunno 2023, il film di Loris Lai desidera porsi come suggestione di speranza soprattutto a tutela degli innocenti, dei più piccoli. Non tutto del film risulta riuscito ed efficace, con qualche inciampo didascalico ed enfatico, ma nel complesso si coglie il valore di un’opera che desidera contribuire alla costruzione della pace. (Sergio Perugini)
27 Marzo 2024 - Milano - Era settembre a Lampedusa, quindici anni fa. Ero a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera, come giornalista. Arrivò una richiesta di soccorso: un barcone in difficoltà, a poche miglia da lì.
La motovedetta correva nel blu del Mediterraneo. Finalmente, all'orizzonte, un puntino. Il puntino si rivelò un gommone stracarico di migranti. Stava andando a fondo: quelli seduti sui bordi avevano già i piedi nell'acqua. Ottanta paia di occhi ci fissavano in silenzio.
La faccia che non scordo è quella di un ragazzo di carnagione scura, un mediorientale, sui 25 anni. La motovedetta, caricati i naufraghi, filava, e il ragazzo guardava come tutti verso nord: tranne me, che guardavo loro. Così non vidi la sottilissima striscia di terra che si profilava alle mie spalle. Vidi invece quel ragazzo inginocchiarsi, e trarre da una tasca un libretto fradicio di mare, che aprì sul ponte della barca.
Il ragazzo pregava. Mi voltai, vidi ancora lontana Lampedusa, capii: terra, Italia, Europa. Lo sconosciuto ringraziava Dio per avercela fatta.
Guardai meglio il libretto bagnato, era un Vangelo. Un cristiano che aveva patito tutto, perso tutto, arrivava nel nostro mondo. Questi saranno uomini diversi, ho pensato, da noi. Più vivi: forte del dolore traversato. Nell'impigrito Occidente, povero di figli e speranza, entrano anche uomini così. Noi, spesso, non ce ne accorgiamo. (Marina Corradi)
26 Marzo 2024 - Roma - Sono finora 11.320 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 2.459 sono di nazionalità bengalese (22%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Siria (1.959, 17%), Tunisia (1.312, 12%), Egitto (876, 8%), Guinea (714, 6%), Pakistan (588, 5%), Eritrea (325, 3%), Mali (304, 3%), Gambia (292, 2%), Sudan (260, 2%) a cui si aggiungono 2.231 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.
Fino ad oggi sono stati 1.086 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 25 marzo.
26 Marzo 2024 - Vicenza - Ha preso il via ufficialmente ieri il primo corso di formazione rivolto ad un gruppo di richiedenti asilo e titolari di protezionale speciale e internazionale finalizzato a favorire il loro successivo inserimento lavorativo nelle imprese del territorio. Diventa così operativo il progetto promosso da Apindustria Confimi Vicenza, frutto di un confronto condotto nell’ultimo anno dall’Associazione da una parte con la Prefettura di Vicenza, dall’altra con Associazione Diakonia onlus. Proprio la Prefettura ha ospitato la presentazione dell’iniziativa, durante la quale è stato anche sottoscritto tra le parti un protocollo d’intesa finalizzato appunto a favorire l’inserimento socio-lavorativo dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale tramite la promozione di percorsi formativi e opportunità di lavoro nel settore metalmeccanico e degli altri settori manifatturieri che caratterizzano il tessuto produttivo locale. Il progetto messo a punto vede il coinvolgimento di Diakonia per le attività di selezione dei candidati, monitoraggio durante il percorso e supporto ai partecipanti in caso di necessità. L’investimento complessivo per l’iniziativa è pari a circa 60mila euro, finanziati in parte da Apindustria Confimi Vicenza e in parte dalla Camera di Commercio di Vicenza e da Banca delle Terre Venete, permettendo l’avvio di due percorsi formativi.
Il primo percorso vedrà 12 partecipanti, titolari di sette diverse forme di permesso di soggiorno, provenienti da Sierra Leone, Mali, Nigeria, ma anche dall’Ucraina, ed è finalizzato a trasmettere loro le nozioni di base sulle lavorazioni meccaniche e sull’assemblaggio per una durata complessiva di 76 ore (più 16 ore di formazione sulla sicurezza), al termine del quale è previsto anche uno stage professionalizzante in un gruppo di aziende del territorio.
26 Marzo 2024 - Genova - È visitabile fino al 14 aprile la mostra di Giovanni Cerri “L’Italia che partiva, Via mare verso l’America” curata dalla critica d’arte Barbara Vincenzi. La mostra, esposta al Galata Museo del Mare di Genova e sostenuta dal Museo Italo Americano di San Francisco, riporta l’attenzione su uno dei fenomeni sociali e culturali più pregnanti della storia italiana, che vide tra il 1876 e il 1925 più di sei milioni di italiani lasciare il proprio Paese per raggiungere gli USA tramite i transatlantici che partivano dal porto della Genova. La mostra ricorda anche tre figure significative di quel fenomeno: Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due attivisti anarchici condanati nel 1927 alla sedia elettrica per omicidio e George Moscone, sindaco di San Francisco ucciso nel 1978 assieme all'attivista Harvey Milk.
26 Marzo 2024 - Roma - Sono 3,1 milioni le persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. È quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati del Fondo per l'aiuto europeo agli indigenti (Fead) in merito ai dati Istat sulla povertà assoluta in Italia. L'emergenza riguarda 630mila bambini sotto i 15 anni, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni. Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo, evidenzia la Coldiretti, più di 1 su 5 (23%) è un migrante, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora e quasi 34mila disabili. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti, sottolinea Coldiretti, lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che prediligono questa forma di sostegno al consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
25 Marzo 2024 - Lampedusa - Nuovo naufragio di migranti, questa volta in acque internazionali, con tre dispersi. Le vittime sono un siriano, un bengalese e un etiope, caduti in mare, durante le operazioni di trasbordo dalla barca di circa 12 metri su cui viaggiavano alla nave cargo petroliera Vault. L'equipaggio è, invece, riuscito a portare in salvo fino a Lampedusa gli altri 139 migranti fra cui una donna. Il natante sarebbe partito da Sabratha, in Libia alle due di notte. Il naufragio è il terzo in altrettanti giorni e i dispersi complessivamente salgono a cinque, fra cui una bimba di 15 mesi e un ragazzo di 15 anni. I poliziotti della squadra mobile di Agrigento nelle prossime ore interrogheranno i 139 superstiti per provare a ricostruire l'episodio. Ieri su disposizione della prefettura agrigentina, con i due traghetti di linea per Porto Empedocle, erano stati trasferiti 680 migranti complessivamente. Il barcone di 12 metri è stato lasciato alla deriva. Molti dei 139 hanno già riferito di avere pagato da 3 mila a 7 mila dollari per imbarcarsi sul natante.
E si è concluso intorno all'una di questa notte anche lo sbarco a Pozzallo di 113 migranti, (non 114 come si era appreso in precedenza), messi in salvo dalla nave Mare Jonio attrezzata da Mediterranea Saving Humans. I controlli sanitari a bordo, prima del medico dell'Usmaf (l'ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), Vincenzo Morello e poi in banchina dall'Azienda sanitaria provinciale, hanno portato al trasferimento per controlli di routine al reparto di Neonatologia dell'ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, una bimba di 21 giorni accompagnata dalla mamma (viaggiava anche con il papà e una sorellina di 3 anni).
All'ospedale Maggiore/Baglieri di Modica, invece, è stato trasferito un uomo per una sospetta frattura costale. Nel gruppo delle persone messe in salvo, anche un'altra famiglia - mamma, papà e bimbo di 3 anni - e tra i 14 minori maschi, due ragazzini, 12 e 14 anni che viaggiavano da soli, senza alcun accompagnatore. Al termine dei controlli che hanno rilevato la presenza tra i migranti di una altissima percentuale di infezione da scabbia, la nave Mare Jonio non ha ottenuto la cosiddetta "libera pratica". Dovrà esserci una disinfestazione a bordo. Già oggi interverrà una ditta specializzata. Una volta completate le procedure avverrà una nuova ricognizione e, a seguire, sarà rilasciata l'autorizzazione che permetterà alla nave di riprendere il mare.
Trieste - "Le risposte vanno date insieme, nessuno ha le risposte per problemi così complessi". Lo ha detto il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi parlando della questione migratoria nel territorio diocesano. La comunità cristiana - ha spiegato in una intervista al quotidiano Avvenire - è "presente, abbiamo cercato di risvegliare il volontariato coinvolgendo 100 persone nell’esperienza dell’accoglienza. C’è la società civile, nella quale ci collochiamo con la presunzione di essere lievito che fa fermentare altre collaborazioni. E’ bello mescolarsi con l’obiettivo di alleviare le sofferenze delle persone. Poi c’è il lato delle istituzioni locali, nazionali ed europee. Problemi - spiega - tanto complessi richiedono l’apporto di ciascuno. La Chiesa da sola non può farcela, questo dei migranti è solo un segmento delle povertà che ci stanno a cuore. E’ il Vangelo a dirci di fermarci e prendercene cura". A Trieste arriuvanpo migranti dalla rotta balcanicacon persone in "situazione di fragilità".
25 Marzo 2024 - Città del Vaticano - “State attenti al pericolo della chiusura”, che porta a “non essere universali ma a chiudersi in un isolamento tribale”. E’ quanto ha detto papa Francesco alla comunità nigeriana di Roma ricevuta questa mattina in Vaticano. Un invito quello di papa Francesco che “vale per tutti, ognuno secondo la propria posizione. Universalità – ha spiegato il Papa - non è chiudersi nella propria cultura: è un dono, ma per darlo, per offrirlo, non per chiudersi”. “La diversità di etnie, tradizioni, culture e lingue nella vostra nazione non costituisce un problema, ma è un dono che arricchisce il tessuto della Chiesa come quello dell’intera società, per conservargli i valori della comprensione reciproca e della convivenza”. La comunità nigeriana a Roma – ha quindi aggiunto il Pontefice – “sa accogliere e accompagnare i giovani nigeriani e gli altri credenti” e l’augurio che “assomigli sempre più a una grande famiglia inclusiva, dove tutti possono mettere a frutto i propri talenti diversi che sono frutti dello Spirito Santo, per sostenervi e rafforzarvi a vicenda nei momenti di gioia e dolore, di successo e di difficoltà. In questo modo sarete in grado di seminare amicizia sociale e concordia per le generazioni presenti e future”. Sono molti i paesi che oggi vivono momenti di difficoltà e anche la Nigeria “sta vivendo un periodo di difficoltà”, ha detto papa Francesco esortando a “favorire il dialogo e ad ascoltarvi a vicenda con cuore aperto, senza escludere nessuno a livello politico, sociale ed economico. Integrare, dialogare, universalizzare, sempre, a partire dalla propria identità”. E poi l’invito ad essere “annunciatori della grande misericordia del Signore, operando per la riconciliazione con tutti i vostri fratelli e sorelle e contribuendo ad alleviare il peso dei poveri e dei più bisognosi, facendo vostro lo stile di Dio”. (Raffaele Iaria)
Roma – L’edizione 2023 del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes è dedicata ai temi della mobilità e del ritorno. Attraverso venti diversi saggi sulle altrettante realtà regionali italiane, diversi autori e autrici sono stati chiamati a descrivere quanto e come il tema del ritorno fa parte e si manifesta oggi nella storia e nell’identità delle singole esperienze territoriali. Nel volume si descrive anche il ritorno che si manifesta non come presenza fisica, ma come segni depositati nella quotidianità: innesti linguistici, nuove tradizioni, usi e costumi. Il volume sarà presentato domani, martedì 26 marzo, a Berlino dalla curatrice Delfina Licata che dialogherà con Edith Pichler. La serata sarà moderata da Anna Bertoglio dell’Ufficio Affari Sociali e Coordinamento Consolare dell’Ambasciata d’Italia in Germania.
Città del Vaticano - Domenica delle Palme, Gesù entra a Gerusalemme non su un carro trainato da cavalli, come un potente capo di un esercito, ma appunto su una cavalcatura umile, da re di pace. Ingresso trionfante, tra canti e osanna; ingresso che è anche metafora dell’effimera gloria terrena, di come l’uomo possa esaltare e successivamente condannare senza porsi la domanda sul perché. Gesù entra nelle città di questo nostro mondo mentre la vita degli uomini è segnata da conflitti, violenze, emarginazioni: è il peso della croce. È un tempo difficile e ombre minacciose di guerra, terrorismo, sembrano allungarsi un po’ ovunque in questo nostro tempo. Tantissimi, poi, sono i cristiani perseguitati e uccisi nel mondo.
Papa Francesco non legge l’omelia preparata per la cerimonia, all’inizio del rito aveva parlato con voce affaticata. Ma ha voluto pronunciare le parole che accompagnano la preghiera dell’Angelus per assicurare preghiere “per le vittime del vile attentato terroristico compiuto a Mosca: il Signore li accolga nella sua pace e conforti le loro famiglie. E converta i cuori di quanti proteggono, organizzano e attuano queste azioni disumane che offendono Dio”. Non dimentica il Papa la “martoriata Ucraina”, i morti le sofferenze e il “rischio di una catastrofe umanitaria”. E prega per Gaza, per i due operatori di pace uccisi in Colombia.
In piazza San Pietro c’erano circa 60 mila fedeli, 400 persone hanno portato palme e ramoscelli d’ulivo. Memoria di quell’ingresso gioioso, degli osanna a Gesù che sono “la voce del figlio perdonato, del lebbroso guarito o il belare della pecora smarrita che risuona forte in questo ingresso. È il canto del pubblicano e dell’impuro; è il grido di quello che viveva ai margini della città”, diceva Papa Francesco nell’omelia della messa della Domenica delle Palme celebrata, sul sagrato della basilica vaticana, il 25 marzo 2018. Osanna che risultano scandalosi e assurdi, affermava sempre il vescovo di Roma, per “quelli che si considerano giusti e ‘fedeli’ alla legge e ai precetti rituali”. Così quel ‘crocifiggilo’ è il grido “di chi non ha scrupoli a cercare i mezzi per rafforzare sé stesso e mettere a tacere le voci dissonanti”; è il “grido fabbricato dagli ‘intrighi’ dell’autosufficienza, dell’orgoglio e della superbia”.
Celebrazione che, com’è tradizione, ha fatto rivivere gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù, quel salire al Calvario per adempiere alla volontà del Padre perché, ricordava Benedetto XVI nell’omelia del 5 aprile 2009, il regno di Cristo passa attraverso la Croce e “Gesù si dona totalmente, può come Risorto appartenere a tutti e rendersi presente a tutti”. Abbiamo davvero capito cosa significhi che il suo regno non è di questo mondo, si chiedeva Benedetto XVI. Si tratta, nella realtà, non di riconoscere un principio, “ma di vivere la sua verità, la verità della croce e della risurrezione”.
Il popolo attendeva un “condottiero trionfante, dispensatore di gloria e di potenza, di ricchezza e felicità”, ricordava Papa Paolo VI nell’omelia dell’11 aprile 1965, e invece quel Cristo “doveva venire nel dolore, nella umiliazione, nella morte. E la misteriosa contraddizione si rinnova e si perpetua. Infatti, ogniqualvolta noi aspettiamo una eredità di elevazione e di prestigio da Cristo, egli ci lascia delusi e ci si mostra ancora con le sue braccia distese, le mani inchiodate e il capo chino del morente e del morto”.
Non sembri irriverente se in conclusione ricordo una scena di un film che sicuramente è entrato nell’immaginario collettivo attraverso l’interpretazione di due grandi attori: Fernandel e Gino Cervi. La scena è nel racconto di Giovannino Guareschi il quale propone un don Camillo che attraversa il paese sulle rive del Po, Brescello, portando la croce. E dialoga, come sempre, con Gesù: “potevano farla un po’ più leggera” afferma; e si sente rispondere: “dillo a me che me la sono portata fino al Calvario, e non avevo la forza che hai tu”.
La Croce “norma costitutiva della nostra vita” diceva Benedetto XVI: “senza il ‘sì’ alla Croce, senza il camminare in comunione con Cristo giorno per giorno, la vita non può riuscire”. (Fabio Zavattaro)
Udine - È davanti all’Eucaristia che ogni persona si riconosce fratello e sorella, a prescindere dalla sua provenienza. Per questo, questa sera, venerdì 22 marzo, nella chiesa di Santa Maria della Neve a Udine si rinnoverà l’incontro di preghiera con Adorazione eucaristica di Quaresima per le comunità cattoliche immigrate della diocesi. L’appuntamento ormai tradizionale con la Veglia ed Adorazione si ripete due volte l’anno – Quaresima e Avvento – presieduto dall’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato. «Il Pastore non ha mai fatto mancare la sua vicinanza alle comunità di immigrati cattolici – evidenzia il segretario dell’Ufficio diocesano Migrantes, Luigi Papais – ed anche per questo la veglia costituirà pure l’occasione per ringraziare mons. Mazzocato, oggi amministratore apostolico, al termine del suo mandato episcopale nell’Arcidiocesi, per la disponibilità ed il sostegno dimostrati alle comunità in più occasioni, partecipando ai loro momenti di festa e dando loro ascolto ogni volta che si sono presentate situazioni particolari».
«La scelta della chiesa di via Ronchi ha un valore simbolico – spiega ancora Papais –: essa si trova in prossimità della mensa “Gracie di Diu” nella quale tutti, al loro arrivo in città, e non solo, hanno la possibilità di avere un pasto caldo. Inoltre, l’edificio sacro è custodito dalle Suore Brasiliane dei Sacri Cuori di Gesù e Maria ed è quindi un punto di riferimento per gli immigrati brasiliani e non solo».
Veglia d'Avvento 2023 con l'arcivescovo Mazzocato - Foto La Vita Cattolica
22 Marzo 2024 - Roma - L’edizione 2023 del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes è dedicata ai temi della mobilità e del ritorno. Attraverso venti diversi saggi sulle altrettante realtà regionali italiane, diversi autori e autrici sono stati chiamati a descrivere quanto e come il tema del ritorno fa parte e si manifesta oggi nella storia e nell’identità delle singole esperienze territoriali. Nel volume si descrive anche il ritorno che si manifesta non come presenza fisica, ma come segni depositati nella quotidianità: innesti linguistici, nuove tradizioni, usi e costumi. Il volume sarà presentato marted' prossimo a Berlino dalla curatrice Delfina Licata che dialogherà con Edith Pichler. La serata sarà moderata da Anna Bertoglio dell’Ufficio Affari Sociali e Coordinamento Consolare dell’Ambasciata d’Italia in Germania.
Roma - La Chiesa italiana continua a stare accanto alla popolazione di Haiti, come racconta il Dossier curato dal Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, in collaborazione con l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Dal 2010, anno in cui il Paese è stato colpito da un violentissimo terremoto, sono stati destinati circa 40 milioni di euro – tra fondi dell’8xmille e offerte raccolte con la Colletta straordinaria promossa dalla CEI nel 2010 - per interventi emergenziali, progetti di sviluppo socio-economico in vari ambiti, accompagnamento alle Diocesi locali. Il Dossier, attraverso dati e testimonianze, ripercorre il cammino compiuto ed evidenzia le criticità tuttora esistenti nel Paese che, con circa 10 milioni di abitanti, è il più povero dell’America Latina e Caraibi, il meno sviluppato di tutto l’emisfero settentrionale, con un tasso di povertà pari all’80%. Attualmente alla prese con una spaventosa crisi umanitaria che si innesta su un'emergenza permanente, Haiti rischia di scivolare verso una guerra civile.
“Il tipo di assistenza urgente di cui abbiamo bisogno – spiega il Card. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes, in un'intervista contenuta nel Dossier – è di ricevere il supporto e i mezzi adeguati per ripristinare la sicurezza, assicurare stabilità, proteggere vite umane e proprietà. Il Paese ha bisogno di ristabilire l'autorità statale attraverso il rafforzamento delle istituzioni democratiche. Occorrerà anche contribuire a creare occupazione e lavoro, affinché gli haitiani possano vivere con dignità grazie ai frutti del loro lavoro. Bisogna considerare che Haiti non si è ancora ripresa dai terremoti del 2010 nell'ovest e del 2021 nel sud del Paese. Adesso arrivano i disastri delle bande armate. Dobbiamo rialzarci e prendere in mano la situazione”. Tra le varie emergenze, una è proprio quella delle gang armate, in cui spesso vengono coinvolti i giovani.
“La Chiesa – viene sottolineato nel Dossier - sta dalla parte del Vangelo e ha il compito di farsi compagna di strada, ponendosi accanto all'umanità ferita, accompagnando e coniugando processi di cura, animazione, promozione e riconciliazione, valorizzando i percorsi già in essere e aprendone di nuovi che la ‘fantasia della carità’ saprà ispirare e mettere a frutto”.
22 Marzo 2024 - Roma - Tredici anni di guerra in Siria. E di origine siriana sono quasi tutte le 51 persone arrivate questa mattina, venerdì 22 marzo, all’aeroporto di Roma Fiumicino e accolte in Italia grazie ai corridoi umanitari realizzati dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Chiese protestanti. 51 persone, di cui 19 minori, provenienti da vari campi profughi del Libano e da diversi centri - Beirut, Homs e altri territori del Paese da dove sono giunti, negli scorsi mesi ed anni, per fuggire dal conflitto in Siria - saranno accolte da Chiese, famiglie, Comunità di Sant’Egidio, Operazione Colomba e dalla Diaconia valdese in varie regioni e città d’Italia, tra le quali Firenze, Torino, Torre Pellice (TO), Campobasso, Padova, Roma.
I corridoi umanitari sono un’iniziativa della società civile che coniuga la salvezza dai viaggi in mare con accoglienza e integrazione. UComplessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono arrivati oltre 6.800 rifugiati.
22 Marzo 2024 - Milano - Il gol più bello contro il razzismo lo segnano ogni domenica i dilettanti della Rinascita Refugees, squadra di intrepidi e combattivi migranti che gioca nel girone B del campionato di Promozione pugliese. Vi fanno parte tanti giovani africani rifugiati e richiedenti asilo politico di diverse nazionalità che, dopo gli innumerevoli viaggi della speranza sui barconi di fortuna in cerca di un futuro migliore, sono approdati in Puglia dove gli operatori e i volontari della Cooperativa Rinascita di Copertino sin dal 1999 hanno avviato e realizzato 11 progetti di accoglienza, compresi quelli destinati ai minori stranieri non accompagnati, ospitati nel Centro di Carmiano.
Una formazione tenace, il cui motto assume di questi tempi un forte valore sociale e morale: «diamo un calcio al razzismo». Il rettangolo verde diventa così l'avamposto dell'integrazione e dell'inclusione, perché quel pallone che rotola senza barriere è il simbolo della solidarietà, anche al cospetto di avversari molto determinati in un contesto agonistico pur sempre sentito.
Il team granata, attualmente al quinto posto, è partito dalla Terza categoria dopo aver vinto per due volte consecutive il titolo di campione d'Italia "Aics".
Dai tornei amatoriali è nata una compagine che potesse essere protagonista anche nei campionati federali della Lega Nazionale Dilettanti. «Molti di questi nostri fratelli che arrivano da ogni parte dell'Africa dimostrano di essere atleti veri, dotati anche sul piano tecnico - sottolinea Vincenzo Nobile, direttore sportivo della società nonché impiegato amministrativo della cooperativa -. Nel 1999 è maturata l'idea di dar vita a questa nuova avventura calcistica. L'obiettivo primario è sempre stato quello di lottare contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, partendo proprio dai campi di periferia. Il nostro collettivo è formato da nigeriani, maliani, gambiani, ivoriani, senegalesi e guineani. In questa stagione abbiamo inserito due nostri conterranei, il portiere Gianmarco Strafella e il 18enne difensore Simone Quarta. Lo spirito di condivisione e la cultura di prossimità sono un bene imprescindibile per la convivenza tra i popoli, che va oltre il calcio». Quand'era ragazzino, in seno alla Rinascita Refugees mosse i primi passi anche il guineiano Moustapha Cissè che nel marzo 2022 esordì in Serie A con la maglia dell'Atalanta segnando il gol-vittoria contro il Bologna.
Tanti i virgulti che ci mettono passione, carattere, qualità tecniche ma soprattutto voglia di riscatto.
Alcuni di loro si sono inseriti nel mondo del lavoro, altri svolgono il prezioso ruolo di mediatore culturale. I migranti vivono in unità abitative ben strutturate per oltre 400 posti letto distribuiti tra le province di Brindisi, Taranto e Lecce.
La rosa di 25 calciatori del club presieduto da Antonio Palma con cui collaborano altri volenterosi dirigenti, è allenato dall'esperto senegalese Niang Baye Hassane che sa tenere bene insieme il gruppo. Le gare in casa si disputano al "Comunale" di Leverano.
I granata, che hanno un "sacro" rispetto per gli avversari, non battono ciglio se a volte arriva dagli spalti qualche sfottò. «Nelle partite ci può stare - dice il centrocampista senegalese Baba Gueye -. L'importante è non offendere la dignità e la razza sia dei calciatori che delle persone, anche fuori dal terreno di gioco. Siamo stati ricevuti da papa Francesco un mese fa, che ci ha incoraggiato a proseguire in questo nostro cammino. È chiaro che ci teniamo a vincere. Siamo a un passo dalla conquista della Coppa Italia di Promozione. Ma, la vera felicità è far emergere la nostra idea di calcio che unisce, dove siamo tutti uguali senza distinzione per il colore della pelle». (Nicola Lavacca - Avvenire)
21 Marzo 2024 - Lecce - «Dipende da dove poniamo i confini del mondo. Possiamo porli in noi stessi. Possiamo porli nel nostro gruppo (famiglia, partito, razza, paese). Possiamo togliere ogni confine: allora ogni uomo è mio fratello». Questa frase di mons. Giovanni Nervo ci invita a fare a meno di quei confini geografici - e non solo - che delimitano il nostro mondo; ci spinge ad adottare una visione dinamica della realtà, ad allargare lo sguardo verso una comunità sempre più aperta. L’umanità è una sola e sollecita ad uscire verso tutte le periferie, a raggiungere e comprendere tutti, oltre ogni confine. Si rende pertanto sempre più necessario favorire un’attenzione maggiore alla mondialità soprattutto nei giovani, restituendo loro, un protagonismo attivo. A questo fine puntano i quattro uffici diocesani: Area mondialità e pace di Caritas diocesana Lecce, Migrantes, Ufficio missionario diocesano e Associazione Volontari Caritas di Lecce che - grazie ad un lavoro sinodale - propongono ai giovani dai 18 ai 30 anni, dal 1° al 10 agosto prossimi, un'esperienza di volontariato internazionale in Albania. Ospiti della casa famiglia per ragazzi dei Padri Rogazionisti, presteranno il loro servizio agli abitanti della parrocchia di Fushe-Mamuras e ai detenuti del carcere psichiatrico di Shenkoll. Un'azione concreta che porta a vivere la fraternità, stimola la creatività ed educa alla cittadinanza globale. (Gabriella Vantaggiato)
21 Marzo 2024 - Roma - L’ha detto il Card. Matteo Zuppi, lunedì 18 marzo, aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente: la pace rappresenta la priorità! L’affermazione prende forma nell’impegno concreto, nelle comunità cristiane e nella società tutta, per ricucire quei tessuti che sono lacerati. In questo senso l’opera educativa rappresenta la strada da percorrere per una rinnovata coscienza civile e sociale. La comunicazione e l’informazione sono chiamate in causa, in modo determinante, per favorire processi di comprensione reciproca e di promozione di un linguaggio disarmato. Alle porte della Settimana Santa, la riflessione trova il proprio paradigma nel trittico incontro-ascolto-parola e nella logica del servizio. Comunicare e informare è sempre un atto di amore che viene compiuto in una dimensione di relazione. È il disegno per incarnare la pace nella propria quotidianità. (Vincenzo Corrado)
21 Marzo 2024 - Londra - "Londra continua ad essere una città centrale per gli italiani. Oggi abbiamo un numero di iscritti AIRE in crescita costante: siamo passati nell’arco di un anno da 365 mila a 383 mila iscritti, solo nella nostra circoscrizione”. Lo ha detto il console generale d’ Italia a Londra Domenico Bellantone, nel corso della presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2023 nella sede del Consolato. Il RIM è tornato nella capitale britannica ieri, 20 marzo, per la prima volta dopo dieci anni, alla presenza del nunzio apostolico in Gran Bretagna Mons. Miguel Maury Buendía e del direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo: “La nostra missione - ha sottolineato Mons. Felicolo - è farci prossimi, esserci accanto, tessere relazioni. Specie quando, grazie ai dati scientifici, l’Italia scopre che la realtà dell’emigrazione è maggiore di quella dell’immigrazione”.
Londra, è emerso nel corso dell’incontro, continua ad essere la prima città italiana fuori dall’Italia, con un ritmo di iscrizioni AIRE di circa 200 al giorno. “Questa città’ e’ un laboratorio essenziale per lo studio dell’Italia di oggi - ha spiegato la coordinatrice del RIM Delfina Licata, che si occupa del Rapporto da diciotto anni: “Se prima della pandemia il termine chiave era meritocrazia, grazie alle possibilità di lavoro e sviluppo personale offerte dal Regno Unito, adesso la parola magica è genitorialità: gli italiani che lasciano la propria casa verso Londra vogliono diventare genitori”. Anche se parte del loro progetto di vita è tornare in Italia. Ecco perché il tema del RIM 2023 è stato quello del Ritorno (i rientri in patria sono stati 6.500).
Riuscirà l’Italia a rendersi accogliente per coloro che ritornano? Al “Turismo delle Radici”, il piano rivolto alle seconde e terze generazioni di Italiani all’estero che visitano il Belpaese, si è incentrato l’intervento del senatore Raffaele Fantetti, coordinatore dell’incontro londinese. D’accordo anche il presidente del Comites Alessandro Gaglione, che ha testimoniato a Londra la presenza crescente di italiani con doppia cittadinanza, provenienti da Bangladesh, Pakistan, Brasile. Il nostro tricolore sventola anche per studenti (11.320: il numero più alto in assoluto insieme ai francesi), per i lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale NHS e per gli Accademici. (Francesca Marchese)
Le foto sono di Salvatore Mancuso
Mons. Pierpaolo Felicolo
Il Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone, il nunzio apostolico in Gran Bretagna Mons. Miguel Maury Buendía, il senatore Raffaele Fantetti, la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo Delfina Licata, il presidente Comites di Londra Alessandro Gaglione e il Direttore Generale della Fondazione Migrantes Mons. Pierpaolo Felicolo.
Il Console Generale d’ Italia a Londra Domenico Bellantone, il Direttore Generale della Fondazione Migrantes Mons Pierpaolo Felicolo, il senatore Raffaele Fantetti, la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo Delfina Licata.